femmes

 

 

Affichage par année

95 affiches :

 

    [ Commune de Paris — Manifeste du Comité central de l’Union des femmes pour la défense de Paris et les soins aux blessés]

    notice :
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    [
    Commune de Paris — Manifeste du Comité central de l’Union des femmes pour la défense de Paris et les soins aux blessés]. — Paris : Comité de l’Union des Femmes pour la défense de Paris : Commission exécutive (1871) : Commune de Paris (1871), (Imprimerie nationale [Paris : 1871]). — 1 affiche (impr. photoméc.) : n. et b. ; x × y cm.

    • Affiches par pays  : France
    • Lieux d’archivages  :
    • Liste des thèmes  : femmes
    • Géographie, géopolitique et Histoire  :
    • Noms cités (± liste positive)  : Dmitrieff, Élisabeth  ; Jacquier, Aline  ; Le Mel_, Nathalie (1826-1921)  ; Lefèvre, Blanche  ; Leloup, Marceline
    • Presse citée  :
    • Vie des mouvements  :
    notes :
    descriptif :


    [ texte ]

    texte :

    RÉPUBLIQUE FRANÇAISE
    LIBERTÉ — ÉGALITÉ — FRATERNITÉ

    COMMUNE DE PARIS
    MANIFESTE DU COMITÉ CENTRAL DE L’UNION DES FEMMES POUR LA DÉFENSE DE PARIS ET LES SOINS AUX BLESSÉS

    Au nom de la Révolution sociale que nous acclamons, au nom de la revendication des droits du travail, de l’égalité et de la justice, l’Union des Femmes pour la défense de Paris et les soins aux blessés proteste de toutes ses forces contre l’indigne proclamation aux citoyennes, parue et affichée avant-hier, et émanant d’un groupe anonyme de réactionnaires.

    Ladite proclamation porte que les femmes de Paris en appellent à la générosité de Versailles et demandent la paix à tout prix…

    La générosité de lâches assassins !

    Une conciliation entre la liberté et le despotisme, entre le Peuple et ses bourreaux !

    Non, ce n’est pas la paix, mais bien la guerre à outrance que les travailleuses de Paris viennent réclamer !

    Aujourd’hui, une conciliation serait une trahison !… Ce serait renier toutes les aspirations ouvrières, acclamant la rénovation sociale absolue, l’anéantissement de tous les rapports juridiques et sociaux existant actuellement, la suppression de tous les privilèges, de toutes les exploitations, la substitution du règne du travail à celui du capital, en un mot, l’affranchissement du travailleur par lui-même !…

    Six mois de souffrances et de trahison pendant le siège, six semaines de lutte gigantesque contre les exploiteurs coalisés, les flots de sang versés pour la cause de la liberté sont nos titres de gloire et de vengeance !…

    La lutte actuelle ne peut avoir pour issue que le triomphe de la cause populaire… Paris ne reculera pas, car il porte le drapeau de l’avenir. L’heure suprême a sonné… place aux travailleurs, arrière à leurs bourreaux !…

    Des actes, de l’énergie !…

    L’arbre de la liberté croit arrosé par le sang de ses ennemis !…

    Toutes unies et résolues, grandies et éclairées par les souffrances que les crises sociales entraînent toujours à leur suite, profondément convaincues que la Commune, représentante des principes internationaux et révolutionnaires des peuples, porte en elle les germes de la révolution sociale, les Femmes de Paris prouveront à la France et au monde qu’elles aussi sauront, au moment du danger suprême, — aux barricades, sur les remparts de Paris, si la réaction forçait les portes, — donner comme leurs frères leur sang et leur vie pour la défense et le triomphe de la Commune, c’est-à-dire du Peuple !

    Alors, victorieux, à même de s’unir et de s’entendre sur leurs intérêts communs, travailleurs et travailleuses, tous solidaires, par un dernier effort anéantiront à jamais tout vestige d’exploitation et d’exploiteurs !…

    VIVE LA RÉPUBLIQUE SOCIALE ET UNIVERSELLE !…
    VIVE LE TRAVAIL !…
    VIVE LA COMMUNE !…

    Paris, le 6 mai 1871.

    La Commission exécutive du Comité central, LE MEL, JACQUIER, LEFEVRE, LELOUP, DMITRIEFF.

    1. IMPRIMERIE NATIONALE. — Mai 1871.


    sources :

    texte d’après Les Murailles politiques françaises, tome II : la Commune, Paris, Versailles, la Province (Paris : Le Chevalier, 1874. 688 p.), p. XXX ?.




    [Emancipiamo la donna !]

    notice :
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    [
    Emancipiamo la donna !]. — Roma Rome : l’ Alleanza libertaria (1908-191), . — 1 affiche (impr. photoméc.) : n. et b. ; 54 × 38 cm.

    • Affiches par pays  : Italie
    • Lieux d’archivages  :
    • Liste des thèmes  : féminisme  ; femmes  ; libre-pensée
    • Géographie, géopolitique et Histoire  :
    • Noms cités (± liste positive)  : Ciaffarri, Giuseppe
    • Presse citée  :
    • Vie des mouvements  :
    notes :
    descriptif :


    testo

    texte :

    L’Alleanza libertaria

    Emancipiamo la donna !

    Abbattere la superstizione religiosa, spogliare dalle consunte forme tradizionali il pensiero umano con un’educazione che sviluppi l’individualità e la coscienza intima in modo che ogni essere agisca secondo il proprio volere e trovi de sè la via da percorrere, l’ideale al quale dedicarsi, la fede che risponda alle sue interiori convinzioni, questo è lo scopo a cui mira il libero pensiero. Combattere le vecchie idee di schiavitù e di asservimento, elevare la personalità femminile, aprire alla donna tutte le vie civili, e sociali in modo che essa non conduca più la vita parassitaria che le è imposta, ma possa scegliere liberamente tra tutte le attività umane la più adatta alla sua felicità epperciò la più utile agli altri, e possa la donna portare anch’essa in tutti i rami della via famigliare e civile il suo sano criterio, è compito di coloro che pensano a migliorare le condizioni morali dell’elemento femminile.

    Stretti rapporti esistono dunque tra questi due ideali basati sullo stesso principio : giustizia e dignità umana.

    Non è giusto che l’uomo porti il fardello degli errori, delle necessità del passato, e costringa la gioventù ad immobilizzarsi per timore di deviare da una via tracciata, non è giusto che la donna nuova stia ignobilmente sotto il peso di tradizioni ataviche ; non è dignitoso per tutti gli esseri umani di venir considerati come eterni minorenni a cui s’impone di ubbidire e tacere, di accettare senza discussione le idee, e supratutto di accogliere ciecamente sotte pretesto della fede, tutto un sistema d’idee non pensate, non sentite, spesso mandate a memoria meccanicamente, come le poesie dei bambini.

    Giustizia e dignità umana sono i moventi del libero pensiero che mira una altra rivendicazione : quella della personalità cosciente. Contro l’individualità cosciente di è levato sempre un formidabile nemico attraverso i secoli : il dogma religioso.

    Il dogma religioso (assai diverso dal sentimento religioso) è partito da un concetto assolutamente errano, volendo unificare il pensiero umano che è così vario e plasmare tutti gli esseri così diversi e molteplici ad un solo credo — ciò che è contro la natura che dà ad ogni essere un diverso organismo, con diverse attitudini, potenzialità e disposizioni. Il dogma religioso, come ha cercato di schiacciare la voce solitaria ed interna che si leva ribelle dal fondo d’ogni anima umana, ha cercato di annientare la donna decretandone l’inferiorità psichica.

    Tra le religioni europee, la cattolica è quella che più delle altre ha esercito questa malefica opera demolitrice dell’individualità.

    Ha torturato i ribelli, combattuto gli scienziati, perseguitato i dissidenti ed ha tenuta schiava la donna con paure, teorie, precetti mistici e la più oscura ignoranza. Ma se il libero pensiero è germogliato più sacro dal sangue dei martiri ribelli, la donna è stata oppressa e depressa dall’educazione clericale ed ha subite conseguenze gravissime e deplorevoli dalle quali, a stento e col tempo, potrà solo liberarsi.

    Poichè spesso avviene che la morale sociale è la morale religiosa, e ciò è anche più vero rispetto all’educazione della donna : il cattolicismo le ordinava di obbedire e di tacere, di servire l’uomo e di chiudersi fra le mura domestiche e le leggi conseguentemente la esclusero da ogni diritto, la condannarono ad una perenne tutela, ne vollero disconoscere la capacità, il buon senso e la più limitata intelligenza. Cristo aveva innalzato la dignità femminile parlando d’uguaglianza delle anime senza tener conto del sesso, ma la chiesa cattolica, i santi padri ed i grandi teologi la cercarono di annientare, perchè compresero la grandissima importanza di avere la donna con sè, e per asservirla le tolsero l’idea di quell’emancipazione, che sancirebbe una grande verità religiosa in base a tutte le altre unità del genere umano e associerebbe alla ricerca del vero e del progresso comune una somma di facoltà e di forze isterilite in oggi, da quella inferiorità che dimezza l’anima. E la chiesa cattolica non ha dimezzata, ma uccisa la cosciente femminile sotto il peso d’una rassegnazione pue ile e d’un servilismo avvilente.

    Se il Libero Pensiero si è mantenuto, anzi diffuso maggiormente attraverso i periodi di persecuzione, non atterrà però il finale trionfo se prima non avrà cercato d’avere con sè la donna, che informa l’anima umana, che getta i primi semi di luce nel cuore del fanciullo, che dà il carattere alla famiglia ; ed è proprio e solo la famiglia che può più delle scuole e della società formare la coscienza individuale.

    La scuola compie l’opera materna e deve essere necessariamente laica e diretta ad un concetto morale assai diverso da quello al quale si è fino ad oggi ispirata, e specialmente le scuole femminili devono essere riformate e si dovrebbe assolutamente impedire agli istituii religiosi d’impartire l’educazione. Come possono preparare alla vita esseri che ad essa hanno rinunciato e che la guardano da un punto di vista così lontano dalla realtà, dalla pratica e dalla morale umana ?

    Il Libero Pensiero deve volere non solamente la scuola laica ma la riforma nell’educazione attuale, il divieto di impartirla a chi non ha e non può averne l’esperienza necessaria ; deve volere che tutti gli sforzi siano diretti a sviluppare la coscienza individuale sanza distinzione di sesso.

    Il Libero Pensiero che non fa mai distinzione di sesso, è una rivolta dell’anima moderna contro le antiche forme della morale religiosa, che ancora mascherate, dominano la morale umana ; è un raggio del gran sole della libertà che vuole illuminare le grandi tenebre della notte medioevale non ancore, non mai superata.

    Rivolta calma et cosciente, che porti ad un’intima rivoluzione d’idee ; poichè noi non possiamo accettare ibridi connubî, connubî che la chiesa per solo opportunismo caldeggia, tra ideali moderni e vecchie consuetudini. Noi non possiamo accettare le nuove parole del progresso senza che ad esse risponda la sostanza, noi siamo assetati di sincerità dopo tanta ipocrisia, noi vogliamo liberarci da questa « menzogna di religione, sorgente perenne di corruttela e di immoralità, insegnamento di menzogna alle moltitudini » per arrivare (se vogliamo avere una religione) a quella che « costringe gli uomini a tradurre in fatto il pensiero, ad armonizzare la vita pratica col concetto morale ».

    Il Libero Pensiero non può e non deve fermarsi solo alle teorie ma scendere nel campo della vita pratica ed accogliere tutte le manifestazioni civili dell’anima umana e tra queste ; l’emancipazione della donna : e combattere per essa.

    Ma l’emancipazione della donna non si potrà fare senza demolire il dogma religioso che consiglia alla donna la rassegnazione, la passività ; agire invece bisogna, ribellarsi alla schiavitù e al dominio del maschio, estirpare la convinzione che la donna non abbia una vita a sè ; ma che quanto l’uomo essa ha un fine individuale un cervello proprio, una missione particolare e perciò anche il diritto alla stessa libertà d’agire e di pensare. E questa libertà, che i liberi pensatori propugnano sia data a tutti indistintamente, e più a quella parte dell’umanità che pure lavorando e soffrendo non solo contribuisce al progresso ed all’equilibrio della società, ma che avendo una particolare missione creatrice ed educatrice, ha nella mani le sorti dell’umanità stessa.

    Il trionfo del Libero pensiero non potrà avverarsi senza la redenzione della coscienza della donna, e l’uno e l’altro di questi ideali si possono e si debbono accompagnare e sorreggere nell’aspro cammino da percorrere.

    Il progresso dell’una idea segna la vittoria dell’altra, e nessuna forma dogmatica può riconciliarsi colla sincera convinzione del libero pensiero, che sdegna ogni restrizione dogmatica e si lancia all’avvenire per la conquista d’una giustizia e felicità terrena, in nome di una fede che ha le sue radici non nella potenza divina ma nella logica es esperienza razionale, non nella rassegnazione e nell’ignava ma nella ribellione e nella vita attiva ; ha le sue radici non in un mondo ignoto, lontano ed incompreso, ma nel cuore stesso dell’uomo che porta in sè il proprio destino lieto o triste, fede umana in una grandezza morale verso la quale l’umanità cammina.

    La donna non conquisterà quindi la uguaglianza di libertà, di diritti e di morale se non dopo aver abbattuti i dogmi delle religioni che hanno ispirato i dogmi convenzionali e morali, che oggi sanciscono la sua inferiorità, la sua schiavitù.

    ***

    L’ora della rassegnazione e delle sommissione predicata da tutte le chiese è oramai oltrepassata. Abbiate dunque il coraggio di affermare questa vostra nuova fiera personalità d’individui coscienti.

    Unitevi in una più grande e forte lega emancipatrice, voi che sentite tutta la bellezza della lotta femminile integrata nella lotta contro tutti i dogmatismi ; in una più grande et forte lega che senza titubanze, con azione libera, ferma ed energica muova alla conquista dei vostri diritti.

    Venite a noi, o libere pensatrici con solidarietà d’indirizzo, di tendenze e di aspirazioni, formate il drappello d’avanguardia che scuota la generale apatia e l’incertezza del presente movimento che aspira alla vostra redenzione.

    Nel nome del Libero Pensiero - formate la nuova falange sacra alle conquiste dell’Avvenire.

    I gruppi femminili aderenti all’Assoc. Giordano Bruno

    Roma, giugno 1911.

    Dalla sede sociale di Porta Angelica 25
    di fronte al Vaticano.

    Giuseppe Ciaffarri, gerente responsabile

    Tip. « Iride »Via Muzio Clementi, 70 a


    sources :

    Pubblicato nell’Alleanza libertaria : contro ogni forma di sfruttamento e di autorità, Roma, n. 125 (29 giugno 1911), p. 4.



    [Femme ! Ton corps est à toi !!]

    notice :
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    [
    Femme ! Ton corps est à toi !!]. — Lyon : Groupe d’études sociales de Lyon, (Imprimerie Nouvelle Lyonnaise (Lyon)). — 1 affiche (impr. photoméc.), coul. (une  : noir , papier de couleur ) ; 64 × 85 cm.

    • Affiches par pays  : France
    • Lieux d’archivages  : Mundaneum (Mons)
    • Liste des thèmes  : femmes  ; sexualité et genre
    • Géographie, géopolitique et Histoire  :
    • Noms cités (± liste positive)  : Huart, Lucien (....-194.)
    • Presse citée  :
    • Vie des mouvements  : conférence, débat…
    notes :
    descriptif :


    [ texte ]

    texte :

    Groupe d’études sociales de Lyon

    Les lois qui tuent

    Femme ! Ton corps est à toi !!

    Le sort de la femme moderne est le plus triste qui soit, exploitée sans merci, constamment méprisée, elle ne jouit d’aucun droit, d’aucune liberté.

    Son corps ne lui appartient même pas !

    L’absurdité des préjugés, la bêtise, la dureté des lois, font de la femme une esclave. Pour savoir si cette situation doit et peut changer, nous examinerons, entre autres, les trois questions suivantes :
    Doit-on libérer les femmes ? — Doit-on leur accorder la liberté sexuelle ? — Doivent-elles disposer librement de leur corps ?

    Au cours de la

    Grande conférence

    Qui aura lieu le jeudi 5 mars, à 20 h 30, Salle Émile-Zola, 129, rue Boileau

    Conférencier : L. Huart

    Tous les partisans de la liberté, sans distinction d’opinion, toutes les femmes se feront un devoir d’y assister. Toute contradiction courtoise est admise.

    Participation aux frais : 2 francs

    [Marque syndicale] Imprimerie Nouvelle Lyonnaise, 3, rue Sainte-Catherine, Lyon.


    sources :
     


    [Ton corps est à toi !!]

    notice :
    Image (fixe ; à 2 dimensions)
    [
    Ton corps est à toi !!]. — Lyon ; Paris : Encyclopedie anarchiste, (Cootypographie, impr. la). — 1 affiche (impr. photoméc.), coul. (une  : noir , papier de couleur ) ; 128 × 70 cm.

    • Affiches par pays  : France
    • Lieux d’archivages  : Mundaneum (Mons)
    • Liste des thèmes  : femmes  ; sexualité et genre
    • Géographie, géopolitique et Histoire  :
    • Noms cités (± liste positive)  : Faure, Sébastien (1858-1942)
    • Presse citée  :
    • Vie des mouvements  : conférence, débat…
    notes :
    descriptif :


    [ texte ]

    texte :

    Ton corps est à toi !!

    Venez en foule entendre notre ami

    Sébastien Faure

    développer ce sujet d’un intérêt palpitant :

    Ton corps est à toi !!

    Toutes les personnes qui désireront prendre la parole pourront le faire.
    Nous leur assurons l’entière liberté d’expression

    Les groupes organisateurs.

    Participation aux frais : ......

    Nota. — Les bénéfices de cette conférence seront entièrement attribués à l’Encyclopédie anarchiste, ouvrage encours de publication, paraissant sous le direction de Sébastien Faure, entouré d’une centaine de collaborateurs de tous pays.

    [marque syndicale] La Cootypographie (Société ouvrière d’imprimerie), 11, rue de Metz, Courbevoie. — Tél. Défense 02.60 [73006 ?]


    sources :
     


    [32 días de la Revolución. Nuestro sentido humano. Organizacion de la indisciplina]

    notice :
    Image (fixe ; à 2 dimensions)
    [
    32 días de la Revolución. Nuestro sentido humano. Organizacion de la indisciplina]. — Barcelona Barcelone : CNT_ (España) : Mujeres Libres, . — 1 affiche (impr. photoméc.), coul. (deux  : rouge , noir , papier blanc ) ; 45 × 33 cm.

    • Affiches par pays  : Espagne
    • Lieux d’archivages  : CIRA (Lausanne)
    • Liste des thèmes  : femmes
    • Géographie, géopolitique et Histoire  :
    • Noms cités (± liste positive)  :
    • Presse citée  : Mujeres libres (1936-1938)
    • Vie des mouvements  : journal mural
    notes :
    descriptif :


    [ dessin ; texte recto et verso ]

    texte :

    32 días de la Revolución

    Mujeres libres

    Nuestro sentido humano

    En este instante decisivo en que las definiciones han de traducirse de modo fulminante en hechos y las posiciones en acciones rotundas, la definición y la posición de las mujeres de las mujeres libres, de las que afirman su resuelta voluntad de sedo — nos las clan los
    hechos y acciones que estas páginas recogen lo más plásticamente posible. Junto a la mano suave de mujeres que curan heridas, cuidan niños u ofrecen un sorbo de agua a la ardiente sed del combatiente, destacamos el brazo fuerte de la mujer que enarbola un fusil. No significa esto en modo alguno la renuncia a un sentido humano que queremos proclamar sobre todas las cosas. Pero nuestro sentido humano es integral, activo y beligerante. Y es transcendente. Es decir, alcanza a más que al alivio inmediato del dolor inmediato. Aspira a la eliminación radical del dolor, al menos del dolor social—de la fuente de dolores más bien—que nace de la opresión política y de la injusticia económica. Y no es culpa nuestra si, ahora, la lucha se nos plantea, implacable y apremiante, con una insistencia terca de duelo definitivo, en el estruendo mortífero de las armas. No es culpa nuestra que una agresión organizada para nuestro exterminio y armada de cañones, ametralladoras, bombas y fusiles, no la podamos reducir ni contener por el momento con ternuras femeninas y razonamientos humanitarios. Luchamos por la vida y no es culpa nuestra que, en esta lucha, tengamos que operar con la muerte.

    Nuestra proclamación de piedad para luego. Para cuando el cañón enemigo cese de cantar a nuestra misma puerta el himno feroz del fascismo. Para cuando sobre nuestras cabezas no se proyecte la sombra trágica del hacha del verdugo. Para cuando, frente a nuestra aspiración a una vida ascendente, no se cierna la inminente amenaza de las más nefandas regresiones históricas. Entre tanto, nuestro sentido humano, precisamente nuestro sentido humano, nos obliga a la lucha dura, cruenta, implacable contra un enemigo implacable. A través de la muerte, por encima de la muerte, defendemos la vida. La única vida que merece ser .1 defendida : la vicia en plenitud °e libertad.

    « Mujeres Libres »

    CNT - AIT - FAI


    CNT - AIT - FAI

    Organización de la indisciplina

    En estos momentos de enlace de cooperaciones, de alianza perfecta del frente contra-fascista, que lucha por una causa común, se destaca, con evidencia indiscutible, el resulta-do obtenido en años y años de organización de la indisciplina, de la individualidad, del sentimiento instintivo, de la acción directa. En cada hombre de la CNT y de la FAI ha surgido, ¿espontáneamente ?, un sentido aliancista que parte de la cabeza ; una pasión desbordada que dicta el corazón y que encierra toda la necesidad de la lucha ; un valor ilimitado que ciega toda reflexión del interés personal para enfocarse en un solo objetivo : vencer.

    Movidos por el resorte de la indisciplina que conduce a « lo mejor », la CNT y la FAI se encontraron desde el primer momento de alarma en las calles, en los centros, en todas partes, agrupados en una consigna única, nacida de la verdad del momento : armas.

    En Barcelona, en Toledo, en Alcalá, en la Sierra, en Guadalajara, « la indisciplina heroica » ha sobrepasado los límites de lo posible. de ese posible logrado en laboratorios y con gimnasias espectaculares. Infinidad de nuestros compañeros han caído a mucha distancia de las avanzadas oficiales. Han caído en su avanzada, en la que abre el triunfo y la victoria de todos. Han caído contentos de sí mismos. Su valor y su firmeza no obedecían a la irreflexión. El valor y la firmeza de su indisciplina es el fruto de la lucha incansable de una organización : CNT y FAI.

    Esta temeridad en el sacrificio no se improvisa. Cuesta a la organización anárquica muchos años de preparación y de lucha, una gran actividad y, por qué no decirlo, una buena organización.

    Del mismo modo que hasta ahora hemos controlado la indisciplina del valor y del sentimiento, cuando esta hora de lucha decisiva haya pasado, podremos controlar la indisciplina de la inteligencia constructiva. Pero, hoy por hoy, nos quedamos con el lema bien despejado : no queremos disciplina que limite el valor, la inteligencia y el sentimiento.

    (Del pasquín de Mujeres Libres)

    Imp. Cortes, 719. — Barcelona


    sources :
     

















    [Fascisme contre les femmes : conférence de Rita Thalmann]

    notice :
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    [
    Fascisme contre les femmes : conférence de Rita Thalmann]. — Genève : les Féministes contre la guerre ; [et al.], . — 1 affiche (impr. photoméc.), coul. (une  : noir , papier orange ) ; x × y cm.

    • Affiches par pays  : Suisse
    • Lieux d’archivages  : Archives du MLF-Genève
    • Liste des thèmes  : édition  ; fascisme et antifascisme  ; féminisme  ; femmes
    • Géographie, géopolitique et Histoire  :
    • Noms cités (± liste positive)  : Thalmann, Rita
    • Presse citée  :
    • Vie des mouvements  : conférence, débat…
    notes :
    descriptif :
    Symbole(s) utilisé(s) :

    [ texte ; dessin (femme à genoux, laçant un officier nazi) ]

    texte :

    Fascisme contre les femmes

    conférence de Rita Thalmann, historienne
    suivie d’un débat

    Jeudi 6 février, 20 h 30, Uni II - S.260
    rue du général Dufour

    organisation : Féministes contre la guerre
    soutenues par Femmes, féminisme et recherche - librairie L’Inédite - OFRA - F-Informations - groupe féminin du PDT - commission ♀ SSP-VPOD - commission ♀ PSO - comité Paix-Ge - revue Réelles

    Dessin : affiche des années 30 contre montée du fascisme


    Le fascisme contre les femmes

    Dans une période de crise et de chômage qui favorise la remontée de l’extrême droite (Le Pen, les Vigilants, l’Action Nationale, le mouvement conservateur en Valais, etc.) et la réapparition de slogans racistes et bellicistes, banalisés par les média, il est important que les féministes réagissent !

    Racisme et sexisme sont étroitement liés. Ce sont deux formes de mépris, basées sur l’idée de différence biologique et d’ « ordre naturel » qui prétendent justifier l’infériorisation d’une majorité des êtres humains au profit des hommes blancs. Dans ces discours la place « naturelle » des femmes est au foyer, réduites à leur rôle de reproductrices, propriétés des maris et du pouvoir.

    Ces théories qui renaissent sont directement inspirées par l’idéologie fasciste qui divisait les êtres humains en deux ordres : le masculin auquel se rattachait la lumière, l’ordre, l’esprit, la raison et le féminin, propre aux femmes, aux juifs, aux barbares, caractérisé par les ténèbres, la matière, la décadence, le chaos.

    Pour introduire ce nouvel ordre, il fallait exclure les femmes, vilement attachées à la matière. Dans ce contexte, toutes les revendications des femmes pour l’égalité et la liberté devaient être cassées. En revanche, elles étaient utiles au pouvoir en tant que « ventres » et force de travail dans les usines d’armements.

    L’histoire des femmes allemandes, leur résistance ou leur utilisation, est riche d’enseignement pour nous, féministes et pacifistes de 1986 en Suisse. C’est pourquoi, nous vous invitons à venir en nombre à la conférence de l’historienne Rita Thatmann, spécialiste de l’étude du fascisme, auteur d’un ouvrage Être Femme sous le IIIe Reich (Laffont 1982)

    Jeudi 6 février 1986, à 20 heures 30
    UNI II, salle 260

    La conférence sera suivie d’un débat et, nous l’espérons, d’une série de réflexions et d’actions. (Un stand de la librairie-femme l’Inédite vendra l’ouvrage de Rita Thatmann, ainsi que d’autres livres sur le sujet).

    Les féministes contre la guerre

    soutenues par : Femmes, Féminisme et Recherche - Librairie-femmes l’Inédite - Ofra - Groupe féminin du PdT - commission ♀ SSP/VPOD - commission ♀ PSO - comité Paix Genève - Revue Réelles - Case postale 187 Genève 1


    sources :
     


    [Homenatge a la dona en la guerra civil 1936-1987]

    notice :
    Image (fixe ; à 2 dimensions)
    [
    Homenatge a la dona en la guerra civil 1936-1987]. — Barcelona Barcelone : CNT_ (España) : Universitat de Barcelona ; [et al.], . — 1 affiche (impr. photoméc.), coul. (quadri ) ; 84 × 62 cm.

    • Affiches par pays  : Espagne
    • Lieux d’archivages  : CIRA (Lausanne)
    • Liste des thèmes  : femmes
    • Géographie, géopolitique et Histoire  : Espagne : histoire : 1936-1939
    • Noms cités (± liste positive)  :
    • Presse citée  :
    • Vie des mouvements  : anniversaire, commémoration
    notes :
    descriptif :


    [ texte ; (profils de femmes en cols blancs sur fond de drapeau républicain) ]

    texte :

    Homenatge a la dona en la guerra civil

    Universitat de Barcelona

    Aula Magna

    23-24-25 octubre 1987

    Convoquen :
    — Amics de les Nacions Unides (departament de la Dona)
    — Associació de Dones La Sal-Cultura
    — Associació d’Ex-presos Polítics de Catalunya
    — Associació d’Immolats de Catalunya
    — Centre de Dones
    — Club Vindicació Feminista (Barcelona-Madrid)
    — Comissions Obreres (CC OO)
    — Confederació Nacional de Treballadors (CNT)
    — Dones Anti-militaristes (DOAM)
    — Moviment per la Igualtat, el Desenvolupament i la Pua (MIDEP)
    — Partit dels Comunistes de Catalunya (PCC
    — Partit Feminista de Catalunya i d’Espanya (PFC - PFE)
    — Partit Socialista de Catalunya (PSC-PSOE)
    — Partit Socialista Unificat de Catalunya (PSUC)

    Amb la col·laboració de [logo :] Generalitat de Catalunya. Departament de Cultura

    1936-1987

    MT/ Disseny Grafic

    [Dépôt légal illisible, 1987 ?]


    sources :
     







    [Volkszeitung ; Die Stadt als Lebensraum wiedererobern]

    notice :
    Image (fixe ; à 2 dimensions)
    [
    Volkszeitung ; Die Stadt als Lebensraum wiedererobern]. — Bern Berne : [s.n.], . — 1 affiche (impr. photoméc.), coul. (une  : noir , papier jaune ) ; 61 × 43 cm.

    • Affiches par pays  : Suisse
    • Lieux d’archivages  : CIRA (Lausanne)
    • Liste des thèmes  : femmes  ; logement, habitat
    • Géographie, géopolitique et Histoire  :
    • Noms cités (± liste positive)  :
    • Presse citée  :
    • Vie des mouvements  : meetings et manifestations
    notes :
    descriptif :


    [ texte ; petits dessins de maisons ; sept. 1989 ]

    texte :

    Volkszeitung

    Die Stadt als Lebensraum wiedererobern
    Das Zaffaraya bleibt in dieser Stadt.
    […]

    Zaffaraya lebt !!!!!!!!!!!!!!!

    Hände weg von der Lorraine
    […]

    Murifeld
    […]

    Lebensräume statt Angstträume für Frauen
    […]

    Frauenwiderstand hier und überall

    Stopp der Hortung von Boden als Kapitalanlage
    […]

    Stopp der Wohnungsnot
    […]

    Wohnungsbestand gering erhöht
    135 Wohnungen mehr
    […]

    Schüllerinnenkoordination

    Am 28. Oktober 1989 findet um 14 Uhr in Bern (Neuengasse) eine Demo gegen die Wohnungsnot statt.
    Wir fordern :

    • ein Recht auf Wohnen
    • Sanierungen nur mit Bewilligung der Mieterinnen
    • Räumungsstopp für Besetzerinnen
    • kein Besitz am Boden Stopp der Spekulation
    • die Wohnungen denen die drin wohnen
    • Selbstbestimmung der Quartiere, Stopp der Quartierzerstörung
    • Gelände für Zaffaraya

    sources :
     
















    [Fête de soutien aux bad girls]

    notice :
    Image (fixe ; à 2 dimensions)
    [
    Fête de soutien aux bad girls]. — Lausanne : Espace autogéré (Lausanne), . — 1 affiche (photocop. ) : n. et b. ; 14 × 42 cm.

    • Affiches par pays  :
    • Lieux d’archivages  : CIRA (Lausanne)
    • Liste des thèmes  : féminisme  ; femmes  ; procès
    • Géographie, géopolitique et Histoire  :
    • Noms cités (± liste positive)  :
    • Presse citée  :
    • Vie des mouvements  : galas et actions de soutien  ; repas, cantine, …  ; soutien à militants …
    notes :
    descriptif :
    Symbole(s) utilisé(s) :

    [ texte ; photo (Pippi Langstrumpf / Fifi Brindacier) ]

    texte :

    Fête de soutien aux bad girls

    Sa. 24 février

    Procès 6-7 mars
    18 h 30 - film : Fifi Brindacier
    20 h 30 - repas
    22 h 30 - perfo, concert(s), disco

    Suite à une campagne contre le harcèlement sexuel à l’université, quatre féministes sont accusées de « diffamation, calomnie et tentative de contrainte ». La plainte a été déposée par un prof. qui a délibérément choisi de reconnaître son cas particulier dans une information générale (son nom n’a jamais été cité).

    Une cinquantaine d’associations, syndicats, partis, dénocent le caractère arbitraire et injuste du procès qui leur est intenté. Planifié un jour avant la journée internationale des femmes, ce procès, qui vise à étouffer tout débat sur le harcèlement sexuel, risque bien de tourner au procès du féminisme.

    Tous et toutes au tribunal de Montbenon, les 6 et 7 mars 2001, à 8 h 45, pour soutenir les quatre militantes.

    Espace Autogéré — César-Roux 30 - 1005 Lausanne - www.squat.net/escpaceautogere


    sources :