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[Lo sfacelo di un partito]

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[Lo sfacelo di un partito]
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. — Roma Rome : l’ Alleanza libertaria (1908-191),
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. — 1 affiche (impr. photoméc.) : n. et b. ; 54 × 38 cm
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L’Alleanza libertaria

Lo sfacelo di un partito

Il partito che si sfacela è il partito socialista — da non confondersi col socialismo.

Anzi più che lo sfacelo d’un partito si può dire d’un metodo ; poichè il partito socialista va dissolvendosi per colpa del suo metodo.

Infatti ; e non si spiegherebbe altrimenti, il principio della dissoluzione si ritrova fin dalla sua costituzione.

Il partito socialista ebbe origine dal seno dell’Internazionale ad opera di tutti gli elementi politicanti i quali rinnegarono il metodo rivoluzionario dell’associazione madre per abbandonarsi al metodo legalitario riformista della conquista dei pubblici poteri.

Fu allora, che intravedendo il modo facile di far carriera, una pleiade di arrivisti in maggioranza avvocati, professionisti, spostati, vi si gettarono in mezzo e ne deformarono fin lo spirito animatore, il socialismo.

Ciascuno entratovi con un preconcetto proprio e indolente o incapace a disfarsene provava riuscendovi spesso, a giustificarlo dimostrando che quello era socialismo, che il socialismo comprendeva anche quello.

Così avvenne che di male in peggio quest’idea tanto nobile e grande finì per essere ridotta ad un mostro adattabile all’adorazione di tutte le varie sêtte nella nuova chiesa riformistica legalitaria.

La scalata al potere accecò gli ambiziosi e gli affaristi, che del resto militano in tutti i partiti, e pur di conquistare un posticino, pur di salire spalancarono la porta a chiunque potesse dare un aiuto.

Occorreva vincere, occorrevano voti e quindi era necessario chiudere un occhio, e tal volta tutti e due, pur di arrivare.

Così per non urtare delle suscettibilità, per permettere in massa l’ingresso al partito il socialisme cominciò a ricevere sforbiciate.

Ora è la religione che diviene affare privato, è lo Stato che on e più oppressore, domani è la proprietà privata che deve ancora svilupparsi, quindi le spese militari che non si possono intaccare per ottonere altre leggi promesse e non mantenute, e così via di seguito a diventare il socialismo una utopia e Carlo Marx dimenticato in soffitta.

E tutto ciò per il metodo.

Tutto questo pandemonio di tendenze, di scuole, di frazioni è conseguenza ineluttabile della conquista dei pubblici poteri.

Che poi s’è risolta in un fiasco, perchè non furono i poteri conquistati dai socialisti ma i socialisti conquistati dal potere.

E dopo tanto chiasso e tante energie sciupate, dopo tante promesse o tante lusinghe solo oggi si accorgono che i pubblici poteri non possono conquistarsi nelle attuali condizioni di voto e domandano il suffragio universale.

In attesa poi, dopo altre fatiche e sacrifici, di dichiarare impossibile la conquista anche con questo metodo ; e… chissà cosa invocheranno allora ?

Intanto il popolo soffre e quando è stanco va avanti per conto suo. Il partiti socialista si è ben avveduto di questo fenomeno e s’è già annoverato fra rami secchi, trista fine delle vanitose zucche. Ma la libidine del potere, l’utopia o la follia della conciliazione di classe non ha ancora abbandonato molti di costoro i quali ora vorrebbero tentare un innesto dell’azione politica del loro partito nel movimento operaio.

Lavoratori in guardia !

Lontano da questo povero tubercoloso.

Attenti che il tarlo che ha minato l’esistenza del partito socialista non venga o contaminare l’organizzazione sindacale.

Già si annuncia fra i denti che nel movimento operaio voglia inocularsi il veleno delle conquiste elettorali « facendo un Partito del lavoro che penetri con le sue rappresentanze dirette nei pubblici poteri ».

Badino i lavoratori a non cadere nel tranello. Vorrebbero fare essi pure la stessa fine del partito socialista.

A voi compagni, a voi libertari, ai rivoluzionari tutti spetta quest’opera di salvataggio, di difesa per l’integrità del movimento operaio !

Ognuno prenda il suo posto di combattimento e sia pronto all’attacco.

Il movimento operaio non deve essere inquinato dalla tabe parlamentare ; il movimento operaio deve essere libertario, rivoluzionario.

L’emancipazione dei lavoratori non sarà che un inganno fino a che non giungerà all’espropriazione della proprietà privata.

Nè vi sono mezze misure, non vi sono graduali miglioramenti, nella società attuale, non è che una lusinga od un inganno.

Que’ pretesi miglioramenti che si ottengono per mezzo di leggi o di agitazioni pacifiche sono specchietti per allodole.

La borghesia che rinuncia ai suoi privilegi per vie legali, per proteste pacifiche è un ironia e un’ingenuità.

Una conquista o un miglioramento tangibile in favore dei lavoratori dovrebbe segnare una rinuncia a un privilegio, una diminuzione di guadagno pel capitalista. Quando la borghesia cede e s’acconcia alle leggi sociali o alle agitazioni pacifiche, state pur certi d’essere stati ingannati.

Le prove le abbiamo dall’esperienza di 25 anni di lotte e… di speranze deluse.

Quando si domanda qualcosa che sul serio possa ledere la borsa o i privilegi dei capitalisti, e quindi tradursi in un vero nostro beneficio, noi vediamo come costoro s’avventino contro di noi.

Quali sono dunque le graduali migliorie che si ripromettono di conquistare coi pubblici pote i questi benepensanti democratici ?

Quali sono le successive forme, le varie fase per cui dovrà passare questa graduale trasformazione che dalla proprietà privata possa condurre alla proprietà comune ?

Dall’una all’altra non ci sono forme intermedia.

Quindi tutto ciò che questi politicanti promettono con le vie legali non sono che chimere !

Una restrizione dei privilegi borghesi, che potrebbe migliorare un poco le condizioni dei lavoratori in attesa della vera, completa loro emancipazione, non s’ottiene mercè il placido consenso dei capitalisti.

Provatevi, e voi vedrete la borghesia intera scagliarsi come belva contro noi e colpire irremovibile, senza pietà.

Ripensate un momento a tutte le disillusioni avute, a tutte le vittorie di Pirro che ci han dato più miseria di prima, a tutte le vittime, che sono cadute sotto la ferocia borghese, eppoi vi convincerete quanto sia vano, dannoso, ripudiabile il metodo legalitario !

Ecco quindi la necessità ineluttabile, assoluta, che i lavoratori seguano la via rivoluzionaria.

Noi non dobbiamo sperare sulla clemenza della borghesia, e quindi sull’efficacia dei pubblici poteri, noi dobbiamo sperare solo nella resistenza audace, attiva, rivoluzionaria e contare solo sulle nostre forze, sulla nostra volontà.

Occorre soprattutto essere pronti ad ogni evento, pronti all’azione operaia sia il grande accumulatore d’energia, l’addensarsi delle tempesta capace al momento opportuno di scatenarsi inesorabile, purificatrice di tutto il putridume dell’attuale società.

All’infuori di questo c’è l’inganno.

Il parlamentarismo è un tranello teso dalla borghesia per illudere il proletariato.

Il partiti socialista vi è già caduto.

Lavoratori, salviamoci noir !

L’Alleanza libertaria.

Giuseppe Ciaffarri, gerente responsabile

Tip. « Iride »Via Muzio Clementi, 70a.


sources :

Pubblicato nell’Alleanza libertaria : contro ogni forma di sfruttamento e di autorità, Roma, n. 120 (25 maggio 1911), p. 4.

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