photocop.

 

 
 

Affichage par année

857 affiches :

 








    [Lorenzo Kom’Boa Ervin speaks on Community self defense against racism & State oppression]

    notice :
    Image (fixe ; à 2 dimensions)
    [
    Lorenzo Kom’Boa Ervin speaks on Community self defense against racism & State oppression]. — London Londres : Anarchist Communist Federation (ACF) : Class War Federation ; [et al.], [ ?]. — 1 affiche (photocop. ) : n. et b. ; 42 × 30 cm.

    • Affiches par pays  : Grande-Bretagne / Royaume-Uni
    • Lieux d’archivages  :
    • Liste des thèmes  : violence
    • Géographie, géopolitique et Histoire  :
    • Noms cités (± liste positive)  : Ervin, Lorenzo Korn’ boa (1947-....)
    • Presse citée  :
    • Vie des mouvements  : conférence, débat…
    notes :
    descriptif :


    text

    photo (armed man)

    texte :

    From the USA on A Z - Week National Tour

    ex-Black Panther Lorenzo Kom’Boa Ervin

    speaks on

    Community self defence against racism & State oppression

    Other speakers :
    George Silcott - brother of Winston Silcott / Amanda - Movement for Justice

    Speakers also invited from :
    Colin Roach Centre, Independent Panther, Friends of Move, Newham Monitoring Project

    Lorenzo Kom’Boa Ervin, an active member of the Black Panther Party in 1960’s was forced to flee the FBI’s Cointelpro Shoot-to-kill policy against him and many others. Hijacking a plane, he escaped to Cuba and was later deported back to the US where, at the age of 20, he was framed for attempted murder of a KKK leader, and given 2 life sentences by a racist southern State court.

    His subsequent prison writings - published by organisations who campaigned for and won his release - have been circulated worldwide. He is now active in the National Federation of Community Partisans, a group of anti-authoritarian black radicals, and has toured speaking to thousands of black Americans about self-organisation and resistance.

    Venue : Autonomous Refugee Centre
    Old Magistrate Court - 82 Stoke Newington Road - Hackney, N16
    Time : 2.00pm - Saturday, 17th Feb.

    Meeting sponsored by :
    Anarchist Communist Federation, Class War Federation, Solidarity Federation, Turkish & Kurdish 5th May Group, Inkar ve Tahrip, Haringey Solidarity Group.


    sources :

    Saturday, 17th Feb. 1996 or 2001 or 2007 ?



    [Lugano : No alle barbarie militari ; settimana antimilitarista]

    notice :
    Image (fixe ; à 2 dimensions)
    [
    Lugano : No alle barbarie militari ; settimana antimilitarista]. — Lugano : Circolo Carlo Vanza : CSOA Il Molino (Lugano) : No Border : Voce libertaria ; [et al.], . — 1 affiche (photocop. ) : n. et b. ; 42 × 30 cm.

    • Affiches par pays  : Suisse
    • Lieux d’archivages  : CIRA (Lausanne)
    • Liste des thèmes  : antimilitarisme  ; art : cinéma  ; art : musique  ; économie : mondialisation
    • Géographie, géopolitique et Histoire  : États-Unis  ; Palestine
    • Noms cités (± liste positive)  : Lokarno Autogestita  ; Spakkabelli
    • Presse citée  : Voce libertaria (Caslano)
    • Vie des mouvements  :
    notes :
    descriptif :


    [ texte (programme de la semaine antimilitariste à Lugano) ; photo (dessin de plomb) ; roue d’engrenage ]

    texte :

    Lugano : No alle barbarie militari - Settimana antimilitarista

    Appello del CPE - Collettivo Precari Esistenziali - precario.esistenziale@indivia.net

    "… Difesa di cosa ? In difesa della Svizzera in caso di invasione ? Chi ci crede più ! In realtà siete VOI...voi che con i vostri Stati e i vostri eserciti, con i vostri sistemi cannibali affamate la metà del pianeta, opprimete milioni di persone di ogni parte della terra, praticate moderne forme di schiavitù nelle vostre fabbriche inquinanti e velenose, sottraete la terra ai contadini, create nuove categorie di cittadini... i senza. Senza terra, senza lavoro, senza educazione, senza casa, senza diritti, senza documenti, senza cure... Voi, che in nome del profitto distruggete il pianeta, voi che elemosinate i diritti dei popoli… ebbene, noi diciamo che… siete voi i veri terroristi dai quali la popolazione deve difendersi…" (Libero pensatore anonimo)

    A quasi vent’anni dalla fine della guerra fredda, in un’epoca di guerra globale permanente, il nuovo esercito svizzero sente il bisogno di giustificare la propria esistenza con dispendiose operazioni pubblicitarie. In novembre a Lugano, accanto all’arrogante e orgoglioso rombo di aerei e mezzi militari di vario genere potremo „gustare” le note delle bande(11e) musicali dell’esercito. La guerra, oltre che pace - come in 1984 di Orwell - è anche musica…

    Durante questa cinque-giorni di inneggiamento alla patria e alla sicurezza, di osannamento al rispetto per la gerarchia e l’autorità, ci sarà anche chi, attraverso delle azioni, delle conferenze e dei momenti di scambio, proporrà un’opposizione etica e politica all’istituzione militare.

    L’esercito svizzero del XXI secolo moltiplica gli impieghi per l’ordine interno. Già invocato a difesa delle frontiere contro l’esodo di migranti in fuga da guerre e miseria, decine di migliaia di militari sono mobilitati per proteggere le riunioni dei padroni del mondo come si è visto anche al G8 di Évian o al WEF di Davos. La militarizzazione di compiti civili è un pericolo per qualsiasi democrazia. Significa che chi manifesta opposizione all’interno del paese va affrontato come un nemico. In questo senso l’esercito serve per fomentare la paura nella società. La paura del terrorista, del facinoroso, del migrante o di qualsiasi altro spettro. Tutto deve essere controllato provocando (scatenando/incutendo) insicurezza tra la gente, giustificando così l’esistenza di un apparato di difesa.

    Anche le operazioni di "sostegno alla pace" all’estero, per le quali il parlamento ha appena votato il raddoppio degli effettivi, non rispondono alle necessità di una politica globale di pace, ma al bisogno di rilegittimazione dell’esercito. Un mondo che spende ogni anno migliaia di miliardi di dollari (solo nel 2006 i miliardi spesi sono stati 1.204 ! - la metà negli USA - secondo l’istituto di ricerche internazionali sulla pace di Stoccolma) per armi ed eserciti non ha proprio bisogno di un contributo militare svizzero. Perché la Svizzera esporta armi ? Perché collabora, fra gli altri, con l’esercito e le industrie militari israeliani invece di fare pressione su Israele per far rispettare il diritto internazionale e i diritti umani dei Palestinesi ?

    L’esercito, da quando è stato creato, ha ostacolato l’emancipazione umana, è intervenuto per difendere gli interessi della classe degli abbienti, ha sempre stroncato le agitazioni e i moti di chi chiedeva più dignità, come a Ginevra nel novembre del 1932 quando sparò su manifestanti antifascisti disarmati facendo 13 morti e 65 feriti. L’esercito difende anche il diritto di imporre e comandare, di attuare una politica venduta come inevitabile che porta ad accettare anche le cose più ignobili e assurde quali la guerra, la violenza, le torture fisiche e psicologiche. In Svizzera quest’istituzione brucia 7-8 miliardi di franchi ogni anno per mantenere degli strumenti di morte che siamo costretti a sponsorizzare. L’esercito, organizzazione inquinante/inquietante e maschilista, propone guerra, odio e disprezzo per l’intera umanità.

    In questa settimana antimilitarista condivideremo vari momenti e situazioni : a partire da chi si oppone all’allargamento della base militare di Vicenza e/o alla costruzione della fabbrica che assemblerà gli aerei F35 in provincia di Novara, a coloro che denunciano la militarizzazione e la costruzione del muro sulla frontiera tra Messico e USA, fino a chi da sempre lotta in Svizzera per l’abolizione dell’esercito.

    Per questi motivi, noi antimilitaristi e internazionalisti che condividiamo gli ideali di solidarietà, di uguaglianza e giustizia sociale, di libertà, e di pace non armata, né esportata, vi invitiamo a boicottare le manifestazioni di propaganda bellica previste a Lugano e a partecipare alle attività antimilitariste in programma dal 20 al 25 novembre.

    Lugano non è una zona di guerra !!
    Contro le armate e il nazionalismo agire ! disobbedire !

    Aderiscono all’appello :
    AntiWTO Ticino, Audio Resistence, Circolo Carlo Vanza, Collettivo Zapatista, CSOA il Molino, Diaspro, Esercito dei Clown, Giovani MPS, Gioventù Comunista, Gruppo per una Svizzera Senza esercito, Katjusha, Lokarno autogestita, Movimento dei Senza Voce, MPS, NoBorder, Nodo Solidale, Partito Comunista, PMLI cellula di Rivera, Sindacato SISA, Spakkabelli, Ufficio Svizzero Accoglienza Profughi, Voce libertaria
    (elenco delle adesioni aggiornato sul sito)

    Guarda il programma della settimana antimilitarista su :
    www.ecn.org/molino - info e adesioni : precario.esistenziale@indivia.net
    Domenica 25 novembre :
    pranzo antimilitarista e pomeriggio di azione e disturbo, info seguiranno


    sources :
     

    2007
    Affiche liée


    [No alle barbarie militari : il programma della settimana antimilitarista]

    notice :
    Image (fixe ; à 2 dimensions)
    [
    No alle barbarie militari : il programma della settimana antimilitarista]. — Lugano : Circolo Carlo Vanza : CSOA Il Molino (Lugano) : No Border : Voce libertaria ; [et al.], . — 1 affiche (photocop. ) : n. et b. ; 42 × 30 cm.

    • Affiches par pays  : Suisse
    • Lieux d’archivages  : CIRA (Lausanne)
    • Liste des thèmes  : antimilitarisme  ; armement  ; art : cinéma  ; art : musique
    • Géographie, géopolitique et Histoire  : États-Unis  ; Mexique
    • Noms cités (± liste positive)  : Buzzi, Luca  ; Julie rocks U  ; Lokarno Autogestita  ; Schnebli, Tobia  ; Spakkabelli  ; Zeiger, David
    • Presse citée  : Voce libertaria (Caslano)
    • Vie des mouvements  :
    notes :
    descriptif :


    [ texte (programme de la semaine antimilitariste à Lugano) ; photo (dessin de plomb) ; roues d’engrenage ]

    texte :

    20-25 novembre 2007, l’esercito a Lugano

    No alle barbarie militari

    il CPE - Collettivo Precari Esistenziali presenta

    il programma della settimana antimilitarista

    • Martedì 20 novembre
    20’30 | Antimilitarismo e pacifismo in Svizzera, dalla guerra fredda a oggi
    Il Gruppo per una Svizzera senza esercito e il Gruppo ticinese per il servizio civile compiono rispettivamente 25 e 30 anni di attività. Cosa ci hanno portato le lotte del passato recente ? Quali le prossime iniziative ? Discussione con Tobia Schnebli e Luca Buzzi, due attivisti di queste organizzazioni. | www.gssa.ch - www.serviziocivile.ch

    • Mercoledì 21 novembre
    18’00 | "Aperò, non bombe" con i Diaspro
    Le canzoni sono alla base delle storie di vita. Dal pop al folk, dalle ballate al R/n’blued e come la musica anche i testi cambiano colore… | diaspro.blogspot.com

    • Giovedì 22 novembre
    20’30 | Proiezione del film : Sir ! No Sir !
    Il documentario di David Zeiger (distribuito da Carta) ha il merito di farci conoscere una pagina del movimento contro la guerra nel Vietnam pressoché sconosciuta : la resistenza di coloro che l’hanno combattuta, la storia della loro opposizione è in gran parte ignota. | www.sirnosir.com

    • Venerdì 23 novembre
    20’30 | Antimilitarismo : uno sguardo sulle realtà attorno a noi
    Saranno presenti alcuni militanti dai presidi contro la base USA "No dal Molin" di Vicenza, dal coordinamento unitario contro Aviano 2000 e dal coordinamento di Novara contro gli F35. | www.nodalmolin.it - www.nof35.org - cuca2000.noblogs.org
    23’00 | Concerto dei Julie rocks U
    Frenetica ed efficace la musica di questo trio che viene da La Chaux-de Fonds. Rock, pop, influenzato da suoni che vanno dai Led Zeppelin ai Rage Against the Machine.

    • Sabato 24 novembre
    13’00 | Laboratorio della Clown Army
    Come ci si arruola nelle truppe dell’esercito dei Clown ? Strategie, tecniche di guerriglia, travestimenti, teoria e pratica. Indispensabile per partecipare alle azioni.
    20’30 | Nodo solidale Presentazione del progetto di base d’appoggio alla resistenza globale. Un percorso indipendente di cooperazione dal basso con le realtà antiautoritarie in lotta nel Messico e resoconto no border camp alla frontiera Messico-USA. | www.autistici.org/nodosolidale - www.noborder.org
    23’00 | Audio resistance
    Libera diffusione di musica fuori dai circuiti commerciali | www.autistici.org/audioresistance

    • Domenica 25 novembre :
    12’30 | Pranzo antimilitarista
    segue | Pomeriggio di azione e disturbo
    Maggiori informazioni e luogo di ritrovo seguiranno sul sito e su www.indymedia.ch

    Aderiscono all’appello :
    AntiWTO Ticino, Audio Resistence, Circolo Carlo Vanza, Collettivo Zapatista, CSOA il Molino, Diaspro, Esercito dei Clown, Giovani MPS, Gioventù Comunista, Gruppo per una Svizzera Senza esercito, Katjusha, Lokarno autogestita, Movimento dei Senza Voce, MPS, NoBorder, Nodo Solidale, Partito Comunista, PMLI cellula di Rivera, Sindacato SISA, Spakkabelli, Ufficio Svizzero Accoglienza Profughi, Voce libertaria
    (elenco delle adesioni aggiornato sul sito)

    www.ecn.org/molino

    Se non divesamente indicato, l’appuntamento è al CSOA il Molino di Lugano (viale Cassarate 8), ogni sera alle 19’30 avrà luogo una cena antimilitarista a prezzi popolari. Entrata libera per i momenti controinformativi e le proiezioni dei film. Per i concerti è richiesto un contribuo di fr : 5 - Maggiori informazioni e contatti : www.ecn.org/molino · precario esistenziale@indivia.net · 091 942 12 21


    sources :
     

    2007
    Affiche liée



    [Pour le soutien aux sans-papiers, contre la pénalisation de la solidarité]

    notice :
    Image (fixe ; à 2 dimensions)
    [
    Pour le soutien aux sans-papiers, contre la pénalisation de la solidarité]. — Aix-en-Provence ; Marseille : AL__ (Alternative libertaire : 1991-2019) : CNT_F (France : ≥1993) ; [et al.], . — 1 affiche (photocop. ) : n. et b. ; [30 ?] × [21 ?] cm.

    • Affiches par pays  : France
    • Lieux d’archivages  :
    • Liste des thèmes  : contrôle social  ; éducation  ; émigration et immigration  ; procès  ; solidarité
    • Géographie, géopolitique et Histoire  :
    • Noms cités (± liste positive)  :
    • Presse citée  :
    • Vie des mouvements  : soutien à militants …
    notes :
    descriptif :
    Symbole(s) utilisé(s) :

    [ texte ; dessin (mains serrées autour de barreaux de prison) ]

    texte :

    Instituteur et militant du RESF, Florimond Guimard risque 45 000 € d’amende et 3 ans de prison pour s’être opposé pacifiquement } — avec 200 autres — à l’expulsion d’un père de famille sans-papiers à l’aéroport de Marignane.
    Il est convoqué devant le tribunal correctionnel d’Aix le 22 octobre…

    une semaine d’action

    Pour le soutien aux sans-papiers, contre la pénalisation de la solidarité

    avec le Réseau Éducation Sans Frontière

    La solidarité n’est pas un délit — La solidarité n’est pas un délit — La solidarité n’est pas un délit —La solidarité n’est pas un délit

    Samedi 20 oct. — Marseille - Porte d’Aix - 15 h
    Manifestation unitaire « Journée de solidarité avec les étrangers », dans le cadre de la mobilisation nationale UCIJ (UniEs Contre une Immigration Jetable)

    Dimanche 21 oct. — Marseille - Parc F. Billoux (248, rue de Lyon, 15e)
    Rencontre - débat, 14 h 30, « Contre la pénalisation des actions citoyennes », suivi d’un goûter en musique

    Lundi 22 oct. — Aix - La Rotonde - 12 h

    Manifestation

    Veille citoyenne devant le tribunal (40, bd Carnot), de 14 h jusqu’à la fin de l’audience

    Retrouvez le programme complet sur http://www.educationsansfrontiere.org/redf13
    Aix solidarité, Article 13, ASTI Aix, ATTAC, ATMF, Ballon Rouge, CIMADE, FCPE, Femmes en noir, LDH, Mille Babords, MRAP, RESF, UCIJ, UJFP, Intersyndicale Éducation des BDR (FSU-CGT-CFDT-FO-UNSA-SUD), SDEN CGT, CNT, FSU SDU, SNEP, FSU SNUIPP, SNES FSU, SGEN CFDT, Solidaires, Sud Santé Sociaux, Sud STSF, Sud Éduc, UDAS, UD CGT, UD CFDT, AL, Resister, LCR, PCF, Collectifs Unitaires Anilibéraux du 13, Les Verts, LO, …


    sources :

    https://web.archive.org/web/20071025093605/http://www.cnt-f.org/fte/IMG/pdf/Affiche20octa.pdf



    [Rafles dans nos quartiers]

    notice :
    Image (fixe ; à 2 dimensions)
    [
    Rafles dans nos quartiers]. — Paris : [s.n.], . — 1 affiche (photocop. ) : n. et b. ; 30 × 21 cm.

    • Affiches par pays  : France
    • Lieux d’archivages  :
    • Liste des thèmes  : émigration et immigration  ; répression
    • Géographie, géopolitique et Histoire  :
    • Noms cités (± liste positive)  :
    • Presse citée  : Non fides (2007-2009-....)
    • Vie des mouvements  :
    notes :
    descriptif :


    [ texte (avec lettrines reprenant le mot « RAFLES ») ]

    texte :

    Rafles dans nos quartiers

    Rafles de sans papiers qui passent inaperçues tant nous sommes habitués à l’occupation policière permanente de nos rues
    — Repérer ce type de contrôle d’identité pour s’y opposer

    Arrestations massives opérées à l’improviste dans des quartiers ciblés Magenta, Stalingrad, Barbés, Quai de la gare, Belleville…
    — Appeler des amis, constituer des réseaux téléphoniques

    Flics en petits groupes en uniformes et en civil, qui contrôlent dans la rue, dans les cafés, les couloirs et les sorties de métro
    — Faire rebrousser chemin discrètement aux gens menacés

    Longueur de l’opération : de 30 minutes à 3 heures les cars stationnés non loin sont remplis jusqu’à ce que le quota du jour soit atteint
    — Limiter ainsi le nombre d’arrêtés donc d’expulsions

    Enfermement en centre de rétention puis expulsion des personnes arrêtées une cinquantaine environ
    — Expliquer ces rafles et les rendre visibles aux veux de tous

    Sabotons la machine à expulser !


    sources :

    Affiche diffusée sur http://www.non-fides.fr/?Rafles-dans-nos-quartiers : « Trouvé sous forme de tract, auto-collants et affiches dans plusieurs villes depuis 2007/2008 » (16 novembre 2007).



    [Reclaim the radical spirit of the Eureka Rebellion]

    notice :
    Image (fixe ; à 2 dimensions)
    [
    Reclaim the radical spirit of the Eureka Rebellion]. — Melbourne : Anarchist Media Institute, . — 1 affiche (photocop. ), coul. (quadri ) ; 42 × 30 cm.

    • Affiches par pays  : Australie
    • Lieux d’archivages  : CIRA (Lausanne)
    • Liste des thèmes  : histoire  ; luttes ouvrières
    • Géographie, géopolitique et Histoire  :
    • Noms cités (± liste positive)  :
    • Presse citée  :
    • Vie des mouvements  : anniversaire, commémoration
    notes :
    descriptif :


    [ texte (noir, rouge et bleu : programme de la commémoration anarchiste de la rébellion de 1854) ; vieilles photos de groupes (aux 4 coins du texte principal) ; photo (drapeau des mineurs — bleu à Croix du Sud d’argent — criblé de balles ?) ]

    texte :

    Reclaim the radical spirit of the Eureka Rebellion

    "We swear by the Southern Cross to stand truly by each other and fight to defend our rights and liberties" Eureka Oath November 1854

    Reclaim your history use that history to change the future

    4am to 4pm
    Monday 3rd December 4am
    53rd anniversary celebrations
    at Eureka Stockade Site
    Corner Stawell and Eureka Streets Ballarat

    Celebrate the important elements of the Eureka Rebellion
    • Direct Democracy • Direct Action • Solidarity • Internationalism

    join us at Eureka Park / (cnr Stawell & Eureka St. Ballarat) — Aam to 4pm, Monday 3rd December 2007

    4.00am - Dawn Ceremony-Eureka Park at the Eureka Memorial
    6.00am - Breakfast Eureka Park (bring your own food & diners).
    10.00am - March from Eureka Park to Bakery Hill to re-affirm the Eureka Oath.
    10.30am - Presentation Eureka Australia Day medals at Bakery Hill.
    11.30am - Walk to Old Ballarat Cemetery to pay our respects to all those who died in the Eureka battle who are buried at the Old Ballarat Cemetery.
    12.30pm - Walk back to Eureka Park through the centre of Ballarat.
    1.30pm - Late lunch & conversation at Eureka Park (bring your own food & diners).

    join us

    Celebrate the past by reclaiming the present.

    Anarchist Media Institute

    An Anarchist Society is a voluntary non-hierarchical society based on the creation of social and political structures which allow all people equal decision making power and equal access to society’s wealth.

    P. 0. Box 20, Parkville. Vic 3052 Australia - Telephone : (03) 8508 9856 - (24 hr Message Centre) Internet : http://anarchistmedia.org Email : anarchistage@yahoo.com

    ** Anarchist World This Week Radio Program on the internet http:www.3cr.org.au **
    ** Join Direct Democracy Not Parliamentary Rule - www.rulebythepeople.org Email : supporters@rulebythepeople.org **
    ** Sign the Sedition Charter - www.seditioncharter.org Email : signthe@seditioncharter.org "*

    Get the full Eureka Rebellion story online at www.takver.com/history/eureka.htm

    Photocopy this poster and pass it on to other interested people


    sources :
     







    [Strollad Lochu]

    notice :
    Image (fixe ; à 2 dimensions)
    [
    Strollad Lochu]. — Brest : Comité Brestois de la CBIL (strollad Lochu), [ca ]. — 1 affiche (photocop. ) : n. et b. ; 30 × 42 cm.

    • Affiches par pays  : France
    • Lieux d’archivages  :
    • Liste des thèmes  : délégation de pouvoir (élections)
    • Géographie, géopolitique et Histoire  :
    • Noms cités (± liste positive)  :
    • Presse citée  :
    • Vie des mouvements  :
    notes :
    descriptif :
    Symbole(s) utilisé(s) :

    dessin (deux cosmonautes-archéologues autour d’une urne électorale, près d’une fusée type Hergé « Objectif Lune » sur un satellite)

    texte :

    — Bon dieu, John !… Mais qu’est-ce que c’est ? … Et à quoi ça peut bien servir ?…
    — Et bien, Mike !… Selon mon portable, c’est un piège à pigeons !!
    — Fascinant !
    — … Aussi appelé un attrape-couillons !
    — Ouf !!
    — Ou bien urne électorale !
    — … Daté fin du 2ème millénaire !


    StrollⒶd Lochu
    Strollad Lochu@no-log.org


    sources :
     



    [Widerstand verwahren ? Nix da !]

    notice :
    Image (fixe ; à 2 dimensions)
    [
    Widerstand verwahren ? Nix da !]. — Zürich Zurich : [s.n.], . — 1 affiche (photocop. ), coul. (trois ) ; 30 × 42 cm.

    • Affiches par pays  : Suisse
    • Lieux d’archivages  : CIRA (Lausanne)
    • Liste des thèmes  : prison  ; procès
    • Géographie, géopolitique et Histoire  :
    • Noms cités (± liste positive)  : Camenisch, Marco (1952-....)
    • Presse citée  :
    • Vie des mouvements  : soutien à militants …
    notes :
    descriptif :
    Symbole(s) utilisé(s) :

    [ texte (nouveau procès de Marco Camenisch) ; dessin (mains enchainés) ]

    texte :

    Widerstand verwahren ?

    >Nix da !

    ★ Für eine Gesellschaft ohne Knäste

    Weil sich der politische Gefangene Marco Camenisch im Knast nicht brechen liess und weiterkämpft, will ihn die bürgerliche Rachejustiz zwangspsychiatrisieren und verwahren lassen — wehren wir uns gemeinsam gegen diesen Angriff, der uns allen gift !

    >Internationaler Aktionstag : 9.3.07

    >Prozess gegen Marco : 12./13.3.07,
    7:45 Obergericht Zureich (Hirschengraben 15)

    Freedom and sunshine for Marco — Schweine ins Weltall !


    sources :
     



    [Beau comme des centres de rétention qui flambent]

    notice :
    Image (fixe ; à 2 dimensions)
    [
    Beau comme des centres de rétention qui flambent]. — Paris : [s.n.], . — 1 affiche (photocop. ) : n. et b. ; x × y cm.

    • Affiches par pays  : France
    • Lieux d’archivages  :
    • Liste des thèmes  : émigration et immigration  ; prison  ; répression
    • Géographie, géopolitique et Histoire  :
    • Noms cités (± liste positive)  :
    • Presse citée  : Non fides (2007-2009-....)
    • Vie des mouvements  :
    notes :
    descriptif :


    [ texte ; photo (incendie du centre de rétention administrative de Vincennes) ]

    texte :

    Beau comme des centres de rétention qui flambent

    Le 22 juin 2008, les deux bâtiments du centre de rétention de Vincennes (Paris) sont cramés. Après des mois de tension et d’affrontements, comme au Mesnil-Amelot et ailleurs, des sans-papiers y ont réalisé la seule réforme possible des prisons : leur réduction en cendres.

    En Espagne, comme en Italie ou en Belgique (incendie du centre 127bis de Bruxelles le 24 août 2008), des émeutes viennent aussi régulièrement troubler le bon ordre de ces camps de la démocratie marchande.

    Les centres de rétention ne sont qu’un des maillons de cette société carcérale. D’un système qui voudrait tous nous voir soumis ou résignés pour que les puissants continuent de s’enrichir sur la misère, les désastres écologiques ou la guerre.

    La question des prisons est donc d’abord celle du monde qui les produit : il n’existe pas d’enfermement décent, comme il n’y a pas de capitalisme à visage humain. Face aux contrôles et aux rafles de sans-papiers dans les rues et les transports, face au racket spéculatif des tauliers, contre l’exploitation qui nous tue à la tâche, il est temps que la peur change de camp.

    Cinq sans-papiers sont actuellement incarcérés, accusés de l’incendie du centre de rétention de Vincennes. Peu importe qu’ils soient coupables ou innocents : ce sont des otages destinés à effrayer tous ceux qui décident de relever la tête et de renvoyer à la gueule de l’État un peu de la violence qu’il nous fait subir au quotidien.

    Ce qui est sûr, c’est que l’enfermement est une raison suffisante en soi pour se rebeller contre les geôliers et leurs murs barbelés. Ce qui est certain, c’est que tout individu qui a encore le goût de la liberté et la rage au cœur ne peut que se reconnaître dans ces révoltes dévastatrices.

    Et comme la machine à expulser n’est pas abstraite mais s’incarne dans des hommes et des structures, chacun pourra trouver matière à exprimer sa solidarité de la façon la plus adéquate.

    Des partis de gauche comme de droits aux compagnies aériennes qui déportent comme Air France, des constructeurs de camps comme Bouygues et Eiffage à leurs cogestionnaires comme la Croix-Rouge, des balances comme la BNP aux contrôleurs des sociétés de transport public, les rouages se trouvent à chaque coin de la rue.

    Sabotons la machine à expulser !

    Solidarité active avec les sans-papiers accusés de l’incendie de Vincennes


    sources :

    Affiche diffusée sur http://www.non-fides.fr/?Beau-comme-des-centres-de,106 « Affiche trouvée sur les murs de plusieurs villes, fin 2008 » (25 février 2009).


    2008
    Affiche liée


    [Ce que craint la domination, c’est la révolte généralisée et anonyme]

    notice :
    Image (fixe ; à 2 dimensions)
    [
    Ce que craint la domination, c’est la révolte généralisée et anonyme]. — Lille : [s.n.], . — 1 affiche (photocop. ) : n. et b. ; [18 ?] × [29 ?] cm.

    • Affiches par pays  : France
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    • Liste des thèmes  : terrorisme
    • Géographie, géopolitique et Histoire  :
    • Noms cités (± liste positive)  :
    • Presse citée  : Mauvaises intentions
    • Vie des mouvements  :
    notes :
    descriptif :


    [ texte ; dessin (homme bouche grande ouverte et mains sur les tempes) ; photo (homme cagoulé, bras en l’air) ]

    texte :

    Ce que craint la domination, c’est la révolte généralisée et anonyme. L’image médiatique du « terroriste » travaille avec la police en défense de la paix sociale. Le citoyen applaudit ou s’effraie, mais reste de toute façon citoyen, c’est-à-dire spectateur.

    Extrait du livre À couteaux tirés avec l’existant, ses défenseurs et ses faux critiques, (TypeMachine - Mutines Séditions, Nancy, 2008)

    Dossier « anti-terrorisme et mouvance anarcho-autonome » : https://infokiosques.net/mauvaises_intentions


    sources :

    Affiche « Image médiatique du terroriste / Contre le cirque “anti-terroriste” de l’État » présentée sur Indymedia lille : http://lille.indymedia.org/article14398.html (7 décembre 2008).



    [Concert de soutien aux prisonniers politiques d’Action directe, Forcalquier, vendredi 3 avril 2008]

    notice :
    Image (fixe ; à 2 dimensions)
    [
    Concert de soutien aux prisonniers politiques d’Action directe, Forcalquier, vendredi 3 avril 2008]. — Forcalquier ; Paris : Défense active, . — 1 affiche (photocop. ) : n. et b. ; 42 × 30 cm.

    • Affiches par pays  : France
    • Lieux d’archivages  :
    • Liste des thèmes  : prison  ; répression  ; terrorisme
    • Géographie, géopolitique et Histoire  :
    • Noms cités (± liste positive)  : Action directe  ; Aubron, Joëlle (1959-2006)  ; Cipriani, Georges (1950-....)  ; Ménigon, Nathalie (1957-....)  ; Rouillan, Jean-Marc (1952-....)  ; Schleicher, Régis (1957-....)
    • Presse citée  :
    • Vie des mouvements  : galas et actions de soutien
    notes :
    descriptif :


    texte

    filigrane (portrait) par Thierry Guitard ?

    texte :

    Concert de soutien aux prisonniers politiques d’Action directe

    à partir de 18 h : projection, exposition, infos de luttes, buvette…
    à partir de 21 h : concert

    S’inscrivant dans la lignée des mouvements révolutionnaires des années 1970, Action directe, groupe internationaliste de lutte armée, revendiquait de nombreuses actions anti-capitalistes et anti-impérialistes. C’est dans ce cadre que ces militants ont agi. Aujourd’hui, alors que l’État utilise l’arsenal des lois antiterroristes pour surveiller et incarcérer des militants politiques qui s’opposent au système capitaliste (cf l’affaire récente des présumés saboteurs de la mouvance anarcho-autonome, les incarcérations d’« islamistes » ainsi que les nombreuses gardes à vue de militants, de syndicalistes, etc.), il nous semble important de se mobiliser largement pour obtenir la libération de tous les prisonniers politiques et l’abrogation de ces lois liberticides qui, sous couvert de « terrorisme », autorisent la surveillance et l’enfermement de nos compagnons de lutte.

    La situation actuelle des prisonniers d’Action directe

    Incarcéré depuis mars 1984, Régis Schleicher a été condamné à perpétuité, dont quinze ans incompressibles. Libérable depuis 1999, ses cinq demandes de libération conditionnelle ont été rejetées. En 2003, à Moulins Yzeure, après vingt ans d’enfermement face à cet horizon clos, son aspiration naturelle à la liberté l’a décidé à tenter de s’évader. Il va entamer sa vingt-sixième année de détention !

    Joëlle Aubron, Nathalie Ménigon, Georges Cipriani et Jean-Marc Rouillan sont arrêtés en février 1987 et condamnés aussi à perpétuité par une cours d’assise composée uniquement de magistrats (en application de la loi de 1986, dite antiterroriste, créant cette juridiction spéciale).

    Joëlle Aubron, atteinte d’un cancer, a été libérée pour « raison médicale ». Elle est morte quelques mois après, le 1er mars 2006. Nathalie Ménigon a obtenu, en août 2007, un régime de semi-liberté (travail la journée et retour en prison tous les soirs et les week-ends), qui lui a permis, au bout d’une année, de bénéficier d’une libération conditionnelle.

    Aujourd’hui, Georges Cipriani, Jean-Marc Rouillan et Régis Schleicher sont toujours incarcérés pour des faits ayant eu lieu il y a plus de vingt ans.

    Georges et Régis attendent depuis plus d’un an l’avis d’une commission nouvellement créée qui doit statuer sur leur demande de libération conditionnelle… Georges a terminé, depuis février 2005, la peine de sûreté de dix-huit ans qui accompagnait sa condamnation à la prison à perpétuité. Régis, quant à lui, l’a terminée depuis 1999. Ils peuvent donc tous prétendre à une libération conditionnelle. À ce jour, toutes leurs demandes ont été rejetées.

    Jean-Marc a obtenu un régime de semi-liberté en décembre 2007, mais il a été réincarcéré suite à un entretien publié dans la presse, le 1er octobre 2008, et s’est vu refuser la libération conditionnelle dont il aurait dû bénéficier en décembre 2008.

    Nous n’oublions pas les conditions spéciales d’incarcération que subissent les prisonniers politiques et les rebelles :
    - isolement (dans certains cas de plusieurs années)
    - communication avec l’extérieur entravée (courrier, téléphone)
    - permis de visite délivrés au compte-gouttes, etc.

    Rappelons que les améliorations des conditions de détention des prisonniers d’AD ont été acquises par la lutte (notamment des grèves de la faim) et par la solidarité organisée hors des murs.

    Cet acharnement n’a que trop duré ! Affirmons notre refus face à cette vengeance d’État. Libération des militants d’Action directe et des prisonniers politiques.

    La solidarité est une arme !

    Centre culturel de la Bonne Fontaine

    Vendredi 3 avril - 21 h - Forcalquier
    (Alpes-de-Haute-Provence)

    Organisation
    Défense active
    80 rue de Ménilmontant 75020 paris


    sources :
     

    2008
    Affiche liée




    [Droit dans l’mur ! : journal du Groupe anarchiste Bordelais, nº 3]

    notice :
    Image (fixe ; à 2 dimensions)
    [
    Droit dans l’mur ! : journal du Groupe anarchiste Bordelais, nº 3]. — Bordeaux : GAB_ (Groupe anarchiste Bordelais), [ca ]. — 1 affiche (photocop. ) : n. et b. ; 42 × 30 cm.

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    • Liste des thèmes  : travail, emploi
    • Géographie, géopolitique et Histoire  :
    • Noms cités (± liste positive)  :
    • Presse citée  :
    • Vie des mouvements  : journal mural
    notes :
    descriptif :


    [ texte ; dessin (foule manifestante poing levé) ]

    texte :

    Droit dans l’mur !

    journal du Groupe anarchiste Bordelais

    nº 3

    Tout petit rempart contre les abus du patronat, le Code du travail, construit sur 130 ans de rapports de force, est aujourd’hui éclaté et réécrit à l’avantage du capital.

    Code du travail, 100 ans de luttes perdues !

    Diviser les salariés

    Désormais, il n’existera plus un Code du travail mais des codes spécifiques : Code rural, Code de l’action sociale et des familles, Code des mineurs, du transport, des marins, de la fonction publique, etc. Ce sont ainsi 9 millions de salariés qui seront exclus du Code du travail. Chaque branche professionnelle pourra évoluer séparément sans qu’un minimum légal ne vienne empêcher la dégradation des conditions de travail. Les travailleurs divisés seront dressés les uns contre les autres (comme c’est déjà la cas entre public et privé) et les luttes communes rendues plus difficiles encore.

    Ces nouveaux codes ne sont pas encore tout à fait prêts, ils seront complétés au fur et à mesure des besoins par des décrets et des ordonnances, car le gouvernement veut pouvoir modifier le droit du travail sans passer par des lois, en toute discrétion.

    Une dégradation des conditions de travail

    • Augmentation des dérogations pour le travail le dimanche
    • Nouveaux contrats de plus en plus précaires (le « CDD au terme incertain »)
    • tous les accidents du travail pourront être requalifiés en négligence de l’employé : l’employeur n’aura plus à assumer les obligations en matière de protection de la santé, de l’hygiène et de la sécurité des employés.
    • tous les « petits droits » (droit d’allaitement, le port de charge limité à 25 kg, etc.) sont suspendus, modifiés ou supprimés !

    sources :
     

    [ 2018 & ante]

    2011

    2014

    [ 2014 & ante]

    [s.d.]

    [ 2007 & ante]

    [ca  2010]

    [ 2014 & ante]

    [ 2014 & ante]

    2009

    2009

    [ 2007 ?]

    [ 2007 ?]

    2014

    [ca  2010]

    2015
    Affiches liées


    [Du sabotage considéré comme un des Beaux Arts]

    notice :
    Image (fixe ; à 2 dimensions)
    [
    Du sabotage considéré comme un des Beaux Arts]. — [S.l.] : [s.n.], . — 1 affiche (photocop. ) : n. et b. ; 30 × 21 cm.

    • Affiches par pays  : France
    • Lieux d’archivages  :
    • Liste des thèmes  : répression  ; sabotage / sabottage
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    • Noms cités (± liste positive)  :
    • Presse citée  : Non fides (2007-2009-....)
    • Vie des mouvements  : soutien à militants …
    notes :
    descriptif :


    [ texte ; dessin (diable dansant) ]

    texte :

    Du sabotage considéré comme un des Beaux Arts

    Il faut vraiment être aveugle pour ne pas voir dans le sabotage une arme classique des exploités. Il faut vraiment avoir la mémoire courte pour oublier que, dans toute guerre sociale, nombre de révoltés n’attendent pas nécessairement que tout le monde se bouge pour exprimer leur colère.

    Des émeutes de novembre 2005 à celles du CPE au printemps 2006, des occupations d’usines et séquestrations de dirigeants aux nombreux sabotages lors du mouvement cheminot de novembre 2007, il semble clair pour beaucoup que ce n’est pas en mendiant qu’on peut en finir avec une situation de misère et d’exploitation.

    Dans cette société carcérale, on voudrait nous faire croire à coups de Tazers ou de bulletins de vote que nous vivons dans le meilleur des mondes : la démocratie marchande. Les guerres ou l’empoisonnement de la planète au nom du fric viennent pourtant nous rappeler que le capitalisme est un système mortifère et que l’État est un ennemi.

    Alors il faut se battre, pour détruire ce qui nous détruit. Lutter individuellement et collectivement là où l’on est, pour un monde libéré de l’exploitation et de la domination. Et ce n’est ni à leur code pénal ni à leur morale de nous dicter ce que nous avons à faire, mais à la rage et à l’éthique de chacun.

    Le 11 novembre, dix personnes ont été arrêtées lors d’une nouvelle opération du Ministère de la Terreur, accusées des sabotages de caténaires de la SNCF du week-end précédent. Les journaflics et les politicards, chacals de tous bords, se sont aussitôt empressés de dénoncer un imaginaire mouvement « anarcho-autonome », la « MAAF ». Sous ce même prétexte d’ “association de malfaiteurs à but terroriste”, trois camarades sont déjà incarcérés, parfois depuis plus de 9 mois, accusés d’une tentative d’incendie de véhicule de police à Paris (18e) en mai 2007, lors des explosions de colère venues saluer la dernière élection présidentielle.

    En un temps « de crise » où l’État arrose les capitalistes à coups de milliards, il tente une fois de plus d’isoler de « mauvais révoltés » pour mieux les éliminer. Mais peu importe qu’ils soient coupables ou innocents, laissons ces catégories aux charognes en toge et à leurs souteneurs.

    Car de même que la passion pour la liberté ne s’enferme pas dans des sigles, ce que redoute la domination c’est la multiplication diffuse et anonyme de ces attaques. Solidarité contre le terrorisme d’État, avec les moyens que chacun jugera adéquats...

    Brisons le train-train quotidien, 12 novembre 2008


    sources :

    Affiche diffusée sur http://www.non-fides.fr/?Du-sabotage-considere-comme-un-des : « Pour télécharger (imprimer, diffuser...) le tract (ou affiche) en PDF », « lu sur Indymedia Nantes (15 novembre 2008).




    [Kalimero]

    notice :
    Image (fixe ; à 2 dimensions)
    [
    Kalimero]. — Paris : Kalimero (Paris), [ & post]. — 1 affiche (photocop. ) : n. et b. ; 42 × 30 cm.

    • Affiches par pays  : France
    • Lieux d’archivages  :
    • Liste des thèmes  : prison  ; solidarité
    • Géographie, géopolitique et Histoire  :
    • Noms cités (± liste positive)  :
    • Presse citée  :
    • Vie des mouvements  : soutien à militants …  ; benefiet - collecte de fonds
    notes :
    descriptif :


    texte

    dessin (le poussin noir Calimero)

    texte :

    Kalimero

    est un collectif et une caisse de solidarité
    pour les prisonniers de la guerre sociale en cours.

    En prison, avoir de l’argent pour se procurer les denrées de base (sel, sucre, timbres, tabac, ricoré, etc.) est une nécessité. Pour permettre aux personnes incarcérées de satisfaire leurs besoins élémentaires, nous souhaitons leur envoyer un mandat mensuels de 120 euros.

    Une caisse de solidarité a besoin de continuité. Nous n’avons ni sponsor, ni mécène, aussi avons-nous convenu d’un rendez-vous par mois pour collecter des sous afin d’alimenter la caisse. Ces rencontres sont également l’occasion d’échanger des informations, d’assurer le suivi des différentes histoires et de discuter des situations qui se présentent. Dans un souci de régularité, ces rencarts ont été fixés le deuxième jeudi de chaque mois, à 18 h pour la réunion, et à 2 h pour une auberge espagnole (apporter à boire et à manger).

    arrêtés pour transport de fumigène…
    inculpés, pour une tentative d’incendie d’un véhicule de police…
    incarcérés pour l’incendie du centre de rétention de Vincennes…
    poursuivis pour des actes qt contre la SNCF…
    ils ont besoin de nous !

    Pour envoyer de l’argent ou pour être tenus au courant des prochains rendez-vous, vous pouvez demander à être inscrit sur la mailing-list de kalimero en écrivant à
    kalimeroparis@gmail.com

    Le nº de compte pour faire un virement : 10278 06137 00020471901 Clé 07
    Sinon chacun peut déposer de l’argent en liquide dans toutes les agences du Crédit Mutuel en donnant ce numéro : 06137 00020471901


    sources :

    https://paris-luttes.info/+-kalimero-1066-+





    [Qui sont les terroristes ?]

    notice :
    Image (fixe ; à 2 dimensions)
    [
    Qui sont les terroristes ?]. — [S.l.] : [s.n.], . — 1 affiche (photocop. ) : n. et b. ; x × y cm.

    • Affiches par pays  : France
    • Lieux d’archivages  :
    • Liste des thèmes  : terrorisme
    • Géographie, géopolitique et Histoire  :
    • Noms cités (± liste positive)  :
    • Presse citée  : Non fides (2007-2009-....)
    • Vie des mouvements  :
    notes :
    descriptif :


    [ texte (en défonce) ; photo (enfant assis sur mine marine ?) ]

    texte :

    Qui sont les terroristes ?

    Les conditions de vie toujours plus insupportables qui nous sont imposées reposent sur la peur. Peur de ne pas avoir de boulot et de ne pas arriver à boucler les fins de mois. Peur de la police, peur de la prison. Parce qu’au fond, la matraque et son acceptation est ce qui garantit les rapports sociaux.

    Dans ce monde à l’envers, le terrorisme ce n’est pas contraindre des milliards d’êtres humains à survivre dans des conditions inacceptables, ce n’est pas empoisonner la terre. Ce n’est pas continuer une recherche scientifique et technologique qui soumet toujours plus nos vies, pénètre nos corps et modifie la nature de façon irréversible. Ce n’est pas enfermer et déporter des êtres humains parce qu’ils sont dépourvus du petit bout de papier adéquat. Ce n’est pas nous tuer et mutiler au travail pour que les patrons s’enrichissent à l’infini. Ce n’est pas même bombarder des populations entières. Tout cela, ils l’appellent économie, civilisation, démocratie, progrès, ordre public.

    La politique est en réalité l’art de travestir les faits en changeant les mots. Leur « guerre au terrorisme » à l’échelle planétaire n’est qu’une arme de propagande pour légitimer toute agression militaire à l’extérieur et toute répression des rebelles à l’intérieur.

    Dans un effet miroir, l’État voudrait tous nous obliger à être le reflet de sa sale gueule autoritaire. Des amitiés, des affinités et le partage d’une même idée de liberté deviennent une « association de malfaiteurs en relation avec une entreprise terroriste ». Des liens tissés dans les luttes deviennent une « mouvance anarcho-autonome ». Un fumigène devient une bombe.

    Et pourtant, s’organiser n’est pas nécessairement constituer une Organisation, tout comme une grève n’est pas une prise d’otage. L’attaque contre une banque, une prison, une ANPE, une permanence électorale, un centre de rétention, le sabotage de la circulation des trains ou des machines dans une usine, ne sont pas du « terrorisme ». Un abîme sépare ceux qui s’insurgent pour se libérer, et ceux qui frappent dans le tas pour défendre, consolider ou conquérir le pouvoir, c’est-à-dire les États et leurs concurrents, les patrons, leurs mercenaires et leurs laboratoires de mort.

    Dans cette guerre sociale qui se déroule au travail comme dans la rue, de jour comme de nuit, l’ennemi est tout individu qui fait obstacle à la marche radieuse du capital.

    Que chacun, de la manière qu’il estime la plus adéquate, s’oppose au terrorisme d’État et au totalitarisme démocratique. Nous ne subirons pas cette déclaration de guerre en baissant la tête.

    Que crève le meilleur des mondes !


    sources :

    Affiche parue sur http://www.non-fides.fr/?Qui-sont-les-terroristes (12 novembre 2008) : « Texte d’une affiche trouvée sur les murs de plusieurs villes en avril 2008 ».




    [ Week-end sur les genres]

    notice :
    Image (fixe ; à 2 dimensions)
    [
    Week-end sur les genres]. — Saint-Imier : Espace noir, . — 1 affiche (photocop. ) : n. et b. ; 42 × 30 cm.

    • Affiches par pays  : Suisse
    • Lieux d’archivages  : CIRA (Lausanne)
    • Liste des thèmes  : culture  ; femmes  ; sexualité et genre
    • Géographie, géopolitique et Histoire  :
    • Noms cités (± liste positive)  :
    • Presse citée  :
    • Vie des mouvements  :
    notes :
    descriptif :


    [ texte ; sigles (Espace noir, sigle masculin-féminin-trans) ]

    texte :

    [logo] Espace noir

    Rue Francillon 29, 2610 St-Imier — www.espacenoir.ch 032/ 941.35.35

    Week-end sur les genres

    Cabaret, disco, ateliers débats, exposition, ciné

    Vendredi 27 et samedi 28 février 09

    Vendredi 19 h 00 : vernissage exposition, 20 h 00 : débat

    Vendredi & samedi 20 h 00 : cinéma : Priscilla

    Samedi 21 h 00 : cabaret suivi d’une disco

    Nos corps sont des scandales

    Cabaret performatique

    Julien Cadoret : Didasaclie and some glasses

    Marqueritte Bobey & Cornelia Schneider : Ukraina mon Amour

    Anne Zimmermabb & Grib Borremans : Joute…

    King’s queer : concert électro-punk militant

    Et on s’finit avec une disco débile


    sources :
     




    [À propos de la destruction du quartier d’isolement à la prison de Bruges]

    notice :
    Image (fixe ; à 2 dimensions)
    [
    À propos de la destruction du quartier d’isolement à la prison de Bruges]. — [S.l.] : [s.n.], . — 1 affiche (photocop. ) : n. et b. ; 42 × 30 cm.

    • Affiches par pays  : Belgique  ; France
    • Lieux d’archivages  :
    • Liste des thèmes  : prison  ; révolte
    • Géographie, géopolitique et Histoire  :
    • Noms cités (± liste positive)  :
    • Presse citée  : Non fides (2007-2009-....)
    • Vie des mouvements  :
    notes :
    descriptif :


    [ texte ; photo (femme allongée sur le dos, fumant une cigarette) n&b ]

    texte :

    Trois années de mutineries dans les prisons

    À propos de la destruction du quartier d’isolement à la prison de Bruges

    La prison n’est rien d’autre que le reflet de la société dans laquelle on vit. La société elle-même est une vaste prison où la plupart des gens sont enfermés dans la nécessité de trouver de l’argent, dans l’absence de perspectives de vie, dans des rôles de servitude et de soumission que les valeurs dominantes leur ont donnés. Tout comme dans la rue, il y a dans les prisons, les asiles psychiatriques et les centres fermés, des personnes qui ne se résignent pas et qui ne perdent pas un certain goût pour la liberté et pour une vie meilleure simplement parce qu’un juge l’a ordonné. Des personnes qui, quotidiennement, refusent l’humiliation d’obéir aux matons et aux chefs. Des personnes dans les cerveaux desquelles les murs et les barbelés de la prison ne sont pas encore imprimés et qui, bien au contraire, les considèrent plutôt comme des obstacles à franchir. Car la punition que la société, à travers ses juges et sa justice, leur a offerte, n’est que la conséquence d’un monde basé sur l’exploitation et l’oppression.

    Alors, depuis trois ans déjà, une petite tempête de révolte a laissé des traces dans des dizaines de prisons et de centres fermés en Belgique. En se mutinant, en boutant le feu à l’infrastructure carcérale, en attaquant les gardiens, en s’évadant, certains prisonniers ont retrouvé ce que le système a voulu leur enlever définitivement : le courage, un désir de liberté et une audace qui rêve de balayer toute la merde que cette société produit.

    Comme réponse, l’État a entre autre ouvert deux modules d’isolement à Lantin et à Bruges, de véritables prisons dans les prisons, pour mieux isoler et briser les « réfractaires ». Mais même dans ces cages, certains n’ont pas perdu le goût du combat. Le 2 avril 2009, des prisonniers à Bruges ont inondé les cellules de ce module et l’ont détruit presque entièrement. À l’heure où le gouvernement a annoncé ses plans de construction de sept nouvelles prisons, ils se retrouvent contraints de fermer le module d’isolement de Bruges. La machine carcérale n’est donc pas si bien rodée qu’elle parait.

    Force et courage et pour rous ceux qui se battent pour le liberté, dehors comme dedans !

    Attaquons, nous aussi, tout ce qui nous enferme, exploite et opprime !


    sources :

    Affiche diffusée sur http://www.non-fides.fr/?Affiche-a-propos-de-la-destruction (29 avril 2009).


    2009
    Affiche liée


    [About the destruction of the isolation unit in Brugge]

    notice :
    Image (fixe ; à 2 dimensions)
    [
    About the destruction of the isolation unit in Brugge]. — [S.l.] : [s.n.], . — 1 affiche (photocop. ) : n. et b. ; 42 × 30 cm.

    • Affiches par pays  : France
    • Lieux d’archivages  :
    • Liste des thèmes  : prison  ; révolte
    • Géographie, géopolitique et Histoire  : Belgique
    • Noms cités (± liste positive)  :
    • Presse citée  : Non fides (2007-2009-....)
    • Vie des mouvements  :
    notes :
    descriptif :


    [ texte ; photo (femme allongée sur le dos, fumant une cigarette) n&b ]

    texte :

    Three years of mutineries in Belgian prisons

    About the destruction of the isolation unit in Brugge

    The prison is nothing more than a reflection of the society in which we live. A society that resembles a great prison in which the majority of the population are locked up because of the necessity to find money, because of the lack of perspective in life, because of roles of submission and servitude that are being imposed by the ruling values. Just like in the street there are people in the prisons, psychiatric institutions, detention centres who do not come to peace with this, that do not burry a certain taste for freedom, for a better life, because the judge imposes that. People that refuse the humiliation every day to obey the guards and chiefs. For whom the walls and the barbwire of the prisons are not yet marked in their brains, and rather observe them as obstacles that have to be overcome. Because the punishment society gave them, through its judges, only is a consequence of a world that is based on the exploitation and obedience.

    Since three years a small storm of revolt blows through the tens of Belgian prisons and detention centres. By rising up, by burning the prisons infrastructure, by attacking guards, by escaping, some prisoners found back what the system tried to take from them period : courage, a desire for freedom, a rebellion that dreams of finishing with at least a part of the mess this society brings.

    Answering to this, the State opened two new isolation units in Brugge and Lantin, real prisons inside the prison, to be able to better isolate and break the ‘unruly’. But even in these cages, some haven’t lost the taste of combat. On the 2nd of April 2009, prisoners in Brugge have flooded the cells of this unit after which they smashed the unit almost completely. On the moment that the government is announcing its plans to construct seven new prisons, they are obliged to close down their showpiece, the isolation unit in Brugge. The prison machine isn’t that well oiled as it seems.

    Strength and courage for all those who fight for freedom, inside and outside !

    Let us, we as well, attack everything which is locking us up, exploiting us and oppressing us up !


    traduction :

    Trois années de mutineries dans les prisons

    À propos de la destruction du quartier d’isolement à la prison de Bruges

    La prison n’est rien d’autre que le reflet de la société dans laquelle on vit. La société elle-même est une vaste prison où la plupart des gens sont enfermés dans la nécessité de trouver de l’argent, dans l’absence de perspectives de vie, dans des rôles de servitude et de soumission que les valeurs dominantes leur ont donnés. Tout comme dans la rue, il y a dans les prisons, les asiles psychiatriques et les centres fermés, des personnes qui ne se résignent pas et qui ne perdent pas un certain goût pour la liberté et pour une vie meilleure simplement parce qu’un juge l’a ordonné. Des personnes qui, quotidiennement, refusent l’humiliation d’obéir aux matons et aux chefs. Des personnes dans les cerveaux desquelles les murs et les barbelés de la prison ne sont pas encore imprimés et qui, bien au contraire, les considèrent plutôt comme des obstacles à franchir. Car la punition que la société, à travers ses juges et sa justice, leur a offerte, n’est que la conséquence d’un monde basé sur l’exploitation et l’oppression.

    Alors, depuis trois ans déjà, une petite tempête de révolte a laissé des traces dans des dizaines de prisons et de centres fermés en Belgique. En se mutinant, en boutant le feu à l’infrastructure carcérale, en attaquant les gardiens, en s’évadant, certains prisonniers ont retrouvé ce que le système a voulu leur enlever définitivement : le courage, un désir de liberté et une audace qui rêve de balayer toute la merde que cette société produit.

    Comme réponse, l’État a entre autre ouvert deux modules d’isolement à Lantin et à Bruges, de véritables prisons dans les prisons, pour mieux isoler et briser les « réfractaires ». Mais même dans ces cages, certains n’ont pas perdu le goût du combat. Le 2 avril 2009, des prisonniers à Bruges ont inondé les cellules de ce module et l’ont détruit presque entièrement. À l’heure où le gouvernement a annoncé ses plans de construction de sept nouvelles prisons, ils se retrouvent contraints de fermer le module d’isolement de Bruges. La machine carcérale n’est donc pas si bien rodée qu’elle parait.

    Force et courage et pour rous ceux qui se battent pour le liberté, dehors comme dedans !

    Attaquons, nous aussi, tout ce qui nous enferme, exploite et opprime !


    sources :

    Affiche diffusée sur http://www.non-fides.fr/?Affiche-a-propos-de-la-destruction (29 avril 2009).


    2009
    Affiche liée








    [Droit dans l’mur ! « ordre moral »]

    notice :
    Image (fixe ; à 2 dimensions)
    [
    Droit dans l’mur ! « ordre moral »] / Gil_. — Bordeaux : GAB_ (Groupe anarchiste Bordelais) : Ovaires et Contre Tout !, . — 1 affiche (photocop. ) : n. et b. ; 60 × 42 cm.

    • Affiches par pays  : France
    • Lieux d’archivages  :
    • Liste des thèmes  : famille  ; religion et spiritualité (en général)  ; sexisme et homophobie  ; sexualité et genre
    • Géographie, géopolitique et Histoire  :
    • Noms cités (± liste positive)  : Shaw, George Bernard (1856-1950)  ; Vian, Boris (1920-1959)
    • Presse citée  :
    • Vie des mouvements  : journal mural
    notes :
    descriptif :
    Symbole(s) utilisé(s) :

    [ texte ; dessins (« Dieu est amour » par Gil ([rabbin, évêque et imam armés jusqu’au dents s’écriant : « Bisoux ! », « Calins ! » « Poutoux ! » ; prêtre se mortifiant ; panneau routier d’interdiction avec « grenouille de bénitier » priant devant une croix) frise d’une manifestation en silhouette sous le texte ]

    texte :

    Droit dans l’mur !

    Journal du Groupe Anarchiste Bordelais avec la participation exceptionnelle cette-fois du collectif Ovaires et Contre Tout !

    On a eu chaud aux miches

    Créé dans les années 1970, issu des luttes féministes, le MFPF (Mouvement Français pour le Planning Familial) s’est donné pour missions d’accueillir, soutenir et informer toute personne, mineure ou majeure, qui en ressent le besoin et de favoriser l’accès à la contraception et à l’avortement :
    en proposant des consultations gynécologiques
    en intervenant dans les établissements scolaires
    en organisant des permanences et des groupes de parole.

    À travers ces différentes actions, il travaille ces thèmes :
    sexisme, viols et violences faites aux femmes, prostitution, maternité, sexualité, accouchement, sida, et bien sûr contraception et avortement.

    On aurait pu penser que l’existence des plannings était acquise, mais à l’image de tous les droits des femmes, elle est menacée. Cette année, l’État avait prévu de diminuer drastiquement leurs subventions, ce qui aurait à terme causé la fermeture de plusieurs centres. La mobilisation a fait reculer les autorités, mais ce n’est qu’un répit. Nous sommes habitué.es à la présence des plannings, nous ne pouvons pas imaginer qu’ils disparaissent. Et pourtant, ça peut se produire, ça a failli se produire… C’est pourquoi, dès aujourd’hui,
    il faut se réapproprier les luttes et les questionnements féministes
    qui avaient mené à leur création.

    Pour contacter le MFPF Bordeaux : 05 .56.44.00.04

    Fini la mauvaise haleine : Dieu vous aime !!!

    Il n’y a pas si longtemps, chacun.e devait choisir son camp : soit on était bigot, soit on bouffait du curé. Le bon vieux temps, quoi ! Puis les anticléricaux ont cru qu’ils avaient gagné et leur lutte est tombée dans l’oubli. Erreur : l’ordre moral en a profité pour revenir aussi vite que la conscience de classe régressait.

    L’État aide de moins en moins les services publics et les associations de solidarité. Dans ce contexte, il n’est pas étonnant de voir débouler des institutions religieuses et caritatives (Réseau Solidarité Familles, Dies Irae — toutes deux fortement teintées d’intégrisme catholique et réactionnaire — ou encore les Frères musulmans — pas vraiment modérés non plus) : elles prennent la place de l’État-providence et multiplient les initiatives « d’entraide » bien ciblées vers la famille.

    Aujourd’hui, il est devenu quasi impossible de critiquer une religion sans être accusé.e d’intolérance et/ou de racisme. Ainsi, par exemple, empêcher « SOS tout petits » de prier pour le fœtus qu’on assassine, c’est ne pas respecter la liberté d’opinion et d’expression, et critiquer le port du voile relève de la discrimination raciale.

    Pourtant, restons réalistes : les intolérants, ce sont eux !

    Patriotisme, opinion publique, devoir parental, discipline, religion, morale ne sont que des jolis noms pour le mot « intimidation ». (G.B. Shaw).

    Toutes les religions se rejoignent sur un point : la domination et l’acceptation par l’individu.e de condition et de son rôle dans la société.

    Unanimement, elles enlèvent à la personne tout libre arbitre : c’est une entité « supérieure » (comprendre : imaginaire !) qui décide de ce que tu es et du rôle que tu as sur terre, à condition bie sûr que tu acceptes l’existence de cette entité imag… supérieure et que tu lui délègues tout pouvoir sur ta vie.

    Supprimez le conditionnel et vous aurez détruit dieu. (B. Vian).
    Nous qui sommes d’indécrottables athées, nous ne nous contenterons pas de regarder le religieux prendre de plus en plus de place sans rien faire. À nous de développer une entraide réelle, qui ne dépende ni des patrons, ni de l’État, ni des Églises ! À nous de continuer à nous battre partout où l’ordre moral sévit, essaie de se mettre en travers de nos vies, car nos vies nous appartiennent

    Sauvons les âmes : bouffons les curés !

    On pourrait dire de l’ordre moral que c’est un ensemble de valeurs conservatrices et réactionnaires imposée au plus grand nombre dans le but de mettre en place un standard de vie ou de pensée.

    Cet ordre moral constitue une « norme sociale » indiquant notamment la façon dont nous devons gérer nos vies, nos sexualités, nos corps. Il est intimement lié à l’organisation de la domination des hommes sur les femmes et au caractère obligatoire de l’hétérosexualité.

    C’est une morale dictée par les pensées puritaines et religieuses que quelques lois proclamant « l’égalité hommes/femmes » ne peuvent dissimuler.

    Car en même temps que l’État proclame « lutte contre les inégalités », il révise le « statut du fœtus », pour lui donner une existence juridique : la même que celle d’un être humain. Combat de ceux/celles qui voudraient que l’avortement soit considéré comme un meurtre.

    Car en même temps que l’État chante les louanges de « l’égalité des chances », il menace de supprimer une grande part des subventions aux plannings familiaux. Rare réseau d’information sur l’accès à la contraception, à l’avortement. Rare réseau de soutien aux femmes victimes de violences conjugales.

    Car en même temps que l’État pond des lois sur la « laïcité », ses représentants-e-s affichent leurs affinités avec des chefs de file religieux. La morale religieuse étant un élément non négligeable du respect de la norme imposée (sinon on est dans le péché) et de la soumission.

    Car la société ne se défait pas de l’organisation sociale autour de la famille. Le schéma « un papa - une maman - des enfants » structure les représentations et pèse sur les choix de vie. Voir les avantages conférés par l’État aux familles nombreuses.

    Car le schéma familial est celui d’un couple hétérosexuel, refusant à cette occasion l’adoption aux couples homosexuels. La justification est la peur de faire des enfants « anormaux », c’est-à-dire qui auraient grandi dans un milieu relativisant l’hétérosexisme.

    Car le couple est toujours la norme. Le désir ne devrait ainsi se porter que sur une seule personne, actant une possession réciproque des deux individu.e.s.

    Mais l’ordre moral est d’autant plus fort et complexe à combattre que chacun-e d’entre nous en est un relais, conscient ou non. Notre société normée a fait de nous des individu-e-s normé-e-s. Notre individualité a de profondes racines qui nous échappent car elles ne nous appartiennent pas : d’autres les ont cultivées pour nous.

    Et on peut faire confiance aux manuels scolaires, à la publicité et aux médias pour faire perdurer la transmission de ces valeurs.

    L"objectif d’une lutte contre l’ordre moral est de permettre à chacun.e de mener sa vie comme il.le l’entend : de disposer librement de son corps, de choisir sa sexualité, de choisir d’avoir ou non un/des enfant/s, de choisir quand et comment en avoir, etc.

    Seule une déconstruction (longue, radicale et au sein même de la lutte contre le patriarcat) des préjugés qui nous ont été inculpés pourrait laisser espérer qu’un jour, on mette à mort définitivement l’ordre moral et les normes sociales.


    sources :

    Journal mural Droit dans l’mur (Bordeaux, mai 2009).
    https://gabx.noblogs.org/post/2011/09/24/droit-dans-lmur-ordre-moral/ (site créé en 2011)
    mai 2009 d’après : http://www.atheneelibertaire.net/index.php/gab



    [Et toi ! T’as pris parti ?]

    notice :
    Image (fixe ; à 2 dimensions)
    [
    Et toi ! T’as pris parti ?]. — Bruxelles = Brussels Bruxelles : [s.n.], . — 1 affiche (photocop. ) : n. et b. ; 40 × 28 cm.

    • Affiches par pays  : Belgique
    • Lieux d’archivages  :
    • Liste des thèmes  : guerre (généralités)
    • Géographie, géopolitique et Histoire  : Israël  ; Palestine
    • Noms cités (± liste positive)  :
    • Presse citée  : Non fides (2007-2009-....)
    • Vie des mouvements  :
    notes :
    descriptif :

    [ texte ; dessin (homme, mains dans les poches, tapant du pied dans une cannette) ]

    texte :

    Et toi ! T’as pris parti ?

    Pour qui tu préfères te sacrifier ? Pour l’État colonial d’Israël ou pour les autorités religieuses et nationalistes de Palestine ?

    Sous quel drapeau meurtrier tu préfères tuer ou être tué ? Quelle idéologie va te recruter pour anéantir tous ceux qui n’appartiennent pas à ton camp ? Dans les deux cas tu devras obéir aux autorités de l’un ou l’autre. Tu devras t’allier avec ton pire ennemi : ton patron, le flic, le général, l’autorité religieuse...

    Sous prétexte que les inégalités sociales auraient disparu. La Nation, le Peuple avant tout !

    Il n’y a pas de place pour la liberté dans ce genre de choix. En Israël, l’armée réprime les actions anti-guerre, enferme ceux qui refusent de faire le service militaire ; à Gaza, le Hamas recrute tous ceux qui se révoltent contre les chars israéliens et élimine ceux qui le contestent.

    Dans les deux cas cette guerre profite aux chefs !

    Et ici ? Pareil. Les chefs religieux et politiques profitent de la rage et de la révolte pour asseoir leur pouvoir, d’autant plus quand la misère s’accentue et que chacun cherche une cible à sa rage.

    Mais justement, il s’agit de ne pas se tromper de cible. Peu importe notre origine, notre but c’est la liberté de chacune et chacun, c’est d’en finir une fois pour toute avec les profiteurs, en finir avec les autorités de tous bords qui voudraient nous recruter, nous soumettre et nous réprimer quand on ne les sert plus ou qu’on s’avise de les contester.

    Guerre à la guerre !

    Contre les chefs, liberté de chacune et chacun !


    sources :

    Affiche diffusée sur http://www.non-fides.fr/?Et-toi-T-as-pris-parti : « Affiche trouvée sur les murs de Bruxelles en période de manifs pro-palestiniennes » (18 septembre 2009). Extrait de Tout Doit Partir nº 4.