France : histoire : 1880-1894
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catalogue lausanne
Bibliothèque du CCL (Lille)
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L’Alleanza libertaria
Autodifesa di Ravachol
Se io prendo la parola, non è già per scollatimi degli alti di cui mi, si accusa, perchè solo la società che con la sua organizzazione mette gli uomini in lotta continua gli uni contro gli altri, è responsabile : e infatti non si vedono oggi in tutte le classi delle persone che desiderano, non dirò la morte ; perchè ciò suona male all’orecchio, ma la disgrazia dei loro simili, de questa può recare vantaggio ? Una padrone non fa egli voti perchè un suo concorrente scompaia ? e in generale tutti i commercianti non vor ebbero essere soli ad esercitare il loro ramo di commercio ? e l’operaio senza impiego non augura — per avere del lavoro — che per un motivo qualunque, quello che è occupato venga licenziato dall’opificio ?
Ebbene, in una società in cui producono fatti simili, non si deve essere sorpresi di atti del genere di quelli che mi si rimproverano, i quali non sono che la conseguenza logica della lotta per l’esistenza che si fanno gli uomini, costretti, per vivere, ad impiegare ogni specie di mezzi.
E poiché ciascuno è per sè, e quando è stretto dalla necessità non ha tanto di pensare, così io non ho esitato, quando ebbi fame, ad impiegare i mezzi che erano’ a mia disposizione, a rischio anche di fare delle vittime.
I padroni che licenziano degli operai, si inquietano se questi vanno a morire di fame ? Tutti quelli che hanno del superfluo si occupano della gente che manca il necessario ? V’hanno taluni che danno dei soccorsi, ma essi sono impotenti a sollevare tutti quelli che sono nella necessità e che morranno prematuramente in seguito ad ogni sorta di privazioni o volontariamente col suicidio, per mettere fine ad una esistenza miserabile e non aver più a soffrire la fame, le vergogne, lo umiliazioni innumerevoli, senza la speranza ch’esse finiscano.
Coni hanno fatto la famiglia Hayem o la donna Soubeim, che diede la morte ai suoi bambini per non vederli più a longo soffrire ; e cosi fanno tante donne che nella tema di non poter nutrire un bambino, non esitano a compromettere la vita e la salute pur di distruggere nel loro sono il frutto del loro amore.
Il tutto questo avviene in Francia deve regna l’abbondanza, dove le macellerie sono piene di carne, le panetterie di pane ; dove le vesti e le calzature sono ammassate nei magazzini, dove vi hanno appartamenti vuoti ; ma come ammettere che tutto va bene nella società, quando il contrario si vede così chiaro ?
Ci saranno colore che piangono queste vittime, ma poi diranno che essi non ne hanno colpa, o che ciascuno se la sbrogli come può, Ma che cosa può fare colui che manca del necessario, se non ha più lavoro, non ha che a lasciarsi morire di fame. Si getterà qualche parola di pietà sul suo cadavere, e tutto sarà finito. Ora io questo ho voluto lasciare ad altri ed ho preferito di farmi contrabbandiere, falso monetario, ladro o uccisore, assassino. Avrei potuto mendicare, ma ciò è degradante e vile : e ancora é punito dalle vostre leggi, che fanno un delitto della miseria.
Se tutti i bisognosi invece di attendere, prendessero dove ce n’è, non importa con quali mezzi, i soddisfatti capirebbero forse più presto che è pericoloso il voler consacrare lo stato sociale attuale, in cui l’inquietudine è permanente e la vita minacciata ad ogni istante ; e si finirebbe più presto col comprendere che gli anarchici hanno ragione quando dicono che per avere la tranquillità morale et fisica, bisogna distruggere le cause che generano i delitti e i delinquenti, e non già opprimere colui il quale, piuttosto che morire di morte lenta per le privazioni, preferisce — se ha un po’ d’energia — prendere violentemente ciò che può assicurargli il benessere, sia pure a rischio della vita.
Ecco perchè io ho commesso degli atti che mi si rimproverano e che non sono che la conseguenza dello stato barbaro d’una società che non fa che aumentare il numero delle sue vittime con il rigore delle sue leggi, le quali incrudeliscono contro gli effetti, sanza mai toccare alle cause.
Si dice che bisogna essere crudeli per dare la morte al proprio simile ; ma quelli che parlano così non pensano che non ci si decide a questo passo, se non per evitarla essi stessi. E voi pure, signore giurati, che certo mi condannerete a morte, perchè credete che questa è una necessità e che la mia scomparsa sarà una soddisfazione per voi che avete orrore di veder colare il sangue, voi stessi, quando crederete che sarà utile il versarlo, non esiterete più di me a farlo : con questa differenza, che voi lo farete senza correre alcun danno, mentre al contrario io agivo con rischio e pericolo della mia libertà e della mia vita.
Ebbene, signori, non vi hanno fin dei delinquenti da giudicare, ma della cause dei delitti ta togliere.
Creando gli articoli del Codice, i legislatori hanno dimenticato che essi non attaccavano le cause, ma solo gli effetti ; le cause persistendo sempre, anche gli effetti sempre ne deriveranno ; e sempre vi saranno dei delinquenti, perchè oggi voi ne distruggete uno, domani ne nasceranno dieci.
Che bisogna dunque fare ! Distruggere la miseria, questo germe del delitto, assicurando a ciascuno la soddisfazione di tutti i suoi bisogni. E come ciò sarebbe facile a realizzare ! Basterebbe stabilire la società sopre nuove basi, in cui tutto fosse in comune, producendo ciascuno secondo le sue attitudini e le sue forze, e consumando secondo i suoi bisogni.
Allora non si vedrà più della gente mendicare un metallo di cui poi diviene lo schiavo, non si vedranno più le donne cedere le loro grazie come una volgare mercanzia in cambio di questo stesso metallo, che così spesso c’impedisce di riconoscere se l’affezzione è sincera : non si vedranno più nomini come Pranzini, Prado, Anastay e altri, che sempre per avere questo metallo, giungono a dare la morte. Ciò dimostra che la causa di tutti i delitti è sempre la stessa, e che bisogna essere insensati per non vederla. Sì : lo ripeto, è la società che fa i malfattori ; e voi, giurati, in luogo di colpirli, dovreste impiegare la vostra intelligenza e trasformare la società.
Io non sono che un operaio senza istruzione, ma ho vissuto l’esistenza dei miseri e sento l’iniquità delle vostre leggi repressive. Dove prendete voi il diritto di uccidere o di rinchiudere un uomo che, messo al mondo con la necessità di vivere, si è visto, nella necessità di prendere ciò di cui mancava per nutrirsi ?
Io ho lavorato per vivere e per far vivere i miei, e finchè io e i miei non soffrimmo troppo, sono rimasto quelle che voi dite onesto. Poi il lavoro è mancato ed è venuta la fame. Ed è allora che questa grande legge della natura, questa voce imperiosa che non ammette replica, l’istinto della conservazione, mi spinse a commettere certi delitti, che voi mi rimproverate e di cui mi riconosco l’autore. Giudicatemi, ma se voi mi avete compreso, giudicandomi, giudicate tutti i disgraziati di cui la miseria alleata alla fierezza naturale, ha fatto dei delinquenti, di cui la ricchezza, o solo l’agiatezza, avrebbe fatto degli uomini come tutti gli altri.
Ravachol
Giuseppe Ciaffarri, gerente responsabile
Tip. « Iride »Via Muzio Clementi, 70
Pubblicato nell’Alleanza libertaria : contro ogni forma di sfruttamento e di autorità, Roma, n. 130 (10 agosto 1911), p. 4.
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[ texte ; portrait (homme, à chapeau haut-de-forme, annonçant expo + signature de la revue Documents anarchistes) ]
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[portrait enluminé] ger/Lyon Aury + Chabard
Librairie-galerie La Proue
15, rue Childebert, Lyon 2
3-18 février 1968Exposition
L’anarchisme à Lyon, de 1880 à 1913
Michel Chomarat
signera le numéro spécial de la revue Documents anarchistes
« L’Assassinat à Lyon, de Sadi Carnot »
le samedi 3 février 1968, à partir de 17 heures 30- notice : Image (fixe ; à 2 dimensions)
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[1976] Librairie des Deux-Mondes
[ Reproduction d’une œuvre de Flavio Costantini représentant Ravachol et Madeleine Labret dans une chambre ]
- texte :
[dessin]
Saint-Étienne 1890 - Ravachol et Madeleine Labret
par Flavio Costantini
Librairie des Deux Mondes - 10 rue Gay-Lussac - 75005 Paris - 326 81 35
Imprimerie Quotidienne - Fontenay-sous-Bois, France - © Costantini […]
[Autodifesa di Ravachol]
[Autodifesa di Ravachol]. — Roma Rome : l’ Alleanza libertaria (1908-191), . — 1 affiche (impr. photoméc.) : n. et b. ; 54 × 38 cm.
sources :
[Exposition : L’anarchisme à Lyon de 1880 à 1913]
[Exposition : L’anarchisme à Lyon de 1880 à 1913]. — Lyon : GER_, . — 1 affiche (impr. photoméc.), coul. (une : noir , papier kraft ) ; 50 × 21 cm.
sources :
![]() 1968 |
[Saint-Étienne 1890 : Ravachol et Madeleine Labret]
[Saint-Étienne 1890 : Ravachol et Madeleine Labret] / Flavio Costantini. — Paris : Librairie des Deux-Mondes, (Imprimerie quotidienne (Fontenay-sous-Bois)). — 1 affiche (impr. photoméc.), coul. (quadri ) ; 89 × 63 cm.
sources :