Ferrini, Sante (1874-1929)

pseud. Folgorite

 

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    [A proposito del colera]

    notice :
    Image (fixe ; à 2 dimensions)
    [
    A proposito del colera]. — Roma Rome : l’ Alleanza libertaria (1908-191), . — 1 affiche (impr. photoméc.) : n. et b. ; 54 × 38 cm.

    • Affiches par pays  : Italie
    • Lieux d’archivages  :
    • Liste des thèmes  : santé
    • Géographie, géopolitique et Histoire  :
    • Noms cités (± liste positive)  : Ciaffarri, Giuseppe  ; Ferrini, Sante (1874-1929)
    • Presse citée  :
    • Vie des mouvements  :
    notes :
    descriptif :


    testo

    texte :

    L’Alleanza libertaria

    A proposito del colera

    « Alcune sere fa, il fratello di Mons. Pasquale Gagliardi che fu a Vico per la cresima, ha scritto che in Basilicata (è medico sanitario colà) su 17 casi ci sono stati 7 decessi. Il suddetto vescovo qualche settimana fa ricevette da cos à n tizia che vi è ìl colera…

    Così scrive il compagno M. A. da Vico Garganico in una corrispondenza inviata all’Alleanza e pubblicata nel numero 123.

    Che il colera sia nel Mezzogiorno o che venga a farci visita periodicamente in Italia ogni anno, non è certo una cosa che deve meravigliarci. A parte la sua potenza infettiva e la propagazione, di esso nelle varie regioni dell’Europa, per il proletariato non rappresenta, invero il flagello più grande da temere, nè la sola falce distruttrice delle massi lavoratrici.

    Altri colera, altre malattie ben più gravi sono, taciute, dai pennaiuoli salariati della borghesia, capitalista ; neppure la peste bubbonica ha fatto o farà sì grandi stragi in seno del popolo, quanto ne fa la tubercolosi, la miseria e l’ingorda speculazione degli industriati, ferocemente sfruttatori della classe dei salariati.

    In questi giorni si parla di colera ; si ricordano i tempi calamitosi delle stragi avvenute qualche anno fa ; ad ogni istante si chiacchiera d’igiene ; tutti i nostri buoni borghesi parlano e descrivono i mezzi, che possono assicurare il trionfo sul colera e l’estensione dell’igiene ; molti fanciulli, moli adulti muoiono — dicono essi — più che non lo dovrebbero parche l’igiene, la pulizia fa loro difetto ; e buon numero’ di questi cari e buoni filantropi fanno sembiante di un gesto eroico, che deve portare ai lavoratori il rimedio supremo che manca, ed i comforts che la società nega a quest’ultimi.

    Intanto, l’operaio, filma tranquillamente la sua pipa, ed aspetta calmo e sereno che i suoi padroni gli portino il rimedio sovrano ed igienico che deve sbarazzarlo della malattia contagiosa e di cui, quasi sempre, è affetto. Ma attenderà chissà per quanto tempo ancora, forse più dell’ebreo cosciente, che si corica la sera sperando di vedere, nello svegliarsi, la mattina poi, l’arrivo del novello Messia.

    Poi che i prodi e valenti coltivatori dell’igiene, scicchemente vestiti, in redingote nera, in tuba e guanti, non sognano che una cosa, e cioè di far fiorire la propria bottoniera di qualche rosetta, croce o commedia. In quanto alla saluto degli operai e delle loro famiglie ci pensano talmente poco, che non varrebbe neppure la pen di parlarne. Quando così sarà, vedrete i monti della Svizzera coronati di palmizi e Morgari dividere con Sabbatini la presidenza di un’assemblea anarchica.

    Quelli che parlano di colera e d’igiene, gli eroi e he si fanno stampare a grossi caratteri i nomi sui giornali o sui manifesti che parlano della sanità pubblica hanno ben altre faccenduole da sbrigare. Infatti, durante il tempo che essi vanno in automobile, danno appuntamento nei sontuosi saloni della prostituta in voga X… ; camminano sui tappeti della casa di una contessa Trigona qualsiasi, abitano i migliori palazzi delle città, consumano le derrate alimentari della migliore marca, bevono i vini ed i liquori i più prelibati, cosa passa negli abituri e nella quotidiana vita dei lavoratori ?

    Essi alloggiano nelle soffitte o nelle cantine, ove l’aria è mefitica e soffocante, in miseri ricettacoli ove delle famiglie numerose sono ammonticchiate o serrate come le sardine in una scatola di latta ; la più parte in quartieri dove le strade sono strettissime e costantemente mal tenute e sudicie, dove il sole è in licenza permanente ; degli odori nauseabondi emanano dalle chiaviche e dalle latrine ammorbando l’aria per ogni dove ; insetti di tutte categorie vi si sono, dati appuntamento a centinaia di migliaia ; l’umidità copre e stilla da tutti i muri come se questi fossero là ad incalanare l’acqua di un acquedotto ; e, se qualche povero diavolo affitta un appartamento un pochino più confortabile, è obbligato di pagare una locazione eccessivamente cara, od una imposta mobiliaria 10 o 21 volte superiore ai suoi fiorai di guadagno.

    Ne risulta, che gli operai sono miserabilmente male alloggiati e che l’igiene, per la classe dei paria è semplicemente un mito. Ma un’altra piaga esiste, e non meno grave. L’igiene non concerne soltanto gli appartamenti ; ed il nutrimento, il vestito, lo sforzo eccessivo del lavoro non fanno parte ancor essi dell’igiene ?

    Ebbene, parliamoci schiettamente, un operaio può nutrire la sua famiglia ed abbigliarla confortabilmente ? Noi diciamo ; no ; siamo operai ancor noi, e sappiamo quel che vogliamo dire.

    Di tanto in tanto, dei signori dai nomi altisonanti, gli uni più celebri degli altri, si riuniscono in congressi e discutono e propongono provvedimenti per l’igiene pubblica. A questi congressi, il punto culminante è il banchetto di chiusura con relativo sopraluogo nei bordelli locali, o nei ritrovi notturni, dove i congressisti geni conducono i colleghi venuti dal di fuori per lasciare qualche centinaio di franchi sotto il rastrello del biscazziere o nelle tasche delle « cocottes ».

    Ma che fa intanto ! L’ordine o gli ordini del giorno sono votati. Si penserà all’igiene dei bambini nelle scuole ; dimenticando ad arte che il bambino, mal nutrito, mal vestito avrebbe piuttosto bisogno che nella casa trovasse di che vivere ed i comforts di cui manca e che i genitori non possono assolutamente procurargli.

    Ci vuol ben altro che votare un ordine del giorno !

    Tutto ciò che la borghesia fa o si propone di fare non è altro che del puro ciarlatanismo, per meglio beffarsi dei lavoratori ed al solo scopo di mantenere i suoi privilegi.

    Il proletariato deve, o dovrebbe avere una mentalità più rischiarata ; dovrebbe essere più cosciente dei suoi diritti invece di sottostare idiotamente e tutti i giorni ai molteplici doveri che la nazione gli impone con i suoi codici e le sue leggi. Egli dovrebbe imporsi une solo di questi doveri : quello di difendersi dalle iniquità sociali ed organizzarsi su tutti quei terreni atti alla difesa della vita.

    Operai dei campi, delle miniere, di tutte le industrie, comprendete una volta per sempre, chela classe capitalista ha degli interessi tutt’affattop opposti ai vostri ; che la borghesia fabbrica sempre delle armi nuove per combatterci, e che non è soltanto il colera la terribile epidemia che bisogna temere di più.

    Se voi riflettete ai casi vostri, tutto ciò che avverrà di peggio, dalla tubercolosi alla morte per consunzione, dalla miseria all’indebolimento fisico per gli pprechi d’energia in un lavoro snervante di molte ore e male retribuito, i mali saranno maggiori e senza speranza di guarigione.

    E, se supini, bestialmente offrite il aereo ed i fianchi ai colpi degli sfruttatori, non vi lagnate. È giusto che voi ne riceviate ancora i più terribili, colpi.

    L’igiene è un grande e vasto problema che si risolverà soltanto quando la classe che detiene il potere, l’autorità ed i frutti della produzione, sarà sparita dalla terra.

    Il vero colera è la borghesia. Essa infetta il popolo peggio della peste ; è ad essa che dovrebbe riservarsi il cloruro di calcio e l’acido fenico.

    Sono tante le vittime mietute da questa accozzaglia di briganti, che spaventa soltanto l’idea di mostrarne l’elenco di un’annata.

    Riflettete, ripeto, e se credete che io abbia torto tanto, peggio per voi : « Chi pecora si fa, il lupo la divora ! »

    Sante Ferrini

    Giuseppe Ciaffarri, gerente responsabile

    Tip. « Iride »Via Muzio Clementi, 70


    sources :

    Pubblicato nell’Alleanza libertaria : contro ogni forma di sfruttamento e di autorità, Roma, n. 131 (17 agosto 1911), p. 4.