Italie

 

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    [Memento !]

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    Memento !]. — Pietrasanta : Gli anarchici di Pietrasanta, . — 1 affiche (impr. photoméc.), coul. (une  : noir , papier de couleur ) ; x × y cm.

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    • Noms cités (± liste positive)  :
    • Presse citée  :
    • Vie des mouvements  : anniversaire, commémoration
    notes :
    descriptif :


    [ texte ]

    texte :

    Memento !

    Qualunque azione che rivela il progresso di un popolo è doveroso ricordarla, tanto più quando questa è guidata dallo spirito di ribellione verso tutto ciò che è abuso e tirannia.

    È contro il tiranno Napoleone III ; contro lo stato cui inveirono i francesi il 18 marzo 1871.

    Lo spaventevole macello umano, l’appetito insoddisfatto da vario tempo, ridestò negli animi del popolo il ricordo dei loro avi nella causa del 1789. Il peso dei 14 Miliardi spesi in quella guerra contro i Prussiani, il dispetto di avere involontariamente cooperato ai morbosi desideri di un pugno di ambiziosi li incitò vieppiù alla rivolta.

    Il popolo si convinse finalmente di quello che voleva e volle l’autorità che legittimamente gli appartiene.

    " Non più Imperatori ! abbasso il governo napoleonico „ fu allora terribile quanto era stato sottomessivo. Alle migliaia di vittime seguirono altre vittime, l’ultime delle quali morirono, però coscienti di pugnare per la libertà. Erano comunisti e li chiamarono assassini, perché non vollero oltre tollerare la fame e le violenze. Oggi, tutto il mondo onesto ricorda con piacere quell’agitazione, quell’inizio di libertà benché conquistata a titolo di sangue. Un saluto ai superstiti : alle vittime un imperituro ricordo, e l’anatema alla fonte di tanti mali.

    18 Marzo 1903.

    Gli anarchici di Pietrasanta

    Pietrasanta, Tip. Boldrini


    sources :
     




    [Gli anarchici al popolo]

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    Gli anarchici al popolo]. — [S.l.] : Frusta, la (Fano, 1919-1922), . — 1 affiche (impr. photoméc.) : n. et b. ; x × y cm.

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    • Presse citée  : Frusta (1919-1922)
    • Vie des mouvements  :
    notes :
    descriptif :


    testo

    texte :

    Gli anarchici al popolo

    Lavoratori !

    Mentre le volpi politiche calano a rivolgervi le melate parole per adescarvi e immergervi nel torpore dell’incantesimo elettorale, per carpirvi il voto, onde turlupinarvi per cinque anni ancora, ascoltate la discorde parola dell’anarchico che cerca scuotervi e togliervi dall’inevitabile tranello.

    Ricordate innanzi tutto che voi siete la classe degli sfruttati, degli oppressi, dei salariati. Voi faceste la guerra col vostro sangue e pagate le spese col sudore della vostra fronte. Voi avete cacciato lo straniero dall’Italia e siete senza un lembo di terra e senza un tetto per ricoverarvi.

    Voi avete prodotto tutto e possedete nulla.

    Il governo invece è classe di signori, di capitalisti, di sfruttatori, di fannulloni. Loro dalla guerra ne trassero i forzieri pieni d’oro e gozzovigliano nel lusso. Essi posseggono vasti poderi e sontuosi palazzi. Essi senza nulla produrre anno di tutto.

    Dunque tra voi e i signori governanti c’è un solco profondo, un abisso immenso che non può essere colmato se non con la sparizione dell’una o dell’altra classe.

    Ora tra voi e loro non ci può essere pace, ma lotta aperta, dichiarata per la vittoria finale.

    Voi in questa lotta non avrete nulla da perdere se non le vostre catene, se non la vostra miseria e ignoranza. I signori invece tutto perderanno, l’ozio, il lusso, il potere e la vita ; tutto quello che con frode vi hanno rubato.

    Essi quindi paventano la lotta, e si sono armati di violenza e di frode per combattervi. Di violenza coi soldati e colle armi, di frode colla politica parlamentare.

    Con la prima vogliono distruggervi, colla seconda sottomettervi, calmarvi per dominarvi sempre.

    A tale dopo la borghesia ha mascherato uomini dei più variopinti colori per mandarli in mezzo a voi perché con il vostro voto gli affidate la tutela dei vostri interessi. Con questo mezzo i signori riusciranno a distravi dalla lotta di classe e sospingervi dall’indifferenza, nella credulità di uomini che vi hanno sempre traditi.

    Lavoratori, non, fatevi corbellare, non abboccate all’ amo.

    Dite a quei signori che tanto si preoccupano del vostro male solo durante le elezioni, che voi avete sempre sofferto, menti essi han sempre goduto senza mai pensare alle vostre sofferenze.

    Dite a lor signori che tra voi e loro non ci drv’essere che una sola lotta : la rivoluzione ; una sola Vittoria la vostra. E in questa lotta voi non avete bisogno di sensali, di mediatori che tengono sempre dal padrone ; ma che i vostri interessi li fate da voi, perchè nessuno meglio di voi può avere a cuore la vostra causa.

    Dite che voi avete bisogno di solidarietà, ma non quella di sonanti e vuote parole nelle aule di Monteciterio, bensì quella di fatto che contribuisca ad affrettare la distruzione di una società che vi schiaccia.

    Dite che i veci.. amici del povero sono quelli che sanno sacrificare anche la vita non quelli che dicono d’amarti per aver il vostro vota per soddisfare la sfrenata ambizione del potere.

    Lavoratori, non votate, e seguite il consiglio degli anarchici, quel consiglio che i lavoratori russi hanno messo in pratica con la rivoluzione sociale.

    La Frusta


    sources :

    Vd. : Balsamini, Luigi ; Sora, Federico. — Periodici e numeri unici del movimento anarchico in provincia di Pesaro e Urbino : dall’Internazionale al fascismo, 1873-1922 : bibliografia e collezione completa. — Fano : ABET (Archivio-Biblioteca Enrico Travaglini), 2013. — P. 547-832 :
    seconda e terza pagina di La Frusta, a. 1, n. 3 (15 nov. 1919).



    [1.º Maggio 1920]

    notice :
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    1.º Maggio 1920]. — [S.l.] : Frusta, la (Fano, 1919-1922), . — 1 affiche (impr. photoméc.) : n. et b. ; x × y cm.

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    • Liste des thèmes  : Premier Mai
    • Géographie, géopolitique et Histoire  :
    • Noms cités (± liste positive)  :
    • Presse citée  : Frusta (1919-1922)
    • Vie des mouvements  :
    notes :
    descriptif :


    testo

    texte :

    1.º Maggio 1920

    Il tempo, col suo ritmo uguale ed incessante, ci porge, ancora una volta, l’allegra giornata di sole e d’amore che ha sempre infuso negli uomini turgide speranze e torrenti d’energia. Durante il ridestarsi della natura - il Primo Maggio - il lavoratore ne volle fare il simbolo della sua festa, la festa della sua integrale redenzione.

    E dopo le titaniche lotte combattute, lasciando lembi della sua vita sulle forche di Chicago, nelle garote di Spagna, sulle piazze e nelle bastiglie d’Italia, di Francia e di tutto il mondo, ottenne finalmente la sua giornata, che la Francia ed il Belgio legalizzò, e tutte le altre nazioni tollerarono.

    E per quattro o cinque lustri il lavoratore d’ogni paese ha goduto della sua festa, indisturbato, fra gli inni, le fanfare, i canti ed i vessilli infiammanti, dimenticando il martirologio dei suoi caduti e lo scopo della giornata.

    L’intento della borghesia fu raggiunto.

    Il Primo Maggio, esplicazione di forze rivoluzionarie, divenne il simbolo delle divagazioni epicuree.

    Poi venne la guerra capitalista che sospinse il riluttante proletariato ad uccidersi in olocausto della patria, animato dalle promesse mendaci.

    E alla sospirata tregua d’arme, i lavoratori, tornando - quelli che son tornati - invece del lavoro, della pace, della giustizia, trovò i focolari spenti, i congiunti famelici, i campi incolti, le officine deserte, e fame, desolazione, disoccupazione ovunque.

    Allora si. rammentò delle promesse ’fattegli durante il pericolo e reclama ora il suo diritto, che il governo compensa cori piombo e galera ; e s’avvide che il prode soldato di ieri è diventato la teppa di oggi.

    Ed ora che in Italia gli eccidi di popolo non si contano più, che i morti si moltiplicano di giorno in giorno, il tempo col suo ritmo eguale ed incessante, ci porta ancora il Primo Maggio, la festa della nostra riscossa, e l’affida alla nostra coscienza rivoluzionaria.

    Sapremo, noi, approfittare della data fatidica da tanto attesa ? O ci perderemo in oziose coreografie ?

    La "dolce pasqua dei lavoratori „ la celebreremo domani, dopo la lotta, se ci saremo, non oggi, polche gl’insepolti caduti da mano omicida, son là, che attendono la nostra promessa.

    Rivoluzionari, siamo una volta degni di questo nome !

    Non deludiamoli,

    “La Frusta”


    sources :

    Vd. : Balsamini, Luigi ; Sora, Federico. — Periodici e numeri unici del movimento anarchico in provincia di Pesaro e Urbino : dall’Internazionale al fascismo, 1873-1922 : bibliografia e collezione completa. — Fano : ABET (Archivio-Biblioteca Enrico Travaglini), 2013. — P. 547-832 :
    quarta e quinta pagina di La Frusta, a. 2, n. 10 (1 mag. 1920).




    [Dormienti destatevi, luce, amore, verità]

    notice :
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    [
    Dormienti destatevi, luce, amore, verità]. — Padova Padoue : Libre pensée, . — 1 affiche (impr. photoméc.) : n. et b. ; 98 × 71 cm.

    • Affiches par pays  : Italie
    • Lieux d’archivages  : Mundaneum (Mons)
    • Liste des thèmes  : religion et spiritualité (en général)
    • Géographie, géopolitique et Histoire  :
    • Noms cités (± liste positive)  : Bruno, Giordano (1548-1600)
    • Presse citée  :
    • Vie des mouvements  :
    notes :
    descriptif :


    [ texte ]

    texte :

    Federazione internazionale del Libero Pensiero

    Associazione nazionale Giordano Bruno
    Sezione padovano e Gruppo studentesco

    Dormienti destatevi — Luce, Amore, Verità

    Son sette secoli, o Università nostra gloriosa, o propugnacolo strenuo della libertà di pensiero !

    Per lunga era i dotti si erano addormentati nell’ossequio alle formule degli antichi sapienti : ma tu non acquetasti la tua anima grande entro i limiti angusti, e mentre pur accoglievi aristotelici pugnaci e galenici esperti, scoprivi nuove leggi ai gravi ed ai mondi e permettevi con nuovissima audacia che i tuoi grandi anatomici dessero ai neofiti stupiti l’interdetta nozione del corpo umano.

    La Chiesa credeva e, non ammettendo il pensiero se non intonato al suo credo, voleva spegnere ogni luce che non fosse la sua. Ma tu ammettesti nel tuo seno tutti i pensatori, chiedendo ad essi soltanto elevatezza di mente, potenza di dottrina, nobiltà di sentire, ed accanto a coloro che accettavano i dogmi concedevi anche ai più perseguitati onorato diritto di asilo.

    Nata dalla ribellione all’asservimento avesti spesso la ventura di appoggiarti a Governi saggi e liberali, ma anche da essi esigesti la tua libertà come un diritto inalienabile, e nelle ore fosche del dominio straniero le vie della Città ed i campi di battaglia ti videro avanti d’ogni altro, nella difesa delle libertà del popolo nostro, per essere libera fra liberi.
    Hai raggiunta la vittoria ultima, o Università Patavina, o campione dei liberi studi ? Fra gli applausi che ti salutano, fra le bandiere che a te s’inchinano, nessun’anima pavida del vero prepara le armi od affina le insidie per rinnovare i secolari conati ? Così sia ! Che, se questo non fosse, la tua storia affranca, i nostri cuori modesti ma fervidi, e ci assicura che, come non mancò nei secoli trascorsi, così mai mancherà chi condurrà a nuove vittorie la tua, la nostra bandiera : la più alta dignità dell’uomo : la libertà del pensiero.

    Padova, li 14 maggio 1922

    Tip. Ed. La [Garangola ?]


    sources :
     

    1922
    Affiche liée


    [Dormienti destatevi, luce, amore, verità]

    notice :
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    Dormienti destatevi, luce, amore, verità]. — Padova Padoue : Libre pensée, . — 1 affiche (impr. photoméc.) : n. et b. ; 175 × 70 cm.

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    • Liste des thèmes  : religion et spiritualité (en général)
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    • Noms cités (± liste positive)  : Bruno, Giordano (1548-1600)
    • Presse citée  :
    • Vie des mouvements  :
    notes :
    descriptif :


    [ texte ]

    texte :

    Federazione internazionale del Libero Pensiero

    Associazione nazionale Giordano Bruno
    Sezione padovano e Gruppo studentesco

    Dormienti destatevi — Luce, Amore, Verità

    Il alto i cuori ; al sole le nostre bandiere !

    La nostra organizzazione, che è scuola e disciplina d’amore et di fratellanza, raccoglie ogni anno le memorie attorno al fatidico evento, che segno pei secoli il XX Settembre 1870.

    Tra le oscure lotte della teocrazia medioevale, il pensiero di Dante : tra le fosche ombre della millenaria schiavitù dello spirito, le faville dei reghi ; tra i sistemi di filosofia preordinati al servaggio, la grande, l’intrepida, la continua battaglia degli animi forti.

    Premio adunque di prove feconde, elaborazione secolare di pensiero e di azione, vivido trionfo di verità sulla nequizia, il XX Settembre parve aprire spazio infinito e non conteso agli ideali nuovi, parve disperdere le tenebre, per sempre, dalle coscienze umane, parve segnare a ciascun fatto intellettuale il campo incommensurato, per ogni conquista, nella disciplina del dovere.

    Ma il nemico non dorme ; alla forza brutale, che spezza l’uomo o lo piega, alla violenza spirituale, che soffoca l’idea o la dissolve, egli surroga il metodo, non inconsueto alle sue tradizioni poderale di esperienze e di astuzie. È al popolo, che egli volge la voce e gli atti ; è al popolo che egli favella con l’accento lusingatore delle riforme sociali : egli, che, per suo istituto, pone come condizione di vita la forza propria e la sottomissione altrui, parla di rivendicazioni, solo perché più no frutterebbe l’antico costume delle torbide paure.

    Nulla da codesta nemico ; l’amore e la fratellanza che noi abbiamo sempre predicati, ispirino agli italiani, in questa pallida ora, necessarie reciproche rinuncie a preconcetti sorpassati o collidenti, per una salda unione di libere coscienze. È poiché non tramontano le idee, che hanno conquistato diritto di cittadinanza nel mondo, ricordiamo al popolo, e prima a noi stessi, che il divenire sociale è idea tutta e soltanto nostra, gloria non contesa del pensiero laico, come quella che deriva da una fonte di virtù incorruttibile e da un palpito d’amore.

    Lavoriamo adunque concordi e fidenti, con le migliori nostre energie, sotto l’usbergo incontaminato delle nostre fedi ! Operiamo, perché è sacrilegio soffermare, anche per un istante, il cammino sulla via del progresso : operiamo concordi, perché è elemento, di noi medesimi dissolvente, questa lotta sterile di uomini i quali passano senza concetti e senza affetti, come fantasmi attraverso le responsabilità della vita sociale ; operiamo fidenti con tranquilla coscienza, acché la Patria e l’umanità si ritemprino nel lavoro costante, acché il lavoro dispensi la gioi del vivere, la sicurezza dell’operare, la pace et la giustizia.

    Così, come il vecchio monito ci insegna, erigeremo nei nostri cuori templi augusti e superbi alla virtù escaveremo tetre e profonde prigioni al vizio. Nel nome dei martiri di ogni età e degli eroi di ogni adattamenti e tutte le brutture passate ed attuali della vita civile : degni dell’avvenire, completeremo, con la conquista indefettibile contro ogni dispotismo, sul pensiero, le libertà politiche e l’integretà morale della Patria !

    Tip. La [Garangola ?]
    [… ?] : Via [… ?]


    sources :
     

    1922
    Affiche liée




    [Gli anarchici dopo il 2 giugno e dopo l’amnistia]

    notice :
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    [
    Gli anarchici dopo il 2 giugno e dopo l’amnistia]. — Forlì Forlì, Forly : l’ Aurora, [ ?]. — 1 affiche (impr. photoméc.), coul. (une  : noir , papier gris ) ; 48 × 34 cm.

    • Affiches par pays  : Italie
    • Lieux d’archivages  : CIRA (Lausanne)
    • Liste des thèmes  : manifeste
    • Géographie, géopolitique et Histoire  :
    • Noms cités (± liste positive)  :
    • Presse citée  :
    • Vie des mouvements  :
    notes :
    descriptif :


    [ texte (manifeste), supplément à « L’Aurora » n. 4 ]

    texte :

    Gli anarchici dopo il 2 giugno e dopo l’amnistia

    Gli anarchici, […]

    Gli anarchici, […]

    Gli anarchici, […]

    Gli anarchici, […]

    Gli anarchici, […]

    Gli anarchici, […]

    Gli anarchici, […]

    Gli anarchici considerano che da tali genitori non poteva nascere che una tale situazione, republicana di forma, vecchio regime di sostanza ; una republica vergognosa di sè, questuante pietà dal carnefici degli antifascisti ; amnistiante, anche in sede di governo provvisorio, la masnada infame che l’esarchia aveva incarcerata nell’ora in cui il popolo poteva farsi anarchicamente giustizia da sè ; come anarchicamente l’aveva già fatto in un primo temp.

    Gli anarchici, […]

    Gli anarchici, […]

    Di fronte ai fallimentari risultati della politica esarchica, gli anarchici […]

    Non eletti, non elettori ieri, sui piano del macchinismo statale ; ma presenti sempre ed astensionisti […]

    ***

    Non eletti nè elettori, nemmeno domani, gli anarchici ancora una volta dicono ai proletari, agli uomini liberi di ogni classe : la salute è in noi, […]

    Concluderemo coll’ osservare che anche i fatti in maturazione già smentiscono il miracolismo di quei bene intenzioni […]

    Viva la rivoluzione sociale !

    Supplemento all’Aurora N. 4 - Corso Diaz, 60 - Forlì


    traduction :

    Supplément à L’Aurora n° 4.


    sources :
     


    [Gli anarchici, chi siamo, che cosa vogliamo]

    notice :
    Image (fixe ; à 2 dimensions)
    [
    Gli anarchici, chi siamo, che cosa vogliamo]. — Forlì Forlì, Forly : l’ Aurora, [ca ]. — 1 affiche (impr. photoméc.), coul. (une  : noir , papier de couleur ) ; 50 × 35 cm.

    • Affiches par pays  : Italie
    • Lieux d’archivages  : CIRA (Lausanne)
    • Liste des thèmes  : propagande
    • Géographie, géopolitique et Histoire  :
    • Noms cités (± liste positive)  : Bakounine, Michel (1814-1876)  ; Faure, Sébastien (1858-1942)  ; Kropotkine, Pierre (1842-1921)  ; Proudhon, Pierre-Joseph (1809-1865)  ; Reclus, Élisée (1830-1905)
    • Presse citée  : Libertario (Milano, il)  ; Umanità Nova (1920-…)  ; Volontà (Napoli)
    • Vie des mouvements  : journal mural
    notes :
    descriptif :


    [ texte (papier de couleur) ]

    texte :

    L’Aurora [pagina] 3

    Gli anarchici, chi siamo, che cosa vogliamo

    Nè ingenui nè violenti…

    Si ha degli anarchici, come individui, la più falsa delle idee.

    Gli uni ci considerano come degl’innocui utopisti, dei dolci sognatori, e ci trattano di spiriti chimerici dalle immaginazioni stravaganti il che è come dire dei semi-pani. Costoro propendono a ravvisare in noi dei malati che le circostanze possono rendere pericolosi, ma non dei malfattori sistematici e coscienti.

    Gli altri hanno di noi un giudizio ben differente pensano che gli anarchici siano dei bruti incoscienti, degli esseri odiosi, violenti e forsennati contro i quali non si è mai troppo premuniti nè si esercita una repressione abbastanza implacabile.

    Gli uni e gli altri sono nell’errore. Se noi siamo degli utopisti, lo siamo nello stesso modo di tutti quelli che ci hanno preceduti, i quali, hanno osato proiettare sullo schermo dell’avvenire delle immagini in contraddizione con quelle dei loro tempi... Noi siamo effettivamente i discendenti e i continuatori di questi Individui, i quali, dotati di una percezione e di una sensibilità più vive dei loro contemporanei, hanno intravveduto l’ alba, sebbene sprofondati nella notte.

    Noi siamo gli eredi di quegli uomini i quali, pur vivendo in un’epoca d’ignoranza, di miseria, d’ oppressione, di bruttura, d’ ipocrisia, d’ iniquità e di odio, hanno intravveduto una Città del sapere, del benessere, della libertà, della bellezza, della sincerità, della giustizia e della fratellanza, e che, con tutte le loro forze, hanno lavorato all’ edificazione di questa Città meravigliosa.

    Che i privilegiati, i soddisfatti e tutta la sequela immonda dei mercenarii e degli schiavi interessati al mantenimento e preposti alla difesa del Regime di cui sono o credono di essere i profittatori, lancino sdegnosamente l’epiteto peggiorativo d’ utopisti, dì sognatori, di spiriti stravaganti contro i coraggiosi artigiani e contro i chiaroveggenti costruttori di un’avvenire sociale migliore, è nel loro interesse. Essi sono nella logica delle cose.

    Ma è certo che, senza questi sogna-tori di cui noi facciamo fruttificare le idee ereditate, senza questi costruttori chimerici e malati — è così che in ogni tempo sono stati qualificati i novatori e i loro discepoli —noi saremmo ancora in quelle tenebrose epoche di schiavitù che stentiamo a credere che siano veramente esistite, tanto l’ uomo era ignorante, selvaggio e miserabile. Utopisti, perchè noi vogliamo che l’evoluzione segua il suo corso, liberandoci dalla schiavitù moderna, dal salariato, e faccia del produttore di tutte le ricchezze un’ essere libero, degno, felice e amorevole ?

    Sognatori, perchè noi prevediamo ed annunciamo la distruzione dello Stato la di cui funzione è di sfruttare il lavoro, d’asservire il pensiero, di soffocare lo spirito di rivolta, di paralizzare il progresso, di stroncare le iniziative, di perseguitare gli umili, d’ ingrassare gl’intriganti, di derubare i contribuenti, di sostenere i parassiti, di favorire la menzogna e I’ oscurantismo, di stimolare all’assassinio e all’odio, e, quando il suo potere è minacciato, di gettare sui campi di massacro tutte le esistenze che il popolo ha di più sane, di più vigorose, di più belle ?

    Spiriti chimerici, semi-pazzi, perchè, constatando le trasformazioni lente, troppo lente, ma inevitabili, che so-spingono le società unione verso nuove strutture edificate su basi rinnovate, noi consacriamo le nostre energie per demolire la struttura della società capitalista e autoritaria ?

    Noi sfidiamo gli spiriti informati e attenti del nostro tempo ad accusare seriamente di squilibrati gli uomini che progettano e che preparano consimili trasformazioni sociali.

    Insensati, al contrario, non solo a metà ma totalmente, quelli che s’ immaginano di poter sbarrare la strada alle generazioni contemporanee che marciano verso la Rivoluzione sociale, come il fluisse si dirige verso l’oceano : essi possono con I’aiuto di potenti dighe e d’ abili deviazioni, rallentare più o meno il corso del fiume, ma è fatale che questo tosto o tardi si precipiti nel mare.

    No ! Gli Anarchici non sono nè utopisti, nè dei sognatori, nè dei pazzi, e la prova è che ovunque i Governi lì attaccano e lì relegano nelle carceri alfine d’impedire alle parole di Verità ch’essi propagano di penetrare negli orecchi dei diseredati, mentre che, se I’ insegnamento libertario contenesse del chimerico o della demenza sarebbe loro facile farne emergere la sragione-volezza e I’assurdità.

    Nobiltà degli anarchici

    Certuni pretendono che gli anarchici siano dei bruti ignoranti.

    È vero che tutti i libertari non possiedono I’alta coltura e I’ intelligenza superiore di Proudhon, di Bakounine. di Eliseo Reclus e di Kropotkine. È esatto che molti anarchici colpiti dalla sventura propria dei tempi moderni, la miseria, hanno dovuto dall’età di dieci o dodici anni abbandonare la scuola e lavorare per vivere ; ma il fatto solo di essersi elevati fino alla concezione anarchica denota una comprensione viva e attesta uno sforzo intellettuale di cui sarebbe incapace un bruto.

    L’anarchico legge, studia, medita, s’ istruisce ogni giorno. Egli prova il bisogno d’ allargare continuamente il circolo delle sue conoscenze, d’arrichire costantemente le sue cognizioni. Egli s’interessa alle cose serie ; si appassiona per la bellezza che lo avvince. Il suo sforzo per formarsi una coltura più profonda e più estesa, non si arre-sta mai. Egli non crede mai di saperne abbastanza. Più apprende e più gli piace educarsi. Per istinto egli sente che se vuole illuminare gli altri bisogna che prima faccia provvigione di luce.

    Ogni anarchico è un propagandista egli soffre a tacere le convinzioni che lo animano e la sua più grande gioia consiste nell’esercitare intorno a lui, in ogni circostanza, I’ apostolato delle sue idee. Egli pensa di aver perduto la sua giornata se non ha niente imparato e niente insegnato, e tiene sì alto il culto del suo ideale, che osserva, paragona, riflette, studia sempre, tanto per avvicinarsi all’Ideale e rendersene degno, quanto per essere maggiormente in grado di esporlo e di farlo amare.

    E quest’uomo può essere un bruto insensato ? Un simile individuo può essere un crasso ignorante ?

    Menzogna I Calunnia !

    Umanità degli anarchici

    L’ opinione la più diffusa è che gli anarchici siano dei violenti, delle anime gonfie d’ odio. Ciò è, e non è.

    Gli anarchici sentono dell’odio ; essi sono vivaci e multipli, ma il loro odio non è che la conseguenza logica, necessaria, fatale del loro amore. Essi odiano la servitù, perchè hanno l’amore dell’indipendenza essi detestano il lavoro sfruttato, perchè amano il lavoro libero : essi combattono violentemente la menzogna, perchè difendono ardentemente la verità : essi esecrano l’ iniquità, perchè hanno il culto del giusto ; essi odiano la guerra, perchè combattono appassionatamente per la pace.

    Noi possiamo prolungare queste enumerazioni e dimostrare come tutto l’odio che gonfia il cuore degli Anarchici ha per causa I’ ardente attaccamento alle loro convinzioni, e che quest’odio è legittimo e fecondo, è virtuoso è sacro.

    Non siamo naturalmente odiatori ; siamo al contrario di cuore affettuoso e sensibile, di temperamento accessibile all’amicizia, all’amore, alla solidarietà, a tutto ciò che è di natura tendente ad avvicinare gl’individui.

    E non potremmo essere diversamente, poichè il più caro del nostro sogno e del nostro fine, è di sopprimere tutto ciò che solleva gli uomini in stato di guerra gli uni contro gli altri Proprietà, Governo, Chiesa, Militarismo, Polizia, Magistratura.

    Il nostro cuore sanguina e la nostra coscienza si rivolta dí fronte al contrasto della miseria e dell’opulenza. I nostri nervi vibrano e il nostro cervello in-sorge alla sola evocazione delle torture che subiscono quelli che, in tutti i paesi e a milioni, agonizzano nelle prigioni e nei bagni penali. La nostra sensibilità freme e tutto il nostro essere è preso da indignazione e da pietà al pensiero dei massacri, delle barbarie, delle atrocità che col sangue dei combattenti imbevono i campi di battaglia.

    Gli odiatori, sono i ricchi che fissano gli occhi al quadro dell’indigenza che li circonda di cui sono la causa ; sono i governanti che, ad occhio asciutto, ordinano i rnassacri ; sono gli esecra-bili profittatori che raccolgono le (ultime nel sangue e nel calmarne ; sono i cani di polizia che stringono le ma-nette ai polsi dei poveri diavoli : sono i magistrati che, senza indulgere con-dannano in nome della Legge e della Società, gli sventurati che sono vittime della Legge e della Società.

    Quanto all’accusa di violenti con cui si pretende di colpirci, basta, per farne giustizia, aprire gli occhi e constatare che, nel mondo attuale come nei secoli passati. la violenza governa, domina, broglia e assassina. Essa è la regola ipocritamente organizzata e sistematica di ogni governo. Essa si pratica e si afferma tutti i giorni sotto la veste dell’agente fiscale, del proprietario, del padrone, del gendarme, del carceriere, del boia, dell’ufficiale, tutti professionisti, sotto forme multiple, della Forza, della Violenza, della Brutalità.

    Gli Anarchici vogliono organizzare I’ accordo libero, I’ aiuto fraterno, l’intesa armoniosa. Ma essi sanno - per esperienza, per ragionamento e per storia - che non potranno edificare la loro volontà di Benessere e di Libertà per tutti che sulle rovine delle istituzioni costituite. Essi hanno coscienza che solo una Rivoluzione violenta avrà ragione delle resistenze dei dominanti e dei loro mercenari. La violenza di-viene così, per essi, una fatalità ; essi la subiscono, ma non la considerano che come una reazione resa necessaria dallo stato permanente di legittima di-fesa nel quale si trovano posti ad ogni momento i deseredati.

    La logica dell’anarchismo

    La tesi anarchica importa nella pratica alcune conseguenze che è indispensabile segnalare.

    Una rapida esposizione di questi coronari basterà a situare gli Anarchici in faccia a tutti gli altri aggruppamenti e a tutte le altre tesi, ed a precisare i tratti mediante i quali noi ci differenziamo da tutte le altre scuole filosofiche-sociali.

    Prima conseguenza — Colui che nega e combatte I’Autorità morale (la Religione), senza negare e combattere le altre non è un vero anarchico e, aggiungo, non è un anarchico integrale, poichè, sebbene nemico della Autorità morale, egli resta partigiano dell’Autorità politica ed economica.

    È lo stesso e per il medesimo motivo, di colui che nega e combatte la Proprietà, ma ammette e sostiene la legittimità e la bontà dello Stato e della Religione.

    È ancora lo stesso caso di colui che nega e combatte lo Stato, ma ammette e sostiene la Religione e la Proprietà. L’ Anarchico integrale condanna con la medesima convinzione e attacca con eguale ardore tutte le forme e le manifestazioni dell’Autorità, e si eleva con eguale vigore contro tutte le imposizioni che esse comportano.

    Dunque, in fatto come in diritto, l’Anarchismo è antireligioso, anticapitalista ed antistatale. Esso non risparmia, i suoi colpi, nè allo Stato, nè alla Proprietà, nè alla Religione ; ma vuole sopprimerli tutti e tre.

    Seconda conseguenza — Gli Anarchici non accordano alcuna efficacia ad un semplice cambiamento tra il personale che esercita l’Autorità. Essi considerano i governanti e i possidenti, i preti e i moralisti, uomini come gli altri, i quali, non sono per natura nè peggiori nè migliori dei comuni mortali e che, se essi imprigionano, uccidono, se vivono del lavoro altrui, se menticono, se insegnano una morale falsa e convenzionale, è perchè sono funzionalmente nella necessità di opprimere, sfruttare, mentire.

    Nella tragedia che si svolge, è la parte del Governo, qualunque esso sia, quella di opprimere, di fare la guerra, d’ imporle le imposte, di colpire quelli che urtano la legge e dì massacrare quelli che insorgono ; è il compito del capitalista, qualunque esso sia, quello di sfruttare il lavoro e di vivere da parassita ; è il compito del prete e del professore di morale, chiunque essi siano, di soffocare il pensiero, oscurare la coscienza e d’ incatenare la volontà.

    Perciò noi combattiamo tutti i ciarlatani, qualunque essi siano, dei partiti politici, nessuno escluso, che tendono i loro sforzi a persuadere le masse, di cui mendicano i suffragi, che tutto và male perchè essi non governano e che tutto andrebbe bene se essi governassero.

    Terza conseguenza — Risulta da ciò che precede che, sempre logici, noi siamo gli avversari dell’Autorità da esercitare pel medesimo titolo e nel medesimo grado che lo siamo dell’Autorità da seguire.

    Non volere obbedire, ma volere comandare, non significa essere anarchici, Rifiutarsi di lasciar sfruttare il proprio lavoro, ma consentire a sfruttare il lavoro altrui, non è essere anarchici. Il libertario si rifiuta di dare ordine nello stesso modo che si rifiuta di riceverne. Egli prova per la condizione di capo tanta repugnanza quanto per quella di subordinato. Non consente a sfruttare gli altri come non consente di essere sfruttato lui stesso. È ad eguale distanza dal padrone e dallo schiavo. Ma possiamo in pari tempo dichiarare che, a conti fatti, noi accordiamo a quelli che si rassegnano alla sottomissione le circostanze attenuanti le quali rifiutiamo formalmente a quelli che consentono a comandare polche i primi si trovano forzatamente nella necessità — è per essi, in certi casi, una questione di vita o di morte — di rinunciare alla rivolta, mentre che nessuno è nell’obbligo di ordinare, di esercitare funzioni di capo o di padrone.

    Quì emergono le opposizioni profonde, le distanze irriducibili che separano i gruppi anarchici da tutti i partiti politici che si dicono rivoluzionari o passano per tali. Poichè, dal primo all’ultimo, dal più bianco al più rosso, tutti i partiti politici non cercano che di scacciare dal Potere il partito che lo detiene per impadronirsene essi e diventare padroni a loro volta. Tutti sono partigiani dell’Autorità... alla condizione ch’essi stessi la detengano.

    Quarta conseguenza — Noi non vogliamo solamente abolire tutte le forme dell’Autorità, ma vogliamo ancora distruggerle tutte simultaneamente e proclamiamo che la distruzione totale e simultanea. è Indispensabile.

    Perchè ?

    Perchè tutte le forme dell’Autorità si collegano ; esse sono indissolubilmente legate le une alle altre. Esse sono complici e solidali. Lasciandone sussistere una sola significa favorire la resurrezione di tutte. Sventura alle generazioni, che non avranno il coraggio di andare fino alla totale estirpazione del germe viscido, del focolare d’ infezione I Esse vedranno prontamente riapparire le germinazione. Inoffensivi in principio, per non allarmare, impercettibili e quasi senza forza i germi si svilupperanno, si fortificheranno e allorche il male, sarà perfidamente e nell’ombra ingrandito, apparirà in piena luce, occorrerà ricominciar la lotta per sotterrarlo definitivamente.

    No l no ! non mezze misure, niente concessioni. Tutto o niente.

    La guerra è dichiarata tra i due principi che si disputano l’ impero del mondo : Autorità o Libertà. Il democraticismo sogna una conciliazione ; I’ esperienza ha dimostrato la stolta assurdità d’ una associazione tra questi due principii che si escludono.

    Bisogna scegliere. Soli, gli Anarchici si pronunciano in favore della Libertà. Essi sono contro il mondo intero.

    Non importa ! Vinceranno.

    Sébastien Faure

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    [1886, 1° maggio, 1961]

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    1886, 1° maggio, 1961]. — Carrara Carrare : gli Anarchici, . — 1 affiche (impr. photoméc.) : n. et b. ; x × y cm.

    • Affiches par pays  : Italie
    • Lieux d’archivages  : IISG (Amsterdam)
    • Liste des thèmes  : Premier Mai
    • Géographie, géopolitique et Histoire  : États-Unis : histoire : 1886 (Haymarket )
    • Noms cités (± liste positive)  :
    • Presse citée  :
    • Vie des mouvements  : anniversaire, commémoration  ; meetings et manifestations
    notes :
    descriptif :


    [ testo ]

    texte :

    1886 — 1° Maggio — 1961

    Come sempre gli anarchici, anche in questo 1o Maggio sono presenti a ricordare a tutti i cittadini che ogni affermazione sociale è sempre avvenuta attraverso l’azione e il sacrificio di una coordinata lotta rivoluzionaria prodotta da concetti umani di solidarietà et di libertà, affermati con salda coscienza in contrasto ad ogni idea retrograda conformista e reazionaria.

    Perché fosse alternata la giornata del 1° Maggio festa del Lavoro cinque anarchici salirono sul patibolo fecondando col loro sangue l’idea di emancipazione umana e una speranza di affratellare i popoli in una nuova società senza ingiustizie o senza tiranni.

    La consacrazione del 1° Maggio festa del Lavoro in tutto il mondo, fu determinata da impulsi generosi di libertà economica e sociale che scosse gli scettici o gli apatici creando la convinzione che non si possono arrestare i popoli nel loro cammino di emancipazione.

    Gli anarchici invitano tutti i cittadini a non soffermarsi su nessuna vittoria, o a combattere tenacemente tutta le ingiustizie e tutte le suggestioni autoritarie per creare veramente una società di uomini liberi.

    Viva i martiri di Chicago

    Viva il 1° Maggio - Viva la libertà

    Gli anarchici

    [stampa : Carrara, Sanguinetti]


    sources :
     



    [Asilo ai perseguitati spagnoli, esperti militari italiani e spagnoli si cambiano visite, perché ?]

    notice :
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    Asilo ai perseguitati spagnoli, esperti militari italiani e spagnoli si cambiano visite, perché ?]. — Trieste : FAI_ (Federazione anarchica italiana) : Federazione anarcica giuliana, . — 1 affiche (impr. photoméc.), coul. (deux  : rouge , noir , papier blanc ) ; 100 × 70 cm.

    • Affiches par pays  : Italie
    • Lieux d’archivages  : CIRA (Lausanne)
    • Liste des thèmes  : exil et exilés  ; fascisme et antifascisme
    • Géographie, géopolitique et Histoire  : Espagne  ; Espagne : histoire : 1939-1975  ; France : histoire : 1945-1968
    • Noms cités (± liste positive)  :
    • Presse citée  :
    • Vie des mouvements  :
    notes :
    descriptif :


    [ texte ]

    texte :

    Federazione Anarchica Italiana

    Asilo ai perseguitati spagnoli

    Una minaccia grave incimbe sugli uomini liberi.

    L’intensa liberticida e forcaiola tra De Gaulle e Franco chiude la via di scampo, già precaria, che era rimasta ancore ai difensori più strenui della libertà del popolo spagnolo.

    Bisogna che vigili, contro questa minaccia, il senso internazionale di solidarietà. Bisogna far si che, specialmente in Italia, resti aperta la porta ai profughi spagnoli.

    Il popolo italiano, non dimentico delle sofferenze e delle oppressioni patite sotto la dittatura, dimostrerà ancora una volta che non vi possono essere compromessi od accomodamenti tra l’antifascismo e le forze dell’illibertà.

    Ogni discriminazione o ’distingo’, nell’ambito dei movimenti antifasciti, non può che indebolire la linea di resistenza contro le insidie del nemico comune, palese o nascoto.

    Lavoratori, studenti, intellettuali antifascisti !

    È già troppo che tra i criminali di Francia, Germania e Spagna spunti la minaccia di un nuovo asse militarista europeo, ma che l’Italia stenda l amano a questi signori, assetati di tirannide, è il colmo.

    Esperti militari italiani e spagnoli si cambiano visite, perché ?

    Bisogna vigilare ed operare con ogni energia, affinché il diritto d’asilo per i rifugiati spagnoli rimanga e si estenda ancor più, ad onore dei popoli democratici di Francia, d’Italia e di tutto il mondo.

    Bisognia prepararsi quindi allo spirito di resistenza e lotta contro i politicanti ed i militaristi cospiranti ai danni della vita dei perseguitati politici spagnoli, che è anche vita nostra.

    A cura della Federazione Anarchica Giuliana - CP 1507 Trieste (4)

    Trieste, febbraio 1963

    Tipographia Graphis - TS


    sources :
     


    image indisponible

    [1° maggio]

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    [
    1° maggio]. — [S.l.] : [s.n.], . — 1 affiche (impr. photoméc.), coul. (deux  : rouge , noir , papier blanc ) ; 68 × 47 cm.

    • Affiches par pays  : Italie
    • Lieux d’archivages  : CIRA (Lausanne)
    • Liste des thèmes  : Premier Mai
    • Géographie, géopolitique et Histoire  :
    • Noms cités (± liste positive)  :
    • Presse citée  :
    • Vie des mouvements  :
    notes :
    descriptif :


    [ dessins avec textes ]

    texte :

    [à saisir]


    sources :
     


    [Galleria internazionale : Prima Internazionale, 1864-1964. No alla guerra. Parlera Hem Day Collettiva dei pittori]

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    Galleria internazionale : Prima Internazionale, 1864-1964. No alla guerra. Parlera Hem Day Collettiva dei pittori]. — Venezia Venise : Collettiva dei pittori : Galleria internazionale, . — 1 affiche (impr. photoméc.), coul. (deux  : rouge , noir , papier blanc ) ; 100 × 70 cm.

    • Affiches par pays  : Italie
    • Lieux d’archivages  : CDA (FA, Paris)  ; CIRA (Lausanne)
    • Liste des thèmes  : antimilitarisme  ; art : chanson  ; art : musique  ; art : peinture  ; guerre (généralités)  ; Internationales  ; marxisme  ; syndicalisme
    • Géographie, géopolitique et Histoire  :
    • Noms cités (± liste positive)  : Association internationale des travailleurs  ; Bakounine, Michel (1814-1876)  ; Baroni, Franco  ; Day_, Hem_ (1902-1969)  ; Drogoz, Philippe  ; Ronchini, Luisa
    • Presse citée  :
    • Vie des mouvements  : conférence, débat…  ; exposition  ; galas et actions de soutien  ; spectacle, concert, fête…
    notes :
    descriptif :
    Symbole(s) utilisé(s) :

    [ main qui tient un drapeau rouge avec l’inscription « nè servi, nè padroni » et texte ]

    texte :

    Galleria internazionale

    San Polo, Rio terra dei Nomboli 25074 - Tel 700707 - Venezia

    1864-1964 : Marx, Bakunin, Cafiero

    [ dessin : drapeau rouge « Ne servi ne padroni »] Da una xilographia del "Le Réveillé" - 1870

    28 settembre 1864

    St. Martin’s Hall, Inghilterra : nasceva la Prima internazionale

    Marx, Bakunin, Engels, Cafiero… per citare qualche nome. Furono riaffermati i principi della uguaglianza della pace, della cooperazione, della fratellanza che univano i proletari di tutto il mondo : operai di tutto unitevi ! venne proclamato.

    Importanti concetti venivano stabiliti, decisivi per la evoluzione della classe operai mondiale la cui emancipazione sociale, veniva dichiarato è inseparabile dalla sua emancipazioni politica.

    Cento anni di lotte da allora per pervenire al possesso di fondamenti diritti e sociali di cui ormai si ha coscienza chiarissima.

    Ed è certamente una grossa occasione quella del centenario della Internazionale, per la continuazione di un discorso da noi già iniziato e portato avanti sempre con più forza in questi mesi di attività densi di lavoro, iniziative, incontri e… scontri.

    Costituisce inoltre l’occasione per procedere all’importante verifica dell’influenza che l’evento storicio ha determinato.

    L’ampliamento del significato della mostra alla protesta contro la guerra non è arbitrario dato che il pacifismo costituisce elemento indubbio dell’internazionalismo.

    I pittori : hanno riposto anche in questa occasione il che dimostra che sono attenti e impegnati in un lavoro che non è solo e limitatamente artistico pur non prescindendo da esso. Ci pare petanto errato generalizzare e riteniamo fenomeno isolato e circoscritto quello del decadentismo neocapitalistico espresso in più ambienti ufficiali.

    La sera della inaugurazione avremo fra noi per una breve conferenza il famoso internazionalista e pacifista Hem Day, Luisa Ronchini e Philippe Drogoz canteranno canzoni popolari contro la guerra.

    Galleria Internazionale

    No ! Alla guerra !

    Parlerà : Hem Day

    Collettiva dei pittori : Basaglia, Boscolo, Bussotti, Eulisse, Fullin, Gianquinto, Guadagnino, Pagnacco, Renzini, Sartorelli, Scarpa, Zancanero

    Ore 21, mardeti 8 settembre 1964

    Inaugurazione della mostra - Conferenza di Hem Day - Luisa Ronchini e Philippe Drogoz canteranno canzoni popolari italiane e francesi contro la guerra - Alla chitara Franco Barini

    Tip. Veneto - Venezia - [tel.] 31.658

    — [Esente da bollo à sensi degli Arti. 14 a 15 D.P. 342 del 24.6.54]


    sources :
     






    [Primo maggio libertario : una rivoluzione libertaria, nelle coscienze e negli strumenti di vita, per l’umanità]

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    [
    Primo maggio libertario : una rivoluzione libertaria, nelle coscienze e negli strumenti di vita, per l’umanità]. — [S.l.] : FAI_ (Federazione anarchica italiana) : Umanità nova, (GATE (Roma)). — 1 affiche (impr. photoméc.), coul. (deux  : rouge , noir , papier blanc ) ; 60 × 43 cm.

    • Affiches par pays  : Italie
    • Lieux d’archivages  : CIRA (Lausanne)  ; Libreria Anomalia (Roma)
    • Liste des thèmes  : Premier Mai
    • Géographie, géopolitique et Histoire  :
    • Noms cités (± liste positive)  :
    • Presse citée  : Umanità Nova (1920-…)
    • Vie des mouvements  : journal mural
    notes :
    descriptif :


    [ texte ]

    texte :

    Umanità Nova

    29 aprile 1967

    FAI — Federazione Anarchica Italiana — FAI

    Primo maggio libertario

    Il Primo Maggio è ormai più celebrazione della Chiesa e dei governi che giorno di rivendicazioni sociali dei lavoratori, come i cinque anarchici precursori impiccati a Chicago nel 1887 avevano voluto con il loro supremo sacrificio.

    I partiti ed i sindacati esaltano le programmazioni governative di conservazione del sistema capitalistico invece di affrontare decisamente, con armi moderne di lotti, la rivoluzione tecnologica che sta trasformando la società, senza Marx e contro l’uomo, addossandone il prezzo ai soli lavoratori che duramente pagano con la disoccupazione.

    La pretesa « rivoluzione » giovannea, continuata de Paolo VI, ci vorrebbe presentare una Chiesa ansiosa di rinnovamento della società, ma in realtà la Chiesa è ferma nel voler perpetuare il suo potere sulle coscienze, pur la sciando invulnerato il potere dell’uomo su altri uomini.

    La rivoluzione socialista, da un lato tende ad inserirsi sempre più nell’economia capitalistica e seguirne le leggi, annullando ogni aspirazione ad una vera società socialista e libera e, dall’altro, ricrea il culto della personalità ed il mito dello Stato-guida totalitario e dello Stato-padrone.

    Tutto, invece, dovrebbe portare portare ad una rivoluzione libertaria che ponga il progresso tecnico e scientifico al servizio dell’uomo, la produzione al servizio del consumatore e non della speculazione e dello sfruttamento : al servizio di tutti, infine, con la libertà come cardine di una società che associ i propri sforzi per soddisfare i bisogni e l’espansione culturale della collettività, partendo dal singole, nella pace.

    Questo vogliono gli anarchici con la loro lotta di sempre, nel ricordo dei loro martiri :

    Una rivoluzione libertaria, nelle coscienze e negli strumenti di vita, per l’umanità

    Supplemento al n° 16 di « Umanità Nova » del 29 aprile 1967 - Giornale murale sul Registro Stampa al n. 4891, Tribunale di Roma, 31-10-1955 — Stabilimento tipografico GATE, Roma


    sources :
     



    [FAI ; non votare, ma autogoverno]

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    [
    FAI ; non votare, ma autogoverno]. — Carrara Carrare  ; Pisa Pise : FAI_ (Federazione anarchica italiana), (Tipolitografica, stampa la Coop (Carrara)). — 1 affiche (impr. photoméc.) : n. et b. ; 50 × 35 cm.

    • Affiches par pays  : Italie
    • Lieux d’archivages  :
    • Liste des thèmes  : autogestion  ; délégation de pouvoir (élections)  ; étudiants (et luttes étudiantes)
    • Géographie, géopolitique et Histoire  : Italie : histoire : 1968
    • Noms cités (± liste positive)  : Failla, Alfonso (1906-1986)  ; Malatesta, Errico (1853-1932)  ; Mazzucchelli, Ugo  ; Michel, Louise (1830-1905)
    • Presse citée  :
    • Vie des mouvements  : journal mural
    notes :
    descriptif :


    [ texte (journal mural) ]

    texte :

    FAI

    Non votare ma autogoverno

    Cittadini

    Ancora una volta i partiti chiedono voti in nome della sovranità popolare. Gli anarchici a più riprese affermato la loro posizione astensionista : ancora una volta non voteranno.

    I candidati alla promissa legislatura non sono nè migliori nè peggiori dei loro predecessori. Non si tratta, quindi, degli uomini, ma delle istuzioni che non sono valide, del sistema che è marcio, dello Stato che divora le coscienze e vegeta in atti che si ispirano all’esperienza fascista, alle leggi del regime non defunto, malgrado il fallimento, per volontà di popolo, dei tentati colpi di Stato Tambroni e SIFAR, preparati sotto l’ampio mantello delle irresponsabilità parlamentari.

    Cittadini, lavoratori

    Lo Stato ci spoglia dei nostri averi e non dà conto del contributo che noi gli versamio : ci spoglia della sovranità popolare restringendola a potere direzionale di pochi, della libertà, soffocando le iniziative spontanee dell’individuo ed annullando la personalità umana nelle sue più genuine espressioni.

    Il voto non porta rimedio ai nostri mali. Il sistema rappresentativo, compresso nel frantoio dello Stato, si trasforma in strumento di potere.

    Cittadini

    Le avanguardie giovanili hanno compresso che una esigenza libertaria pervade il mondo contemporaneo, dall’occidente all’oriente, e non perdonano le acquiescenze al potere costituito, le concessioni al sistema autoritario, i paternalismi che intendono deviare dalla strada intrapresa. Esse respingono un gerarchismo anacronistico, schemi, leggi e ordinamenti di un mondo ormai superato ; esse danno un senso libertario a metodi di autogoverno, antiautoritari, con cui costruire, su proposte e progetti deddati da indirizzi costanti di libertà, di autodeterminazione, di sviluppo sociale, una prassi nuova, che conferisca alle assemblee compiti ieri riservati al corpo scelto direzionale, in funzione di autonomia e di contropotere. Gli universitari hanno ottenuto molto di più col metodo dell’azione diretta di quanto potranno attenere dalla consultazione elettorale.

    Col non votare e operando l’avvio ad una rivoluzione liberatrice, gli anarchici vogliono anticipare i fattori di progresso che essa contiene, rivendicare la libertà come mezzo e come fine, lottare contro privilegi e monopoli, assicurare l’emancipazione dei lavoratori ad opera dei lavoratori stessi.

    La Federazione Anarchica Italiana

    A cura dei gruppi anarchici riuniti di Carrara, aderenti alla FAI. Piazza Matteoti, 31 - Tel. 70317, Carrara

    Perché gli anarchici non votano ?

    La dittatura esprimono il […] FAI Gruppi anarchici riuniti di Massa e Carrara

    Viva la lotta rivoluzionaria studentesca !

    […]

    Lavoratori, è ora di svegliarsi !

    […] Alfonso Failla

    Democrazia apparente fascismo operante

    […] Ugo Mazzucchelli

    L’Anarchia è une società basata sul libero accordo delle libere volontà dei singoli. Errico Malatesta

    Il potere è maledetto perciò io sono anarchica. Luisa Michel

    estratto da « Il Carrarese » del 15-5-68 — Giardini - Pisa


    sources :
     

    1968
    Affiche liée





    [Non votare, ma autogoverno]

    notice :
    Image (fixe ; à 2 dimensions)
    [
    Non votare, ma autogoverno]. — Roma Rome : FAI_ (Federazione anarchica italiana) : Umanità nova, . — 1 affiche (impr. photoméc.), coul. (deux  : rouge , noir , papier blanc ) ; 50 × 35 cm.

    • Affiches par pays  : Italie
    • Lieux d’archivages  : CIRA (Lausanne)
    • Liste des thèmes  : autogestion  ; délégation de pouvoir (élections)
    • Géographie, géopolitique et Histoire  :
    • Noms cités (± liste positive)  :
    • Presse citée  : Umanità Nova (1920-…)
    • Vie des mouvements  : journal mural
    notes :
    descriptif :


    [ texte (journal mural) ]

    texte :

    4 maggio 1968 Umanità Nova

    Federazione Anarchica Italiana

    Non votare

    Ma autogoverno

    Cittadini

    Ancora una volta i partiti chiedono voti in nome della sovranità popolare. Gli anarchici a più riprese affermato la loro posizione astensionista : ancora una volta non voteranno.

    I candidati alla promissa legislatura non sono nè migliori nè peggiori dei loro predecessori. Non si tratta, quindi, degli uomini, ma delle istuzioni che non sono valide, del sistema che è marcio, dello Stato che divora le coscienze e vegeta in atti che si ispirano all’esperienza fascista, alle leggi del regime non defunto, malgrado il fallimento, per volontà di popolo, dei tentati colpi di Stato Tambroni e SIFAR, preparati sotto l’ampio mantello delle irresponsabilità parlamentari.

    Cittadini, lavoratori

    Lo Stato ci spoglia dei nostri averi e non dà conto del contributo che noi gli versamio : ci spoglia della sovranità popolare restringendola a potere direzionale di pochi, della libertà, soffocando le iniziative spontanee dell’individuo ed annullando la personalità umana nelle sue più genuine espressioni.

    Il voto non porta rimedio ai nostri mali. Il sistema rappresentativo, compresso nel frantoio dello Stato, si trasforma in strumento di potere.

    Cittadini

    Le avanguardie giovanili hanno compresso che una esigenza libertaria pervade il mondo contemporaneo, dall’occidente all’oriente, e non perdonano le acquiescenze al potere costituito, le concessioni al sistema autoritario, i paternalismi che intendono deviare dalla strada intrapresa. Esse respingono un gerarchismo anacronistico, schemi, leggi e ordinamenti di un mondo ormai superato ; esse danno un senso libertario a metodi di autogoverno, antiautoritari, con cui costruire, su proposte e progetti deddati da indirizzi costanti di libertà, di autodeterminazione, di sviluppo sociale, una prassi nuova, che conferisca alle assemblee compiti ieri riservati al corpo scelto direzionale, in funzione di autonomia e di contropotere. Gli universitari hanno ottenuto molto di più col metodo dell’azione diretta di quanto potranno attenere dalla consultazione elettorale.

    Col non votare e operando l’avvio ad una rivoluzione liberatrice, gli anarchici vogliono anticipare i fattori di progresso che essa contiene, rivendicare la libertà come mezzo e come fine, lottare contro privilegi e monopoli, assicurare l’emancipazione dei lavoratori ad opera dei lavoratori stessi.

    La Federazione Anarchica Italiana

    [Supplemento al n. … di] « Umanità Nova » del 4 maggio 1968 — Giornale murale Iscritto sul Registro Stampa al n. 4891, Tribunale di Roma, 31-10-1955 — Stabilimento tipografico GATE ; Roma


    sources :
     

    1968
    Affiche liée





    [Primo maggio]

    notice :
    Image (fixe ; à 2 dimensions)
    [
    Primo maggio]. — Venezia Venise : Circolo internazionale di cultura popolare (Venezia), [ ?] (Carven, tip. (Venezia)). — 1 affiche (impr. photoméc.), coul. (deux  : rouge , noir , papier blanc ) ; 67 × 47 cm.

    • Affiches par pays  : Italie
    • Lieux d’archivages  : CIRA (Lausanne)
    • Liste des thèmes  : armée  ; délégation de pouvoir (élections)  ; fascisme et antifascisme  ; luttes ouvrières  ; patriotisme  ; Premier Mai  ; répression
    • Géographie, géopolitique et Histoire  : Italie : histoire : 1882-1911  ; Italie : histoire : 1912-1920  ; Italie : histoire : 1921-1939  ; Italie : histoire : 1940-1945  ; Italie : histoire : 1945-1968
    • Noms cités (± liste positive)  : Bresci, Gaetano (1869-1901)  ; Lucetti, Gino (1900-1943)  ; Schirru, Michele (1899-1931)  ; Zamboni, Anteo (1911-1926)
    • Presse citée  :
    • Vie des mouvements  :
    notes :
    descriptif :


    [ texte ; image : 2 gravures et 4 photos de dirigeants (Mao Zedong, Mariano Rumor [?], Lyndon B. Johnson [?], Pie VI) ]

    texte :

    1 Maggio

    Operai le fabbriche sono vostre !

    Contro ogni oppressore, contro ogni padrone, contro ogni esercito, contro ogni burocrazia : questo è il nostro 1° Maggio.

    Non à la festa per sfilate di potenti eserciti come ormai accade a Mosca, e Pechino e in tutti gli altri paesi socialisti, perché gli eserciti sono sempre contro il popolo e festeggiare un giorno di lotta operaia e rivoluzionaria con l’esibizione della potenza delle armi atomiche significa tradire i valori della eroica guerriglia dei popoli e accettare la logica del terrore dei blocchi di potenze voluto dall’imperalismo del denaro.

    Svegliamoci : i partiti vogliono solo il nostro voto, i sindacati fanno gli interessi del padrone, i burocrati sono contro di noi, i dirigenti frenano le nostre lotte.

    Rifiutiamo il sistema della pseudo democrazia parlamentare, rifiutiamo ogni dirigenza e ogni tatticismo dei sindacati e dei partiti, ogni mitizzazione di uomini e di fatti, ma uniamoci per abbattere i vertici e arrivare alla gestione collettiva dal basso, alla uguaglianza assoluta e alla affermazione della dignità dell’uomo.

    Lavoratore ti ingannano !

    Oggi non è la festa del Cristo lavoratore !

    Oggi non è una festa patriottica con sfilate di eserciti !

    Oggi è invece l’anniversario del sacrificio di cinque lavoratori impicciati per avec proclamato, il 1° Maggio del 1886 a Chicago.

    Da oggi non lavoreremo che otto ore !

    Da allora il Primo Maggio sarebbe stato giorno di lotta degli sfruttati contro gli sfruttatori, secondo l’incitamento dei cinque lavoratori anarchici morti sul patibolo.

    Sono gli stessi sfruttati che nel ’98 a Milano, cadono sotto il piombo monarchico rivendicando il diritto al pane. Diritto che riaffermò due anni dopo a Monza Gaetano Bresci, giustiziando Umberto I° il « re buono ». Lotta che continua nel ’14 nella Settimana Rossa, che avvampò tutta Italia, precedendo l’ancor più grande fiammata della Rivoluzione Russa, avanti la lunga oppressione nazi-fascista, dapprima contrastata dalle coraggiose occupazioni armate delle fabbriche nel ’21, e successivamente, in Italia, dai generosi attentati anarchici di Zamboni, Lucetti e Schirru. Ieri la Resistenza dei lavoratori ebbe ragione degli oppressori monarchici e nazi-fascisti, oggi è necessario l’energico intervento popolare nelle piazze, come nel Luglio del ’60, e come gli studenti, nuova classe di sfruttati, contro i ricorrenti tentativi autoritari dei padroni e dei governanti.

    Circolo internazionale di cultura popolare - 5, Polo 2718 - Venezia — Tip. Vargen - Venezia


    sources :
     




    [L’inquisizione esiste tuttora... ...gli anarchici]

    notice :
    Image (fixe ; à 2 dimensions)
    [
    L’inquisizione esiste tuttora... ...gli anarchici]. — Roma Rome : [s.n.], . — 1 affiche (impr. photoméc.), coul. (une  : bleu , papier blanc ) ; 70 × 50 cm.

    • Affiches par pays  : Italie
    • Lieux d’archivages  : CIRA (Lausanne)
    • Liste des thèmes  : procès  ; sexisme et homophobie
    • Géographie, géopolitique et Histoire  :
    • Noms cités (± liste positive)  : Braibanti, Aldo
    • Presse citée  :
    • Vie des mouvements  :
    notes :
    descriptif :


    [ texte ]

    texte :

    L’inquisizione esiste tuttora

    Roma, novembre 1969.

    Processo al libero pensiero : Braibanti condannato due anni fa a nove anni di carcere sotto l’accusa di plagio.
    Chi dev’essere condannato per plagio :
    Braibanti (che viene difeso dagli stessi « plagiati ») o le strutture di questa società (chiesa, scuole, asili, esercito, fabbrico, stampa, ecc.) che dal primo giorno di vita sino ala morte ci plagiano adattandoci alle loro esigenze ?

    gli anarchici

    Artigrafiche Antonio Maschera - Milano


    sources :