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[Emancipiamo la donna !]
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Image (fixe ; à 2 dimensions)
- titre :
- [Emancipiamo la donna !]
- adresse :
- . — Roma Rome : l’ Alleanza libertaria (1908-191),
- description technique (h × l) :
- . — 1 affiche (impr. photoméc.) : n. et b. ; 54 × 38 cm
- notes :
- descriptif :
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testo
- texte :
L’Alleanza libertaria
Emancipiamo la donna !
Abbattere la superstizione religiosa, spogliare dalle consunte forme tradizionali il pensiero umano con un’educazione che sviluppi l’individualità e la coscienza intima in modo che ogni essere agisca secondo il proprio volere e trovi de sè la via da percorrere, l’ideale al quale dedicarsi, la fede che risponda alle sue interiori convinzioni, questo è lo scopo a cui mira il libero pensiero. Combattere le vecchie idee di schiavitù e di asservimento, elevare la personalità femminile, aprire alla donna tutte le vie civili, e sociali in modo che essa non conduca più la vita parassitaria che le è imposta, ma possa scegliere liberamente tra tutte le attività umane la più adatta alla sua felicità epperciò la più utile agli altri, e possa la donna portare anch’essa in tutti i rami della via famigliare e civile il suo sano criterio, è compito di coloro che pensano a migliorare le condizioni morali dell’elemento femminile.
Stretti rapporti esistono dunque tra questi due ideali basati sullo stesso principio : giustizia e dignità umana.
Non è giusto che l’uomo porti il fardello degli errori, delle necessità del passato, e costringa la gioventù ad immobilizzarsi per timore di deviare da una via tracciata, non è giusto che la donna nuova stia ignobilmente sotto il peso di tradizioni ataviche ; non è dignitoso per tutti gli esseri umani di venir considerati come eterni minorenni a cui s’impone di ubbidire e tacere, di accettare senza discussione le idee, e supratutto di accogliere ciecamente sotte pretesto della fede, tutto un sistema d’idee non pensate, non sentite, spesso mandate a memoria meccanicamente, come le poesie dei bambini.
Giustizia e dignità umana sono i moventi del libero pensiero che mira una altra rivendicazione : quella della personalità cosciente. Contro l’individualità cosciente di è levato sempre un formidabile nemico attraverso i secoli : il dogma religioso.
Il dogma religioso (assai diverso dal sentimento religioso) è partito da un concetto assolutamente errano, volendo unificare il pensiero umano che è così vario e plasmare tutti gli esseri così diversi e molteplici ad un solo credo — ciò che è contro la natura che dà ad ogni essere un diverso organismo, con diverse attitudini, potenzialità e disposizioni. Il dogma religioso, come ha cercato di schiacciare la voce solitaria ed interna che si leva ribelle dal fondo d’ogni anima umana, ha cercato di annientare la donna decretandone l’inferiorità psichica.
Tra le religioni europee, la cattolica è quella che più delle altre ha esercito questa malefica opera demolitrice dell’individualità.
Ha torturato i ribelli, combattuto gli scienziati, perseguitato i dissidenti ed ha tenuta schiava la donna con paure, teorie, precetti mistici e la più oscura ignoranza. Ma se il libero pensiero è germogliato più sacro dal sangue dei martiri ribelli, la donna è stata oppressa e depressa dall’educazione clericale ed ha subite conseguenze gravissime e deplorevoli dalle quali, a stento e col tempo, potrà solo liberarsi.
Poichè spesso avviene che la morale sociale è la morale religiosa, e ciò è anche più vero rispetto all’educazione della donna : il cattolicismo le ordinava di obbedire e di tacere, di servire l’uomo e di chiudersi fra le mura domestiche e le leggi conseguentemente la esclusero da ogni diritto, la condannarono ad una perenne tutela, ne vollero disconoscere la capacità, il buon senso e la più limitata intelligenza. Cristo aveva innalzato la dignità femminile parlando d’uguaglianza delle anime senza tener conto del sesso, ma la chiesa cattolica, i santi padri ed i grandi teologi la cercarono di annientare, perchè compresero la grandissima importanza di avere la donna con sè, e per asservirla le tolsero l’idea di quell’emancipazione, che sancirebbe una grande verità religiosa in base a tutte le altre unità del genere umano e associerebbe alla ricerca del vero e del progresso comune una somma di facoltà e di forze isterilite in oggi, da quella inferiorità che dimezza l’anima. E la chiesa cattolica non ha dimezzata, ma uccisa la cosciente femminile sotto il peso d’una rassegnazione pue ile e d’un servilismo avvilente.
Se il Libero Pensiero si è mantenuto, anzi diffuso maggiormente attraverso i periodi di persecuzione, non atterrà però il finale trionfo se prima non avrà cercato d’avere con sè la donna, che informa l’anima umana, che getta i primi semi di luce nel cuore del fanciullo, che dà il carattere alla famiglia ; ed è proprio e solo la famiglia che può più delle scuole e della società formare la coscienza individuale.
La scuola compie l’opera materna e deve essere necessariamente laica e diretta ad un concetto morale assai diverso da quello al quale si è fino ad oggi ispirata, e specialmente le scuole femminili devono essere riformate e si dovrebbe assolutamente impedire agli istituii religiosi d’impartire l’educazione. Come possono preparare alla vita esseri che ad essa hanno rinunciato e che la guardano da un punto di vista così lontano dalla realtà, dalla pratica e dalla morale umana ?
Il Libero Pensiero deve volere non solamente la scuola laica ma la riforma nell’educazione attuale, il divieto di impartirla a chi non ha e non può averne l’esperienza necessaria ; deve volere che tutti gli sforzi siano diretti a sviluppare la coscienza individuale sanza distinzione di sesso.
Il Libero Pensiero che non fa mai distinzione di sesso, è una rivolta dell’anima moderna contro le antiche forme della morale religiosa, che ancora mascherate, dominano la morale umana ; è un raggio del gran sole della libertà che vuole illuminare le grandi tenebre della notte medioevale non ancore, non mai superata.
Rivolta calma et cosciente, che porti ad un’intima rivoluzione d’idee ; poichè noi non possiamo accettare ibridi connubî, connubî che la chiesa per solo opportunismo caldeggia, tra ideali moderni e vecchie consuetudini. Noi non possiamo accettare le nuove parole del progresso senza che ad esse risponda la sostanza, noi siamo assetati di sincerità dopo tanta ipocrisia, noi vogliamo liberarci da questa « menzogna di religione, sorgente perenne di corruttela e di immoralità, insegnamento di menzogna alle moltitudini » per arrivare (se vogliamo avere una religione) a quella che « costringe gli uomini a tradurre in fatto il pensiero, ad armonizzare la vita pratica col concetto morale ».
Il Libero Pensiero non può e non deve fermarsi solo alle teorie ma scendere nel campo della vita pratica ed accogliere tutte le manifestazioni civili dell’anima umana e tra queste ; l’emancipazione della donna : e combattere per essa.
Ma l’emancipazione della donna non si potrà fare senza demolire il dogma religioso che consiglia alla donna la rassegnazione, la passività ; agire invece bisogna, ribellarsi alla schiavitù e al dominio del maschio, estirpare la convinzione che la donna non abbia una vita a sè ; ma che quanto l’uomo essa ha un fine individuale un cervello proprio, una missione particolare e perciò anche il diritto alla stessa libertà d’agire e di pensare. E questa libertà, che i liberi pensatori propugnano sia data a tutti indistintamente, e più a quella parte dell’umanità che pure lavorando e soffrendo non solo contribuisce al progresso ed all’equilibrio della società, ma che avendo una particolare missione creatrice ed educatrice, ha nella mani le sorti dell’umanità stessa.
Il trionfo del Libero pensiero non potrà avverarsi senza la redenzione della coscienza della donna, e l’uno e l’altro di questi ideali si possono e si debbono accompagnare e sorreggere nell’aspro cammino da percorrere.
Il progresso dell’una idea segna la vittoria dell’altra, e nessuna forma dogmatica può riconciliarsi colla sincera convinzione del libero pensiero, che sdegna ogni restrizione dogmatica e si lancia all’avvenire per la conquista d’una giustizia e felicità terrena, in nome di una fede che ha le sue radici non nella potenza divina ma nella logica es esperienza razionale, non nella rassegnazione e nell’ignava ma nella ribellione e nella vita attiva ; ha le sue radici non in un mondo ignoto, lontano ed incompreso, ma nel cuore stesso dell’uomo che porta in sè il proprio destino lieto o triste, fede umana in una grandezza morale verso la quale l’umanità cammina.
La donna non conquisterà quindi la uguaglianza di libertà, di diritti e di morale se non dopo aver abbattuti i dogmi delle religioni che hanno ispirato i dogmi convenzionali e morali, che oggi sanciscono la sua inferiorità, la sua schiavitù.
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L’ora della rassegnazione e delle sommissione predicata da tutte le chiese è oramai oltrepassata. Abbiate dunque il coraggio di affermare questa vostra nuova fiera personalità d’individui coscienti.
Unitevi in una più grande e forte lega emancipatrice, voi che sentite tutta la bellezza della lotta femminile integrata nella lotta contro tutti i dogmatismi ; in una più grande et forte lega che senza titubanze, con azione libera, ferma ed energica muova alla conquista dei vostri diritti.
Venite a noi, o libere pensatrici con solidarietà d’indirizzo, di tendenze e di aspirazioni, formate il drappello d’avanguardia che scuota la generale apatia e l’incertezza del presente movimento che aspira alla vostra redenzione.
Nel nome del Libero Pensiero - formate la nuova falange sacra alle conquiste dell’Avvenire.
I gruppi femminili aderenti all’Assoc. Giordano Bruno
Roma, giugno 1911.
Dalla sede sociale di Porta Angelica 25
di fronte al Vaticano.Giuseppe Ciaffarri, gerente responsabile
Tip. « Iride »Via Muzio Clementi, 70 a
sources :Pubblicato nell’Alleanza libertaria : contro ogni forma di sfruttamento e di autorità, Roma, n. 125 (29 giugno 1911), p. 4.
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