Frusta (1919-1922)

cf La Frusta (editore)

La Frusta : quindicinale anarchico. — 1 genn. 1920 (a. II, n. 1) — 15 sett. 1922 (a. IV, n. 14)
https://bettini.ficedl.info/article395.html

 

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    [Gli anarchici al popolo]

    notice :
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    [
    Gli anarchici al popolo]. — [S.l.] : Frusta, la (Fano, 1919-1922), . — 1 affiche (impr. photoméc.) : n. et b. ; x × y cm.

    • Affiches par pays  : Italie
    • Lieux d’archivages  :
    • Liste des thèmes  : délégation de pouvoir (élections)
    • Géographie, géopolitique et Histoire  : guerres : Guerre mondiale , 1 (1914-1918)  ; Russie : histoire : 1917-1921
    • Noms cités (± liste positive)  :
    • Presse citée  : Frusta (1919-1922)
    • Vie des mouvements  :
    notes :
    descriptif :


    testo

    texte :

    Gli anarchici al popolo

    Lavoratori !

    Mentre le volpi politiche calano a rivolgervi le melate parole per adescarvi e immergervi nel torpore dell’incantesimo elettorale, per carpirvi il voto, onde turlupinarvi per cinque anni ancora, ascoltate la discorde parola dell’anarchico che cerca scuotervi e togliervi dall’inevitabile tranello.

    Ricordate innanzi tutto che voi siete la classe degli sfruttati, degli oppressi, dei salariati. Voi faceste la guerra col vostro sangue e pagate le spese col sudore della vostra fronte. Voi avete cacciato lo straniero dall’Italia e siete senza un lembo di terra e senza un tetto per ricoverarvi.

    Voi avete prodotto tutto e possedete nulla.

    Il governo invece è classe di signori, di capitalisti, di sfruttatori, di fannulloni. Loro dalla guerra ne trassero i forzieri pieni d’oro e gozzovigliano nel lusso. Essi posseggono vasti poderi e sontuosi palazzi. Essi senza nulla produrre anno di tutto.

    Dunque tra voi e i signori governanti c’è un solco profondo, un abisso immenso che non può essere colmato se non con la sparizione dell’una o dell’altra classe.

    Ora tra voi e loro non ci può essere pace, ma lotta aperta, dichiarata per la vittoria finale.

    Voi in questa lotta non avrete nulla da perdere se non le vostre catene, se non la vostra miseria e ignoranza. I signori invece tutto perderanno, l’ozio, il lusso, il potere e la vita ; tutto quello che con frode vi hanno rubato.

    Essi quindi paventano la lotta, e si sono armati di violenza e di frode per combattervi. Di violenza coi soldati e colle armi, di frode colla politica parlamentare.

    Con la prima vogliono distruggervi, colla seconda sottomettervi, calmarvi per dominarvi sempre.

    A tale dopo la borghesia ha mascherato uomini dei più variopinti colori per mandarli in mezzo a voi perché con il vostro voto gli affidate la tutela dei vostri interessi. Con questo mezzo i signori riusciranno a distravi dalla lotta di classe e sospingervi dall’indifferenza, nella credulità di uomini che vi hanno sempre traditi.

    Lavoratori, non, fatevi corbellare, non abboccate all’ amo.

    Dite a quei signori che tanto si preoccupano del vostro male solo durante le elezioni, che voi avete sempre sofferto, menti essi han sempre goduto senza mai pensare alle vostre sofferenze.

    Dite a lor signori che tra voi e loro non ci drv’essere che una sola lotta : la rivoluzione ; una sola Vittoria la vostra. E in questa lotta voi non avete bisogno di sensali, di mediatori che tengono sempre dal padrone ; ma che i vostri interessi li fate da voi, perchè nessuno meglio di voi può avere a cuore la vostra causa.

    Dite che voi avete bisogno di solidarietà, ma non quella di sonanti e vuote parole nelle aule di Monteciterio, bensì quella di fatto che contribuisca ad affrettare la distruzione di una società che vi schiaccia.

    Dite che i veci.. amici del povero sono quelli che sanno sacrificare anche la vita non quelli che dicono d’amarti per aver il vostro vota per soddisfare la sfrenata ambizione del potere.

    Lavoratori, non votate, e seguite il consiglio degli anarchici, quel consiglio che i lavoratori russi hanno messo in pratica con la rivoluzione sociale.

    La Frusta


    sources :

    Vd. : Balsamini, Luigi ; Sora, Federico. — Periodici e numeri unici del movimento anarchico in provincia di Pesaro e Urbino : dall’Internazionale al fascismo, 1873-1922 : bibliografia e collezione completa. — Fano : ABET (Archivio-Biblioteca Enrico Travaglini), 2013. — P. 547-832 :
    seconda e terza pagina di La Frusta, a. 1, n. 3 (15 nov. 1919).



    [1.º Maggio 1920]

    notice :
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    1.º Maggio 1920]. — [S.l.] : Frusta, la (Fano, 1919-1922), . — 1 affiche (impr. photoméc.) : n. et b. ; x × y cm.

    • Affiches par pays  : Italie
    • Lieux d’archivages  :
    • Liste des thèmes  : Premier Mai
    • Géographie, géopolitique et Histoire  :
    • Noms cités (± liste positive)  :
    • Presse citée  : Frusta (1919-1922)
    • Vie des mouvements  :
    notes :
    descriptif :


    testo

    texte :

    1.º Maggio 1920

    Il tempo, col suo ritmo uguale ed incessante, ci porge, ancora una volta, l’allegra giornata di sole e d’amore che ha sempre infuso negli uomini turgide speranze e torrenti d’energia. Durante il ridestarsi della natura - il Primo Maggio - il lavoratore ne volle fare il simbolo della sua festa, la festa della sua integrale redenzione.

    E dopo le titaniche lotte combattute, lasciando lembi della sua vita sulle forche di Chicago, nelle garote di Spagna, sulle piazze e nelle bastiglie d’Italia, di Francia e di tutto il mondo, ottenne finalmente la sua giornata, che la Francia ed il Belgio legalizzò, e tutte le altre nazioni tollerarono.

    E per quattro o cinque lustri il lavoratore d’ogni paese ha goduto della sua festa, indisturbato, fra gli inni, le fanfare, i canti ed i vessilli infiammanti, dimenticando il martirologio dei suoi caduti e lo scopo della giornata.

    L’intento della borghesia fu raggiunto.

    Il Primo Maggio, esplicazione di forze rivoluzionarie, divenne il simbolo delle divagazioni epicuree.

    Poi venne la guerra capitalista che sospinse il riluttante proletariato ad uccidersi in olocausto della patria, animato dalle promesse mendaci.

    E alla sospirata tregua d’arme, i lavoratori, tornando - quelli che son tornati - invece del lavoro, della pace, della giustizia, trovò i focolari spenti, i congiunti famelici, i campi incolti, le officine deserte, e fame, desolazione, disoccupazione ovunque.

    Allora si. rammentò delle promesse ’fattegli durante il pericolo e reclama ora il suo diritto, che il governo compensa cori piombo e galera ; e s’avvide che il prode soldato di ieri è diventato la teppa di oggi.

    Ed ora che in Italia gli eccidi di popolo non si contano più, che i morti si moltiplicano di giorno in giorno, il tempo col suo ritmo eguale ed incessante, ci porta ancora il Primo Maggio, la festa della nostra riscossa, e l’affida alla nostra coscienza rivoluzionaria.

    Sapremo, noi, approfittare della data fatidica da tanto attesa ? O ci perderemo in oziose coreografie ?

    La "dolce pasqua dei lavoratori „ la celebreremo domani, dopo la lotta, se ci saremo, non oggi, polche gl’insepolti caduti da mano omicida, son là, che attendono la nostra promessa.

    Rivoluzionari, siamo una volta degni di questo nome !

    Non deludiamoli,

    “La Frusta”


    sources :

    Vd. : Balsamini, Luigi ; Sora, Federico. — Periodici e numeri unici del movimento anarchico in provincia di Pesaro e Urbino : dall’Internazionale al fascismo, 1873-1922 : bibliografia e collezione completa. — Fano : ABET (Archivio-Biblioteca Enrico Travaglini), 2013. — P. 547-832 :
    quarta e quinta pagina di La Frusta, a. 2, n. 10 (1 mag. 1920).