socialisme

 

 

Affichage par année

21 affiches :

 

    [Les refrains du peuple, chansons socialistes et humanitaires]

    notice :
    Image (fixe ; à 2 dimensions)
    [
    Les refrains du peuple, chansons socialistes et humanitaires]. — Paris : [s.n.], . — 1 affiche (lithogr. ), coul. (quatre ou plus ) ; 90 × 65 cm.

    • Affiches par pays  : France
    • Lieux d’archivages  : CIRA (Lausanne)
    • Liste des thèmes  : art : chanson  ; socialisme
    • Géographie, géopolitique et Histoire  :
    • Noms cités (± liste positive)  : Boukay, Maurice (1866-1931)  ; Clément, Jean-Baptiste (1836-1903)  ; Couté, Gaston (1880-1911)  ; Legay, Marcel (1851-1915)
    • Presse citée  :
    • Vie des mouvements  :
    notes :
    descriptif :


    1904 1 affiche litho coul (très mauvais état) COUTÉ Gaston BOUKAY Maurice CLÉMENT Jean-Baptiste LEGAY Marcel des chansonniers populaires Maurice Boukay, JB Clément, Gaston Couté, Marcel Legay, etc.

    [ Dessin : « L’aurore sociale », un ouvrier et un paysan avec leurs familles sous les yeux de la justice, avec 4 portraits et paroles de chansons (recto et verso). Novembre 1904. Le verso porte Les chansons pour le peuple. ]

    texte :

    [nº 19 ?] Paris-chansons — Numéro spécial [nº 19 ?]

    Les refrains du peuple

    chansons socialistes et humanitaires
    des chansonniers populaires
    Maurice Boukay, J.-B. Clément, Gaston Couté, Marcel Legay, etc.

    [image :« L’Aurore sociale »]

    Chansons socialistes de J.-B. Clément […]
    « Les Conscrits » […]
    « Femme si tu fais un enfant » […]

    Les Chansons rouges de Maurice Boukay [musique par … ?] Marcel Legay […]
    « Tu t’en iras » […]
    « Le Soleil rouge » […]
    « Chanson du laboureur » […]
    « La Chanson de misère » […]

    Chansons d’un Gâs qu’a mal tourné de Gaston Couté […]
    « Le Gâs [… ?] » […]
    « Le Christ en bois » […]

    […]


    [autres chansons au verso]


    sources :
     


    [Lo sfacelo di un partito]

    notice :
    Image (fixe ; à 2 dimensions)
    [
    Lo sfacelo di un partito]. — Roma Rome : l’ Alleanza libertaria (1908-191), . — 1 affiche (impr. photoméc.) : n. et b. ; 54 × 38 cm.

    • Affiches par pays  : Italie
    • Lieux d’archivages  :
    • Liste des thèmes  : parti politique  ; socialisme
    • Géographie, géopolitique et Histoire  :
    • Noms cités (± liste positive)  : Ciaffarri, Giuseppe
    • Presse citée  :
    • Vie des mouvements  :
    notes :
    descriptif :


    testo

    texte :

    L’Alleanza libertaria

    Lo sfacelo di un partito

    Il partito che si sfacela è il partito socialista — da non confondersi col socialismo.

    Anzi più che lo sfacelo d’un partito si può dire d’un metodo ; poichè il partito socialista va dissolvendosi per colpa del suo metodo.

    Infatti ; e non si spiegherebbe altrimenti, il principio della dissoluzione si ritrova fin dalla sua costituzione.

    Il partito socialista ebbe origine dal seno dell’Internazionale ad opera di tutti gli elementi politicanti i quali rinnegarono il metodo rivoluzionario dell’associazione madre per abbandonarsi al metodo legalitario riformista della conquista dei pubblici poteri.

    Fu allora, che intravedendo il modo facile di far carriera, una pleiade di arrivisti in maggioranza avvocati, professionisti, spostati, vi si gettarono in mezzo e ne deformarono fin lo spirito animatore, il socialismo.

    Ciascuno entratovi con un preconcetto proprio e indolente o incapace a disfarsene provava riuscendovi spesso, a giustificarlo dimostrando che quello era socialismo, che il socialismo comprendeva anche quello.

    Così avvenne che di male in peggio quest’idea tanto nobile e grande finì per essere ridotta ad un mostro adattabile all’adorazione di tutte le varie sêtte nella nuova chiesa riformistica legalitaria.

    La scalata al potere accecò gli ambiziosi e gli affaristi, che del resto militano in tutti i partiti, e pur di conquistare un posticino, pur di salire spalancarono la porta a chiunque potesse dare un aiuto.

    Occorreva vincere, occorrevano voti e quindi era necessario chiudere un occhio, e tal volta tutti e due, pur di arrivare.

    Così per non urtare delle suscettibilità, per permettere in massa l’ingresso al partito il socialisme cominciò a ricevere sforbiciate.

    Ora è la religione che diviene affare privato, è lo Stato che on e più oppressore, domani è la proprietà privata che deve ancora svilupparsi, quindi le spese militari che non si possono intaccare per ottonere altre leggi promesse e non mantenute, e così via di seguito a diventare il socialismo una utopia e Carlo Marx dimenticato in soffitta.

    E tutto ciò per il metodo.

    Tutto questo pandemonio di tendenze, di scuole, di frazioni è conseguenza ineluttabile della conquista dei pubblici poteri.

    Che poi s’è risolta in un fiasco, perchè non furono i poteri conquistati dai socialisti ma i socialisti conquistati dal potere.

    E dopo tanto chiasso e tante energie sciupate, dopo tante promesse o tante lusinghe solo oggi si accorgono che i pubblici poteri non possono conquistarsi nelle attuali condizioni di voto e domandano il suffragio universale.

    In attesa poi, dopo altre fatiche e sacrifici, di dichiarare impossibile la conquista anche con questo metodo ; e… chissà cosa invocheranno allora ?

    Intanto il popolo soffre e quando è stanco va avanti per conto suo. Il partiti socialista si è ben avveduto di questo fenomeno e s’è già annoverato fra rami secchi, trista fine delle vanitose zucche. Ma la libidine del potere, l’utopia o la follia della conciliazione di classe non ha ancora abbandonato molti di costoro i quali ora vorrebbero tentare un innesto dell’azione politica del loro partito nel movimento operaio.

    Lavoratori in guardia !

    Lontano da questo povero tubercoloso.

    Attenti che il tarlo che ha minato l’esistenza del partito socialista non venga o contaminare l’organizzazione sindacale.

    Già si annuncia fra i denti che nel movimento operaio voglia inocularsi il veleno delle conquiste elettorali « facendo un Partito del lavoro che penetri con le sue rappresentanze dirette nei pubblici poteri ».

    Badino i lavoratori a non cadere nel tranello. Vorrebbero fare essi pure la stessa fine del partito socialista.

    A voi compagni, a voi libertari, ai rivoluzionari tutti spetta quest’opera di salvataggio, di difesa per l’integrità del movimento operaio !

    Ognuno prenda il suo posto di combattimento e sia pronto all’attacco.

    Il movimento operaio non deve essere inquinato dalla tabe parlamentare ; il movimento operaio deve essere libertario, rivoluzionario.

    L’emancipazione dei lavoratori non sarà che un inganno fino a che non giungerà all’espropriazione della proprietà privata.

    Nè vi sono mezze misure, non vi sono graduali miglioramenti, nella società attuale, non è che una lusinga od un inganno.

    Que’ pretesi miglioramenti che si ottengono per mezzo di leggi o di agitazioni pacifiche sono specchietti per allodole.

    La borghesia che rinuncia ai suoi privilegi per vie legali, per proteste pacifiche è un ironia e un’ingenuità.

    Una conquista o un miglioramento tangibile in favore dei lavoratori dovrebbe segnare una rinuncia a un privilegio, una diminuzione di guadagno pel capitalista. Quando la borghesia cede e s’acconcia alle leggi sociali o alle agitazioni pacifiche, state pur certi d’essere stati ingannati.

    Le prove le abbiamo dall’esperienza di 25 anni di lotte e… di speranze deluse.

    Quando si domanda qualcosa che sul serio possa ledere la borsa o i privilegi dei capitalisti, e quindi tradursi in un vero nostro beneficio, noi vediamo come costoro s’avventino contro di noi.

    Quali sono dunque le graduali migliorie che si ripromettono di conquistare coi pubblici pote i questi benepensanti democratici ?

    Quali sono le successive forme, le varie fase per cui dovrà passare questa graduale trasformazione che dalla proprietà privata possa condurre alla proprietà comune ?

    Dall’una all’altra non ci sono forme intermedia.

    Quindi tutto ciò che questi politicanti promettono con le vie legali non sono che chimere !

    Una restrizione dei privilegi borghesi, che potrebbe migliorare un poco le condizioni dei lavoratori in attesa della vera, completa loro emancipazione, non s’ottiene mercè il placido consenso dei capitalisti.

    Provatevi, e voi vedrete la borghesia intera scagliarsi come belva contro noi e colpire irremovibile, senza pietà.

    Ripensate un momento a tutte le disillusioni avute, a tutte le vittorie di Pirro che ci han dato più miseria di prima, a tutte le vittime, che sono cadute sotto la ferocia borghese, eppoi vi convincerete quanto sia vano, dannoso, ripudiabile il metodo legalitario !

    Ecco quindi la necessità ineluttabile, assoluta, che i lavoratori seguano la via rivoluzionaria.

    Noi non dobbiamo sperare sulla clemenza della borghesia, e quindi sull’efficacia dei pubblici poteri, noi dobbiamo sperare solo nella resistenza audace, attiva, rivoluzionaria e contare solo sulle nostre forze, sulla nostra volontà.

    Occorre soprattutto essere pronti ad ogni evento, pronti all’azione operaia sia il grande accumulatore d’energia, l’addensarsi delle tempesta capace al momento opportuno di scatenarsi inesorabile, purificatrice di tutto il putridume dell’attuale società.

    All’infuori di questo c’è l’inganno.

    Il parlamentarismo è un tranello teso dalla borghesia per illudere il proletariato.

    Il partiti socialista vi è già caduto.

    Lavoratori, salviamoci noir !

    L’Alleanza libertaria.

    Giuseppe Ciaffarri, gerente responsabile

    Tip. « Iride »Via Muzio Clementi, 70a.


    sources :

    Pubblicato nell’Alleanza libertaria : contro ogni forma di sfruttamento e di autorità, Roma, n. 120 (25 maggio 1911), p. 4.



    [L’ennemi est chez nous !... Élections législatives 1936]

    notice :
    Image (fixe ; à 2 dimensions)
    [
    L’ennemi est chez nous !... Élections législatives 1936]. — [S.l.] : Le Libertaire (1895-1939) : UA__ - UAC_ - UACR (Union anarchiste… [communiste] [révolutionnaire]), (Cootypographie, impr. la). — 1 affiche (impr. photoméc.), coul. (une  : noir , papier orange ) ; 80 × 60 cm.

    • Affiches par pays  : France
    • Lieux d’archivages  : CIRA (Lausanne)
    • Liste des thèmes  : action directe  ; délégation de pouvoir (élections)  ; grève : grève générale  ; guerre (généralités)  ; pacifisme  ; socialisme
    • Géographie, géopolitique et Histoire  :
    • Noms cités (± liste positive)  :
    • Presse citée  :
    • Vie des mouvements  : journal mural
    notes :
    descriptif :


    [ texte ; papier de couleur ]

    texte :

    Union Anarchiste — Élections législatives 1936

    L’Ennemi est chez nous !…

    Prenant prétexte de ce que Hitler a réoccupé la zone démilitarisée du Rhin, toute la presse s’agite : « La France est menacée » ; « Notre honneur est bafoué » ; « Contre le fascisme, tous debout ! », etc.

    De l’extrême-droite à l’extrême-gauche, l’Union sacrée déjà se réalise.

    Travailleurs, souvenez-vous que c’est avec des mensonges semblables qu’on vous fit marcher en 1914. Pendant plus de quatre ans, vous avez cru vous battre pour la Justice, le Droit et la Civilisation. Votre sacrifice devait pour jamais, mettre fin au militarisme et à la guerre.

    En réalité, c’est pour la capitalisme international que vous vous êtes battus ; pour une poignée de profiteurs qui édifièrent sur votre misère et dans votre sang des fortunes colossales.

    Aujourd’hui vos dirigeants de tous les partis se préparent à recommencer ce crime :

    Le Front National, au nom de la Patrie bourgeoise, de l’honneur national ; le Front Populaire, au nom de la Patrie socialiste, de la défense de l’URSS.

    En fin de compte, le résultat sera le même et c’est d’abord pour Schneider, de Wendel ou Mercier que vous serez sacrifiés. C’est pourquoi nous, anarchistes, nous vous crions :

    Cette guerre, à laquelle on vous prépare, ce n’est pas votre guerre.

    Si vous devez vous battre, c’est contre l’ennemi intérieur : le fascisme et le capitalisme français. Il ne peut y avoir d’intérêts communs entre eux et vous ; entre les exploiteurs, les oppresseurs et vous, les exploités, les opprimés.

    C’est seulement de vous que dépend votre salut !

    Ce n’est pas des organismes nationaux ou internationaux de la bourgeoisie. Ce n’est pas non plus la SDN, tout exprès créée pour défendre les impérialismes vainqueurs contre les impérialismes vaincus.

    Ne vous laissez pas entraîner dans des rivalités dont, une fois encore, vous feriez tous les frais.

    Vous devez répondre par un non catégorique à l’idée même de la guerre !

    Et vous devez venir avec les anarchistes, avec tous les véritables pacifistes, avec tous les adversaires de la guerre et de l’Union sacrée organiser contre la catastrophe le barrage seul efficace de votre refus intransigeant, refus que vous exprimerez par tous les moyens d’action directe, y compris la grève générale qui, en dernier ressort, sera seule capable d’arrêter l’ignoble boucherie. Prolétaires, de toutes les forces, les anarchistes vous crient :

    Sous aucun prétexte, n’accepter la guerre. Vous, ses victimes, dressez-vous tous contre elle ! Détournez-vous des mauvais bergers blancs, bleus ou rouges qui veulent vous y entrainer.

    Et alors elle n’aura pas lieu !

    Vu : le candidat — Chaque semaine, lisez Le Libertaire, organe de l’Union anarchiste — [marque syndicale] La Cootypographie - 11, rue de Metz, 11 - Courbevoie (Seine)


    sources :

    Le texte de l’affiche (format colombier) est paru dans Le Libertaire : organe hebdomadaire de l’Union anarchiste nº 490 (41e année, 4e série, vendredi 3 avril 1936).

    Cette affiche est parue en même temps que l’affiche « Travailleurs qui votez, les anarchistes vous parlent » (format double colombier) lors de la campagne antiparlementaire de 1936.



    [La faillite du Front populaire est consommée]

    notice :
    Image (fixe ; à 2 dimensions)
    [
    La faillite du Front populaire est consommée]. — Paris : JAC (Jeunesse anarchiste communiste) : UA__ - UAC_ - UACR (Union anarchiste… [communiste] [révolutionnaire]), [ ?]. — 1 affiche (impr. photoméc.) : n. et b. ; 28 × 22 cm.

    • Affiches par pays  : France
    • Lieux d’archivages  : collection particulière
    • Liste des thèmes  : colonialisme  ; socialisme
    • Géographie, géopolitique et Histoire  : Espagne  ; Espagne : histoire : 1936-1939  ; Tunisie
    • Noms cités (± liste positive)  :
    • Presse citée  : Libertaire (1895-1939), Le
    • Vie des mouvements  :
    notes :
    descriptif :


    [ texte ]

    texte :

    Jeunesse Anarchiste Communiste

    La faillite du Front populaire est consommée

    Les crédits de guerre sont gonflés de nouveaux milliards.
    La préparation militaire obligatoire va être votée.
    Les ligues fascistes s’organisent, s’arment et provoquent ouvertement.
    Les avantages conquis en juin sont rognés peu à peu.
    La pause est en réalité le retour à la collaboration de classes.
    Le Front populaire pratique une politique d’Union nationale.
    Les représentants de l’industire patronale, Gignoux et Paul Reynaud, l’en félicitent publiquement.
    Mais du sang ouvrier est sur les mains du gouvernement.
    À Metlaoui, vingt grévistes tunisiens ont été assassinés. À Clichy, six travailleurs ont été massacrés par la garde mobile de Dormy.
    La preuve est faite que le ministère de gauche est en réalité un ministère de la bourgeoisie.
    La désillusion de la classe ouvrière ne doit pas profiter aux fascistes démagogues de Doriot ou de La Rocque !
    Il faut non reculer, mais accentuer l’action offensive.
    Il est temps qu’une politique prolétarienne indépendante soit menée.
    Nous appelons les jeunes socialistes, communistes, membres des jeunes qui n’abandonnent pas leurs doctrines révolutionnaires, à créer avec la Jeunesse Anarchiste Communiste
     

    le Front Révolutionnaire de la Jeunesse

     
    Contre la guerre, l’Union sacrée et la préparation militaire.
    Contre la politique de paix sociale.
    Pour la création de milices ouvrières.
    Pour le soutien effectif et pratique de la Révolution Espagnole par des manifestations de rues et la grève.

    Siège de la JAC, rue de Bondy, Paris Xe — Tous les jeudis, lisez Le Libertaire, organe de l’Union anarchiste, 0.50 le numéro


    sources :
     








    [Pas d’obligations militaires pour les insoumis et déserteurs amnistiés]

    notice :
    Image (fixe ; à 2 dimensions)
    [
    Pas d’obligations militaires pour les insoumis et déserteurs amnistiés] / Andrès Vazquez de Sola. — Lyon ; Paris : Collectif insoumis amnistiés (CIA), (Édit 71 (Paris)). — 1 affiche (impr. photoméc.), coul. (une  : bleu , papier blanc ) ; 64 × 45 cm.

    • Affiches par pays  : France
    • Lieux d’archivages  :
    • Liste des thèmes  : antimilitarisme  ; socialisme
    • Géographie, géopolitique et Histoire  :
    • Noms cités (± liste positive)  :
    • Presse citée  :
    • Vie des mouvements  :
    notes :
    descriptif :


    texte

    bande dessinée (discours d’un militaire socialiste avec casque à cornes) par Vazquez de Sola

    texte :

    Pas d’obligations militaires pour les insoumis et déserteurs amnistiés

    La force de nos armées c’est d’être toujours unies :
     
    Si l’un de nos héros veut arrondir ses fins de mois en faisant un peu de trafic d’armes. Il faut lui donner la formule de la bombe à neutrons : c’est du bon matériel
     
    Si la gendarmerie se fabrique un fichier illégal des malfrats du dimanche, je fusille pour l’exemple la Ligue des droits de l’homme.
     
    Bref, je donnerai à la France une armée puissante !
     
    Dehors les bordels pacifistes ! Pas d’insoumis, ni de déserteurs, ni d’objecteurs ! Plus de civils ! Service militaire de dix ans ! En avant pour défendre…
     
    … les sacro-saints principes de nos traditions démocratiques et du socialisme. Rompez !

    Vazquez de Sola

    Collectif Insoumis Amnistiés

    Imprimerie Edit 71


    sources :

    Dénonciation des « ordres de route » reçus début septembre 1981 par les déserteurs et insoumis amnistiés le 5 aout 1981.