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    [Gli anarchici dopo il 2 giugno e dopo l’amnistia]

    notice :
    Image (fixe ; à 2 dimensions)
    [
    Gli anarchici dopo il 2 giugno e dopo l’amnistia]. — Forlì Forlì, Forly : l’ Aurora, [ ?]. — 1 affiche (impr. photoméc.), coul. (une  : noir , papier gris ) ; 48 × 34 cm.

    • Affiches par pays  : Italie
    • Lieux d’archivages  : CIRA (Lausanne)
    • Liste des thèmes  : manifeste
    • Géographie, géopolitique et Histoire  :
    • Noms cités (± liste positive)  :
    • Presse citée  :
    • Vie des mouvements  :
    notes :
    descriptif :


    [ texte (manifeste), supplément à « L’Aurora » n. 4 ]

    texte :

    Gli anarchici dopo il 2 giugno e dopo l’amnistia

    Gli anarchici, […]

    Gli anarchici, […]

    Gli anarchici, […]

    Gli anarchici, […]

    Gli anarchici, […]

    Gli anarchici, […]

    Gli anarchici, […]

    Gli anarchici considerano che da tali genitori non poteva nascere che una tale situazione, republicana di forma, vecchio regime di sostanza ; una republica vergognosa di sè, questuante pietà dal carnefici degli antifascisti ; amnistiante, anche in sede di governo provvisorio, la masnada infame che l’esarchia aveva incarcerata nell’ora in cui il popolo poteva farsi anarchicamente giustizia da sè ; come anarchicamente l’aveva già fatto in un primo temp.

    Gli anarchici, […]

    Gli anarchici, […]

    Di fronte ai fallimentari risultati della politica esarchica, gli anarchici […]

    Non eletti, non elettori ieri, sui piano del macchinismo statale ; ma presenti sempre ed astensionisti […]

    ***

    Non eletti nè elettori, nemmeno domani, gli anarchici ancora una volta dicono ai proletari, agli uomini liberi di ogni classe : la salute è in noi, […]

    Concluderemo coll’ osservare che anche i fatti in maturazione già smentiscono il miracolismo di quei bene intenzioni […]

    Viva la rivoluzione sociale !

    Supplemento all’Aurora N. 4 - Corso Diaz, 60 - Forlì


    traduction :

    Supplément à L’Aurora nº 4.


    sources :
     


    [Gli anarchici, chi siamo, che cosa vogliamo]

    notice :
    Image (fixe ; à 2 dimensions)
    [
    Gli anarchici, chi siamo, che cosa vogliamo]. — Forlì Forlì, Forly : l’ Aurora, [ca ]. — 1 affiche (impr. photoméc.), coul. (une  : noir , papier de couleur ) ; 50 × 35 cm.

    • Affiches par pays  : Italie
    • Lieux d’archivages  : CIRA (Lausanne)
    • Liste des thèmes  : propagande
    • Géographie, géopolitique et Histoire  :
    • Noms cités (± liste positive)  : Bakounine, Michel (1814-1876)  ; Faure, Sébastien (1858-1942)  ; Kropotkine, Pierre (1842-1921)  ; Proudhon, Pierre-Joseph (1809-1865)  ; Reclus, Élisée (1830-1905)
    • Presse citée  : Libertario (Milano, il)  ; Umanità Nova (1920-…)  ; Volontà (Napoli)
    • Vie des mouvements  : journal mural
    notes :
    descriptif :


    [ texte (papier de couleur) ]

    texte :

    L’Aurora [pagina] 3

    Gli anarchici, chi siamo, che cosa vogliamo

    Nè ingenui nè violenti…

    Si ha degli anarchici, come individui, la più falsa delle idee.

    Gli uni ci considerano come degl’innocui utopisti, dei dolci sognatori, e ci trattano di spiriti chimerici dalle immaginazioni stravaganti il che è come dire dei semi-pani. Costoro propendono a ravvisare in noi dei malati che le circostanze possono rendere pericolosi, ma non dei malfattori sistematici e coscienti.

    Gli altri hanno di noi un giudizio ben differente pensano che gli anarchici siano dei bruti incoscienti, degli esseri odiosi, violenti e forsennati contro i quali non si è mai troppo premuniti nè si esercita una repressione abbastanza implacabile.

    Gli uni e gli altri sono nell’errore. Se noi siamo degli utopisti, lo siamo nello stesso modo di tutti quelli che ci hanno preceduti, i quali, hanno osato proiettare sullo schermo dell’avvenire delle immagini in contraddizione con quelle dei loro tempi... Noi siamo effettivamente i discendenti e i continuatori di questi Individui, i quali, dotati di una percezione e di una sensibilità più vive dei loro contemporanei, hanno intravveduto l’ alba, sebbene sprofondati nella notte.

    Noi siamo gli eredi di quegli uomini i quali, pur vivendo in un’epoca d’ignoranza, di miseria, d’ oppressione, di bruttura, d’ ipocrisia, d’ iniquità e di odio, hanno intravveduto una Città del sapere, del benessere, della libertà, della bellezza, della sincerità, della giustizia e della fratellanza, e che, con tutte le loro forze, hanno lavorato all’ edificazione di questa Città meravigliosa.

    Che i privilegiati, i soddisfatti e tutta la sequela immonda dei mercenarii e degli schiavi interessati al mantenimento e preposti alla difesa del Regime di cui sono o credono di essere i profittatori, lancino sdegnosamente l’epiteto peggiorativo d’ utopisti, dì sognatori, di spiriti stravaganti contro i coraggiosi artigiani e contro i chiaroveggenti costruttori di un’avvenire sociale migliore, è nel loro interesse. Essi sono nella logica delle cose.

    Ma è certo che, senza questi sogna-tori di cui noi facciamo fruttificare le idee ereditate, senza questi costruttori chimerici e malati — è così che in ogni tempo sono stati qualificati i novatori e i loro discepoli —noi saremmo ancora in quelle tenebrose epoche di schiavitù che stentiamo a credere che siano veramente esistite, tanto l’ uomo era ignorante, selvaggio e miserabile. Utopisti, perchè noi vogliamo che l’evoluzione segua il suo corso, liberandoci dalla schiavitù moderna, dal salariato, e faccia del produttore di tutte le ricchezze un’ essere libero, degno, felice e amorevole ?

    Sognatori, perchè noi prevediamo ed annunciamo la distruzione dello Stato la di cui funzione è di sfruttare il lavoro, d’asservire il pensiero, di soffocare lo spirito di rivolta, di paralizzare il progresso, di stroncare le iniziative, di perseguitare gli umili, d’ ingrassare gl’intriganti, di derubare i contribuenti, di sostenere i parassiti, di favorire la menzogna e I’ oscurantismo, di stimolare all’assassinio e all’odio, e, quando il suo potere è minacciato, di gettare sui campi di massacro tutte le esistenze che il popolo ha di più sane, di più vigorose, di più belle ?

    Spiriti chimerici, semi-pazzi, perchè, constatando le trasformazioni lente, troppo lente, ma inevitabili, che so-spingono le società unione verso nuove strutture edificate su basi rinnovate, noi consacriamo le nostre energie per demolire la struttura della società capitalista e autoritaria ?

    Noi sfidiamo gli spiriti informati e attenti del nostro tempo ad accusare seriamente di squilibrati gli uomini che progettano e che preparano consimili trasformazioni sociali.

    Insensati, al contrario, non solo a metà ma totalmente, quelli che s’ immaginano di poter sbarrare la strada alle generazioni contemporanee che marciano verso la Rivoluzione sociale, come il fluisse si dirige verso l’oceano : essi possono con I’aiuto di potenti dighe e d’ abili deviazioni, rallentare più o meno il corso del fiume, ma è fatale che questo tosto o tardi si precipiti nel mare.

    No ! Gli Anarchici non sono nè utopisti, nè dei sognatori, nè dei pazzi, e la prova è che ovunque i Governi lì attaccano e lì relegano nelle carceri alfine d’impedire alle parole di Verità ch’essi propagano di penetrare negli orecchi dei diseredati, mentre che, se I’ insegnamento libertario contenesse del chimerico o della demenza sarebbe loro facile farne emergere la sragione-volezza e I’assurdità.

    Nobiltà degli anarchici

    Certuni pretendono che gli anarchici siano dei bruti ignoranti.

    È vero che tutti i libertari non possiedono I’alta coltura e I’ intelligenza superiore di Proudhon, di Bakounine. di Eliseo Reclus e di Kropotkine. È esatto che molti anarchici colpiti dalla sventura propria dei tempi moderni, la miseria, hanno dovuto dall’età di dieci o dodici anni abbandonare la scuola e lavorare per vivere ; ma il fatto solo di essersi elevati fino alla concezione anarchica denota una comprensione viva e attesta uno sforzo intellettuale di cui sarebbe incapace un bruto.

    L’anarchico legge, studia, medita, s’ istruisce ogni giorno. Egli prova il bisogno d’ allargare continuamente il circolo delle sue conoscenze, d’arrichire costantemente le sue cognizioni. Egli s’interessa alle cose serie ; si appassiona per la bellezza che lo avvince. Il suo sforzo per formarsi una coltura più profonda e più estesa, non si arre-sta mai. Egli non crede mai di saperne abbastanza. Più apprende e più gli piace educarsi. Per istinto egli sente che se vuole illuminare gli altri bisogna che prima faccia provvigione di luce.

    Ogni anarchico è un propagandista egli soffre a tacere le convinzioni che lo animano e la sua più grande gioia consiste nell’esercitare intorno a lui, in ogni circostanza, I’ apostolato delle sue idee. Egli pensa di aver perduto la sua giornata se non ha niente imparato e niente insegnato, e tiene sì alto il culto del suo ideale, che osserva, paragona, riflette, studia sempre, tanto per avvicinarsi all’Ideale e rendersene degno, quanto per essere maggiormente in grado di esporlo e di farlo amare.

    E quest’uomo può essere un bruto insensato ? Un simile individuo può essere un crasso ignorante ?

    Menzogna I Calunnia !

    Umanità degli anarchici

    L’ opinione la più diffusa è che gli anarchici siano dei violenti, delle anime gonfie d’ odio. Ciò è, e non è.

    Gli anarchici sentono dell’odio ; essi sono vivaci e multipli, ma il loro odio non è che la conseguenza logica, necessaria, fatale del loro amore. Essi odiano la servitù, perchè hanno l’amore dell’indipendenza essi detestano il lavoro sfruttato, perchè amano il lavoro libero : essi combattono violentemente la menzogna, perchè difendono ardentemente la verità : essi esecrano l’ iniquità, perchè hanno il culto del giusto ; essi odiano la guerra, perchè combattono appassionatamente per la pace.

    Noi possiamo prolungare queste enumerazioni e dimostrare come tutto l’odio che gonfia il cuore degli Anarchici ha per causa I’ ardente attaccamento alle loro convinzioni, e che quest’odio è legittimo e fecondo, è virtuoso è sacro.

    Non siamo naturalmente odiatori ; siamo al contrario di cuore affettuoso e sensibile, di temperamento accessibile all’amicizia, all’amore, alla solidarietà, a tutto ciò che è di natura tendente ad avvicinare gl’individui.

    E non potremmo essere diversamente, poichè il più caro del nostro sogno e del nostro fine, è di sopprimere tutto ciò che solleva gli uomini in stato di guerra gli uni contro gli altri Proprietà, Governo, Chiesa, Militarismo, Polizia, Magistratura.

    Il nostro cuore sanguina e la nostra coscienza si rivolta dí fronte al contrasto della miseria e dell’opulenza. I nostri nervi vibrano e il nostro cervello in-sorge alla sola evocazione delle torture che subiscono quelli che, in tutti i paesi e a milioni, agonizzano nelle prigioni e nei bagni penali. La nostra sensibilità freme e tutto il nostro essere è preso da indignazione e da pietà al pensiero dei massacri, delle barbarie, delle atrocità che col sangue dei combattenti imbevono i campi di battaglia.

    Gli odiatori, sono i ricchi che fissano gli occhi al quadro dell’indigenza che li circonda di cui sono la causa ; sono i governanti che, ad occhio asciutto, ordinano i rnassacri ; sono gli esecra-bili profittatori che raccolgono le (ultime nel sangue e nel calmarne ; sono i cani di polizia che stringono le ma-nette ai polsi dei poveri diavoli : sono i magistrati che, senza indulgere con-dannano in nome della Legge e della Società, gli sventurati che sono vittime della Legge e della Società.

    Quanto all’accusa di violenti con cui si pretende di colpirci, basta, per farne giustizia, aprire gli occhi e constatare che, nel mondo attuale come nei secoli passati. la violenza governa, domina, broglia e assassina. Essa è la regola ipocritamente organizzata e sistematica di ogni governo. Essa si pratica e si afferma tutti i giorni sotto la veste dell’agente fiscale, del proprietario, del padrone, del gendarme, del carceriere, del boia, dell’ufficiale, tutti professionisti, sotto forme multiple, della Forza, della Violenza, della Brutalità.

    Gli Anarchici vogliono organizzare I’ accordo libero, I’ aiuto fraterno, l’intesa armoniosa. Ma essi sanno - per esperienza, per ragionamento e per storia - che non potranno edificare la loro volontà di Benessere e di Libertà per tutti che sulle rovine delle istituzioni costituite. Essi hanno coscienza che solo una Rivoluzione violenta avrà ragione delle resistenze dei dominanti e dei loro mercenari. La violenza di-viene così, per essi, una fatalità ; essi la subiscono, ma non la considerano che come una reazione resa necessaria dallo stato permanente di legittima di-fesa nel quale si trovano posti ad ogni momento i deseredati.

    La logica dell’anarchismo

    La tesi anarchica importa nella pratica alcune conseguenze che è indispensabile segnalare.

    Una rapida esposizione di questi coronari basterà a situare gli Anarchici in faccia a tutti gli altri aggruppamenti e a tutte le altre tesi, ed a precisare i tratti mediante i quali noi ci differenziamo da tutte le altre scuole filosofiche-sociali.

    Prima conseguenza — Colui che nega e combatte I’Autorità morale (la Religione), senza negare e combattere le altre non è un vero anarchico e, aggiungo, non è un anarchico integrale, poichè, sebbene nemico della Autorità morale, egli resta partigiano dell’Autorità politica ed economica.

    È lo stesso e per il medesimo motivo, di colui che nega e combatte la Proprietà, ma ammette e sostiene la legittimità e la bontà dello Stato e della Religione.

    È ancora lo stesso caso di colui che nega e combatte lo Stato, ma ammette e sostiene la Religione e la Proprietà. L’ Anarchico integrale condanna con la medesima convinzione e attacca con eguale ardore tutte le forme e le manifestazioni dell’Autorità, e si eleva con eguale vigore contro tutte le imposizioni che esse comportano.

    Dunque, in fatto come in diritto, l’Anarchismo è antireligioso, anticapitalista ed antistatale. Esso non risparmia, i suoi colpi, nè allo Stato, nè alla Proprietà, nè alla Religione ; ma vuole sopprimerli tutti e tre.

    Seconda conseguenza — Gli Anarchici non accordano alcuna efficacia ad un semplice cambiamento tra il personale che esercita l’Autorità. Essi considerano i governanti e i possidenti, i preti e i moralisti, uomini come gli altri, i quali, non sono per natura nè peggiori nè migliori dei comuni mortali e che, se essi imprigionano, uccidono, se vivono del lavoro altrui, se menticono, se insegnano una morale falsa e convenzionale, è perchè sono funzionalmente nella necessità di opprimere, sfruttare, mentire.

    Nella tragedia che si svolge, è la parte del Governo, qualunque esso sia, quella di opprimere, di fare la guerra, d’ imporle le imposte, di colpire quelli che urtano la legge e dì massacrare quelli che insorgono ; è il compito del capitalista, qualunque esso sia, quello di sfruttare il lavoro e di vivere da parassita ; è il compito del prete e del professore di morale, chiunque essi siano, di soffocare il pensiero, oscurare la coscienza e d’ incatenare la volontà.

    Perciò noi combattiamo tutti i ciarlatani, qualunque essi siano, dei partiti politici, nessuno escluso, che tendono i loro sforzi a persuadere le masse, di cui mendicano i suffragi, che tutto và male perchè essi non governano e che tutto andrebbe bene se essi governassero.

    Terza conseguenza — Risulta da ciò che precede che, sempre logici, noi siamo gli avversari dell’Autorità da esercitare pel medesimo titolo e nel medesimo grado che lo siamo dell’Autorità da seguire.

    Non volere obbedire, ma volere comandare, non significa essere anarchici, Rifiutarsi di lasciar sfruttare il proprio lavoro, ma consentire a sfruttare il lavoro altrui, non è essere anarchici. Il libertario si rifiuta di dare ordine nello stesso modo che si rifiuta di riceverne. Egli prova per la condizione di capo tanta repugnanza quanto per quella di subordinato. Non consente a sfruttare gli altri come non consente di essere sfruttato lui stesso. È ad eguale distanza dal padrone e dallo schiavo. Ma possiamo in pari tempo dichiarare che, a conti fatti, noi accordiamo a quelli che si rassegnano alla sottomissione le circostanze attenuanti le quali rifiutiamo formalmente a quelli che consentono a comandare polche i primi si trovano forzatamente nella necessità — è per essi, in certi casi, una questione di vita o di morte — di rinunciare alla rivolta, mentre che nessuno è nell’obbligo di ordinare, di esercitare funzioni di capo o di padrone.

    Quì emergono le opposizioni profonde, le distanze irriducibili che separano i gruppi anarchici da tutti i partiti politici che si dicono rivoluzionari o passano per tali. Poichè, dal primo all’ultimo, dal più bianco al più rosso, tutti i partiti politici non cercano che di scacciare dal Potere il partito che lo detiene per impadronirsene essi e diventare padroni a loro volta. Tutti sono partigiani dell’Autorità... alla condizione ch’essi stessi la detengano.

    Quarta conseguenza — Noi non vogliamo solamente abolire tutte le forme dell’Autorità, ma vogliamo ancora distruggerle tutte simultaneamente e proclamiamo che la distruzione totale e simultanea. è Indispensabile.

    Perchè ?

    Perchè tutte le forme dell’Autorità si collegano ; esse sono indissolubilmente legate le une alle altre. Esse sono complici e solidali. Lasciandone sussistere una sola significa favorire la resurrezione di tutte. Sventura alle generazioni, che non avranno il coraggio di andare fino alla totale estirpazione del germe viscido, del focolare d’ infezione I Esse vedranno prontamente riapparire le germinazione. Inoffensivi in principio, per non allarmare, impercettibili e quasi senza forza i germi si svilupperanno, si fortificheranno e allorche il male, sarà perfidamente e nell’ombra ingrandito, apparirà in piena luce, occorrerà ricominciar la lotta per sotterrarlo definitivamente.

    No l no ! non mezze misure, niente concessioni. Tutto o niente.

    La guerra è dichiarata tra i due principi che si disputano l’ impero del mondo : Autorità o Libertà. Il democraticismo sogna una conciliazione ; I’ esperienza ha dimostrato la stolta assurdità d’ una associazione tra questi due principii che si escludono.

    Bisogna scegliere. Soli, gli Anarchici si pronunciano in favore della Libertà. Essi sono contro il mondo intero.

    Non importa ! Vinceranno.

    Sébastien Faure

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    sources :

    Plusieurs couleurs de papier disponibles.







    [Grande fête de solidarité]

    notice :
    Image (fixe ; à 2 dimensions)
    [
    Grande fête de solidarité]. — Bruxelles = Brussels Bruxelles : SIA_ (Solidaridad internacional antifascista - Solidarité internationale antifasciste), . — 1 affiche (impr. photoméc.), coul. (une  : noir , papier de couleur ) ; x ×  cm.

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    notes :
    descriptif :


    [ texte ]

    texte :

    SIA

    Solidarité Internationale Antifasciste (asbl)

    Local : Aux deux bécasses, 40, rue au Beurre, Bruxelles

    Le dimanche 23 mars 1947, à 15 h précises

    dans la
    Grande Salle des Fêtes des Tramwaymen
    17, rue du Poinçon, Bruxelles

    Grande

    Fête de solidarité

    en faveur des œuvres de la SIA

    Au programme :
    Elsa Goetschalck, soprano
    Willy Jackont, basse chantante
    Claudine Franche, du Théâtre des Galeries
    Maruxina, danseuse classique
    Paquita Cuaetero, chanteuse espagnole
    Les Mandolinistes de Bruxelles
    Pianiste accompagnateur : René Jacop
    Le Spectacle sera présenté par Marcel Antoine

    Le Cercle philodramatique « Aurore » interprètera “Scrupule”

    Le spectacle sera suivi de Redoute

    [impr. … ?]


    sources :
     


    [La foire électorale est ouverte, choisissez votre trique]

    notice :
    Image (fixe ; à 2 dimensions)
    [
    La foire électorale est ouverte, choisissez votre trique]. — Toulon : la Voix libertaire (1947), . — 1 affiche (impr. photoméc.), coul. (une  : noir , papier de couleur ) ; 65 × 50 cm.

    • Affiches par pays  : France
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    • Géographie, géopolitique et Histoire  :
    • Noms cités (± liste positive)  : Voix libertaire (Toulon : 1947), La
    • Presse citée  :
    • Vie des mouvements  :
    notes :
    descriptif :


    [ texte ]

    texte :

    La foire électorale est ouverte, choisissez votre trique

    La Foire Électorale va commencer. Ou plutôt recommencer.

    Car on va « remettre ça ». Les gogos ne se lassent pas de voter comme d’aller à la messe. Ils croient toujours en Dieu ou en leur candidat. S’ils ne gagnent pas, ils paient ! ma foi, c’est toujours ça.

    La bêtise humaine est incommensurable et surtout, inusable. « Voyons, dit l’électeur, on m’a flanqué une volée avec cette trique ? Qu’on m’en flanque une autre. Attendez, je vais choisir moi-même. Une bonne trique douce comme le velours, qui sera un délice à chacun de ses coups ».

    Et l’inguérissable gogo choisit sa trique. Elle s’appelle le parti conservateur, radical, radical socialiste, le rassemblement des gauches, le rassemblement des droites, le rassemblement du centre, du demi-centre, du quart et du trois-quarts de centre, le parti socialiste, le parti communiste, le parti démocrate, chrétien. choisissez, choisissez, messieurs. Toutes ces triques sont là pour vous servir.

    Par qui voulez-vous être battus ? Il n’y a que l’embarras du choix. Ouailles électorales en quête d’un berger ! C’est vous qui paierez les impôts nouveaux les contributions directes et indirectes dont vos élus, de droite, de gauche et du centre, s’ingénient à vous abreuver.

    Prix des timbres ou prix du tabac, prix du pain ou prix du métro, prix du loyer ou du ciné, prix du théâtre ou des water, allez-y donc, messieurs les électeurs, vous en aurez toujours plus que vous en voudrez.

    Vos élus seraient sots de se gêner. Vous ne vous fatiguez pas d’aller mettre dons l’urne le petit bout de papier avec vos prières : « O Dieu de mon parti, mon candidat chéri, exauce ma prière, fais pleuvoir sur la terre, fais pousser les moissons, engraisser les cochons, répare » demeure, ou construits m’en sur l’heure, diminue les impôts, mets la poule en mon pot, assure le couvert, le vin et le dessert, et ton catéchumène dira toujours amen ! »

    L’élu de votre cœur ne fait pas pleuvoir, car on peut plutôt apparenter la nuée des conseillers et députés aux nuages de criquets contre lesquels on n’emploie pas, hélas ! de son empoisonné ; ils ne font pas pousser les moissons, engraisser les cochons, n’ayant pas encore trouvé de lois efficaces sur ce genre d’activité ; ils ne réparent ni ne construisent de demeures, car ils ne sont pas maçons ils ne diminuent pas les impôts, puisque leur rôle est d’en fabriquer toujours ; ils préfèrent manger la poule que la mettre en votre pot, mais ils vous laisseront les os dont ils auront, au préalable, ex trait jusqu’à la moelle.

    Et ça recommence, et ça continue, et ça recommence, et ça continue. Votez, votez, gogos ! c’est le mât de cocagne ! en France et en Bretagne la corne d’abondance versera la pitance.

    Car n’est-ce pas, s’il y a du blé, des pommes de terre, des betteraves, des poires, du raisin et du vin, des troupeaux, du charbon, on produit des tissus, des machines, des chaussures, des livres, c’est bien grâce aux candidats que vous avez élus ? Le paysan cesserait de labourer, de semer, de herser, de récolter, le mineur d’arracher le charbon, le métallo de travailler le fer s’il n’y avait pas d’élus pour leur donner l’exemple.

    Ça dure depuis trois-quarts de siècle. Et vous n’êtes pas fatigués. Cependant, soyons justes, il y a eu, aux dernières élections un nombre important d’abstentions. Pour ceux-là, le grand général a trouvé la formule : le Rassemblement Populaire Français. Car il est du peuple le général. Ce n’est pas une trique, c’est une gaule. Une gaule à faire tomber les poires. Il fonde le parti des antipartisans, la politique antipoliticienne, le parlement antiparlementaire. Sac au dos, et ça va barder. En avant, arche ! suivez le patriarche. Ou plutôt, suivez le guide. Sa houlette est la bonne. Voulez-vous en tâter ? Elle est délicieuse, et douce, et parfumée. Et vous êtes sauvés si vous votez pour lui.

    La France se relèvera. Vous n’aurez plus besoin de labourer la terre : les récoltes viendront, abondantes et dorées de par la grâce incantatoire de ses périodes oratoires. Vous n’aurez pas besoin de frapper sur le fer.

    Vous mangerez, grâce au grand Charles, tous les jours du saucisson d’Arles, et surtout, on vous diminuera les impôts, on réduira le coût de la vie. Et beefsteack ou rôti tous les jours vous aurez, et vous boirez du vin autant que vous voudrez. Comptez dessus. Et buvez de l’eau !

    Qui veut sa trique ou sa houlette ? Choisissez, choisissez, messieurs ! La Foire électorale est ouverte. Entrez donc, ça va commencer. Puisque vous n’en avez pas assez. Impôts, impôts, impôts, impôts ! Et puis du vent dans votre pot !

    La foire aux dindons
    Musique de G. Isabelli

    I
    L’autre jour, dans mon village,
    C’était la foire aux dindons…
    Tous ces oiseaux sur l’herbage
    Avaient de triples mentons.
    Ils devaient à leur mangeoire
    Un abdomen, de prélat…
    Mais les plus gros de la foire
    N’étaient pas ces dindons-là !
     
    II
    Dindons de toutes les tailles,
    Ils excitaient la fierté
    Des amateurs de volailles
    Qui les mettront eu pâté…
    Leur plume était verte et noire
    Et brillait d’un vif éclat ;
    Mais les plus beaux de la foire
    N’étaient pas ces dindons-là !
     
    III
    On les chargeait, en voiture
    Et, vendus au poids de l’or,
    Ils pataugeaient dans, l’ordure,
    Contents d’avoir un tel sort
    Dans la charrette à Grégoire,
    Ils se croyaient au Sénat…
    Mais les plus grands de la foire
    N’étaient pas ces dindons-là !
     
    IV
    Quand le soir vint sur la plaine,
    Marchant à pas de velours,
    La place fut longtemps pleine
    De cris gutturaux et lourds…
    Car, ivres de toujours boire
    Pour tel ou tel candidat,
    Au lieu de quitter la foire,
    Les plus dindons restaient là !

    Eugène Bizeau.

    Abstention - Abstention

    Cette affiche est éditée par La Voix libertaire. Elle doit être timbrée à 6 frs et rayée d’un trait de couleur. ★ Imprimerie D. Andreucci Toulon


    sources :

    Texte repris depuis Le Libertaire nº 92, d’après Bianco.







    [La tragique liste ne s’arrête pas là...]

    notice :
    Image (fixe ; à 2 dimensions)
    [
    La tragique liste ne s’arrête pas là...]. — [S.l.] : [s.n.], (ICC (Imprimerie Centrale du Croissant)). — 1 affiche (impr. photoméc.), coul. (une  : noir , papier jaune ) ; 42 × 27 cm.

    • Affiches par pays  :
    • Lieux d’archivages  : CIRA (Lausanne)
    • Liste des thèmes  : parti politique
    • Géographie, géopolitique et Histoire  : Espagne
    • Noms cités (± liste positive)  :
    • Presse citée  :
    • Vie des mouvements  : journal mural
    notes :
    descriptif :


    [ texte (journal mural) ]

    texte :

    La tragique liste ne s’arrête pas là...

    Des informations qui nous sont parvenues après la publication de ce résumé font état d’une nouvelle série de crimes commis par les franquistes.

    ENCORE HUIT FUSILLES A OCAÑA

    Les antifranquistes dont les noms suivent :
    Eugenio Parra Rubio, Manuel Villalobos Villamuelas, Rogelio Garcia, Pedro Martînez Magro, B. Calero Vàzquez, Daniel Elola Gômez, Luciano Arroyo Coblanque, Felix Gômez Casares,
    qui figurent sur le tableau ci-joint, des condamnés à mort, ont été assassinés dans le bagne d’Ocaña, le 21 août 1948. On ne l’a su à l’extérieur que le 10 septembre. Franco n’a osé publier avant cette date aucun communiqué sur le crime que ses hommes avaient commis dans le plus profond secret.

    Ceci fait craindre que le même danger, grave et imminent, ne pèse sur tous les autres antifranquistes espagnols condamnés à mort ou sur le point de l’être à la suite des pétitions fiscales de peine capitale dont ils sont l’objet.

    NOUVELLES PÉTITIONS DE PEINE DE MORT

    Le soi-disant « procès » contre José SATUE s’est ouvert à Madrid le 25 août. Il est inculpé d’avoir dirigé la réorganisation de l’Union Générale des Travailleurs Espagnols. Piétinant toutes les normes juridiques, le juge spécial militaire requiert contre lui la peine de mort. Compte tenu des méthodes fascistes utilisées par Franco — l’assassinat des huit antifranquistes sus-mentionnés en est une nouvelle preuve — il y a lieu d’affirmer que les plus graves dangers pèsent sur la vie de José Satué et de ses compagnons.

    ARRESTATIONS MASSIVES

    Ces derniers temps, la police franquiste a pratiqué, dans la Galice espagnole, des arrestations massives de citoyens, républicains ou simplement « suspects » de l’être. Parmi les détenus se trouvent :
    José Gômez Gayoso, instituteur ; Antonio Seoane, ouvrier ; Juan Romero Ramos, ouvrier ; José Bar trina, médecin ; José Ramôn Diaz, tailleur ; José Rodriguez Campos, ouvrier ; Juan Martînez, paysan.

    On compte également. parmi les détenus, quatre femmes :
    Maria Blâzquez, Clementina Gallego, Carmen Orozco et Josefina Gonzâlez Cudeiro.

    Tous ont été et sont soumis pur la police à de brutales torture. On éprouve de sérieuses craintes pour leur vie.

    ASSASSINES PAR LA « LOI DES ÉVASIONS » OU LES TORTURES

    Pendant ce temps, c’est-à-dire au cours des semaines qui se sont écoulées entre la publication du résumé ci-joint et le 1er octobre, de nouveaux crimes ont été commis par la Garde civile parmi les paysans.

    En voici une liste de ceux dont la nouvelle est parvenue à notre connaissance :

    Noms et circonstances Date Lieu
    Eugenio Rueda VEROZAN
    Arrêté sous l’inculpation d’aider les « guerrilleros ». Après être soumis à de brutales tortures, il fut sorti du cachot et assassiné par l’application de la « loi des évasions »
    2 septembre 1948 Coruña
    Manuel RODRIGUEZ
    Assassiné par la Garde Civile qui fit feu sans préavis sur un groupe de paysans qui rentraient de leurs travaux
    2 septembre Coruña
    Trois paysans
    Assassinés par la Garde Civile alors qu’ils rentraient de leurs champs
     5 septembre Lugo (province)
    Justino ISABEL et Florencio MARTIN
    Arrêtés sous l’inculpation d’aider les « guerrilleros ». Après être soumis à de brutales tortures, ils furent sortis du cachot et assassinés dans la campagne
     13 septembre  Ciudad Real (province)
    José NOSTEIRO
    Assassiné par la Garde Civile par l’application de la « loi des évasions » à cause de ses idées républicaines
     15 septembre  Tuiriz (Pontevedra)
    Antonio ARAGON
    Assassiné à cause de son hostilité au régime de Franco ; la « loi des évasions » fut appliquée contre lui
     15 septembre Alhaurin el Grande (Málaga)
    Deux paysans
    Assassinés par la Garde Civile sous prétexte qu’elle les soupçonnait d’aider les « guerrilleros »
    16 septembre Zalamea (Badajoz)
    Guillermo ALVAREZ et Julio PRADA
    Assassinés par la Garde Civile. Ils avaient été arrêtés sous l’inculpation d’aider les « guerrilleros »
     16 septembre  Puente dt-Domingo Florez (Leon)
    Manuel VELA
    Arrêté, il fut brutalement torturé jusqu’à la mort par la police ; son cadavre fut ensuite pendu au cachot du Commissariat pour simuler un suicide
     16 septembre  Santander
    Rafael QUEIADA et Antonio GOMEZ
    Arrêtés alors qu’ils travaillaient dans une ferme, sous l’inculpation d’aider les « guerrilleros » ; ils furent assassinés avant d’être arrivés au poste
     16 septembre  Adamuz (Cordoba)
    Fernando GALLEGO
    Accusé d’être en liaison avec les « guerrilleros », il était conduit au poste et fut assassiné en chemin
     18 septembre  Villanueva del Duque (Cordoba)
    Salvador Giménez GARCIA et Salvador Herrera RUEDA
    Assassinés par la Garde Civile qui appliqua contre eux la « loi des évasions » sous prétexte qu’ils étaient « suspects »
     22 septembre  Cartarna (Málaga)
    Leonardo GONZALEZ
    Assassiné par un caporal de la Garde Civile, nommé Morado Rico
     22 septembre  Horta (Lugo)
    Francisco Revilla MARTIN
    Arrêté sous l’inculpation d’aider les « guerrilleros ». Après de barbares tortures, les gardes le sortirent à la campagne pour faire soi-disant une « reconnaissance des campements des républicains », et l’assassinèrent
     23 septembre  Motilla del Palancar

    Edition de « MUNDO OBRERO ». — Paris, 7 octobre 1948.
    Le Directeur-Gérant : F. Fernandez-Lavin, 15, rue Montmartre, Paris (1er).

    ICC, 13, rue de la Grange-Batelière, Paris (9e)


    sources :

    Journal mural publié par le Parti communiste espagnol (PCE), liste de personnes assassinées et arrêtées par les franquistes.
    Mention de responsabilité : Mundo Obrero.








    [Aux « pue la sueur »]

    notice :
    Image (fixe ; à 2 dimensions)
    [
    Aux « pue la sueur »]. — Paris : CNT_ (France : ≤1993), [ca ]. — 1 affiche (impr. photoméc.), coul. (une  : rouge , papier blanc ) ; 50 × 33 cm.

    • Affiches par pays  : France
    • Lieux d’archivages  : IISG (Amsterdam)
    • Liste des thèmes  : syndicalisme : syndicalisme révolutionnaire
    • Géographie, géopolitique et Histoire  :
    • Noms cités (± liste positive)  :
    • Presse citée  : Combat syndicaliste (1947-....), le
    • Vie des mouvements  :
    notes :
    descriptif :


    [ texte ]

    texte :

    AIT — Confédération nationale du travail — AIT
    […]

    Aux “pue la sueur” (1)

    […]

    D’une part :
    La CGT, la CFTC, FO, la CGC, la CGSI,

    D’autre part :
    La Confédération nationale du travail […]

    […]

    […]

    La Confédération nationale du travail
    […]

    Augmentation massive du salaire des travailleurs de base : 25.000 francs par mois — dégressive ensuite — rien au sommet de l’échelon hiérarchique

    […]

    Syndicalistes révolutionnaires, contre tous les bellicistes, tous les exploiteurs, pour une société […] à la CNT.

    Lisez et diffusez son organe officiel “Le Combat syndicaliste”.

    La CNT

    […]


    sources :

    vers 1951-1957 ?





    [Offentligt diskussionsmöte, de aktuella pris- och lönefrågorna]

    notice :
    Image (fixe ; à 2 dimensions)
    [
    Offentligt diskussionsmöte, de aktuella pris- och lönefrågorna]. — Gävle ; Stockholm : SAC_ (Sverige arbaretares centralorganisation : 1910-....), (AB Federativ, Tryckeri (Stockholm)). — 1 affiche (impr. photoméc.), coul. (une  : noir , papier de couleur ) ; 58 × 33 cm.

    • Affiches par pays  : Suède
    • Lieux d’archivages  : CIRA (Lausanne)
    • Liste des thèmes  : économie (généralités)
    • Géographie, géopolitique et Histoire  :
    • Noms cités (± liste positive)  : Holm, Torsten
    • Presse citée  :
    • Vie des mouvements  : conférence, débat…
    notes :
    descriptif :


    [ text ]

    texte :

    Offentligt diskussionsmöte

    Ämne :

    De aktuella pris- och lönefrågorna

    Talare från SAC : Sekr. Torsten Holm, Gâvle

    i ………………}

    ‘‘………… dagen den …………… kl. ………

    Inflationen blir allt mera betungande. Prisstegringarna tilltar. Hårdast drabbas de små inkomsttagarna, den stora massan av arbetare. De löneförbättringar som genomfördes om-kring årsskiftet och senare, har redan visat sig alldeles otillräckliga och har "uppätits" av de pågående enorma prisstegringarna. Framtiden ter sig allt annat än ljus och det blir allt bekymmersammare för den stora massan av arbetare att kunna existera. Vad är att göra ? Vad är det som orsakat inflationen och hur skall denna kunna brytas ? Detta är frågor av omedelbar aktualitet för alla och envar, frågor omkring vilka dagens föredrag och efterföljande diskussion kommer att röra sig. Arbetare — och alla intresserade i övrigt — möt upp till diskussionsmötet och tag del av de för Eder alla så viktiga frågorna.

    Tryckeri AB Federativ — Stockholm 1951

    SAC:s Byggnadsindustridepartement


    sources :
     

    1951
    Affiche liée


    [Offentligt diskussionsmöte : organisationsfrihet eller monopol]

    notice :
    Image (fixe ; à 2 dimensions)
    [
    Offentligt diskussionsmöte : organisationsfrihet eller monopol]. — Gävle ; Stockholm : SAC_ (Sverige arbaretares centralorganisation : 1910-....), (AB Federativ, Tryckeri (Stockholm)). — 1 affiche (impr. photoméc.), coul. (une  : noir , papier orange ) ; 48 × 33 cm.

    • Affiches par pays  : Suède
    • Lieux d’archivages  : CIRA (Lausanne)
    • Liste des thèmes  : syndicalisme : syndicalisme révolutionnaire
    • Géographie, géopolitique et Histoire  :
    • Noms cités (± liste positive)  : Holm, Torsten
    • Presse citée  :
    • Vie des mouvements  : conférence, débat…
    notes :
    descriptif :


    [ text ]

    texte :

    Offentligt diskussionsmöte

    Ämne :

    Organisationsfrihet eller monopol

    Talare från SAC : Sekr. Torsten Holm, Gävle

    i ………………}

    ‘‘………… dagen den …………… kl. ………

    Trots att föreningsrätten är i lag tillförsäkrad varje svensk arbetare, blir det ändå allt trängre för arbetarnas organisationsfrihet och rätt att bestämma. Detta gäller såväl ifråga om LO-förbundens uppträdande gent emot SAC:s medlemmar som mot de egna medlemmarna, vilka genom vetorätten och de ytterligare centraliseringsåtgärder som nu planeras i form av "avtals- eller expertråd" vid sidan av LO-ledningen, förlorar de sista resterna av rätten att få bestämma. Det är ett farligt spel som pågår med de demokratiska fri- och rättigheter, som arbetarna genom årtiondens kamp lyckats uppnå. Sätt stopp för ytterligare avdemokratisering av fackföreningsrörelsen ! Slå vakt om rätten att själva få bestämma ! Arbetare inom byggnadsindustrin — och alla intresserade i övrigt — möt upp till diskussionsmötet och tag del av de för Eder alla så viktiga frågorna.

    Tryckeri AB Federativ — Stockholm 1951

    SAC:s Byggnadsindustridepartement


    sources :
     

    1951
    Affiche liée


















    [Vive l’Algérie libre]

    notice :
    Image (fixe ; à 2 dimensions)
    [
    Vive l’Algérie libre]. — Paris : FCL_ (Fédération communiste libertaire : 1953-1957), . — 1 affiche (impr. photoméc.), coul. (une  : noir , papier de couleur ) ; 80 × 59 cm.

    • Affiches par pays  : France
    • Lieux d’archivages  : FACL (Fonds d’archives communistes libertaires)
    • Liste des thèmes  : colonialisme  ; répression
    • Géographie, géopolitique et Histoire  : Algérie  ; guerres : Algérie : 1954-1962 *
    • Noms cités (± liste positive)  :
    • Presse citée  : Libertaire (1944-1956), le
    • Vie des mouvements  :
    notes :
    descriptif :


    [ texte ]

    texte :

    Vive l’Algérie libre !

    Une répression sauvage s’abat sur l’Algérie

    De nombreux travailleurs algériens sont surveillés ou arrêtés.

    Le LTLD et son journal “L’Algerie libre” sont interdits.

    Le Gouvernement Mendès-Mitterrand et la presse pourrie à gages couvrent d’injures et de calomnies les Résistants Algériens,

    À cette campagne de haine destinée à camoufler les menées colonialistes, nous répondons :

    Le terrorisme n’est pas un fait isolé, n’est pas provoqué par les émissions de la Radio du Caire.

    La révolte est la conséquence de 124 ans d’expropriations, de surexploitation, de répression, de massacres.

    Elle est le seul espoir des fellahs et ouvriers agricoles à 250 fr. par jour, des centaines de milliers de chômeurs, d’émigrés refluant vers les bidonvilles, s’engageant dans une lutte à mort pour l’indépendance, c’est-à-dire contre le colonialisme exploiteur.

    Tous unis, malgré les mensonges des uns et le silence des autres (les grands partis dits ouvriers), nous manifesterons notre solidarité avec les travailleurs algériens et nous exigeons :

    le retrait du contingent et de toutes les troupes d’Afrique du Nord.
    Nous ne voulons pus une nouvelle queue d’Indochine, nous ne voulons pas que nos fils et nos frères sous l’uniforme soient transformés en “chasseurs de fellaghas”

    la levée de l’interdiction du MTLD et de son journal “L’Algérie libre”.

    la libération de Messali Hadj et de tous les militants du MTLD.

    En avant contre le colonialisme avec l’Internationale Communiste Libertaire

    La Fédération communiste libertaire

    Chaque jeudi, tu lis le Libertaire en vente chez ton marchand de journaux. Jeudi prochain 11 novembre, tu liras notre numéro consacré à l’Algérie. - Adhère à la FCL, 145, quai de Valmy, Paris (10e)

    [marque syndicale d’imprimerie] Imp. St-Denis - 56, fb St-Denis, Paris-Xe


    sources :

    Affiche de novembre 1954. Elle fut saisi le 11 novembre 1954 ainsi que le journal Le Libertaire (FCL) de même date.

    http://www.museehistoirevivante.fr/collections/fonds-d-archives/le-fonds-d-archives-communistes-libertaires-facl



    [Plus de guerres ! Les chefs d’Etat déclarent les guerres. Mais ce sont les Peuples qui doivent se battre]

    notice :
    Image (fixe ; à 2 dimensions)
    [
    Plus de guerres ! Les chefs d’Etat déclarent les guerres. Mais ce sont les Peuples qui doivent se battre]. — Auberville : CNRGO (Comité national de résistance à la guerre et à l’oppression : 1951-1961), [ca ]. — 1 affiche (impr. photoméc.), coul. (une  : bleu , papier blanc ) ; 65 × 50 cm.

    • Affiches par pays  : France
    • Lieux d’archivages  : CIRA (Lausanne)
    • Liste des thèmes  : pacifisme
    • Géographie, géopolitique et Histoire  :
    • Noms cités (± liste positive)  : Bauchet, Émile (1889-1973)
    • Presse citée  : Voie de la paix (1951-1973), la
    • Vie des mouvements  :
    notes :
    descriptif :


    [ texte ]

    texte :

    Plus de guerres !

    Les chefs d’État déclarent les guerres.

    Mais ce sont les peuples qui doivent se battre.

    Or les peuples ne veulent plus se laisser envoyer à la mort pour les intérêts des spéculateurs qui dirigent l’opinion publique et tirent profit des angoisses et des deuils.

    Les efforts (hypocrites ou sincères) des gouvernements sont incapables d’empêcher les guerres.

    C’est aux peuples eux-mêmes qu’il appartient d’intervenir et d’imposer la paix au monde.

    Il s’agit d’œuvrer pour mettre enfin, solennellement, la guerre hors la loi par l’inscription dans la Charte de l’ONU et dans la législation de chaque pays, d’une clause interdisant tout recours à la mobilisation et à la guerre.

    Et tant que ce principe ne sera pas devenu la loi des nations Unies, il faut contester à chaque État le droit de décider de la mobilisation générale ou partielle et de recourir à la guerre, sans consultation préalable du peuple au moyen d’un referendum placé sous le contrôle des organisations pacifistes.

    Tous les hommes et toutes les femmes peuvent participer à cette action : par voie de presse, par tracts et affiches, par motions votées au cours de réunions, meetings, manifestations, par lettres ouvertes ou privées adressées aux représentants du pays, par pétitions, délégations et participations actives au cours des campagnes électorales, la volonté des futures victimes de la guerre doit s’exprimer, nette, catégorique, impérative.

    Aux élites d’entraîner le peuple. :
    Pour le libérer de l’angoisse mortelle de la guerre !
    Pour lui rendre la maîtrise de ses destinées !
    Pour lui permettre de construire une paix définitive !
    Pour supprimer les budgets de guerre, source de misère !
    Pour sauver la liberté et faire triompher la justice !

    Que tous ceux qui sont d’accord pour que s’organise rapidement (en pleine indépendance et sans aucune adhésion aux grands blocs qui s’affrontent) une vigoureuse campagne dans tous le pays sur la seule base sus-indiquée se hâtent de répondre : présents !

    Le Comité nationale de résistance à la guerre et à l’oppression.

    Lecteurs, si vous approuvez notre effort, aidez-nous de vos dons.
    Nous ne sommes, hélas, riches que ne volonté et de confiance en la raison des hommes…

    Rejoignez le CNRGO. Siège sociale à Auberville-sur-Mer (Calvados) - Adhésion 500 francs par an ou abonnez-vous à son organe La Voie de la paix (abonnement annuel 300 fr.)

    Tous envois de fonds à Émile Bauchet, Auberville-sur-Mer (Calvados) - CCP Rouen : 1277-90


    sources :

    Comité national de résistance à la guerre et à l’oppression (CNRGO).








    [Alerte aux travailleurs : On ne défend pas la liberté en la supprimant]

    notice :
    Image (fixe ; à 2 dimensions)
    [
    Alerte aux travailleurs : On ne défend pas la liberté en la supprimant]. — Paris : FA__ [2] (Fédération anarchiste : 1953-....), . — 1 affiche (impr. photoméc.), coul. (une  : noir , papier de couleur ) ; 44 × 31 cm.

    • Affiches par pays  : France
    • Lieux d’archivages  : CIRA (Lausanne)
    • Liste des thèmes  : liberté
    • Géographie, géopolitique et Histoire  : Algérie
    • Noms cités (± liste positive)  :
    • Presse citée  :
    • Vie des mouvements  :
    notes :
    descriptif :


    papier vert, jaune ou rouge

    [ texte sur le putsch de 1958 qui ramène de Gaulle au pouvoir ]

    texte :

    Alerte aux travailleurs

    L’agression des militaires contre les libertés menace les conquêtes du monde du travail.

    Les bandes fascistes tentent de relever la tête.

    Le gouvernement, écartelé entre les intérêts multiples et contradictoires, vient de faire décréter par la chambre une loi d’exception.

    On ne défend pas la liberté en la supprimant

    On ne défend pas la liberté avec les responsables de la guerre d’Algérie.

    On ne défend pas la liberté à l’aide de combines parlementaires.

    C’est à l’usine, dans la rue, serrés autour des organisations révolutionnaires que le peuple de France matera la rébellion militaire, mettra fin à la guerre d’Algérie et associera les libertés conquises par les travailleurs.

    Le Comité d’Action Révolutionnaire, 3 rue Ternaux — Paris XIe

    Le Comité d’action révolutionnaire est composé des organisations suivantes

    Fédération anarchiste — Parti communiste internationaliste (trotskyste) — Syndicat des charpentiers en fer (CGT) — Comité de liaison pour la démocratie ouvrière. Prenez contact avec le Comité d’action révolutionnaire. Adhérez à sa proclamation !

    Société d’Exploitation de l’imprimerie A. Davy, 53, rue de la Procession, Paris-15e


    sources :

    Plusieurs couleurs de papier sont utilisées (jaune et rouge, au moins). Tirage à 3000 exemplaires vers le 15 mai 1958.