noir
3358 affiches :
- notice : Image (fixe ; à 2 dimensions)
- notes :
- descriptif :
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texte
une du Petit journal (supplément illustré du dimanche 5 mai 1912) avec dessin (scène d’attaque de banque : « À Chantilly, l’attaque de la succursale de la Société Générale »)
- texte :
Les anarchistes ou
La Bande à Bonnot
Intermondia films
Jean-Paul Guibert
présenteJacques Brel
Bruno Cremer
Annie Girardot
Jean-Pierre Kalfondans
Les anarchistes ou
La Bande à Bonnotun film de
Philippe FourastiéDialogues de Marcel Jullian
scénario original et adaptation
Jean-Pierre Beaurenaut • Pierre Fabre
Philippe Fourastié • Rémo Forlanoavec
Armand Mestral
Francis Dyrek • Dominique Maurin
Michel Vitold • Anne WiazemskyMusique de
François Rauver et Jacques Brel
édition [… …]Co-production franco-italienne
Intermedia Films Jean-Paul Guibert (Paris)
Kinesis Films • Mefa Film (Rome)Interdit aux moins de 18 ans
Eastmancolor[impr. … ]
[graphiste …]
Affiche de cinéma. Titres alternatifs : La bande à Bonnot (titre français simplifié, le plus fréquemment employé) / Bonnot’s Gang (titre international) / Anarkisterna (Suède) / De anarchisten of de bende van Bonnet (Pays-Bas) / La banda Bonnot (Italie) / Os Gangsters de Bonnot (Brésil)
- notice : Image (fixe ; à 2 dimensions)
- notes :
- descriptif :
[ texte manuscrit sur papier brun ]
- texte :
N’écoutez pas les déblatérations imbéciles des politicards lubriques, les bureaucrates pourris et vendus, la clique des dirigeants véreux des partis de droite ou de gauche, les connards de l’assemblée générale ou du sénat !
Ne veautez pas !
veauter c’est cautionner un système pourri !
Voter c’est abdiquer
Groupe anarchiste Ravachol — Meudon-Sèvres
Ⓐ
Cette affiche aurait été arrachée et conservée par un ancien responsable de l’Union des Jeunes pour le Progrès (rassemblement de jeunes gaullistes) dans les Hauts-de-Seine. Elle serait conservée à La Contemporaine (ex-BDIC).
- notice : Image (fixe ; à 2 dimensions)
- notes :
- descriptif :
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[ texte (journal mural) ]
- texte :
4 maggio 1968 Umanità Nova
Federazione Anarchica Italiana
Non votare
Ma autogoverno
Cittadini
Ancora una volta i partiti chiedono voti in nome della sovranità popolare. Gli anarchici a più riprese affermato la loro posizione astensionista : ancora una volta non voteranno.
I candidati alla promissa legislatura non sono nè migliori nè peggiori dei loro predecessori. Non si tratta, quindi, degli uomini, ma delle istuzioni che non sono valide, del sistema che è marcio, dello Stato che divora le coscienze e vegeta in atti che si ispirano all’esperienza fascista, alle leggi del regime non defunto, malgrado il fallimento, per volontà di popolo, dei tentati colpi di Stato Tambroni e SIFAR, preparati sotto l’ampio mantello delle irresponsabilità parlamentari.
Cittadini, lavoratori
Lo Stato ci spoglia dei nostri averi e non dà conto del contributo che noi gli versamio : ci spoglia della sovranità popolare restringendola a potere direzionale di pochi, della libertà, soffocando le iniziative spontanee dell’individuo ed annullando la personalità umana nelle sue più genuine espressioni.
Il voto non porta rimedio ai nostri mali. Il sistema rappresentativo, compresso nel frantoio dello Stato, si trasforma in strumento di potere.
Cittadini
Le avanguardie giovanili hanno compresso che una esigenza libertaria pervade il mondo contemporaneo, dall’occidente all’oriente, e non perdonano le acquiescenze al potere costituito, le concessioni al sistema autoritario, i paternalismi che intendono deviare dalla strada intrapresa. Esse respingono un gerarchismo anacronistico, schemi, leggi e ordinamenti di un mondo ormai superato ; esse danno un senso libertario a metodi di autogoverno, antiautoritari, con cui costruire, su proposte e progetti deddati da indirizzi costanti di libertà, di autodeterminazione, di sviluppo sociale, una prassi nuova, che conferisca alle assemblee compiti ieri riservati al corpo scelto direzionale, in funzione di autonomia e di contropotere. Gli universitari hanno ottenuto molto di più col metodo dell’azione diretta di quanto potranno attenere dalla consultazione elettorale.
Col non votare e operando l’avvio ad una rivoluzione liberatrice, gli anarchici vogliono anticipare i fattori di progresso che essa contiene, rivendicare la libertà come mezzo e come fine, lottare contro privilegi e monopoli, assicurare l’emancipazione dei lavoratori ad opera dei lavoratori stessi.
La Federazione Anarchica Italiana
[Supplemento al n. … di] « Umanità Nova » del 4 maggio 1968 — Giornale murale Iscritto sul Registro Stampa al n. 4891, Tribunale di Roma, 31-10-1955 — Stabilimento tipografico GATE ; Roma
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- notes :
- descriptif :
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[ texte (manuscrit) ]
- texte :
Point n° 7 de la déclaration du Living-theatre
« Nous quittons le festival parce que le temps est venu pour nous de commencer enfin à refuser de servir ceux qui veulent que la connaissance et le pouvoir de l’art appartiennent seulement à ceux qui peuvent payer, ceux-là mêmes qui souhaitent maintenir le peuple dans l’obscurité, qui travaillent pour que le pouvoir reste aux élites, qui souhaitent contrôler la vie de l’artiste et celle des autres hommes. »
Pour nous aussi la lutte continue
[tampon :] AP Avignon
Voir aussi : « Treize questions aux organisateurs et aux participants du festival d’Avignon ».
- notice : Image (fixe ; à 2 dimensions)
- notes :
- descriptif :
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[ texte ; image : 2 gravures et 4 photos de dirigeants (Mao Zedong, Mariano Rumor [?], Lyndon B. Johnson [?], Pie VI) ]
- texte :
1 Maggio
Operai le fabbriche sono vostre !
Contro ogni oppressore, contro ogni padrone, contro ogni esercito, contro ogni burocrazia : questo è il nostro 1° Maggio.
Non à la festa per sfilate di potenti eserciti come ormai accade a Mosca, e Pechino e in tutti gli altri paesi socialisti, perché gli eserciti sono sempre contro il popolo e festeggiare un giorno di lotta operaia e rivoluzionaria con l’esibizione della potenza delle armi atomiche significa tradire i valori della eroica guerriglia dei popoli e accettare la logica del terrore dei blocchi di potenze voluto dall’imperalismo del denaro.
Svegliamoci : i partiti vogliono solo il nostro voto, i sindacati fanno gli interessi del padrone, i burocrati sono contro di noi, i dirigenti frenano le nostre lotte.
Rifiutiamo il sistema della pseudo democrazia parlamentare, rifiutiamo ogni dirigenza e ogni tatticismo dei sindacati e dei partiti, ogni mitizzazione di uomini e di fatti, ma uniamoci per abbattere i vertici e arrivare alla gestione collettiva dal basso, alla uguaglianza assoluta e alla affermazione della dignità dell’uomo.
Lavoratore ti ingannano !
Oggi non è la festa del Cristo lavoratore !
Oggi non è una festa patriottica con sfilate di eserciti !
Oggi è invece l’anniversario del sacrificio di cinque lavoratori impicciati per avec proclamato, il 1° Maggio del 1886 a Chicago.
Da oggi non lavoreremo che otto ore !
Da allora il Primo Maggio sarebbe stato giorno di lotta degli sfruttati contro gli sfruttatori, secondo l’incitamento dei cinque lavoratori anarchici morti sul patibolo.
Sono gli stessi sfruttati che nel ’98 a Milano, cadono sotto il piombo monarchico rivendicando il diritto al pane. Diritto che riaffermò due anni dopo a Monza Gaetano Bresci, giustiziando Umberto I° il « re buono ». Lotta che continua nel ’14 nella Settimana Rossa, che avvampò tutta Italia, precedendo l’ancor più grande fiammata della Rivoluzione Russa, avanti la lunga oppressione nazi-fascista, dapprima contrastata dalle coraggiose occupazioni armate delle fabbriche nel ’21, e successivamente, in Italia, dai generosi attentati anarchici di Zamboni, Lucetti e Schirru. Ieri la Resistenza dei lavoratori ebbe ragione degli oppressori monarchici e nazi-fascisti, oggi è necessario l’energico intervento popolare nelle piazze, come nel Luglio del ’60, e come gli studenti, nuova classe di sfruttati, contro i ricorrenti tentativi autoritari dei padroni e dei governanti.
Circolo internazionale di cultura popolare - 5, Polo 2718 - Venezia — Tip. Vargen - Venezia
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- notes :
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[ texte ]
- texte :
Vietnam
Les travailleurs du monde ne doivent pas tolérer que le peuple vietnamien soit exterminé sous le napalm et le phosphore.
Ils doivent condamner l’agression de l’impérialisme yankee coupable au premier titre, ainsi que tout autre nationalisme.
Ils doivent être solidaire de tout peuple opprimé et manifester leur hostilité à toutes les armées de métier.
Groupe communiste libertaire
groupe anarchiste d’Asnières (FA)Imp. du Sommet [téléphone]
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- notes :
- descriptif :
[ texte dessin (main rouge tenant un drapeau noir avec texte en rouge) ]
- texte :
Fédération anarchiste
Voter c’est abdiquer !
L’action directe est efficace
dans les usines et les facultés
dans les comités d’action
continuons le combat
G.B.
Imp. spé. du M.L. - 3, rue Ternaux, Paris
Affiche rééditée en carte postale : https://cartoliste.ficedl.info/article4457.html
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- notes :
- descriptif :
[ texte ; photos (Mai 68, photo de moutons) ]
- texte :
1968 espoir…
[photo] Travailleurs, étudiants, un seul et même combat…
[photo] La police de tous les régimes, de tous les États…
[photo] Pour l’autogestion…
1969 perdu...
non à l’électoralisme !
Le combat ne passe pas par les urnes
[photo de moutons]
Union des groupes anarchistes de Normandie
Imp. Fromentin - Louviers
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[ texte ]
- texte :
Lundi 10 novembre, à 20 h 45 précises
Palais de la Mutualité
24, rue Saint-Victor, Paris 5e
Gala annuel du Monde libertaire
organisé par l’Association pour l’étude et la diffusion des philosophies rationalistes au profit de son comité d’entr’aide
régie artistique Suzy Chevet
Claude Nougaro
Simone Bartel, Jacques Blot,Vicky Messica, Marc Ogeret, Marie-Thérèse Orain, Guy Peze et les Guaranis de Francisco Marine
Au piano : Yvonne Schmidt
Dès maintenant, il est urgent de retenir ses billets (12 F). Librairie du journal, 2, rue, Ternaux (11e) VOL. 34-88 ou ORN. 57-89 - Salle des locations à la Mutualité ou à l’entrée du spectacle - Ouverture des portes à 20 h 15 précises.
Imp. du Sommet, 3, rue du Sommet-des-Alpes, Paris-XVe - Vau 16-63
Affiche en deux moitiés
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- notes :
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[ texte ]
- texte :
Le groupe libertaire Louise-Michel organise une conférence publique
Vendredi 28 février 1969 à 21 heures précises
Salle de la Maison Verte - 127, rue Marcadet - Paris (18e) (Métro : Joffrin - Poissonniers)
Sujet :
Le Gaullisme !
sa politique étrangère et intérieure - la participation - la régionalisation - l’avenir du gaullisme
Orateurs :
Maurice Joyeux, Hémel
Entré libre
Imp. du Sommet, 3, r. du Sommet-des-Alpes, 15e
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- notes :
- descriptif :
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[ texte ; dessin (une personne rouge, debout avec une clé plate à la main ; une personne bleue [en manteau ?], ramassée, levant les bras pour se protéger) ]
- texte :
13, 14, 15, 16, 17, 20, 21, 23 mai, 21 h, 7 F
Pièce d’André Benedetto ; création de la Nouvelle Compagnie, Théâtre des Carmes, Avignon
Le Petit train de monsieur Kamode
grand jeu politique sur le kapitalisme monopoliste d’État dans un style de participation environnement sur une France tricolore en polystyrène expansé en prenant pour exemple le démantèlement des voies ferrées
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- descriptif :
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[ texte ]
- texte :
Les anarchistes ne s’attaquent pas aux foules anonymes
Le Monde 14-12-69 : « Dans les instants qui suivirent ces explosions, les rues du centre de Rome furent parcourues par des groupes fascistes distribuant des tracts appelant les forces armées à la répression contre les "rouges et le terrorisme". » (la préparation d’un tract est assez longue)
G. Pinelli, l’auteur présumé de l’attentat, se serait jeté par la fenêtre en présence de la police, ne l’aurait-on pas poussé ??
Des journalistes découvrent maintenant que Pinelli avait un alibi confirmé par 6 témoins dont 2 agents de police. Il Giorno 17-12-69.
Et comment se fait-il que’une « telle organisation » en soit réduite à utiliser un taxi pour l’attentat ?
Il est clair que ces attentats sont commis par la police et des fascistes, servant à souder le gouvernement et à protéger la Capitalisme.
Restons vigilants !!
[imprimer par XXX Groupe XXX]
- notice : Image (fixe ; à 2 dimensions)
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- descriptif :
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[ image : tête du magicien entourée de flammes rouges (sur fond noir) dans lesquelles sont dessinés des extraits du spectacle ; titre en jaune ] affiche publicitaire pour les spectacles de Mystag.
- texte :
J. Hodges
Mystag
Imp. Harfort — Paris
- notice : Image (fixe ; à 2 dimensions)
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- descriptif :
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[ image : tête du magicien entourée de flammes rouges (sur fond noir) dans lesquelles sont dessinés des extraits du spectacle ; titre en jaune et noir avec effets de diaphragme ] affiche publicitaire pour les spectacles de Mystag.
- texte :
J. Hodges
Mystag
[ Imp. … ]
Variation d’une autre affiche, sans le jeu sur le caractère.
- notice : Image (fixe ; à 2 dimensions)
- notes :
- descriptif :
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[ texte (solidarité avec Don milani, imprisonné) ; dessin (grenadiers au garde-à-vous sur les côtés) ]
- texte :
I prestiti delle guerre sono molteplici :
però la causa immediata ne è una sola :
l’esistenza d’un esercito.No alle armi
Collettiva dei pittori
inaugurazione della mostra, giovedì 16 dicembre, ore 19Boscolo - Pontiti - Di Venere - Pregnolato - Guadaguino - Toffolo - Pagnacco
I pittori si uniscono alle proteste di Don Milani, che subisce in questi giorni un processo, per aver solidarizzato con gli obiettori di coscienza di oggi e di sempre, reclamando il diritto, per ogni individuo libero, di rifiutarsi ad impugnare le armi.
[logo] Galleria Internazionale — Venezia - S. Polo 2756
Tip. Veneta - Venezia
Esante da Bollo - D.L. 342, art. 19 - 16-4-1
- notice : Image (fixe ; à 2 dimensions)
- notes :
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[ Journal mural ]
- texte :
Pour la révolution anarchiste
Les Travailleurs vont payer les frais de la gestion capitaliste.
Devant un possible affrontement, le pouvoir multiplie les appels au civisme, relance son offensive d’embrigadement de la jeunesse et décuple ses efforts pour aliéner l’homme au système. La répression attend tout ceux qui refusent de s’y intégrer.
Face à cela organisons la lutte. Créons partout des comités de lutte contre la répression. Dénonçons les victoires empoisonnées et proposons une restructuration de la société par la lutte révolutionnaire.
Depuis la dévaluation, tout le monde parle de crise économique mondiale. M. Rueff prédit une crise aussi catastrophique que celle de 1929.
Alors que le pouvoir parle « d’assurer le développement humain nécessaire à l’économie s (Rapport-Montjoie-Ortoli), les grèves sauvages se multiplient et les mouvements sociaux prennent de l’ampleur. Les travailleurs de-vinent la tricherie du système social qui veut leur faire payer de leurs personnes la marche vers le totalitarisme
Les travailleurs paieront
La dévaluation devait, selon Chaban-Delmas, empêcher le déclenchement d’une déflation massive qui aurait provoqué une recrudescence du chômage. Mais nous avons la dévaluation et la déflation. Le coût de la vie augmente de 0,5 p. 100 par mois. Les impôts sur le revenu sont haussés de 25 p. 100. Plus de 400 milliards d’investissements les écoles, hôpitaux, logements, etc., sont bloqués.
Les grands trusts à la faveur des mesures prises par le système, se développent au détriment des petites entreprises. Les commerçants et artisans ont déjà réagi, employant parfois l’Action Directe. Le chômage va aller s’accentuant et dépasser les besoins en chômeurs du profit capitaliste.
L’AFFRONTEMENT EST POSSIBLE
Le pouvoir craint qu’une grève générale ne survienne. Il lui faut prendre des mesures de prévention
Les appels au civisme
C’est dit : les Français doivent se mettre au service de l’économie et du système, rechercher toujours la conciliation, accepter que leurs enfants travaillent dans des classes surchargées, serrer la ceinture, en écoutant les belles recommandations que font sur les écrans leurs dignes représentants, savants et condescendants.
Mais pour faire des Français ses « bons domestiques », le pouvoir ne se contente pas de paroles ; il a depuis longtemps commencé à aménager les structures de la société pour que les hommes soient toujours plus ses instruments.
L’embrigadement de la jeunesse
Le meilleur moyen d’embrigader la jeunesse, c’est le sport, faut que le sport soit un « Exutoire pour les jeunes ». Il faut leur donner le goût de la compétition, des olympiades dans le style Berlin 1936 ou Mexico 1968. Il faut les encadrer, les mobiliser pour qu’ils se défoulent et qu’il ne leur vienne pas à l’idée de remettre en cause leur véritable ennemi : le pouvoir d’État lui-même.
Les activités physiques sont facteur d’épanouissement et de libération positive ; mais utilisées par la société capitaliste et étatique, elles ne sont plus que libération négative, enthousiasme pour un paradis artificiel.
LE SPORT EST UNE DROGUE I que bien sûr la presse bourgeoise ne s’empresse pas de combattre et que le parti communiste utilise comme cheval de bataille.
L’autre moyen d’embrigadement dont a toujours usé le pouvoir, c’est l’armée Elle a toujours été là pour ingurgiter les jeunes à qui la société n’offrait que la solitude et la misère, pour ne leur offrir qu’un « héroïque » renoncement. On reparle de généraliser l’Incorporation à 18 ans, à la faveur de laquelle : « l’Instruction civique pourrait être donnée en temps voulu et S’IMPRÉGNER PLUS FACILEMENT DANS LES CIRES MOLLES ».
L’État a repris à son compte l’éducation jésuite ; il veut faire de tous les hommes sa soldatesque. Pour cela tous les moyens de mise en condition employés à l’armée sont également utilisés dans le « civil », en particulier par une pseudo-formation professionnelle, le travail a temps partiel et le chômage. Le système éducatif est bien conçu pour fabriquer les cadres et les nègres dont le système social a besoin.
Aliénation de l’homme au système
Les manuels scolaires le disent eux-mêmes : dans notre société, l’unité de mesure de valeurs, c’est le franc. La beauté d’un paysage, le charme d’une contrée n’ont plus le droit d’être appréciés que par l’intermédiaire du tourisme. Vivre, c’est profiter de ses loisirs mesurés à la machine à calculer. Ce qui fait la valeur de l’homme lui-même, ce n’est plus sa personnalité, mais la fonction qu’il occupe, son évaluation dans le cadre du système. Il est devenu l’objet, comme toute marchandise, de la loi de l’offre et de la demande. Il a ses carottes (télévision, voiture et tiercé) et son lapinier (HLM).
Là où échouent les moyens économiques pour sauver une affaire commerciale en difficulté, la psychologie, elle, peut réussir. Elle se sert en premier lieu de la publicité. Tout capitaliste, tout commerçant qui « ne croit pas à la publicité, c’est celui qui ne croyait pas à l’automobile en 1900 » ; c’est le meilleur moyen de vendre des courants d’air.
C’est surtout le moyen de créer des besoins chez les consommateurs venant suppléer à tous les besoins humains non satisfaits dans cette société, les libérant négativement et les mettant au service de la marchandise.
La seconde utilisation de la psychologie au service du capital, c’est la propagande destinée à maitriser et à tromper les masses en leur apportant le ré-confort des formules exprimant la générosité solide et tranquille ainsi que les moyens les plus sournois.
Dans l’entreprise, la psychologie Industrielle effectue un travail de sélection des individus uniquement au service du rendement. Toujours au service du rendement elle étudie la cou-leur, la luminosité, l’atmosphère de l’atelier ou du bureau, la hiérarchie des salaires, etc.
Pour que les travailleurs ne se révoltent pas, la psychologie industrielle a imaginé le moyen de les transformer en participants par le développement des « relations humaines » entre dirigeants et dirigés. Ces relations sont en fait uniquement destinées à annuler la dynamique de la lutte des classes. On complète cette mesure par l’intéressement des travailleurs à l’entreprise, en en faisant une multitude de petits « actionnaires » du système, pour qu’il ne leur vienne plus à l’idée de le détruire.
La participation est une arme à double tranchant, transformant les revendications globales en problèmes particuliers et finissant de détruire le sens de la solidarité ouvrière. Usine après usine, atelier après atelier, homme après homme, le front de classe est détruit
Aujourd’hui le maître c’est le système et les esclaves ce sont les administrés comme les administrateurs. L’État tend à tenir la société comme une marionnette formidable, d’une seule main, au moyen d’une bureaucratie extrêmement compliquée et envahissante. Centraliste mais tentaculaire, là est l’habileté, il cherche à intégrer tous les aspects de la vie sociale (les syndicats, la vie économique et la vie politique). Il s’infiltre dans la société, s’accapare de chacun de ses rouages, comme un cancer.
Répression
Sous le gouvernement des savants et des technocrates l’épanouissement individuel n’a plus de valeur. La technocratie trace les routes au service du système en niant les hommes. Les hommes n’existent que statistiquement ; et quand ils gênent la planification centraliste on les supprime.
Mais nous sommes nombreux à ne pas accepter les valeurs de cette société, et les rôles qu’elle nous assigne. Pour nous l’homme n’a pas d’autre but suprême que lui-même. Il faut donner à la vie le pouvoir de s’exprimer, de s’épanouir et de détruire dans l’enthousiasme les plus hauts obstacles. Revendiquons le « Tout est possible » et « Prenons nos désirs pour des réalités ». Nombreux sont ceux qui choisis-sent de refuser cet univers militaire où ils sont autant eux-mêmes que celui qui marche à quelques pas devant. Auparavant on se recollait contre : « Tu gagneras ton pain dans la sueur et la misère ». Aujourd’hui on se révolte contre : « Tu gagneras ton pain dans l’uniformité et l’ennui ».
Nous sommes ceux que la société nomme des « inadaptés » — bien sûr, nous ne sommes adaptes qu’a la société future. Elle nous range avec raison parmi les « déchets », ceux que les bolcheviks ou les nazis exécutaient ou mettaient dans des camps de concentration, « La pègre et les anarchistes » qui selon Christian Fouchet avaient provoqué les événements de mai 1968.
Organisons la lutte
Le refus de s’intégrer à la totalité entraine automatiquement les foudres de la répression. Un complot fait que les victimes de la répression sont systématiquement isolées. Décider de lutter et lutter en ordre dispersé ou par petits groupes serait vouer d’avance notre combat à la défaite.
Il faut se donner les moyens d’être le plus forts possible. La première tache c’est d’unir toutes les forces qui refusent et d’organiser la solidarité contre la répression sous toutes ses formes et en chacune de ses manifestations. Pour cela il est nécessaire de faire voir clairement le processus qui conduit à la répression : l’offensive étatique et capitaliste. Résister, riposter, mener l’offensive contre la répression conduira logiquement à lut-ter contre toute cette offensive, à organiser le combat révolutionnaire face au complot totalitaire.
CRÉONS PARTOUT DES COMITÉS DE LUTTE CONTRE LA RÉPRESSION !
***
L’action révolutionnaire est une expression des nécessités nées de la révolte. Elle doit tendre à briser les tables de valeurs, remettre en question les structures de la société, proposer d’autres tables de valeurs, d’autres structures.
L’action doit remettre en cause tous les résultats de l’aliénation et de la conscience collective, aider à la construction de consciences individuelles par la prise de conscience. Cette prise de conscience ne peut se faire que dans l’action. Bakounine proposait l’émancipation par la pratique L’autorité devient anonyme. Il faut lui donner des noms : répression, état policier, fourmilière, démission, etc., les faire jaillir non seulement par la dénonciation ou l’explication mais par des ACTES RÉVÉLATEURS et faire participer le plus grand nombre possible de gens à ces actes révélateurs.
Cette forme de propagande ne peut avoir de valeur que si les spectateurs sont heurtés de telle manière qu’ils prennent parti pour le propagandiste et deviennent acteurs.
Il nous faut parvenir à rallier la grande majorité des travailleurs ou être certains qu’ils choisiront le camp de la révolution le moment venu.
Non aux victoires empoisonnées !
Les syndicats réformistes flirtent sans cesse avec les directions patronales pour obtenir de « nouveaux avantages ». Ils acceptent plus ou moins la participation prétendant qu’elle peut déboucher sur la satisfaction de certains intérêts formules par les travailleurs.
D’après eux, si les jeunes ne trouvent pas d’emplois, si le pouvoir ne fournit pas les crédits nécessaires à l’instauration d’une véritable formation professionnelle pour tous, c’est parce qu’il les a « oubliés ».
Et s’ils donnent des ordres de grève c’est parce que l’intransigeance patronale les y a « obligés ».
Il faut le répéter, le patron c’est l’ennemi de classe et tous les avantages obtenus par l’action réformiste sont en fait uniquement destinés à provoquer la reprise, sans jamais remettre le système de gestion en cause.
Ce qui est plus grave, c’est que depuis toujours on utilise les mouvements révolutionnaires pour les faire déboucher sur une prise du pouvoir d’État par la vole parlementaire. Même lorsque, comme en 1936, les partis dits de gauche ont accédé au pouvoir, cela n’a rien changé aux structures fondamentales de notre société et cela n’a jamais aboli l’exploitation de l’homme par l’homme ou le système économique et social.
Parler aujourd’hui de gouvernement de la gauche pour créer « une démocratie avancée ouvrant la voie au socialisme », c’est ne pas tenir compte de l’expérience du Front Populaire, ou du pouvoir du Parti Travailliste en Grande-Bretagne. C’est aussi bloquer les luttes révolutionnaires en leur donnant un faux contenu — comme en mai 68. C’est enfin en venir à annuler la manifestation du 1er Mai 1969 pour préparer l’élection présidentielle.
De toutes façons, de nos jours, les capitalistes et les dirigeants politiques se serrent trop les coudes pour risquer de se faire détrôner par un véritable gouvernement de front populaire. Ce n’est pas parce que nous le voulons, mais aujourd’hui c’est tout ou rien.
Le pouvoir actuel ne peut être renversé que par un véritable mouvement révolutionnaire détruisant l’appareil d’État et donnant d’autres structures à la société.
LES URNES SONT LE TERRAIN DE LUTTE DE LA BOURGEOISIE. — De plus, ce n’est pas en confiant le pouvoir à un quelconque parti de gauche que l’on préparera l’avènement de la révolution sociale. L’appareil d’État ne fait que changer de mains et le nouveau maître se montre très vite encore plus autoritaire que l’ancien.
Même si par une lutte de type révolutionnaire, la Ligue communiste prenait le pouvoir, elle ne ferait que renouveler l’expérience des bolcheviks. Car elle est une organisation bolchevik, ayant les conceptions léninistes du parti. Elle est par là-même contre-révolutionnaire. D’ailleurs ses militants parlent d’hégémonie sur les syndicats, sollicitent des alliances avec le PC, font de la pêche à la ligne sur la CGT et en viennent à affirmer au printemps dernier, que voter Krivine c’est voter Révolutionnaire.
Que reste-t-il des « Victoires de Mai » ?
La reprise du secteur s’est faite sur des promesses. Comme de bien entendu les augmentations de salaires ont été effectuées. On sait que de toutes manières les prix les ont rattrapées depuis belle lurette.
Par contre presque toutes les réductions d’horaire sans perte de salaire sont passées aux oubliettes, la sécurité de l’emploi est de plus en plus atteinte et presque tout est à refaire pour remettre le système en cause. Ce dernier continue son patient travail d’Intégration et d’asservissement des travailleurs.
Il est nécessaire de pousser les grèves JUSQU’AU BOUT, sur un front le plus large possible JUSQU’À LA GRÉVE GÉNÉRALE, mettre chaque fois le système de gestion en contradiction avec lui-même, en l’obligeant à céder sur des points qui lui sont indispensables au maintien de l’exploitation — tels que l’embauche complète du personnel d’appoint, l’abaissement de l’âge de la retraite, pas de salaire en-dessous de 1.000 F, etc.
Une grève bien menée, débouchant sur une remise en question de la gestion, est par là-même un acte révélateur. C’est par de telles luttes que l’on peut parvenir à une grève générale gestionnaire débouchant sur la création d’un double pouvoir. Les formes de la lutte sont à expérimenter chaque jour et son but est à envisager également en permanence. Quel but lui donner ?
Une restructuration de la société
Il n’est pas question, après avoir détruit l’appareil du pouvoir d’État, de le remplacer par un appareil encore plus autoritaire. Dès le départ il faut construire un système libertaire, qui loin d’être le communisme (ou l’anarchie), lui ouvre néanmoins l’horizon.
« Dans le corps social comme dans le corps physique, l’ordre ne résulte pas de l’autorité, Il résulte de l’organisation » (Proudhon). Les principes fédéralistes libertaires demeurent les seuls conformes à la construction d’une société véritablement révolutionnaire qui ne peut se faire qu’a partir d’assemblées à la base coordonnant leurs efforts en se fédérant, ne donnant jamais le pouvoir de décision à quelques-uns.
En toutes choses c’est le système qui est déterminant. Que signifie aplanir la lutte des classes de façon révolutionnaire ? C’est faire que par une organisation de la société la naissance de tyrans, de minorités dirigeantes et d’idoles soit impossible ; c’est aussi faire que ce soient les hommes qui administrent les choses et non l’inverse. C’est le système qui fait les fonctions et la lutte contre la constitution d’une bureaucratie ne peut se faire qu’en structurant la société de telle manière qu’elle ne puisse pas engendrer une bureaucratie.
C’est aussi le système qui crée les difficultés quand il y en a. Un système révolutionnaire doit permettre aux difficultés de s’exprimer et ainsi d’être résolues. Les bolcheviks les faisaient disparaître en faisant disparaitre les hommes qui les exprimaient (en assimilant n’importe quel paysan à un koulak par exemple). Le système doit permettre la compréhension mutuelle.
Pendant la Commune de Paris, pour la première fois « depuis les jours de février 1848, les rues de Paris étaient sûres, et cela sans aucune espèce de police » (Marx — « La Guerre civile en France Si la société est bien construite on n’aura plus besoin de système répressif, comme par ailleurs de la publicité, de la propagande et des dirigeants, car tout cela deviendra inutile.
Groupe révolutionnaire anarchiste Berneri, Marseille.
SGI - Toulouse
Daté octobre 1969, tiré à 2 000 exemplaires (annotation à la main).
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[ texte ]
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Fédération Anarchiste
autogestion : gestion directe par les travailleurs eux-mêmes
fédéralisme : coordination sans État ni Comité Central
socialisme libertaire : égalité économique pour tous, liberté morale pour tous
régionalisation ou pas, le problème restera posé
Le combat ne passe pas par les urnes
Lisez Le Monde libertaire
3, rue Ternaux, 3 - ParisImpr. spéc. du Monde libertaire
3, rue Ternaux, Paris-XIe- notice : Image (fixe ; à 2 dimensions)
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[ texte ]
- texte :
Feuille d’Avis de Lausanne
Le plus fort tirage des quotidiens romandsTerroriste italien arrêté à Lausanne
Automobilistes ! Saint Christophe ne vous protège plus…
Manchette du quotidien Feuille d’Avis de Lausanne (10 mai 1969) [ancêtre de 24 heures] annonçant l’arrestation d’Angelo Della Savia.
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text
map (“Kronstadt and Vicinity”)
photos (“Ex-Stalin Square in Budapest, October 23rd, 1956” ; “Armed Strikers, Southern Colorado coal fields, 1914 (To be continued in Cleveland, 1970.)”)
- texte :
Theses on the Commune
I
“The traditional revolutionary workers’ movement must be re-examined without any illusions ans, first and foremost, without any illusions as to its various political ans pseudo-theoretical heirs, for all they have inherited is its failure. What seem to be the achievements of this movement (reformism or the installation of a state bureaucracy) are its fundamental failures, while what seem to be its failure (the Commune of the Asturias revolt of 1934) are its greatest achievements, for us and for the future.” (Internationale Situationniste No. 7)
II
The Commune was the biggest festival of the nineteenth century. Underlying the events of that spring of 1871 one can see the insurgents’ feeling that they had become the masters of their own history, not the level of the politics of “government”, but on the level of their everyday life. (Consider, for example, the games everybody played with their weapons : they were in fact playing with Power.) It is also in this sense that Marx should be understood when he says that “the most important social measure of the Commune was its own existence in acts.”
III
The remark by Engels and Marx : “Take a look at the Paris Commune. It that was the dictatorship of the proletariat,” should be taken seriously, in order to reveal what the dictatorship of the proletariat as a political regime is not (the various forms of dictatorship over the proletariat in the name of the proletariat).
IV
It is not difficult to make perfectly justified criticisms of the incoherence and obvious lack of the machine in the Commune. As the problem of political machinery seems far more complex to us today than the would-be heirs of the bolshevik-type machinery claim it to be, it is high time we examine the Commune not just as superseded example of revolutionary primitivism, all mistakes of which have long been overcome, but as a positive experiment whose whole truth has never been either rediscovered or accomplished ti this day.
V
The Commune had no leaders. And this at a time when the idea of the necessity of leaders held undisputed sway over the proletarian movement. This is the first reason for its paradoxical successes and failures. The official organizers of the Commune were incompetent (if measured up against Marx, Lenin or even Blanqui). But on the other hand, the various “irresponsible” acts of that moment are precisely what should be claimed for the continuation of the revolutionary movement of our own time. This is so, even if the circumstances forced almost all of those acts to remain destructive (The most famous example being the rebel who, when a suspected bourgeois insisted that he had never had anything to do with politics, replied, “That’s precisely why I’m going to kill you.”)
VI
The vital importance of the general arming of the people was manifest practically and symbolically, from the beginning to the end of the movement. By and large the right to impose popular will by force was not surrendered and left to any specialized detachments. This exemplary value of this autonomy of armed groups had its counterpart in their lack of co-ordination : at no point of the struggle against Versailles, on the offensive or defensive, did the forces of the people attain real military effectiveness. It should, however, be born in mind that the Spanish revolution was lost — as, in the last analysis, was the civil war itself — in the name of a similar transformation into a “republican army.” The contradiction between autonomy and co-ordination would seem to be the point reached by the technology of the period.
VII
The Commune represents the only implementation of a revolutionary urbanism to date — attacking on the spot, the petrified signs of the dominant organization of life, understanding social space in political terms, when they refused, for example, to accept the innocence of any monument. Anyone who reduces this to some “lumpen-proletarian nihilism,” some “irresponsibility of the petrol-bombers”, should be forced to state what, on the contrary, he believes to be of positive value in contemporary society and worth preserving (it will turn out to be almost everything…). “The entire space is already occupied by the enemy…. Authentic urbanism will appear when the absence of this occupation is created in certain zones. What we call construction starts there. It can be clarified by the positive hole coined by modern physics” (Unitary Urbanism, out of I.S. 6).
VIII
The Paris Commune succumbed less to the force of arms than to the force of habit. The most scandalous practical example was the refusal to use artillery to seize the French National Bank when money was in such desperate need. Throughout the whole of the Commune, the Bank remained an enclave og Versailles in Paris, defended by nothing more than a few rifles and the myth of property and theft. The other ideological habits proved in every respect equally disastrous (the resurrection of Jacobinism, the defeatist strategy of barricades in memory of ‘48 ans so on).
IX
The Commune shows how those who defend the old world always benefit, at one point or another, from the complicity of revolutionaries : and, above all, from those who think out the revolution. This occurs at the point where the revolutionaries think like those guardians of the old world. In this way, the old world retains some bases (ideology, language, habits) in the deployment of its enemies, and uses them to reconquer the terrain it lost. (Only the thought-in-acts natural to the revolutionary proletariat escapes it irrevocably : the Tax Bureau went up in flames.) The real “fifth column” exists, in fact, in the very minds of revolutionaries.
X
The story of the arsonists who, during the last days of the Commune went to destroy Notre-Dame, only to find themselves confronted by an armed battalion of Commune artists, is a rich in meaning : it is a fine example of direct democracy. It shows further the kind of problems still raised in the perspective of the power of the workers’ councils. Were these artists as such right to defend a cathedral in the name of eternal aesthetic values — and in the last analysis, in the name of museum culture — while at the same time other men wanted nothing but to express themselves, for the first time there and then ; to make this destruction symbolize their absolute defiance in the face of a society which, in its moment of triumph, was about to consign their lives to silence and oblivion ? The artist partisans of the Commune, acting as specialists, already found themselves in conflict with an “extremist” form of struggle against alienation. The Communards must be criticized for not having dared to answer the totalitarian terror of power with the total power of weapons. Everything indicates that those poets who, at that moment, actually expressed the Commune’s inherent poetry were simply wiped out. The abortive nature of the Commune as a whole let its tentative actions be turned into “atrocities” and made it easy to censor the memory of its real intentions. Saint Just’s remark, “those who make but half a revolution dig naught but their own graves,” helps also explains his own silence.
XI
Theoreticians who, like the traditional novelists, try to the the history of this movement from a divine omniscient standpoint can very easily prove, in purely objective terms, the Commune was condemned to failure and that it could never have been superseded. They forget that for those who really lived it, the supersession was there already.
XII
The audacity and imagination of the Commune can only be measured in terms of the prevailing political, intellectual and moral attitudes of its own time in terms of the cohesion of all the prevailing platitudes it blasted to pieces. In the same way, the inventiveness we can expect of a comparable explosion today can only be measured in terms of the cohesion of the prevailing platitudes from the right of the left, of our own time.
XIII
The social war, of which the Commune was one moment, is still being fought today (though its superficial conditions have changed considerably). As to the task of “making the unconscious tendencies of the Commune conscious” (Engels), the last word is still to be said.
XIV
For almost twenty years in France, the Christians of the left and the Stalinists, in memory of their anti-German front, have agreed to emphasize the aspect of national disarray and offended patriotism appearing in the Commune, to explain that “the French people petitioned to be better governed” (in agreement with contemporary Stalinist “politics”) and were brought to despair by the default of the country-less right wing of the bourgeoisie. In order to regurgitate this holy water it would suffice to study the role played by foreigners who came to fight for the Commune. The Commune, in fact, was above all the inevitable battle, climax of twenty-three years of struggle in Europe by “our party” as Marx said.
18 March 1962
Debord, Kotányi and VaneigemThis text was first issued by Internationale situationniste
BP 307-03 ParisSituationist international
Cooper Station
P.O. Box 491
New York
N.Y. 10003- notice : Image (fixe ; à 2 dimensions)
- notes :
- descriptif :
testo e grafica
- texte :
1969/ Le bombe sono fasciste Le trame sono di stato
Lo stato è l’organizzazione della violenza
contro la sua violenza estendiamo la rivolta.Manifestazione
domenica 11 dicembre
ore 15,00
Piazza XXV Aprile
MilanoLega Libertaria
Viale Monza 255- notice : Image (fixe ; à 2 dimensions)
- notes :
- descriptif :
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[ texte ]
- texte :
1er mai 1886
Manifestations de Chicago à la suite desquelles 5 anarcho-syndicalistes sont pendus après une parodie de justice.
À cette époque, les syndicats décidèrent de commémorer leur sacrifice par une journée internationale de luttes ouvrières.
En rendant cette journée chômée et payée, l’État, représentant du capitalisme, dénature son caractère révolutionnaire en la transformant en « Fête du Travail » et du Muguet.
Travailleur ne fête pas ton asservissement, combat pour ton émancipation.
Mai 70, le combat continue.
Groupe anarchiste d’Asnières (FA) ; Comité d’action Clichy ; Comité d’action Citroën
Impr. des Gondoles - 94 - Choisy-le-Roi
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- notes :
- descriptif :
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texte
dessins (portraits des martyrs de Chicago)
- texte :
AIT — Confédération nationale du travail — AIT
1er Mai - Pourquoi ?
A. Parsons - L. Lingg - G. Engel - A. Fischer - A. Spies
Le 1er Mai 1886 à Chicago, ces cinq ouvriers anarchistes qui organisent un meeting lors d’une grève des métallos, furent arrêtés.
Leur crime : ils réclamaient les 8 heures. Le motif de leur arrestation : une provocation. Le verdict : pendaison.
Depuis le 1er Mai était une journée internationale de revendication ouvrière, avant d’être récupéré en 1942 par la bourgeoisie qui en fit la Fête du Travail.
Mai 68 fut un immense 1er Mai de lutte révolutionnaireDeux ans après où un sommes-nous ?
Bilan et perspectives lors d’un
Grand meeting anarcho-syndicaliste
Le 10 mai 1870 à 9 h 30 - Vieille bourse du travail — 13, rue de l’Académie
Organisé par l’Union locale CNT de Marseille, avec la participation de la CNT d’Espagne en exil et des Jeunesses anarchistes anarcho-syndicalistes
Imprimerie spéciale - CNT 39, rue de la Tour-d’Auvergne Paris - 9e - section française de l’Association internationale des travailleurs
Enregistrée à la préfecture de la Seine le 21 juin 1946 [xxx]- notice : Image (fixe ; à 2 dimensions)
- notes :
- descriptif :
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testo e grafica
- texte :
mai credetti di fare del male o di commettere un delitto contro natura, perchè di fatto è la mia natura e io ho il diritto di determinare il mio destino di donna. Da allora sono sempre più convinta di aver fatto una scelta giusta e sempre più certa della mia dignità e della mia autodeterminazione di donna.
Aborto Libero !
proposta femminista
[…]
- notice : Image (fixe ; à 2 dimensions)
- notes :
- descriptif :
testo e grafica
- texte :
Antifascistas de todos los pueblo de espana unidos !
- notice : Image (fixe ; à 2 dimensions)
- notes :
- descriptif :
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[ texte ; dessin (soldats nazis au pas, croix de Lorraine sur le casque) ]
- texte :
ich hatt’ einen Kameraden
Avec tes camarades PCF-CGT sous le signe [croix de Lorraine]
pour baiser les révolutionnaires- notice : Image (fixe ; à 2 dimensions)
- notes :
- descriptif :
testo ["contro" in nero, "per" in rosso] e grafica
- texte :
contro lo stato contro il capitale
azione diretta
[contro lo Stato - contro il potere - contro il sistema - contro i sindacati - contro i mass media … … per l’anarchia ?]
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- notes :
- descriptif :
[ Visuel : texte ]
- texte :
Fédération anarchiste
3, rue Ternaux, Paris 11eBurgos
Franco la muerte crache son dernier venin
Non aux héritiers d’Hitler
Groupe libertaire Kropotkine
Affiche signalée in : Espagne 1936-1975 : les affiches des combattant-e-s de la liberté : tome 2. Éditions libertaires, 2007. p. 125.
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- notes :
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[ texte avec date et lieu vierges ]
- texte :
Union Fédérale Anarchiste
Conférence publique
Le … à …
Salle … à …
Les Anarchistes
Pour : l’égalité économique, la commune libre et l’organisation fédéraliste
Contre : l’exploitation patronale, l’État et les politiciens
Demandez Le Libertaire, organe de l’Union fédérale anarchiste
Boite postale n° 1 — 41 - Chailles
Imprimerie Alleaume, 11, rue Chambourdin - Blois
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- descriptif :
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[ texte ; dessin (portrait de Joshua Norton qui se proclama « Emperor of the United States and Protector of Mexico » en 1859) ]
- texte :
Emperor Norton
Joshua Norton, or as he preferred to be called, Norton I, proclaimed himself Emperor of the United States and Protector of Mexico in 1859.
Although a pauper, he was fed free in San Francisco’s best restaurants.
Although a madman, he had all his state proclamations published in San Francisco’s newspapers.
While rational reformers elsewhere failed to crack the national bank monopoly with alternate currency plans, Norton I had his own private currency accepted throughout San Francisco.When the Vigilantes decided to have a pogrom against the Chinese, and sane men would have tried to stop them, Norton I did nothing but stand in the street, head bowed, praying. The Vigilantes dispersed.
’When the proper man does nothing (wu-wei), his thought is felt ten thousand miles."
—Lao TseAlthough a fool, Norton I wrote letters which were seriously considered by Abraham Lincoln and Queen Victoria.
"You must take the bull by the tail and look the facts in the face."
—W.C. FieldsAlthough a charlatan, Norton I was so beloved that 30,000 people turned out for his funeral in 1880.
"Everybody understands Mickey Mouse. Few understand Hermann Hesse. Hardly anybody understands Einstein. And nobody understands Emperor Norton."
—Malaclypse the Younger, K.S.C.Live like him
Discordian Society [logo : pentacle & apple in Yin & Yang] A bridge between Pisces and Aquarius
Endorsed by the Illuminati
A Green and Pleasant Poster
[logo] [??]
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- notes :
- descriptif :
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Groupe anti-gestion
[ texte ]
- texte :
Futur cadre
Quelque part se tresse la corde qui te prendra !…
Le Groupe Anti-Gestion :
— Considérant que les cadres ne font que renforcer l’exploitation et l’oppression. — Considérant que l’Entreprise est le lieu privilégié d’exploitation des travailleurs. — Considérant que la division dirigeant-dirigé ne fait que reproduire et aggraver la division entre exploiteurs et exploités.
— Considérant que les cadres sont les suppôts du système en dissimulant les rapports d’exploitation sous un vernis scientifique.
— Considérant que sous couvert de psycho-sociologie, de marketing, de droit, de comptabilité, d’informatique, de théorie de l’entreprise, etc., les cadres tentent de camoufler l’exploitation et dévier la colère des travailleurs en les divisant.
— Considérant que les séquestrations multiples de cadres désignent bien ces derniers comme complices du patronat et comme obstacles à l’émancipation des travailleurs.
— Considérant que par leurs salaires, leurs statuts, leurs fonctions, les cadres profitent directement de la part de salaire non payée, extorquée aux travailleurs, et que pour maintenir leurs privilèges ils sont prêts à passer de la répression insidieuse à la répression directe.AFFIRME
— Qu’il ne peut avoir d’autre solution que la suppression pure et simple de la fonction technique et du statut social de cadre.
— Que l’émancipation des travailleurs ne peut être le fait que des travailleurs eux-mêmes et qu’en conséquence la science, la technique et l’invention doivent être assumées par les travailleurs et non par une caste de privilégiés et d’exploiteurs.
— Que toutes les institutions universitaires qui tentent de forger “l’attitude mentale spécifique” du cadre sont nuisibles et doivent être détruites.
— Qu’au contraire tout doit être fait pour briser le monopole du savoir, pour dénoncer les techniques et les procédures qui constituent la science en un capital que se partage une élite dirigeante.
— Que notre soucis doit être non la direction mais l’auto-organisation, non la décision prise par les chefs, mais l’émancipation de la collectivité et la prise en charge par elle du processus de décision, non la gestion mais l’auto-gestion.
— Que cette auto-gestion ne peut se confondre avec les oripeaux modernistes de la gestion décentralisée, régionalisée mais qu’elle doit prendre racine dans la contestation radicale par les travailleurs eux-mêmes de l’organisation du travail et de la vie en système capitaliste.Dénonce en conséquence l’administration comme l’agent direct du capital.
Dénonce les universitaires que sous couvert de neutralité cautionnent la formation de futurs exploiteurs.
Dénonce la fraction d’étudiants qui s’identifient par avance à leur futur rôle de cadre-exploiteur.
Dénonce les élections trompe-l’œil démocratique derrière lequel le pouvoir tente de jouer tranquillement son jeu répressif. Le fait pour les esclaves d’élire leurs maitres n’abolit ni les maitres ni les esclaves,Brisons la machine à former les chefs.
lmp. La Ruche Ouvrière - Paris
- notice : Image (fixe ; à 2 dimensions)
[Les anarchistes ou la Bande à Bonnot]
[Les anarchistes ou la Bande à Bonnot]. — Paris : [s.n.], . — 1 affiche (impr. photoméc.), coul. (deux : rouge , noir , texte en défonce , papier blanc ) ; 154 × 116 cm.
sources :
[Ne veautez pas ! Voter c’est abdiquer]
[Ne veautez pas ! Voter c’est abdiquer]. — Meudon ; Sèvres : groupe Ravachol (Meudon-Sèvres), [ca ]. — 1 affiche (impr. photoméc.), coul. (une : noir , papier de couleur ) ; x × y cm.
sources :
[Non votare, ma autogoverno]
[Non votare, ma autogoverno]. — Roma Rome : FAI_ (Federazione anarchica italiana) : Umanità nova, . — 1 affiche (impr. photoméc.), coul. (deux : rouge , noir , papier blanc ) ; 50 × 35 cm.
sources :
1968 |
[Point n° 7 de la déclaration du Living-theatre]
[Point n° 7 de la déclaration du Living-theatre]. — Avignon : Atelier populaire d’Avignon, . — 1 affiche (sérigr. ), coul. (une : noir , papier blanc ) ; 84 × 65 cm.
sources :
[Primo maggio]
[Primo maggio]. — Venezia Venise : Circolo internazionale di cultura popolare (Venezia), [ ?] (Carven, tip. (Venezia)). — 1 affiche (impr. photoméc.), coul. (deux : rouge , noir , papier blanc ) ; 67 × 47 cm.
sources :
[Vietnam : les travailleurs du monde ne doivent pas tolérer que le peuple vietnamien soit exterminé]
[Vietnam : les travailleurs du monde ne doivent pas tolérer que le peuple vietnamien soit exterminé]. — Asnières ; Clichy ; Levallois-Perret : FA__ [2] (Fédération anarchiste : 1953-....) : FA__. Groupe communiste libertaire Clichy Levallois : FA__. Groupe d’Asnières, (Sommet, impr. du (Paris)). — 1 affiche (impr. photoméc.), coul. (une : noir , papier rose ) ; 40 × 27 cm.
sources :
1968 |
[Voter c’est abdiquer ! l’action directe est efficace]
[Voter c’est abdiquer ! l’action directe est efficace]. — Paris : FA__ [2] (Fédération anarchiste : 1953-....), [ ?] (Imprimerie spéciale [Impr. spéc.]). — 1 affiche (impr. photoméc.), coul. (deux : rouge , noir , papier de couleur ) ; 40 × 60 cm.
sources :
1981 |
2002 |
[1968 espoir…, 1969 perdu... ; non à l’électoralisme ! Le combat ne passe pas par les urnes]
[1968 espoir…, 1969 perdu... ; non à l’électoralisme ! Le combat ne passe pas par les urnes]. — Louviers : Groupes libertaires Normandie : Union des groupes anarchistes de Normandie, [ ?]. — 1 affiche (impr. photoméc.), coul. (deux : rouge , noir , papier blanc ) ; 60 × 40 cm.
sources :
[Gala annuel du Monde libertaire : Claude Nougaro, Simone Bartel, Jacques Blot, Marc Ogeret...]
[Gala annuel du Monde libertaire : Claude Nougaro, Simone Bartel, Jacques Blot, Marc Ogeret...]. — [S.l.] : AEDPR (Association pour l’étude et la diffusion des philosophies rationalistes) : FA__ [2] (Fédération anarchiste : 1953-....) : le Monde libertaire, (Sommet, impr. du (Paris)). — 1 affiche (impr. photoméc.), coul. (une : noir , papier vert ) ; 116 × 78 cm.
sources :
[Le gaullisme !, sa politique étrangère et intérieure, …, conférence publique avec Maurice Joyeux, Hémel]
[Le gaullisme !, sa politique étrangère et intérieure, …, conférence publique avec Maurice Joyeux, Hémel]. — Paris : FA__ [2] (Fédération anarchiste : 1953-....) : FA__. Groupe Louise-Michel (Paris), (Sommet, impr. du (Paris)). — 1 affiche (impr. photoméc.), coul. (une : noir , papier orange ) ; 60 × 40 cm.
sources :
[Le petit train de monsieur Kamode, pièce d’André Benedetto]
[Le petit train de monsieur Kamode, pièce d’André Benedetto]. — [S.l.] : [s.n.], . — 1 affiche (sérigr. ), coul. (trois : rouge , noir , bleu , papier blanc ) ; 106 × 44 cm.
sources :
[Les anarchistes ne s’attaquent pas aux foules anonymes... G. Pinelli, l’auteur présumé de l’attentat, se serait jeté par la fenêtre... Il est clair que ces attentats sont commis par la police et des fascistes... Restons vigilants !]
[Les anarchistes ne s’attaquent pas aux foules anonymes... G. Pinelli, l’auteur présumé de l’attentat, se serait jeté par la fenêtre... Il est clair que ces attentats sont commis par la police et des fascistes... Restons vigilants !]. — Paris : FA__ [2] (Fédération anarchiste : 1953-....) : FA__. Groupe Louise-Michel (Paris), . — 1 affiche (sérigr. ), coul. (une : noir , papier kraft ) ; 60 × 80 cm.
sources :
[Mystag]
[Mystag] / James Hodges. — Paris : Mystag, [ & ante] (Harfort, impr.). — 1 affiche (lithogr. ), coul. (trois : rouge , noir , jaune , papier blanc ) ; 120 × 80 cm.
sources :
[ 1969 & ante] |
[Mystag]
[Mystag] / James Hodges. — Paris : Mystag, [ & ante]. — 1 affiche (impr. photoméc.), coul. (trois : rouge , noir , jaune ) ; x × y cm.
sources :
[ 1969 & ante] |
[No alle armi]
[No alle armi]. — Venezia Venise : Circolo internazionale di cultura popolare (Venezia) : Collettiva dei pittori : Galleria internazionale, [ca ]. — 1 affiche (impr. photoméc.), coul. (deux : rouge , noir , papier blanc ) ; 70 × 47 cm.
sources :
[Pour la révolution anarchiste]
[Pour la révolution anarchiste]. — Marseille : FA__ [2] (Fédération anarchiste : 1953-....) : Groupe révolutionnaire anarchiste Berneri (Marseille), (SGI (Société générale d’impression, Toulouse)). — 1 affiche (impr. photoméc.), coul. (une : noir , papier orange ) ; 50 × 33 cm.
sources :
[Régionalisation ou pas, le problème reste posé : le combat ne passe pas par les urnes]
[Régionalisation ou pas, le problème reste posé : le combat ne passe pas par les urnes]. — Paris : FA__ [2] (Fédération anarchiste : 1953-....), (Imprimerie spéciale [Impr. spéc.]). — 1 affiche (impr. photoméc.), coul. (une : noir , papier bleu ) ; 64 × 49 cm.
sources :
[Terroriste italien arrêté à Lausanne]
[Terroriste italien arrêté à Lausanne]. — Lausanne : [s.n.], . — 1 affiche (impr. photoméc.), coul. (trois : rouge , noir , jaune ) ; 40 × 33 cm.
sources :
[Theses on the Commune]
[Theses on the Commune]. — New York : Situationist International, [ ?]. — 1 affiche (impr. photoméc.), coul. (deux : rouge , noir , papier blanc ) ; 49 × 13 cm.
sources :
[1969 le bombe sono fasciste le trame sono di stato]
[1969 le bombe sono fasciste le trame sono di stato]. — Milano Milan : Lega Libertaria Milano, ([…] in proprio). — 1 affiche (impr. photoméc. ), coul. (deux : rouge , noir ) ; 84 × 60 cm.
sources :
[1er mai 1886 - Mai 70, le combat continue]
[1er mai 1886 - Mai 70, le combat continue]. — Asnières : FA__ [2] (Fédération anarchiste : 1953-....) : FA__. Groupe d’Asnières, (Gondoles, impr. des (Choisy-le-Roi : 1956-2006)). — 1 affiche (impr. photoméc.), coul. (une : noir , papier rose ) ; 39 × 30 cm.
sources :
[1er mai, pourquoi ?]
[1er mai, pourquoi ?]. — Marseille : CNT_ (España) : CNT_ (France) : JAS (Jeunesses anarcho-syndicalistes), (Imprimerie spéciale [Impr. spéc.]). — 1 affiche (impr. photoméc.), coul. (une : noir , papier rouge ) ; 60 × 40 cm.
sources :
[Aborto libero !]
[Aborto libero !]. — Carrara Carrare : [s.n.], [ ?] (Tipolitografica, stampa la Coop (Carrara)). — 1 affiche (impr. photoméc. ), coul. (une : noir ) ; 84 × 60 cm.
sources :
[Antifascistas de todos los pueblo de espana unidos]
[Antifascistas de todos los pueblo de espana unidos]. — [S.l.] : [s.n.], [ ?]. — 1 affiche (impr. photoméc. ), coul. (une : noir ) ; 82 × 60 cm.
sources :
[Avec tes camarades PCF-CGT sous le signe, pour baiser les révolutionnaires]
[Avec tes camarades PCF-CGT sous le signe, pour baiser les révolutionnaires]. — [S.l.] : [s.n.], [ca ]. — 1 affiche (sérigr. ), coul. (deux : rouge , noir , papier blanc ) ; 56 × 71 cm.
sources :
[Azione diretta]
[Azione diretta]. — Torino Turin : [s.n.], [ ?]. — 1 affiche (impr. photoméc. ), coul. (deux : rouge , noir ) ; 74 × 49 cm.
sources :
[Burgos, Franco la muerte crache son dernier venin, non aux héritiers d’Hitler]
[Burgos, Franco la muerte crache son dernier venin, non aux héritiers d’Hitler]. — [S.l.] : FA__ [2] (Fédération anarchiste : 1953-....) : FA__. Groupe libertaire Pierre-Kropotkine (Paris-banlieue Sud), . — 1 affiche (sérigr. ), coul. (une : noir , papier jaune ) ; 52 × 38 cm.
sources :
1970 |
[Conférence publique : les anarchistes]
[Conférence publique : les anarchistes]. — Chailles : UFA_ (Union fédérale anarchiste), [ca ]. — 1 affiche (impr. photoméc.), coul. (une : noir , papier jaune ) ; 40 × 60 cm.
sources :
[Emperor Norton. Live like him]
[Emperor Norton. Live like him]. — San Francisco : [s.n.], . — 1 affiche (impr. photoméc.), coul. (une : noir , papier de couleur ) ; 43 × 28 cm.
sources :
[Futur cadre, quelque part se tresse la corde qui te pendra]
[Futur cadre, quelque part se tresse la corde qui te pendra]. — Paris : [s.n.], [ca ] (Ruche ouvrière, impr. la (Paris)). — 1 affiche (impr. photoméc.), coul. (une : noir , papier jaune ) ; 60 × 40 cm.
sources :
[Garde à vous ! repos]
[Garde à vous ! repos]. — Paris : FA__ [2] (Fédération anarchiste : 1953-....), [ca ] (Imprimerie spéciale [Impr. spéc.]). — 1 affiche (sérigr. ), coul. (une : noir , papier jaune ) ; 49 × 65 cm.