journal mural

 

 
 

Affichage par année

164 affiches :

 


    [Ai partiti Alla popolazione Proproniamo]

    notice :
    Image (fixe ; à 2 dimensions)
    [
    Ai partiti Alla popolazione Proproniamo]. — Carrara Carrare : Gruppi anarchici riuniti (Carrara), (Tipolitografica, stampa la Coop (Carrara)). — 1 affiche (impr. photoméc.), coul. (deux  : rouge , noir , texte en défonce ) ; 84 × 60 cm.

    • Affiches par pays  : Italie
    • Lieux d’archivages  : Biblioteca Archivio Germinal (Carrara)
    • Liste des thèmes  : autogestion
    • Géographie, géopolitique et Histoire  :
    • Noms cités (± liste positive)  :
    • Presse citée  :
    • Vie des mouvements  : journal mural
    notes :
    descriptif :


    Testo

    texte :

    Ai partiti

    (che vogliono governare)

    Avete preso la delega della popolazione per farne quello che avete voluto, durante quarant’anni, lasciando che tutti i problemi si aggravassero, ed ora vi accusate l’un l’altro, dando davvero uno spettacolo degno.

    Alla popolazione

    che "deve essere governata"

    Li avete mandati a governarci.
    Le case, le strade, l’acqua, le fognature, il verde pubblico, l’ambiente non inquinato, il lavoro giustamente retribuito e per tutti, la sicurezza e la salute sul lavoro, gli spazi culturali, i trasporti... : queste le necessità cui dare soluzione, mentre coloro che avete eletto hanno lottizzato tutto, proprio tutto.
    Guardateli in questi giorni, quando la smania di potere li mostra per quel che son sempre stati, come si scagliano accuse l’un l’altro.

    Proponiamo

    Affrontiamo insieme i problemi che ci riguardano, trovando collettivamente nelle assemblee, in cui tutti abbiano uguali diritti, delle soluzioni adeguate ai problemi, che tolgano il potere a questo sistema dei pescicani, verso un’autentica giustizia sociale, per l’uguaglianza nella libertà.

    Gruppi anarchici riuniti

    […]


    sources :
     

    1987
    Affiche liée


    [Buone notizie... per i padroni]

    notice :
    Image (fixe ; à 2 dimensions)
    [
    Buone notizie... per i padroni]. — [S.l.] : [s.n.], [ ?]. — 1 affiche (manuscr. ), coul. (deux  : rouge , noir ) ; 100 × 68 cm.

    • Affiches par pays  : Italie
    • Lieux d’archivages  : Biblioteca Archivio Germinal (Carrara)
    • Liste des thèmes  :
    • Géographie, géopolitique et Histoire  :
    • Noms cités (± liste positive)  :
    • Presse citée  : Umanità Nova (1920-…)
    • Vie des mouvements  : journal mural
    notes :
    descriptif :


    testo

    texte :

    Buone notizie...
    per i padroni

    I provvedimenti antioperai concordati tempo fa tra Confindustria e CGL-CISL-UIL per aumentare lo sfruttamento in fabbrica stanno dando buoni frutti. Infatti ci dice il Corriere della Sera : L’indice delle ore lavorate mensilmente per operaio della grande industria ha registrato un aumento del 6,6% nel corso del 1° semestre di quest’anno rispetto allo stesso periodo del ’96. Va comunque sottolineato che nel periodo in esame è stata registrata una sensibile contrazione sia delle ore di lavoro perdute per conflitti di lavoro, sia quelle concesse dalla Cassa Integrazione. Inoltre nel solo mese di giugno di quest’anno vi sono state tre giornate lavorative in più.
    E chi credeva che quei provvedimenti dovessero servire a ridurre la disoccupazione, così come sbandieravano ai quattro venti i burocrati del sindacato, resta servito ; citiamo sempre dal Corriere della Sera : La situazione occupazionale non accenna a migliorare ma le industrie del tessile-abbigliamento riescono ancora a mantenersi su basi produttive piuttosto buone. Secondo le ultime rilevazioni ISTAT, nel mese di giugno l’occupazione alle dipendenze delle industrie tessile-abbigliamento-calzature è scesa rispetto allo stesso mese del 1976 del 3,8%. Produzione in salita invece per le industrie del settore ; la produzione, infatti, delle calzature è aumentata del 12,1%, vestiario 8,9%, tessili 11%.

    Tratto da Umanità Nova
    settimanla anarchico
    n°33 del 2 ottobre

    Umanità Nova è in vendita in tutte le edicole


    sources :
     


    [Carrara gli anarchici il caso bresci ed i giornalisti]

    notice :
    Image (fixe ; à 2 dimensions)
    [
    Carrara gli anarchici il caso bresci ed i giornalisti]. — Carrara Carrare : Circolo culturale anarchico (Carrara), (Tipolitografica, stampa la Coop (Carrara)). — 1 affiche (impr. photoméc.) : n. et b. ; 84 × 60 cm.

    • Affiches par pays  : Italie
    • Lieux d’archivages  : Biblioteca Archivio Germinal (Carrara)
    • Liste des thèmes  : contestation
    • Géographie, géopolitique et Histoire  :
    • Noms cités (± liste positive)  : Bresci, Gaetano (1869-1901)
    • Presse citée  :
    • Vie des mouvements  : journal mural
    notes :
    descriptif :


    testo

    texte :

    Carrara, gli anarchici , il caso bresci ed i giornalisti

    siamo costretti a stampare questo manifesto perchè sui loro giornali democratici non concedono spazio alle nostre risposte

    Da quando la questione del monumento a Bresci ha fornito ai giornali nazionali uno spunto per colorire le scarne cronache estive, Carrara è meta di svariati giornalisti. Vengono, osservano, cercano l’anarchico da intervistare... poi spremono le meningi ed insozzano quintali di carta con infamità, idiozie, pettegolezzi.

    Hanno scambiato Carrara per uno zoo e guardano gli anarchici come scimmie in gabbia, bestie rare da riprendere in servizi folcloristici assurdi e falsi. Lo scopo di questi pennivendoli non è informarsi, comprendere, descrivere la realtà ma perpetuare le regole dell’informazione spettacolare di massa dove la notizia non viene meditata ma divorata. Ed eccoli avventarsi sul mondo con il gusto del macabro e la ricerca del pettegolezzo. Non sono tutti uguali : c’è il nemico dichiarato, c’è il falso, c’è l’incompetente, c’è il presuntuoso ma si ritrovano tutti in un aggettivo : INFAMI mestieranti della penna che non sanno fare altro per campare che vendere ciò che il mercato della carta stampata richiede : BUGIE.

    All’amministrazione comunale di Carrara che accoglie ed indirizza questi meschini personaggi, gli anarchici ricordano che non hanno ancora rinunciato alla loro battaglia sociale e non vogliono essere usati come attrazione turistica, souvenir al pari delle statuette di marmo. A chi esulta perchè sui giornali si parla finalmente di Carrara, noi diciamo che se ne dovrebbe parlare per il supersfruttamento del lavoro ed i morti in cava, per le case vuote e gli sfrattati, per l’avvelenamento da Montedison, per l’ospedale disastrato e per i miliardi mangiati in lavori di inutilità sociale.

    Gli anarchici continuano ad esistere e continueranno a lottare finchè l’ingiustizia sociale soffocherà la libertà.

    Cittadini, tappatevi il naso : al puzzo cancerogeno della Montedison si è aggiunto quello altrettanto pericoloso dei giornalisti che infestano i dintorni. speriamo che se ne vadano presto !!

    Circolo Culturale Anarchico

    un gruppo di compagni anarchici di Gragnana

    Gruppo Anarchio Senzapatria

    compagni anarchici di Colonnata

    [st. …]


    sources :
     


    [Déclaration de terre : Grelot n° 2]

    notice :
    Image (fixe ; à 2 dimensions)
    [
    Déclaration de terre : Grelot n° 2]. — Genève : Revue de la Tempresse, . — 1 affiche (impr. photoméc.) : n. et b. ; 59 × 42 cm.

    • Affiches par pays  : Suisse
    • Lieux d’archivages  : CIRA (Lausanne)
    • Liste des thèmes  : écologie  ; nucléaire
    • Géographie, géopolitique et Histoire  : Ukraine
    • Noms cités (± liste positive)  :
    • Presse citée  : Grelot  ; MA !
    • Vie des mouvements  : journal mural
    notes :
    descriptif :


    [ texte ]

    texte :

    Déclaration de terre

    La liberté d’expression consiste à dire aux gens ce qu’ils ne veulent pas entendre. Georges Orwell

    En l’ère de l’assassinat du verbe, la liberté consiste à faire n’importe quoi pour opérer le salut du sens des mots. Armand Robin

    Est-il encore possible de mourir de mort naturelle ? On ne peut rien savoir. On ne veut rien savoir. Il est interdit de se demander si les fraises ont mal au rouge, ou mal au vert, ou si elles ont mal aux deux. On ne doit rien savoir. L’irradiation dans la pluie, c’est comme le mouillé, insaisissable. Il faut aller à la banque, au match, à l’auto, à l’usine, à la gare, au marché. Il faut rester tranquille. Il n’y a pas de danger. « Optimisme pleutre des journaux ». comme disait l’André Gide. Au bord du lac non plus. L’est potable est potable […

    Langues obscènes des tenanciers de la puissance. À faire vomir le bleu du ciel !

    Il est interdit de parler de « catastrophe » nucléaire ; ce sont les alarmistes qui s’expriment ainsi […]

    Les précautions sont prises/ Il est interdit d’utiliser le mot « vie ». C’est « psychose » qu’il faut dire. Comme l’ont dit à longueurs de jours, sur la terre les journaux, début mai mil neuf cent-quatre-vingt-six. Tchernobyl. Choucroute garnie. Au césium, […]

    Ne pas penser. Gober sans cesse tous les délires, jusqu’aux plus primaires, jusqu’aux plus indignes. Gober, gober. Là dans ces laboratoires nucléaires, […]

    Ah ! Récolter. Récolter. L’humain. L’imaginaire. L’amoureux ! Je refuse tout haut de me mettre sur les yeux le bandeau nucléaire. Le tueur mou, le bandeau lâche de la mort. Le bandeau frappé du signe morbide de l’hélice nucléaire, celle qui par irradiation, cisaille au cœur même, sectionne dans la forge même des êtres et de la vie des segments de cette fabuleuse spirale double — que les technocrates acides et niais ont nommé ADN — et qui n’est autre que le grand jus vital, la vaste charpente mobile de ton centre, celle qui jette tous les ponts.

    C’est le ressort, ami, c’est le ressort même de ton bastringue.

    Faire la vie, pas la mort

    Il n’y a pas d’Est. Il n’y a pas d’Ouest : le terre tourne.

    1986

    Il faut éteindre à jamais tous les deux nucléaires

    Ainsi parlait Ému, mon ami, celui des hautes terres, le bon conteur Geiger.

    Grelot n° 2 - Revue de la Tempresse - 9 mai 1986 - 55, rue de Montchoisy - 1027 Eaux-Vives
    Dossier-affiche MA ! n° 7


    sources :
     


    [Sul manifesto della D.C.]

    notice :
    Image (fixe ; à 2 dimensions)
    [
    Sul manifesto della D.C.]. — Carrara Carrare : Comitato pro Bresci, (SEA). — 1 affiche (impr. photoméc.), coul. (une  : noir , papier rouge ) ; 100 × 70 cm.

    • Affiches par pays  :
    • Lieux d’archivages  : Biblioteca Archivio Germinal (Carrara)
    • Liste des thèmes  : politique
    • Géographie, géopolitique et Histoire  :
    • Noms cités (± liste positive)  :
    • Presse citée  :
    • Vie des mouvements  : journal mural
    notes :
    descriptif :


    testo

    texte :

    Sul manifesto della DC

    La DC si proclama fulcro e difesa della autonomia locale.

    Osserviamo che una delibera approvata da 16 consiglieri su 40 sarebbe stata non approvata ma respinta.

    La delibera in questione è stata approvata per l’immediata esecutività con 27 voti a favore su 33, fatta eccezione per i 6 democristiani contrari, rimasti isolati.

    Successivamente la delibera è stata ratificata dal Comitato Regionale di Controllo.

    Il monumento non esalta un fatto delittuoso.

    Iniziativa provocatoria è l’ostinazione a travisare storie e intenti.

    Il Comitato continua ad operare perché leggi e regole dello stato repubblicano e democratico siano applicate, rispettate ed osservate.

    Il Comitato "pro Bresci"


    sources :
     



    [Zwart behang, jaargang 1 Nr 2 - 20 december 1986]

    notice :
    Image (fixe ; à 2 dimensions)
    [
    Zwart behang, jaargang 1 Nr 2 - 20 december 1986]. — Tilburg : LAO_ (Landelijk anarchistisch overleg) : Zwart behang, . — 1 affiche (impr. photoméc.) : n. et b. ; 43 × 61 cm.

    • Affiches par pays  : Pays-Bas
    • Lieux d’archivages  : Anarchief (Gent)  ; IISG (Amsterdam)
    • Liste des thèmes  : propagande  ; répression
    • Géographie, géopolitique et Histoire  :
    • Noms cités (± liste positive)  :
    • Presse citée  : Zwart behang (1986-1988/9)
    • Vie des mouvements  : journal mural
    notes :
    descriptif :
    Symbole(s) utilisé(s) :

    [ text (journal mural / Newspaper poster) ; vignettes ]

    texte :

    jaargang 1 nummer 2 - 20 december 1986

    Zwart behang

    Kolofon

    Zwart Behang is een maandelijkse uitgave van het LAO en wordt door heel Nederland verspreid. De bedoeling van deze muurkrant is het uitdragen van anarchistiese ideeën. Daarnaast willen we onze kijk geven op aktualiteiten.
    Zwart Behang kost veel geld. Financiële steun in daarom noodzakelijk. Giften zijn welkom op ASN bankrekeningnr. 871340399 t.n.v. het LAO. Het gironr. vanhet ASN : 100965.
    Voor reakties kun je schrijven naar onderstaand adres van het LAO.

    Het LAO
    Het Landelijk Anarchisties Overleg is een platform voor anarchistiese mensen. Samen verzetten we ons tegen de gang van zaken in de huidige maatschappij en proberen we een begin te maken met een vrije en basisdemokratiese samenleving. Ook zijn de meesten van ons aktief in plaatselijke groepen.
    Alleen door onze eigen kracht en energie kunnen we iets bereiken. Denk, wordt aktief. Organiseer je, vorm zelf met je vrienden en vriendinnen een vrije groep. Heb je plannen of zin om mee te doen, schrijf dan naar :
    LAO, Baarshof 14, Tilburg
    Doen !

    CS-gas

    Het klinkt zo onschuldig voor het NOS-journaal en in de kranten : ’De politie gebruikte traangas’. Maar CS-gas is een gifgas, dat notabene in oorlogstijd verboden is. Van het gas ga je niet alleen tranen, je krijgt pijn in je ogen, je keel, je neus, je wordt misselijk en als het tegenzit ga je braken. Wat na een paar uur overblijft is hoofdpijn, misselijkheid en hier en daar een branderig gevoel.

    Na een paar dagen kun je er ziek van worden (griepachtig) Krijg je heel hoge dosis binnen, of ben je astmaties of jong, dan kan het gas dodelijk zijn, of blijvend letsel bv blindheid, zeer waarschijnlijk tot gevolg hebben. Ook miskramen en misvormde kinderen kunnen het gevolg zijn. En er zijn natuurlijk nog meer effekten. Toch lijkt de politie dit wapen steeds sneller te gebruiken ; onlangs schoot ze het zelfs, zonder noodzaak, een gebarrikadeerd kraakpand in, zodat de mensen alleen naar een andere verdieping konden vluchten. Ook worden de granaten op mensen zelf geschoten, zoals onlangs in Frankrijk waarbij een aantal mensen zwaar gewond zijn geraakt.

    Wij protesteren met klem tegen dit walgelijke politiegeweld !

    Anarchisme

    Anarchisme, wat is dat eigenlijk ? Is het chaos, ieder voor zich, onrecht, geweld, bommengooien, etc. ; zoals de media en de heren en dames politici ons willen doen geloven en misschien ook wel zelf denken ? Neen, driewerf neen. Anarchisme kan beschouwd worden als één van de drie hoofdstromingen van het socialisme naast de sociaal-demokratie en het kommunisme.

    Kwa oorspronkelijke ideeën heeft het anarchisme met de sociaaldemokratie en het kommunisme gemeen dat het voor gelijkwaardigheid en gelijke rechten voor ieder mens is. Ekonomies zijn de produktiemiddelen (grond, grondstoffen, natuur, machines en fabrieken) gemeenschappelijk bezit en ieder werkt naar eigen vermogen en neemt naar eigen behoefte. De praktijk van de sociaal-demokratie en het kommunisme ziet er echter anders uit.

    In tegenstelling tot het kommunisme en de sociaal-demokratie die voornamelijk ekonomies gericht zijn en autoritair zijn (er wordt van bovenaf bepaald hoe de "ideale" samenleving eruit moet zien), legt het anarchisme juist de nadruk op de samenleving zelf. De mensen zelf bepalen van onderop hoe zij willen leven en samenleven, hoe zij hun ekonomie inrichten, hoe zij zich beschermen, etc. Hierbij staat voor het anarchisme voorop dat iedereen gelijkwaardig en vrij is, rekening houdend met elkaar.

    Alleen zo kan een vrije, sociale en rechtvaardige samenleving ontstaan zonder dat wie dan ook anderen oplegt hoe hij of zij moet (samen-) leven.

    Frankryk 1986

    Ook nederlandse journalisten schreven opmerkelijk veel over de massale studenten-protesten van begin december in Frankrijk. Dit lijkt voornamelijk ingegeven door nostalgie naar de studenten en arbeiders-opstand van Mei 1968. De situatie nu is echter heel anders, daar en hier. Mensen zijn nu veel banger om buiten de boot te vallen, de repressie is harder. De mensen zijn banger voor hun baan, banger voor hun toekomst. Dat


    tóch honderdduizenden mensen (studenten, scholieren, ouders, arbeiders) zich verzet hebben tegen het binnenhalen van de industrie op de universiteiten en het elitairder worden van het hoger onderwijs is daarom een grote prestatie. Dat de Franse staat bakzeil heeft moeten halen is fantasties. Maar de zaak is daarmee zeker niet gewonnen. De beweging van onderop zal door moeten gaan in haar strijd voor onderwijs en een wetenschap die de mensen centraal stellen en niet de belangen van staat en industrie. Eén ding moet daarbij duidelijk zijn : in Nederland is precies hetzelfde aan de hand ; het gaat om één en dezelfde strijd !

    Bazen en knechten

    In onze wereld van overvloed wordt dagelijks oorlog gevoerd, honger geleden en het milieu meer vervuild. Het leven en de gezondheid van miljoenen mensen wordt dagelijks in gevaar gebracht. Een kleine groep bedrijven handelt in wapens, voedsel en geld, niet gehinderd door een geweten. Hun enige doel is het maken van zoveel mogelijk winst en voor dat doel gaan ze over lijken. Erop vertrouwen dat onze demokratie hier kontrole op uit kan oefenen is nogal naïef, want onze demokratie is een klucht. Regering en parlement dienen slechts de belangen van de grote bedrijven. Onze ’volksvertegenwoordigers’ hebben of krijgen vaak juist baantjes in het bedrijfsleven.

    Natuurlijk is niet alles ’de schuld van het kapitaal’. Mensen zijn ook geneigd en hebben ook geleerd (!) om te vertrouwen op machthebbers, in plaats van zelfvertrouwen te hebben, in plaats van te geloven in hun eigen macht. Zo is ons hele leven georganiseerd : een kleine groep machthebbers en een grote groep ’machteloze’ volgelingen : in ’t gezin is vader de baas, in de katholieke kerk is de paus de baas, in politieke partijen en de vakbonden is het kader de baas.

    Anarchisten worden altijd uitgemaakt voor idioten, terroristen enz., enz.. Op die manier wordt er een vreemd beeld van ons geschapen. De gevestigde macht vindt het blijkbaar nodig om datgene wat wij willen zeggen voor de mensen verborgen te houden of belachelijk te maken.

    Wat anarchisten geloven is dat veel problemen oplosbaar zouden zijn, als niet een kleine groep zou heersen over en ten koste van velen. Daarom stellen wij het kapitalisme en de bestaande machtsverhoudingen telkens ter diskussie. Daarom zeggen wij ook : denk zelf eens na in plaats van te vertrouwen op je tv of je krant of je baas. Ga eens na wie er écht beter wordt van jouw werk, van jouw konsumptie. Je ontdekt dan waarschijnlijk ook dat alle konsumenten of alle kiezers of alle werkende mensen sámen méér macht hebben dan zij denken. Wij sámen kunnen bedrijven stilleggen, of failliet laten gaan door er niet meer te werken of niet meer te kopen.

    Samen staan we sterk.

    Denk !

    Hans Kok

    Het onlangs afgesloten gerechterlijk vooronderzoek naar de dood van de amsterdamse kraker Hans Kok zal niet leiden tot strafrechterlijke vervolgingen. Ook een onderzoek van de rijksrecherche zal niet tot disciplinaire maatregelen leiden. Dat is een grof schandaal !

    Ook de alleen in het vooronderzoek betrokken bewakers gaan dus vrijuit. Andere betrokkenen - politie, artsen, justitie en burgemeester - bleven zowizo al buiten schot. En dit ondanks het feit dat er volgens het rijks recherche-onderzoek chaos heerste in het cellenblok waar Hans gestorven is. Politie, bewakers en artsen hebben hem laten kreperen. En zij worden nu door justitie en politiek gedekt. Datzelfde zagen we bij de willekeur rond de affaires RSV, Lubbers Ogem en Lockheed. De machthebbers gaan altijd vrijuit.

    Woonwagens

    De wereld is de mens een huis Groot genoeg voor ieders zelfontplooiing. Met voldoende verscheidenheid om ieder een eigen plaats te verzekeren. ’Een plaats benoemd door eigen keuze’s’, gevuld met het vertrouwen in eigen kracht. Waarbij de ene mens geen macht heeft over de andere. Zeker niet diens huis bepaalt Woonwagenbewoners hebben ook een eigen huis. Met een samenlevingsvorm waar ze op dit moment zelf voor kiezen. De staat heeft woonwagenbewoners altijd al gediskrimineerd ; hen in centrale kampen gezet. Nu de staatsmacht daar toch te kort blijkt te schieten, volgt een nieuwe deportatie, een volgende diaspora. Het gevolg hiervan zijn nog kleinere vrijheidsmarges.

    Bijvoorbeeld in Tilburg heet de diaspora ’verspreiding en integratie’. Verspreiding over de hele stad, behalve over de ’rijke wijken’ Blaak en Zorgvlied. Want geld stinkt niet en woonwagens blijkbaar wel.

    Opheffing van het centrale kamp betekent het totale isolement van de vrouwen, die straks zelfs elkaar niet meer hebben om koffie te drinken. Het betekent het beroepsverlies voor de mannen omdat bij de nieuwe standplaatsen geen bedrijfsruimte is voorzien. Het betekent de uitoefening van absolute staatswillekeur op een bevolkingsgroep, die onderdrukt wordt omdat ze anders is of lijkt te zijn.

    De wereld is de mens een huis de staat maakt hem onbewoonbaar


    sources :

    recto-verso



    [Habra justicia para Agustín Rueda, después de 10 años de silencio ?]

    notice :
    Image (fixe ; à 2 dimensions)
    [
    Habra justicia para Agustín Rueda, después de 10 años de silencio ?]. — Madrid : CNT_ renovada/congreso Valencia, . — 1 affiche (impr. photoméc.) : n. et b. ; 51 × 42 cm.

    • Affiches par pays  : Espagne
    • Lieux d’archivages  : CIRA (Lausanne)
    • Liste des thèmes  : justice
    • Géographie, géopolitique et Histoire  :
    • Noms cités (± liste positive)  : Rueda Sierra, Agustín (1952-1978)
    • Presse citée  :
    • Vie des mouvements  : journal mural  ; anniversaire, commémoration
    notes :
    descriptif :


    [ texte ]

    texte :

    Sindicato federal ferroviario CNT

    SFF-CNT, sagunto 15.1°. Madrid. Tf 4475769. Comunicado N°13. Diceimbre-87.

    ¿Habra justicia para Agustín Rueda, después de 10 años de silencio ?

    El pasado 9-12-87, dio comienzo el juicio contra los funcionarios de la prisión de Carabanchel, que asesinaron al joven anarquista AGUSTIN RUEDA SIERRA.

    Tras casi diez años de bloqueos institucionales y bajo mandato de los gobiernos de la UCD y el PSOE, por fin en este pais se sienta en el banquillo de los acusados a los torturadores de AGUSTIN RUEDA.

    Cabe preguntarse, el porqué se ha dilatado un proceso en el que —los implicados, funcionarios de prisiones, acusados del delito de asesinato han campado por sus anchas, han estado en la calle, y están per cibiendo el 75% de su salario, estando suspendidos de empleo y sueldo. Cuando, sin embargo, se encarcela a campesinos por ocupar tierras, a -sindicalistas de CCOO. SOC y CNT por defender los derechos de los trabajadores.

    Cabe preguntarse, así mismo, las peticiones fiscales en los distintos procesos. Por el asesinato de AGUSTIN se piden 12 años por la máxima responsabilidad. por ocupar tierras penas de hasta 6 años.

    ¿Por qué se juzga a sindicalistas de la CNT de Vitoria en la Audiencia Nacional-claro tribunal politico- y no asi a los funcionarios de Carabanchel, implicados en delito de sangre ?

    Está claro, no hace falta ser adivino, quienes son moles tos al sistema por propiciar una sociedad más justa y equitativa son -peligrosos para el orden establecido, los otros no.

    Tenemos que gritar que aquí se tortura. El reciente informe de Amnistia Internacional, el informe del Defensor del Pueblo sobre la situación en las cárceles españolas presentado en el Parlamento recientemente, corroboran nuestras insistentes denuncias.

    El 13 de Marzo de 1978 muere, en la carcel de Carabanchel, AGUSTIN RUEDA SIERRA, militante de la CNT, como consecuencia de una -paliza brutal.

    Fue golpeadoinmisericordemente, arrojandolo por las esca leras, encerrado ensangrentado en las celdas de los condenados a —muerte. el subdirector de la prisión , el médico, el cura y diez funcionarios más presenciaron y ejecutaron el asesinato. AGUSTIN que ni -siquiera quiso abrir la boca ante sus asesinos, pagó su rebeldía con la vida. El Estado no perdona. Su sangre clama ante la conciencia de todo ser humano que considera la libertad de vivir como premisa sin la que no cabe sociedad.

    ¡Castigo para los culpables ! ¡Nunca mas torturas ni muertes !.


    sources :
     




    [Per la rivoluzione sociale]

    notice :
    Image (fixe ; à 2 dimensions)
    [
    Per la rivoluzione sociale]. — Carrara Carrare : FAI_ (Federazione anarchica italiana), (Tipolitografica, stampa la Coop (Carrara)). — 1 affiche (impr. photoméc.), coul. (deux  : rouge , noir ) ; 84 × 60 cm.

    • Affiches par pays  : Italie
    • Lieux d’archivages  : Libreria Anomalia (Roma)
    • Liste des thèmes  : Révolution [sociale]
    • Géographie, géopolitique et Histoire  :
    • Noms cités (± liste positive)  :
    • Presse citée  :
    • Vie des mouvements  : journal mural
    notes :
    descriptif :


    testo e grafica (compteur)

    texte :

    A te che hai votato ancora una volta :
    sono scaduti
    i cinque minuti di democrazia
    che lo stato ti concede

    Ora non ti restano che un branco di personaggi più o meno strapagati e corruttibili su cui non avrai alcun controllo e che, come hanno sempre fatto, continueranno a gestire la tua vita sulla tua testa.

    Ti regaleranno (se non appartieni agli strati superiori della società, gli unici che hanno un vero interesse a giocare a questo gioco) miseria, fame, repressione, inquinamento e preparativi di guerra.

    Dopo questa ennesima farsa elettorale di una democrazia delegata, ribadiamo la posizione degli anarchici :

    Organizzarsi e lottare in prima persona

    al di fuori e contro tutti i partiti

    contro lo stato e i padroni — contro lo sfruttamento
    contro la disoccupazione — contro la nocività sul lavoro
    contro i tagli ai salari — contro i tagli ai servizi sociali
    contro la distruzione dell’equilibrio ecologico
    contro i licenziamenti — contro l’oppressione religiosa
    contro la repressione poliziesca e militarista

    per la rivoluzione sociale

    per un mondo senza servi né padroni

    Federazione Anarchica Italiana


    sources :
     


    [Zwart behang, jaargang 1 Nr 3 - 17 januari 1987]

    notice :
    Image (fixe ; à 2 dimensions)
    [
    Zwart behang, jaargang 1 Nr 3 - 17 januari 1987]. — Tilburg : LAO_ (Landelijk anarchistisch overleg) : Zwart behang, . — 1 affiche (impr. photoméc.) : n. et b. ; 61 × 43 cm.

    • Affiches par pays  : Pays-Bas
    • Lieux d’archivages  : Anarchief (Gent)  ; IISG (Amsterdam)
    • Liste des thèmes  :
    • Géographie, géopolitique et Histoire  :
    • Noms cités (± liste positive)  :
    • Presse citée  : Zwart behang (1986-1988/9)
    • Vie des mouvements  : journal mural
    notes :
    descriptif :

    [ text (journal mural / Newspaper poster) ; vignettes ]

    texte :

    jaargang 1 nummer 3 - 17 januari 1987

    Zwart behang

    Kolofon

    Zwart Behang is een maandelijkse uitgave van het LAO en wordt door heel Nederland verspreid. De bedoeling van deze muurkrant is het uitdragen van anarchistiese ideeën. Daarnaast willen we onze kijk geven op aktualiteiten.

    Zwart Behang kost veel geld. Financiële steun in daarom noodzakelijk. Giften zijn welkom op ASN bankrekeningnr. 871340399 t.n.v. het LAO. Het gironr. vanhet ASN : 100965.
    Voor reakties kun je schrijven naar onderstaand adres van het LAO.

    Het LAO
    Het Landelijk Anarchisties Overleg is een platform voor anarchistiese mensen. Samen verzetten we ons tegen de gang van zaken in de huidige maatschappij en proberen we een begin te maken met een vrije en basisdemokratiese samenleving. Ook zijn de meesten van ons aktief in plaatselijke groepen.

    Alleen door onze eigen kracht en energie kunnen we samen iets bereiken. Denk, wordt aktief. Organiseer je, vorm zelf met je vrienden en vriendinnen een vrije groep. Heb je plannen of zin om mee te doen, schrijf dan naar :

    LAO, Baarshof 14, Tilburg

    Doen !

    Leegstandswet

    Dit jaar is het derde en laatste gedeelte van de leegstandswet in werking getreden, nl. de anonieme dagvaarding. De eerste 2 delen zijn verleden jaar al van kracht gegaan. Deze hielden in : het tijdelijk verhuren van leegstaande woonruimten en de mogelijkheid voor de gemeente om panden die meer dan een jaar leegstaan te vorderen.

    De leegstandswet had als oorspronkelijke funktie het tegengaan van de leegstand van woningen en het tegengaan van kraken. Omdat er voor het eerste geen geld was, is alleen het laatste overgebleven. Deze wet is uitgelopen tot een echte anti-kraakwet.

    Nu komt er dus het anoniem dagvaarden bij. Dit houdt in dat er een proces begonnen kan worden tegen krakers, zonder dat namen bekend zijn. Als door zo’n proces een pand ontruimd moet worden (iets wat meestal het geval zal zijn) blijft nu deze uitspraak een jaar geldig.

    Zo wordt onze laatste manier om betaalbare woon-ruimte te krijgen ook weggenomen. Wij vinden dat ieder mens recht heeft op een dak boven het hoofd, daarom is deze anti-kraakwet ongeoorloofd.

    Betaalstaken

    Niet alleen in de derde wereld kreperen mensen, ook in west-europa leven miljoenen onder de armoedegrens. In nederland verkeren veel mensen in financiële nood. Dat zijn vooral de minima, mensen met de laagste of zelfs geen inkomen. Deze mensen hebben in den haag niets te vertellen, zij hebben geen macht en geen invloed.

    Maar dat lijkt zo, ook minima hebben een prima verzetsmiddel : betaalstaken
    Betaalstaken is het weigeren te betalen bij grootwinkelbedrijven, grote ondernemingen en staatsbedrijven. Je kunt bijvoorbeeld je gasmeter kantelen, gestempelde postzegels opnieuw gebruiken, strippen te weinig afstempelen enz. enz.enz.
    De aarde is rijk genoeg voor ons allemaal, maar de rijkdom hoopt zich op bij enkelen. Betaalstaken is een manier om van onderop deze rijkdom te herverdelen, doordat mensen nemen wat hen onthouden wordt.
    Voor meer (praktiese) informatie : postbus 1252 Nijmegen.

    Leugens

    In 1968 stortte in groenland een amerikaanse B-52 bommenwerper neer. Het vliegtuig vervoerde kernwapens en was op weg naar een amerikaanse basis daar in de buurt. 800 denen, werkzaam op deze basis, hielpen met de schoonmaakwerkzaamheden.

    500 van hen zijn nu ziek. Zij lijden aan gewichtsverlies, vermoeidheid, evenwichtsstoornis, ademhalingsmoeilijkheden, motoriekstoringen, brandende ogen en zweren op armen en benen die niet willen genezen : symptomen die typerend zijn voor stralingsbesmetting. 98 van hen lijden aan kanker. Een onbekend aantal van de arbeiders is overleden doordat ze hebben blootgestaan aan plutonium dat vrijkwam na het ongeluk.

    Indertijd werd gezegd dat de berging geen risiko voor de gezondheid betekende net zoals dat werd gezegd na tsjernobyl en sandoz…

    Vertrouw nooit je bazen, zij hebben andere belangen dan jij.

    We zullen niet de hielen likken van hen die over ons leven willen beschikken doch de machtsstruktuur omverwrikken !


    Anarchistiese bladen

    @ DE VRIJE, pb 5412, Amsterdam
    @ DE RAAF, pb 51217, Amsterdam
    @ DE ZWARTE, pb 10233, Den Haag
    @ DE AS, pb 43, Moerkapelle
    @ RECHT VOOR ALLEN, pb 48, Oosterwolde
    @ RECHT VOOR ALLEN VAN ONDEROP, pb 37, Appelscha
    @ GRAMSCHAP, pb 57, Aardenburg
    @ FLAM, pb 1610, Nijmegen
    @ VOLKSGEBIT, Schermerstr. 14, Antwerpen
    @ PERSPEKTIEF, Justius Lipsiusstr. 2, Gent

    Leugens

    De herziening van het stelsel van sociale zekerheid is sinds 1 januari een feit. Die herziening was nodig om het stelsel te moderniseren en te vereenvoudigen, zegt de overheid... De werkelijke reden echter is de wil om nog meer te bezuinigen en het opvoeren van de fraudebestrijding. Terwijl in de top van het bedrijfsleven mensen ongestoord hun miljoen in hun zak kunnen steken, worden er 500 extra sociaal rechercheurs aangesteld. Die moeten gaan kontroleren of mensen die van een minimun [sic] uitkering moeten leven, niet een paar honderd gulden teveel krijgen of bijverdienen.

    Ons werd ook verteld dat bijna niemand er op achteruit zou gaan. Ondertussen is echter al duidelijk geworden dat er wel degelijk mensen met een uitkering zijn die fors zijn gekort.

    Bijvoorbeeld de werklozen, ouder dan 50 jaar ; in plaats van een wwv-uitkering hebben zij nu recht op een uitkering op grond van de IOAW. Van 20 tot 30% van deze mensen wordt de uitkering met honderden guldens gekort. Anderen krijgen helemaal geen uitkering meer, omdat hun partner een inkomen heeft. Vertrouw nooit de machthebbers, zij hebben andere belangen dan jij.

    De krisis die niet bestaat

    Al jarenlang wordt ons voorgehouden dat we in een krisistijd leven ; tijd om te bezuinigen. We zijn ondertussen zo gehersenspoeld dat we ons nog nauwelijks afvragen wat er nu precies waar is van alle verhalen van lubbers en trawanten. Terwijl, als je er even over nadenkt, besef je dat deze krisis één grote leugen is.

    De multinationals maken topwinsten, en dat is nooit anders geweest ! Tegelijkertijd pompt de overheid miljarden in het bedrijfsleven. Eveneens miljarden worden uitgegeven aan de oorlogs-industrie en het ministerie van oorlog.

    Er is ons altijd voorgelogen dat de lonen omlaag moesten zodat de bedrijfs-winsten konden stijgen om zodoende weer ruimte te scheppen voor nieuwe werkgelegenheid. Maar ondanks de miljardenwinsten is de werkloosheid alleen maar blijven toenemen. Ondertussen zijn er wel blijvende bezuinigingen gekomen op gezondheidszorg, kulturele voorzieningen en de uitkeringen.

    Bezuinigingen dus die helemaal niet nodig zijn. Maar de macht van het bedrijfsleven is even niets ontziend als de hebberigheid van de machthebbers. Niet alleen in de derde wereld heerst de armoe. Ook in onze ’rijke’ westerse wereld leven er miljoenen mensen onder de zogenaamde armoedegrens.

    Tegenover de miljarden-winsten en de overproduktie die wordt doorgedraaid, staat het feit dat mensen honden- en kattenvoer eten, en het feit dat in de vs bejaarden sterven door ondervoeding en kou. De tegenstrijdigheden van het kapitalisme ?

    Nee, doelbewust wordt de kloof tussen arm en rijk vergroot : de armen armer, de rijken rijker. Wie kan er vertrouwen hebben in zo’n systeem ? De krisis is de leugen van de rijken.

    Nederland gast-vrij ?

    Eén op de duizend mensen die in Nederland verblijven, doet een beroep op de status van politiek vluchteling. Dat is véél minder dan in andere Europese landen. Toch voert onze overheid al geruime tijd een bewust afschrikkingsbeleid. In schiphol en grensplaatsen als roosendaal, worden vluchtelingen zeer streng uitgeselekteerd en -zo mogelijk- uitgezet.

    Voor de mensen die wel door de selektie komen, treffen gemeenten geen tot weinig voorzieningen om hen fatsoenlijk op te vangen, totdat... Totdat er subsidies vrijkomen en een gemeente f645,- per vluchteling vangt en hier dus op kan verdienen.

    Dit gebeurde voor het eerst bij de Tamils. De betreffende gemeenten ontvingen meer dan de helft van het geld waar deze mensen zèlf recht op hadden. De Tamils probeerden nederland hier vorig jaar op attend [sic] te maken. Tevens toonden zij hun ongelijke behandeling in vergelijking met andere lotgenoten aan.

    Hierop werd gereageerd… en hoe… Het publiek vond hen ondankbaar(!) en de overheid maakte zich klaar voor de gelijkschakeling… maar dan wel andersom ; de tamilbehandeling werd de norm voor het verdere vluchtelingenbeleid. Als de wet erdoor komt ontvangt een gemeente vanaf april voortaan voor èlke vluchteling een subsidie. Vluchtelingen zèlf worden dan als groep financieel, emotioneel en letterlijk, drasties beperkt in hun bewegingsvrijheid. Nederland gastvrij ?

    Hoe reageren wij hier deze keer op ?

    [bij foto van vluchteling :] Onbemind Blijft Onbekend


    sources :

    recto-verso



    [Zwart behang, jaargang 1 Nr 4 - 21 februari 1987]

    notice :
    Image (fixe ; à 2 dimensions)
    [
    Zwart behang, jaargang 1 Nr 4 - 21 februari 1987]. — Tilburg : LAO_ (Landelijk anarchistisch overleg) : Zwart behang, . — 1 affiche (impr. photoméc.) : n. et b. ; x × y cm.

    • Affiches par pays  : Pays-Bas
    • Lieux d’archivages  : IISG (Amsterdam)
    • Liste des thèmes  : délégation de pouvoir (élections)  ; démocratie directe
    • Géographie, géopolitique et Histoire  :
    • Noms cités (± liste positive)  :
    • Presse citée  : Zwart behang (1986-1988/9)
    • Vie des mouvements  : journal mural
    notes :
    descriptif :
    Symbole(s) utilisé(s) :

    [ text (journal mural / Newspaper poster) ; vignettes ]

    texte :

    jaargang 1 nummer 4 - 21 februari 1987

    Zwart behang

    landelijk anarchisties overleg
    Baashof 14, Tilburg

    echte demokratie

    houdt in dat mensen zèlf (mee)beslissen wat er met hen gebeurt.

    Wij wilden geen kerncentrales ze kwamen er. Wij wilden geen kruisraketten ; zo kwamen er toch. Wij wilden geen armoede die is er. Wij willen geen verziekt milieu ; dat is er allang. Wij willen geen oorlog ; die komt er gewoon, zolang bewapening doorgaat.

    Wilden wij eigenlijk deze parlementaire demokratie ?

    Eens in de paar jaar geef je je eigen stem weg aan iemand die jij denkt te begrijpen, die jij denkt te kennen. die je hoopt te kunnen vertrouwen. Het blijkt toch duidelijk dat je dit wel kunt vergeten.

    Geen enkel mens kan betrouwbaar blijven als hij/zij voor een ander kan beslissen, bovendien staan de èchte machthebbers niet op een verkiesbare plaats, zij blijven gewoon altijd.

    Wie weet er het beste wat goed voor jou is ?

    politieke partijen

    Politieke partijen doen zich graag voor als superdemokraten. Maar in de praktijk blijkt dat ze helemaal niet zo demokraties zij.

    Politieke partijen zijn centrale en hiërarchiese organisaties waarin kleine elites de dienst uitmaken. Niet de gewone leden maar de tweede kamer fraktie bijvoorbeeld bepaalt wat de partij doet of wil en deze tweede kamer fraktie danst naar de pijpen van industrieëlen.

    En iedereen weet dat politieke partijen bijna nooit doen wat ze in hun fraaie verkiezingsprogramma’s schrijven Ook verkiezingsbeloftes worden zelden nagekomen.

    Politieke partijen zijn slechts uit op zoveel mogelijk stemmen en zoveel mogelijk macht. Van wat de kiezers vinden of willen, trekken de partijen zich maar bar weinig aan. Bovendien kun je politici niet ter verantwoording roepen of kontroleren.

    Niks geen demokratie dus, niks geen invloed van ons allemaal, maar een kliekje politici die de zaken bepalen. Zaken die belangrijk zijn en ons allemaal aangaan, maar waar we in feite niks over te zeggen hebben.

    18 maart

    zijn er weer verkiezingen ?

    Dit keer voor de provinciale staten. Een heleboel mensen, waaronder veel anarchisten, gaan niet stemmen, uit principe niet. Waarom eigenlijk ? Anarchisten zijn tegen het huidige maatschappelijk systeem, de staat, en vooral een regering die van bovenaf regeert en ieders leven kontroleert. Toch gaan stemmen houdt In dat je toestemt in dit systeem, dat je er vertrouwen in hebt dat je door middel van je stem iets kunt veranderen.

    De weken vóór de verkiezing word je van alle kanten bedolven onder de verkiezingspraatjes van de politieke partijen. Zowel links als rechts doen beloftes die ze niet na willen of kunnen komen. Ze laten Je allemaal geloven dat je iets in te brengen hebt als je maar op hen stemt. Toch palen zij of die kruisraketten er komen of niet, of de gasprijs omlaag gaat of niet.
    De demokratie waarin wij leven ia oen schijndemokratie.
    Je hebt niets in de politiek in te brengen of je nou stemt of niet, alles wordt van bovenaf door kleine elites bepaald. De politikus Is iemand die precies geleerd heeft hoe hij eruit moet zien, hoe zijn houding moet zijn. hoe hij In de tv-kamera moet kijken, zodat de mensen in hem gaan geloven en in hem blijven geloven, ook als hij zijn beloftes niet nakomt.

    Werk niet mee aan dit systeem waarin je niemand ter verantwoording kunt roepen. Regel je eigen zaken. ken je eigen verantwoordelijkheid, leef eigen leven !

    basis demokratie

    Anarchisten verzetten zich dus in en tegen de parlementaire demokratie. Onvermijdelijk doemt dan de vraag op naar het alternatief.

    Een samenleving zoals anarchisten die zich voorsteller, is nauwelijks te vergelijken met onze huidige samenleving. Bovendien weigeren anarchisten om mensen iets op te leggen, zij vinden juist dat mensen hier zelf over moeten beslissen. Net Is dan ook moeilijk en onnodig om precies uit te stippelen, hoe alles georganiseerd en geregeld zou zijn.

    Een aantal uitgangspunten zijn echter vel duidelijk. Onze samenleving nu Is georganiseerd van boven naar beneden ; één centraal punt, de top, neemt de beslissingen voor iedereen. Je zou je dit voor kunnen stellen als een piramide. Daartegenover stollen anarchisten een samenleving, georganiseerd in vorm van een honingraat : hierin is er geen centraal punt, geen hogere of lagere posities, alleen kleinere en grotere verbanden. Zo’n samenleving Is georganiseerd op grond van de woon-, werk-, en leefsituatie en de mensen zelf spreken en beslissen over de problemen waar zij mee te maken hebben en die zij kennen.

    Hoe moet je je dat nu voorstellen ? Neem nu bijvoorbeeld de woon- en leefsituatie. Mensen zouden zich in buurtraden kunnen organiseren. Een aantal buurtraden samen vormen een wijkraad. Een aantal wijkraden samen den samen vormen een gemeenteraad, enzovoort. Op die manier kan ook het werk georganiseerd worden. Zodoende beslissen mensen zelf over hun eigen situatie en kan hen niets van bovenaf worden opgelegd : basisdemokratie.

    anti-verkiezingsakties

    Je kunt natuurlijk op verschillende manieren aktie voeren tegen de aanstaande verkiezingen. Zo kun je inspelen op de kampagnes van de partijen zelf door bijvoorbeeld op kritiese wijze aanwezig te zijn op hun bijeenkomsten. Je kunt op hun bijeenkomsten. Je kunt op hun propagandamateriaal persiflages maken die wat meer met de werkelijkheid overeen komen. Ook kun je naast hun stentjes in stad of dorp met de jouwe gaan staan.

    Daarnaast kun je natuurlijk een eigen kampagne voeren en eigen affiesjes, brochures en pamfletten verspreiden en door bijvoorbeeld antiverkiezingsavonden te organiseren.

    Op de dag zelf kun je allerlei akties rond de stemburo’s doen, van het uitdelen van pleisters (vier jaar je bek dicht houden) tot het rood verven van het buro. Met je stem kaart kun je ook allerlei akties verzinnen. ’s Avonds kun je bijvoorbeeld een anti-verkiezingsfeest organiseren om al dan niet tevreden terug te kijken en uit de vele onkosten te komen.

    Om slagvaardig meerdere akties over een langere periode te kunnen doen, lijkt het handig om met je vrienden en vriendinnen een anti-verkiezingskomité in je woonplaats op te richten.

    Vertrouw ze politici liegen nooit altijd

    Verkiezingen
    op de druk van de knop van deze fruitotomaat gaat bij de commissaris de trekker over
    en het geluid dat het toestel produseert is rechtstreeks afkomstig van de cellen der gemartelden


    sources :
     




    [Zwart behang, jaargang 1 Nr 8 - 20 juni 1987]

    notice :
    Image (fixe ; à 2 dimensions)
    [
    Zwart behang, jaargang 1 Nr 8 - 20 juni 1987]. — Tilburg : LAO_ (Landelijk anarchistisch overleg) : Zwart behang, . — 1 affiche (impr. photoméc.) : n. et b. ; x × y cm.

    • Affiches par pays  : Pays-Bas
    • Lieux d’archivages  : IISG (Amsterdam)
    • Liste des thèmes  : délégation de pouvoir (élections)  ; émigration et immigration  ; racisme et antiracisme  ; technologie
    • Géographie, géopolitique et Histoire  :
    • Noms cités (± liste positive)  :
    • Presse citée  : Zwart behang (1986-1988/9)
    • Vie des mouvements  : journal mural
    notes :
    descriptif :
    Symbole(s) utilisé(s) :

    [ texte (journal mural / Newspaper poster) ; photo (portrait de Margareth Thatcher) ; dessin (homme noir planté dans un mur par un sabre occidental « Hoe blanken beschaven ») ]

    texte :

    jaargang 1 Nr 8 - 20 juni 1987

    Zwart behang

    Kolofon

    Zwart Behang is een maandelijkse uitgave van het LAO en wordt door heel Nederland verspreid. De bedoeling van deze muurkrant is het uitdragen van anarchistiese ideen. Daarnaast willen we onze kijk gewen op aktualiteiten.
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    Het LAO
    Het Landelijk Anarchisties Overleg is een platform voor anarchistiese mensen. Samen verzetten we ons tegen de gang van zaken in de huidige maatschappij en proberen we een begin te maken met een vrije en basisdemokratiese samenleving. Ook zijn de meesten van ons aktief in plaatselijke groepen.
    Alleen door onze eigen kracht en energie kunnen we samen iets bereiken. Denk, wordt aktief. Organiseer je, vorm zelf met je vrienden en vriendinnen een vrije groep. Heb je plannen of zin om mee te doen, schrijf dan naar :
    LAO, Baarshof 14, Tilburg
    Doen !

    Vluchten kan niet meer…

    Sinds 15 april voert het ministerie van justitie een nieuw vluchtelingenbeleid. De cijfers van de eerste week tonen aan dat het in praktijk hierop neerkomt dat geen enkele asielzoeker/ster een vluchtelingen- of verblijfsstatus krijgt. In één enkel gesprek tussen politie of ambtenaar en asielaanvraager/ster wordt beslist of deze in Nederland kan blijven of niet. Het recht om
    hiertegen in beroep te bestaat in de praktijk al niet meer. Advokaten krijgen meestal geen of te weinig informatie om iets te ondernemen. Asielzoekers worden opgesloten en teruggestuurd naar waar ze vandaan kwamen. Van Zaire is in ieder geval bekend dat vluchtelingen daar bij terugkomst worden vermoord. Iraanse vluchtelingen worden meestal naar Turkije gestuurd, waarna ze op grote schaal worden uitgezet naar Iran. Zo kan in één dag een vluchteling hier aankomen, een gesprek voeren, waarin wordt beslist dat hij/zij geen vluchteling is en worden uitgezet met mogelijk eksekutie
    als gevolg.

    “Vluchtelingen worden zo steeds meer het slachtoffer van een beleid dat de centrumpartij — als ze nog in de kamer vertegenwoordigd was geweest — van harte had kunnen ondersteunen” (Lankhorst. PPR) Als wij niets kunnen ondernemen gaat dit door. In Amsterdam wordt een stedelijk solidariteitskomitee voor vluchtelingen (Posbus. 11501) opgezet om bovengenoemde praktijken te bestrijden. komst worden vermoord. Landelijk wordt geprobeert om hiervoor een netwerk op zetten. Neem je verantwoordelijkheid en schrijf of bei (020-246850).

    Genentechnologie : droom van nazi-zwijnen

    In allerlei wetenschappen wordt geëxperimenteerd. In de mediese- en biologiere wetenschap doet men onder meer onderzoek naar voortplanting en erfelijkheid. Dit heet met een duur woord : genentechnologie. Deze technologie is inmiddels zover dat we in staat zijn om de voortplanting en
    erfelijkheid sterk te beinvloeden : genetiese manipulatie In ons kapitalisties systeem wordt alleen geld in projekten gestoken wanneer ze winst opleveren. Overheid en bedrijfsleven hebben belang bij gezonde, slimme, gehoorzame mensen, die werken, eten, kinderen krijgen en sterven zoals de machthebbers dat willen. Geestelijk en lichamelijk gehandicapten, domme, lelijke, ongehoorzame mensen kosten alleen maar geld en brengen niet genoeg op. Met genentechnologie is het nu mogelijk om de natuur naar de hand te zetten. Het uiteindelijke doel hiervan is om meer ’waardevolle’ personen te krijgen en ’minderwaardige’ kinderen niet geboren laten worden.

    Wie hadden er in het verleden ook alweer van deze akelige ideeën ??? Precies, de nazi’s. In Nederland zijn de grootste investeerders in biotechnologie : Unilever, Akzo, Shell, DSM, Heineken en Gist Brocades We moeten ons niet laten belaen overrompelen door doktoren en specialisten. Laten we zèlf bepalen of we die onnatuurlijke ingrepen (zoals bijvoorbeeld vruchtwaterpunkties en reageerbuisbaby’s) eigenlijk wel willen.

    Gebed van het Kamerlid

    Onze vader, die in de stembus zijt,
    Geheiligd worden Uw 5000 gulden,
     
    Dat Uw zegeningen komen,
    En de arbeiders mij kiezen.
     
    Zowel om me vet te mesten,
    Als om me fijn te doen reizen
     
    Geef ons heden ons vaantje weer
    En vergeef ons onze revolutionaire zonden
     
    Omdat we onze kiezers toch altijd verraden en bedrogen hebben.
    En leidt ons niet in de verzoeking
     
    der opstandigheid regen U, o heilige Staat,
    En verlos ons door Uw gevangenissen,
     
    Van de boze anarchist, die niet stemmen wil
     
    Amen.

    J Onbekend Alarm 1922. 01. 2


    sources :
     



    [Zwart behang, jaargang 2 Nr 6 - 16 april 1988]

    notice :
    Image (fixe ; à 2 dimensions)
    [
    Zwart behang, jaargang 2 Nr 6 - 16 april 1988]. — Tilburg : LAO_ (Landelijk anarchistisch overleg) : Zwart behang, . — 1 affiche (impr. photoméc.) : n. et b. ; x × y cm.

    • Affiches par pays  : Pays-Bas
    • Lieux d’archivages  : IISG (Amsterdam)
    • Liste des thèmes  : Premier Mai
    • Géographie, géopolitique et Histoire  : États-Unis : histoire : 1886 (Haymarket )
    • Noms cités (± liste positive)  :
    • Presse citée  : Zwart behang (1986-1988/9)
    • Vie des mouvements  : journal mural
    notes :
    descriptif :
    Symbole(s) utilisé(s) :

    [ texte (journal mural / Newspaper poster) ; photos & dessins ]

    texte :

    Zwart behang, jaargang 2 Nr 6 - 16 april 1988

    Zwart behang

    Kolofon

    Zwart Behang is een maandelijkse uitgave van het LAO en wordt door heel Nederland verspreid. De bedoeling van deze muurkrant is het uitdragen van anarchistiese ideen. Daarnaast willen we onze kijk gewen op aktualiteiten.
    Zwart Behang kost veel geld. Financiële steun in daarom noodzakelijk. Giften zijn welkom op ASN bankrekeningnr. 871340399 t.n.v. het LAO. Het gironr. vanhet ASN : 100965.
    Voor reakties kun je schrijven naar onderstaand adres van het LAO.

    Het LAO
    Het Landelijk Anarchisties Overleg is een platform voor anarchistiese mensen. Samen verzetten we ons tegen de gang van zaken in de huidige maatschappij en proberen we een begin te maken met een vrije en basisdemokratiese samenleving. Ook zijn de meesten van ons aktief in plaatselijke groepen.
    Alleen door onze eigen kracht en energie kunnen we samen iets bereiken. Denk, wordt aktief. Organiseer je, vorm zelf met je vrienden en vriendinnen een vrije groep. Heb je plannen of zin om mee te doen, schrijf dan naar :
    LAO, Baarshof 14, Tilburg
    Doen !

    1 Mei 1988, de dag van… ja, van wie ?

    van arbeiders, van werklozen, van huisvrouwen, van jongeren of van bejaarden ????

    1 mei 1886 : in heel Amerika demonstreerden en staakten arbeiders voor betere leef— en arbeidsvoorwaarden. Dit werd neergeknuppeld en —geschoten door de toenmalige M.E. het geweld wat hierop volgde werd in Chicago afgemaakt met de beschuldiging van 8 anarchisten van moord. 1 kreeg 15 jaar, 2:levenslang, 1 pleegde zelfmoord en zijn cel en 4 werden opgehangen op 11 november 1887. Zij bleken allemaal onschuldig te zijn.

    1 Mia : international feest van de arbeiders bewening, wat valt er te feesten ??

    Meer vervormd den gegroeid
    Meer uniform […]
    Meer […]
    Meer […]
    Meer […]
    Meer […]
    Meer […]
    […]

    Dit is uw leven
    Zo wordt het nog naar
    Dit is uw leven
    Ik hoon dat ga u neussart

    ★ Mens sta op ★


    sources :
     


    [Zwart behang, jaargang 2 Nr 12-okt 88]

    notice :
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    [
    Zwart behang, jaargang 2 Nr 12-okt 88]. — Tilburg : LAO_ (Landelijk anarchistisch overleg) : Zwart behang, . — 1 affiche (impr. photoméc.) : n. et b. ; x × y cm.

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    • Liste des thèmes  : colonialisme  ; populations autochtones  ; racisme et antiracisme
    • Géographie, géopolitique et Histoire  : Australie
    • Noms cités (± liste positive)  :
    • Presse citée  : Zwart behang (1986-1988/9)
    • Vie des mouvements  : journal mural
    notes :
    descriptif :


    [ texte (journal mural / Newspaper poster) ; photos ]

    texte :

    Zwart behang

    Zwart behang is een uitgave van het Landelijk anarchisties overleg-voor info : Baarshof 17 Tilburg — Jaargang 2 Nr 12-okt 88

    Wit Australië heeft zwarte geschiedenis !!

    een aboriginal man aan het woord : "In 1770 kwam een witte zeeman aanzetten met een boot uit Engeland en zei :-dit land is Terra Nullius. Braakliggende woestenij en onbewoond. Hij hees een stuk vod aan een stok als het merkteken van de witte man en zei dat het hele land toebehoorde aan de Koning van Engeland. Meer witten kwamen op 26 januari 1788 en toen schoten ze ons neer omdat zij meenden dat wij op het terrein van de engelse koning stonden. Op één of andere manier meende hij dat zijn vod en zijn stuk papier hem ’t recht gaven, en hij nam ons recht op leven, op land en op een eerlijke deal af, en toen de meesten van ons doodgeschoten waren, duwde hij ons in veekampen, vluchtelingenkampen waar we vandaag nog zijn".

    Fest ?

    1988, het tw2ehondertste jaar van de kolonisatie van Australië door Europeanen-witte-. Op dit moment zijn er nog maar 200.000 van de oorspronkelijke bewoners, de Aborigenes. Zij moeten toezien hoe de 14 miljoen witte inwoners vieren dat 200 jaar geleden een handje vol Europese voorvaderen voet aan wal zetten en begin maakten met de uitmoording van de toen ca 2 miljoen aanwezige Aborigenes.

    200 jaar kolonisatie

    De Aborigenes leefden naar schatting al zo’n 40000 jaar in Australië toen de Engelse kolonisten onder "goddelijke gezag", in 1788 bezit namen van het land. Noch in 1788 noch daarna is er over het Aboriginal land onderhandeld, De Europeanen beschouwden de Aborigines als een minderwaardig soort mens, gelijkwaardig aan dieren, waarmee ze konden doen en laten wat zij wilden. De hele 19e en 20e eeuw werden de Aborigines eenvoudig verdreven of vermoord als de blanken hun land wilden hebben. Voorzover de overlevenden niet als slaven werden tewerkgesteld, werden ze uitbetaald met rum zodat ze aan de drank raakten. Ze werden gemarteld en uitgebuit en vielen op grote schaal ten prooi aan allerlei geïnporteerde ziekten, waartegen ze geen verweer hadden. De vrouwen werden gedwongen zich te prostitueren en kinderen werden van hunouders weggeroofd an hen een westerse "beschaving" bij te brengen.

    De laatste slag

    Alleen de Aborigines in de meest ontoegankelijke afgelegen en onvruchtbare gebieden bleef kontakt met de europese expansiedrift aanvankelijk bespaard. Maar ook daar kant nu verandering in nu de laatste jaren juist daar, in de bergen en de woestijnen van Noord- West- en Centraal Australië een overvloed aan bodemschatten zijn ontdekt. Steenkool, ijzererts, goud, zilver, diamant, uranium, het kant allemaal in grote hoeveelheden voor. Australië is bezig met een jacht naar grond-stoffen, waarmee de Aborigenes, zoals het er nu naar uit ziet, hun laatste stukjes land zullen kwijtraken. Ook nu nog denken de witten recht te hebben op het land.

    De huidige situatie

    De 200.000 Aborigenes vormen een gekleurde "derde" wereld enklave binnen het "beschaafde" Australië. Op het gebied van mensenrechten, huisvesting, voedselvoorziening, gezondheidszorg, onderwijs, werkgelegenheid en eigendomsverhoudingen warden zij door de witte samenleving gediskrimineerd, verwaarloosd en uitgebuit. De kindersterfte is drie maal zo hoog als onder de rest van de bevolking. De gemiddelde levensverwachting van een Aborigine is 52., 20 jaar korter dan die van zijn witte, mede Australiër. Gedurende die tijd ontvangt hij slechter onderwijs, is hij of zij vaker en langduriger ziek en loopt hij bovendien zo’n 13 maal grotere kans an in de gevangenis te belanden dan degenen die zijn/haar enige oorspronkelijke bezit, het land en daarmee de kultuur, hebben afgenomen, de witten. En sinds 1980 zijn in die gevangenissen 108 Aborigines gestorven onder zeer bedenkelijke omstandigheden : verwaarlozing, afranzelingen door witte bewakers. Een van de eksessen in een racistiese staat !

    Nederland en het feest ?

    Net zoals bij engelsen zitten er veel nederlanders is het ’land van melk en honing’, het land waar in de jaren 50 en 60 duizenden nederlanders naartoe emigreerden. Voorwaar een reden vee, Nederland uk’ aan dit schijnheilige feest mee te doen. Een greep : -de PTT heeft een speciale postzegel uitgegeven ; -een brosjure van het ministerie van Onderwijs en Wetenschappen voor nederlandse scholen : een brosjure vol racisme en diskriminerende opmerking-over Aborigines ;
    - bekende nederlanders- als Mulisch, Nooteboom en koningin Beatrix- die de witte festiviteiten op komen luisteren (Beatrix gaat eind oktober).

    Dat bij deze aktiviteiten geen, nauwelijks of onjuiste informatie zal worden gegeven over de huidige situatie van de Aborigines ligt voor de hand. Dat zou te pijnlijk zijn. Niet in de laatste plaats vanwege de nederlandse bijdrage aan de kolonisatie van Australië.

    Geen feest

    De Aborigines zijn vreemdelingen in hun eigen land geworden, uitgebuit, uitgemoord, vertrapt en gediskrimineerd. Voorwaar geen reden tot feest, een feest dat zeker geen ondersteuning vanuit Europa verdient ! Nederland dient de festiviteiten te boykotten. Aboriginal vertegenvoordigers roepen NL op niet mee te doen. Laat je protest horen. Schrijf of bel naar iedereen die op bezoek gaat of mee doet, vertel over de wantoestanden in Australië !

    In de woorden van Yunupingu, een traditionele Aborigine uit Noord-Australië :

    Dit jaar zullen we ons terugtrekken op ons land, en we zullen treuren om onze mensen en onze talen die zijn uitgemoord tijdens jullie korte verblijf met ons. Wij zullen geen miljoenen uitgeven aan advertenties, of spelletjes bedenken die volwassen mensen dan moeten gaan spelen, en we zullen geen monumenten bouwen.

    Dat hoeven we niet Le doen. Onze manier van vieren en onze ceremonies komen voort uit ons dagelijks leven. Wij hoeven niets te forceren of op te sieren. Het leven zelf is onze viering. En door op onze manier te leven, laten we ons respect voor het land zien, niet voor de daden van individuen.

    Het is ons geloof dat het land, de aarde, deze viering van ons nodig heeft — als bewijs dat we er nog steeds om geven, om Le overleven en te kunnen groeien.

    Normaal gesproken houden we deze dingen voor onszelf. Maar nu, als wij iets vieren, wanneer we onze liefde en zorg voor het land herbevestigen, wanneer we duidelijk stellen dat we hebben overleefd, hopen we dat jullie door hebben wat wij doen. Wij hopen dat jullie nadenken over hetgeen wij zeggen. Dit hopen we, omdat we willen dat jullie zullen beginnen te begrijpen wat het betekent om om het land te geven. Helaas hebben jullie in de korte periode dat jullie hier zijn daar weinig blijk van gegeven. Jullie hebben het water vervuild ; planten, dieren en vogels vernietigd ; ons bijna uitgeroeid ; de lucht vergiftigd ; erosie en overstromingen veroorzaakt en woestijnen gecreëerd waar eens bossen waren.

    Jullie kunnen zo niet doorgaan. Zonder respect voor het land zijn we allemaal verloren.

    Wij kunnen waarde hechten aan het land waarop we leven, maar niet aan ’t land dat jullie hebben gestolen en kapot hebben gemaakt. Pas als jullie om het land gaan geven zoals wij dat doen, kan er sprake zijn van hoop.

    Dus — luister eens goed naar onze boodschap dit jaar, en denk er over na. En kijk dan eens goed naar jezelf : met die puinhoop die jullie van ons land hebben gemaakt — denk je werkelijk dat je iets te vieren hebt ?

    Staande op deze toren en uitkijkend over het land, kun je duidelijk zien wat de blanken in 200 jaar tijd hebben gedaan. Eigenlijk heb ik op deze plaats niet langer het gevoel op, Aboriginal land te zijn. We hebben gehoord dat jullie koningin dit zogenaamde 200-jarige bestaan van Australië wil gaan vieren. Zij Moet zich realiseren dat ze hier de handen komt schudden van de onderdrukker van de Aborigines. Wij hopen, en dit vragen we de mensen in Nederland, dat dit bezoek kan worden voorkomen.


    Aborigine vlag [vlag]
    Zwart — de autochtone ’Aboriginal" bevolking
    Rood — het land en het bloed vergoten bij de verdediging van t land
    Geel — de Zon schenker van al het leven


    ABSOC 88 — Voor meer informatie

    ABSOC (aboriginal Solidariteits Campagne)
    Postbus 4090, 1009 AB Amsterdam
    tel. : 022-938625
    of
    Walstraat 21, 7511 GE Enschede
    tel. : 053-318050 (di van 1400-1600 uur)

    Verder lezen ? :

    De dromtijf, verhalen van de australiese aborigines
    Ankh-Hermes, Deventer (1983)

    200 jaar onderdrukking, bundel van div artikelen
    PIK/ABSOC, Walstraat 21 Enschede

    Australische Aborigines in verzet
    XminY weerwerk Noordermarkt 26 Amsterdam

    ABSOC 88 nieuwsbrief
    postbus 4090, 1009 AB Amsterdam


    sources :

    Encre noir ou brune ?




    [Yark-yark : le cri du peuple, n° 3]

    notice :
    Image (fixe ; à 2 dimensions)
    [
    Yark-yark : le cri du peuple, n° 3]. — [S.l.] : [s.n.], . — 1 affiche (photocop. ) : n. et b. ; 42 × 30 cm.

    • Affiches par pays  : France
    • Lieux d’archivages  : CIRA (Lausanne)
    • Liste des thèmes  : contrôle des naissances  ; presse  ; prison
    • Géographie, géopolitique et Histoire  : Allemagne  ; Grande-Bretagne
    • Noms cités (± liste positive)  :
    • Presse citée  : Yark-yark : le cri du peuple
    • Vie des mouvements  : journal mural
    notes :
    descriptif :
    Symbole(s) utilisé(s) :

    [ journal mural ]

    texte :

    Yark-yark : le cri du peuple

    n° 3

    Depuis le printemps 85, le mouvement des taulards existe à nouveau et ne cesse de ce développer, parfois sous formes d’actions collectives radicales, avec parallèlement un travail d’unification des revendications. Hommes et femmes, prévenus et condamnés, français et immigrés, droits communs et politiques se solidarisent dans la lutte contre l’isolement, puis dans d’autres revendications — SMIC pour tous les détenus — Remises de peines supplémentaires — Parloirs intimes etc. Il ne se passe pas un mois sans qu’il y ait une grève de la faim ou des plateaux, un refus collectif de ragagner la cellule etc.
    Nous nous sentons solidaires de ces mouvements.

    Si nous sommes contre les taules, ce n’est pas par humanisme.

    C’est tout d’abord que la flicaille nous considère comme du gibier de potence, à cause de nos idées, nos pratiques, nos galères quotidiennes. Hier taulard, demain homme libre ; hier homme libre, demain taulard, mais aujourd’hui le corps et la tête en pleine « social-démocratie ». Pour certains professeurs de radicalité, les revendications des taulards peuvent paraitre réformistes (SMIC, parloir…) mais tant mieux si elles améliorent le quotidien, et salut à ceux qui, à chaque mutinerie, se prennent la répression carcérale dans la tronche.
    Le soutien aux embastillés signifie pour nous une réflexion politique sur l’enfermement. Nous n’avons que faire, contrairement à certains réformistes des lois dites « apaisantes » : aménagements qui, sous prétexte d’humaniser la taule, donnent lieu à un autre chantage, à un autre flicage ; exemple : système anglo-saxon des bracelets mouchards que les détenus en liberté conditionnelle doivent garder en permanence.
    C’est cette même logique réformiste qui permet le développement des Travaux d’intérêt général (TIG) : une espèce de bagne sans boulet où tout condamné bosserait gratos pour les intérêts de la bourgeoisie.

    Ça aussi, c’est de l’enfermement !

    L’enfermement est à la fois un instrument de répression extrême et la représentation la plus criante du système.
    Les taulards ne sont ni démons ni enfants de chœur mais produits par notre société capitaliste ; car c’est elle qui installe la prison, ultime rempart contre la révolte, ultime solution contre toute tentative d’échapper à la banalité des rapports marchands. La prison est un des verrous qui perpétue l’ordre social.
    La solidarité à l’extérieur des taules est nécessaire
    * pour qu’un fort mouvement s’attaque à la bourgeoisie cannibaliste
    * pour en finir avec la connerie sécuritaire
    * pour dire à ceux qui veulent nous refiler toujours la même marchandise enduite de bleu/blanc/rouge que la révolution n’est pas morte et qu’elle peut leur tomber sur la gueule à tout moment.

    Maton
    Version pénitencière de la Gestapo en bleu marine qui sévit dans nos rues. Philosophiquement raciste, fasciste et machiste, tabasse et torture, porte la moustache, syndicalement se prends pour la force ouvrière (existe aussi en version féminine).

    Branlette obligatoire
    Forme la plus répandue de la liberté en prison, offre moultes possibilités de rencontre.

    Surpopulation
    « À 5 par cellule, il reste de la place pour ton fils » : 55 000 détenus en tout.

    Médecine
    Être en cage 24 h/24, ça ne favorise pas vraiment la santé (sic !) : ingestions diverses, dents gâtées, ulcères, sida, etc.
    Pour y remédier, la médecine pénitencière manie allègrement la carotte et la valium ! Pas de soins appropriés, pas de suivi médical mais une énorme machine à distribuer calmants et neuroleptiques.
    Abrutissement garanti à tous les niveaux, vive la camisole chimique !
    De plus, la distribution donne évidement lieu à un chantage supplémentaire aux dépends des détenus.

    Travail
    Vous ne pensiez tout de même pas y échapper là-dedans ??
    Obligatoire, ou plutôt « recommandé » en centrale (c’est ça ou la suppression des grâces). Il permet à quelques sociétés exonérées de charges d’avoir une main d’œuvre sans protection sociale, sans droits d’aucune sorte et sous-payée.
    Plonger parce que poussé à voler par ton salaire SIVP et te retrouver à bosser pour 800 F par mois pour acheter des mégots 2 fois plus chers qu’ailleurs : hilarant, non ?
    Racket… Vous avez dit racket ?

    Mutinerie
    Des fois ça craque : 1974, 1985 et toutes les autres… On peut, au choix, refuser le plateau repas, refuser de remonter de promenade, grimper sur les toits ou, avec beaucoup de chance, tout casser et avoir 2, 3 salauds en otages. Ça s’appelle être libre au moins quelques heures ! Mais gaffe à la rentrée : isolement, recondamnation, matraquages (à 4 CRS contre 1) ou se faire tirer comme des lapins par les keufs.
    C’est pourtant le seul moyen de se faire entendre : alors ?
    Bonne chance pour les prochaines, on espère que ça bougera aussi dans la rue.

    Isolement
    Le chef-d’œuvre du système carcéral.
    À la fois moyen de pression ultime et point final à la révolte des individus.
    On y fourre les « ennemis publics » taillés sur mesure pour l’opinion (Action directe, Mesrine, Basques, etc.) ou ceux qui, refusant de jouer le jeu de l’enfermement deviennent (ou pourront devenir) des symboles de la lutte des prisonniers.
    Cette méthode d’extermination utilisée brillaient par l’Allemagne contre la RAF ou l’Angleterre contre l’IRA est connue (à quelques degrés dans l’horreur près) sous le nom de QHS (Quartier haute sécurité).
    Quel consiste en mitard (cachot) indéfiniment prolongé ou en quartier spécialement aménagé, les prisonniers et tous ceux qui les appuient exigeront toujours la disparition de ces oubliettes modernes où le pouvoir joue à briser ce qui reste d’humain chez les individus.

    Visite-parloir
    Déjà, il faut obtenir l’autorisation du juge et ça traine en longueur (surtout si vous n’êtes pas mariés).
    Ensuite, poireauter des heures devant la taule à la merci des matons et de leur bonne humeur. Visites, en principe une fois par semaine pour condamnés et trois fois par semaine pour prévenus (en fait, à la gueule du client).
    Puis c’est le parloir dit libre : c’est à dire sous surveillance constante avec fouille à l’aller et au retour (à poil pour les détenus).
    Des fois, on vous permet un bisou, merci chef !
    Au fait, 1/4 seulement des taulards reçoivent des visites.

    Courrier
    Vous pensiez que l’administration pénitencière ne se prive pas d’emmerder les détenus sur quelque chose d’aussi important et vous avez gagné !
    Le courrier est ouvert, lu, éventuellement bloqué.
    Agréable de savoir qu’un juge d’instruction sait tout de toi et bonjour l’intimité ! Qui dit lettres dit censure, un mot qui raconte les conditions de vie peut très bien ne pas arriver à l’extérieur comme un journal ou une lettre trop « subversive » ne pas arriver à l’intérieur.
    Le courrier, c’est comme l’oxygène que l’administration pénitencière peut raréfier ou couper à son gré.

    Évasion
    Meilleurs vœux pour l’année 89


    sources :
     

    1980

    1980
    Affiches liées



    [Canzoncina per i puzzapè]

    notice :
    Image (fixe ; à 2 dimensions)
    [
    Canzoncina per i puzzapè] / Goliardo Fiaschi. — Carrara Carrare : [s.n.], [ ?]. — 1 affiche (manuscr. ), coul. (deux  : rouge , noir ) ; 102 × 60 cm.

    • Affiches par pays  : Italie
    • Lieux d’archivages  : Biblioteca Archivio Germinal (Carrara)
    • Liste des thèmes  : art : chanson
    • Géographie, géopolitique et Histoire  :
    • Noms cités (± liste positive)  :
    • Presse citée  :
    • Vie des mouvements  : journal mural
    notes :
    descriptif :


    testo

    texte :

    Canzoncina per i puzzape
    chiarezza con i puzzape
    a buon intenditor poche parole

    il lozz fora, fora il lozz !!!!!
    da piccolini i piedi ce li lava nostra mamma
    e da grandi apprendiamo a lavarceli da soli
    e altri che poi se li fanno lavare dai lachè
    ci sono altri ancora che non arrivano a comprendere che anche se si lavano col piscio puzzano lo stesso
    fora, fora, fora il lozz !!! il lozz fora, fora il lozz !!!!!
    purtroppo ci sono tanti e poi tanti altri che da grandi i piedi non se li sono mai lavati
    e non arrivano a capire
    che anche se i piedi li tengono nascosti
    il puzzo non si vede però si sente !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
    fora, fora, fora il lozz, il lozz fora, fora il lozz !!!!
    se poi vogliono fare come i frati che anche se bene i piedi non se li lavano mai
    perlomeno vanno scalzi arieggiandoli
    con il caldo il freddo il gelo, con il caldo il freddo il gelo
    il lozz fora, fora fora il lozz !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
    a tutti codesti personaggi
    che non hanno ne olfatto ne bernoccolo
    consigliamo di farsi dei buoni pediluvi
    nella soda caustica per sgrommarsi il lozz
    che da perenne tengono attaccato ai piedi
    fora, fora, fora il lozz !!! fora, fora, fora il lozz !!!!!!
    se poi o puzzapè volete affogarvi nel puzzo o nel carrione
    fatelo pure o lozzi che è ora che la finite
    di andare in giro a fare gli untori
    che dei puzzape in giro ce ne anche troppi
    che stanno appestando la gente
    il lozz fora !!! fora, fora fora il lozz, fora il lozz !!!!


    sources :
     



    [Cittadini !!!]

    notice :
    Image (fixe ; à 2 dimensions)
    [
    Cittadini !!!] / Goliardo Fiaschi. — Carrara Carrare : [s.n.], [ ?]. — 1 affiche (manuscr. ), coul. (une  : noir ) ; 73 × 60 cm.

    • Affiches par pays  : Italie
    • Lieux d’archivages  : Biblioteca Archivio Germinal (Carrara)
    • Liste des thèmes  :
    • Géographie, géopolitique et Histoire  :
    • Noms cités (± liste positive)  :
    • Presse citée  :
    • Vie des mouvements  : journal mural
    notes :
    descriptif :


    testo (manoscritto)

    texte :

    Cittadini !!!

    occhi e orecchie allerta !

    Circolano molti sparlachiatori dell’anarchia e in questo circolo si distribuiscono gratis sacchetti portavomt ed è a disposizione anche un catino di soda caustica per sgrommarsi i piedi ed equilibrarsi la mente sia per i nemici dell’anarchia, politicanti, pennivendoli, che gli anarchici della serie C (d’l cazz) che della serie M (d’merda) e fora ’l lozz !!!


    sources :
     


    [La Mauvaise pente, local occupé et autogéré : janvier-février 1997]

    notice :
    Image (fixe ; à 2 dimensions)
    [
    La Mauvaise pente, local occupé et autogéré : janvier-février 1997]. — Lyon : la Mauvaise pente, . — 1 affiche (photocop. ) : n. et b. ; 42 × 30 cm.

    • Affiches par pays  : France
    • Lieux d’archivages  : CIRA (Lausanne)
    • Liste des thèmes  : culture  ; squatt
    • Géographie, géopolitique et Histoire  :
    • Noms cités (± liste positive)  :
    • Presse citée  :
    • Vie des mouvements  : journal mural  ; lieux — librairies...  ; repas, cantine, …
    notes :
    descriptif :


    [ texte (programme des activités) ; dessin (deux lutins jouant à saute-mouton) ]

    texte :

    La Mauvaise pente

    janv.-fév. 1997

    local occupé et autogéré, 38, rue de Crimée, Lyon 1er - M° X-Rousse

    tél. : 78 29 1650

    Tablée commune :
    chacun-E-s amènent son plat, de quoi boire et rire, et on partage ! *

    le 22/01 : on se rencontre !

    le 5/02 : + infos sur les squats en Italie

    le 19/02 : + lecture de contes érotiques

    * à suivre… ou à faire *

    Repas végétarien à prix libre :

    le 29/01 + bal folk

    le 12/02 : + jeux et amusements tous ensemble

    le 26/02 : + débat sur les oppressions âgistes

    * Salon de thé : les samedis 15-18 h + débats : 18/01 répressions au Pays basques, 25/01 : les transports en ville
    * Bibliothèque : les jeudis et mercredis à partir de 20 h
    * Atelier jonglage : les mardis à partir de 13 h
    * Atelier massage : les mercredis à partir de 20 h
    * Atelier théâtre : les dimanches à partir de 14 h
    * Temps et espace non mixte filles : les lundis à partir de 19 h


    sources :
     



    [Questa è la storia di un impianto di morte]

    notice :
    Image (fixe ; à 2 dimensions)
    [
    Questa è la storia di un impianto di morte]. — Carrara Carrare : Coordinamento contro gli inceneritori e la repressione, (Tipolitografica, stampa la Coop (Carrara)). — 1 affiche (impr. photoméc. ), coul. (une  : noir ) ; 84 × 60 cm.

    • Affiches par pays  : Italie
    • Lieux d’archivages  : Biblioteca Archivio Germinal (Carrara)
    • Liste des thèmes  : écologie
    • Géographie, géopolitique et Histoire  :
    • Noms cités (± liste positive)  :
    • Presse citée  :
    • Vie des mouvements  : journal mural
    notes :
    descriptif :


    testo e foto

    texte :

    Questa è la storia di un impianto di morte

    che venne chiuso con la lotta da chi poi si è ritrovato a lottare di nuovo contro il moderno impianto di morte che ruba ogni giorno di più pezzi di terra e cielo al nostro territorio. E’ la storia di quelli di ieri (centrosinistra) che hanno iniziato a farlo costruire con le cariche per sgombrare i cancelli, da Termomeccanica e Consorzio Etruria ; costruzione che hanno chiamato bonifica.
    E’ la storia di quelli di oggi (centrodestra) che ieri in campagna elettorale assicuravano che se avessero preso il ‘potere’ l’inceneritore non sarebbe rientrato nei loro programmi, e oggi... “Bisogna essere realisti”, si finisce di costruire e soprattutto si pensa a gestirlo.

    E’ la storia di quelli che ‘lottavano’ contro un inceneritore che inquina e avvelena e hanno dato i voti a quelli che lo volevano spostare da un’altra parte : di fatto grondanti di morte per altre genti e territori, solo un po’ più lontani.

    E’ la storia di quelli di oggi che hanno preso voti per ‘l’impegno’ contro l’inceneritore e a ‘malincuore’ aspettano complici la prossima accensione, con il culo ben incollato alla poltrona, condotta schifosa che ieri rimproveravano a quelli di Rifondazione.

    E’ la storia di uno schifo che viene alla gola e non si riesce nè si vuole fermare !
    La storia di un impianto di morte che vuol rubare il sogno di vivere senza di esso e di una rabbia che serve se non cambia il mondo, ma comincia a farlo : con la rivolta, per l’abbattimento di tutte le nocività e di tutto quello che si adopera per dipingerle come indispensabili necessità.

    Coordinamento contro gli inceneritori e la repressione

    […]


    sources :
     


    [Murmural ! : lettre mensuelle n° 4 des Ami(e)s d’Alternative libertaire]

    notice :
    Image (fixe ; à 2 dimensions)
    [
    Murmural ! : lettre mensuelle n° 4 des Ami(e)s d’Alternative libertaire]. — Paris : AL__ (Alternative libertaire : 1991-2019), . — 1 affiche (impr. photoméc.) : n. et b. ; 29 × 42 cm.

    • Affiches par pays  : France
    • Lieux d’archivages  : FACL (Fonds d’archives communistes libertaires)
    • Liste des thèmes  : art : affiche  ; presse
    • Géographie, géopolitique et Histoire  :
    • Noms cités (± liste positive)  : Crosnier, Alain
    • Presse citée  : Alternative libertaire (France : 1991-....)
    • Vie des mouvements  : journal mural
    notes :
    descriptif :


    texte

    texte :

    « On dit d’un fleuve emportant tout qu’il est violent,
    mais on ne dit jamais rien de la violence des rives qui l’enserrent. »

    Berthold Brecht

    [logo] Alternative libertaire

    Chaque mois, lisez le journal Alternative libertaire
    BP 177 - 75967 Paris cedex 20


    Les Ami(e)s d’ [logo] Alternative libertaire
    Supplément à Alternative libertaire n° 94
    Commission paritaire n° 72861 - Directeur de publication Alain Crosnier. Édité par AL - Imprimerie spéciale

    Alternative Libertaire, B.P. 177, 75967 Paris cedex 20

    Lettre mensuelle n° 4 février 2001

    Murmurai !

    Cher(e)s ami(e)s,

    Vous trouverez ci-joint la maquette du numéro 1 du journal mural, ainsi que des suppléments (à agrandir). Pour établir cette maquette, il v a eu un gros travail de la graphiste (Anne Marie. à qui nous devons déjà la conception de la maquette du journal). La formule peut et doit bien sûr évoluer en fonction des besoins, des remarques et des suggestions des militant(e)s de l’AL… et des "Ami(e)s" : c’est en effet grâce aux premiers succès de cette formule que nous commençons à réaliser les divers "Projets’ que vous connaissez.

    Nous vous proposons ce petit "Mode d’emploi" :

    1 - Une maquette pour tirages en photocopies
    Le tirage est complètement décentralisé. Le principe est le suivant : chaque CAL ou militant isolé, ou Ami(e) d’AL reçoit une maquette. À charge pour lui, s’il le désire, de tirer en photocopie le nombre désiré.

    2 - Une affichette en deux parties
    Partie l - Le journal mural proprement dit. Texte et maquette proposés par la Commission nationale “Journal mural”. Ce journal peut se coller tout seul, tel quel… Mais ont peut également coller sous ce journal une autre affichette de son choix. Cela donne alors un ensemble cohérent d’une surface double.
    Partie 2 - Une phrase choc, une annonce. un texte local…

    3 - Un affichage régulier
    Pour commencer, le rythme d’un journal mural tous les deux mois a été arrêté. Il est conseillé à chaque unité de collage de se fixer des objectifs réguliers sur lequel chaque numéro sera collé. Par exemple : quelques grosses entreprises, quelques lycées et Facultés. quelques points de la commune particulièrement passant. des lieux culturels. militants… et les points d’intervention des militant(e)s (marchés. entreprises…)

    4 - Un enjeu politique
    Il ne s’agit bien sûr pas pour nous de recouvrir les murs de papier peint. L’enjeu d’une expression sur les murs de la cité est politique, avec (au moins) deux ressorts :

    • La visibilité d’un courant révolutionnaire libertaire s’adressant au plus grand nombre, et la défense de nos idées essentielles. Le public potentiel est large : ce sont, en gros. toutes celles et ceux qui nourrissent une part plus ou moins grande de révolte par rapport à cette société. Donc. des militants, mais pas seulement : une grande majorité de ce lectorat de rue n’est pas organisée. Cela a une incidence sur le ton à trouver. les formules à choisir, etc.
    • Le fait de proposer les moyens d’une expression libertaire publique est en soi un facteur dynamique pour le développement du courant libertaire. Nous avons pu constater, à travers les réactions et les attentes exprimées par des “Ami(e)s d’Alternative libertaire”, que le projet de l’affiche murale suscitait pas mal d’intérêt, au-delà du cercle des militant(e)s de l’AL.
    • Alors…

    Bonne colle, et couvrons les murs !!
    La Commission Journal mural


    sources :

    Voir aussi : https://bianco.ficedl.info/article3872.html


    2001
    Affiche liée


    [Nice, very Nice ! : le journal mural Alternative libertaire n° 1]

    notice :
    Image (fixe ; à 2 dimensions)
    [
    Nice, very Nice ! : le journal mural Alternative libertaire n° 1]. — Paris : AL__ (Alternative libertaire : 1991-2019), . — 1 affiche (photocop. ) : n. et b. ; 29 × 42 cm.

    • Affiches par pays  : France
    • Lieux d’archivages  : FACL (Fonds d’archives communistes libertaires)
    • Liste des thèmes  : économie : mondialisation  ; presse
    • Géographie, géopolitique et Histoire  : Union européenne (UE, CEE, ...)
    • Noms cités (± liste positive)  :
    • Presse citée  : Alternative libertaire (France : 1991-....)
    • Vie des mouvements  : journal mural
    notes :
    descriptif :


    texte

    texte :

    Le journal mural Alternative libertaire 1
    Pourquoi avons-nous participé au “siège” du sommet des chefs d’État

    Retour sur l’événement
    6, 7 et 8 décembre - Les militant(e)s d’Alternative libertaire ont participé, avec des militants de toute l’Europe, au "siège" du Sommet européen de Nice. Des manifestations pour l’essentiel non-violentes… sauf de la part des forces policières !

    Pourquoi avons-nous manifesté à Nice ?
    Entre autres, parce que ce Sommet devait adopter une dite "Charte des droits fondamentaux". La formule semble belle. Mais elle cache un piège libéral extrêmement dangereux.
    En effet, ce texte est en-dessous des droits qui existent actuellement en Europe. Pas de droits à l’emploi, à la retraite, à un revenu social minimum, au logement. Intégré aux Traités de l’Union, cette Charte servirait de prétexte aux gouvernements pour imposer de nouveaux reculs des droits sociaux !

    Ces manifestations ont servi a quoi ?
    À troubler la tète : les chefs d’État auraient été trop heureux de coordonner leurs politiques néolibérales sans être contestés.
    À commencer à construire un mouvement International de résistance et de luttes sociales.
    Premier succès pour les manifestants : la "Charte" a été "proclamée" à la sauvette, mais elle n’a pas été intégrée aux Traités : elle n’a pas "force de loi". Vigilance, cependant, pour la suite…

    Libertaires, donc internationalistes
    Nous ne sommes pas contre l’Europe "en soi", mais contre l’Union européenne telle qu’elle se construit.
    L’Union européenne est un monstre étatique et technocratique, qui échappe à tout contrôle des peuples. Elle est dominée par les grands groupes capitalistes, par une logique libérale qui culpabilise les chômeurs, brise les solidarités, exploite les salariés, menace l’environnement. C’est une Europe "forteresse", fermée aux peuples du Sud. Libertaires, nous voulons une autre Europe dans un autre Monde ouverts, sans frontière, solidaires.

    En marge du sommet, de Nice. les Droits de manifester et de circuler bafoués par le gouvernement :
    — Près d’un millier de chômeurs qui voulaient venir en train manifester à Nice ont été violemment refoulés, par la police dans les gares de plusieurs villes.
    — Vintimille : 1200 manifestants italiens ont été bloqués éàla frontière pendant trois jours !

    Nice, Very Nice!

    Alternative libertaire :

    Alternative libertaire
    • Un projet révolutionnaire auto-gestionnaire. Contre le capitalisme, l’étatisme, les aliénations. Pour l’émancipation de toutes et tous. Pour une transformation radicale de la société, par les luttes sociales, les contre-pouvoirs, l’action collective et autonome des travailleurs. des jeunes. des citoyens.
    • Une organisation politique autogérée. Formée de militant(e)s actifs dans les mouvements sociaux. réfutant la forme hiérarchisée des partis et leur fonction gestionnaire, Alternative libertaire s’exprime hors des institutions étatiques.
    • Un journal mensuel
    Alternative libertaire BP 177 - 75967 Paris cedex 20

    Chaque mois, lisez le Journal Alternative libertaire


    sources :
     


    [La Marmite]

    notice :
    Image (fixe ; à 2 dimensions)
    [
    La Marmite] / Quino. — [S.l.] : La Marmite, [ ?]. — 1 affiche (photocop. ) : n. et b. ; 60 × 42 cm.

    • Affiches par pays  : France
    • Lieux d’archivages  :
    • Liste des thèmes  : autogestion  ; délégation de pouvoir (élections)
    • Géographie, géopolitique et Histoire  :
    • Noms cités (± liste positive)  : Bakounine, Michel (1814-1876)  ; Brecht, Bertold (1898-1956)
    • Presse citée  : No pasaran (France)
    • Vie des mouvements  : journal mural
    notes :
    descriptif :
    Symbole(s) utilisé(s) :

    [ texte (journal mural) ; dessins et photos (marmites ; toilettes « Bureau de vote. En prime : le papier pour pleurer » ; chat noir cerclé ; manifestation ; échiquier par Quino « Si personne ne travaille à ta place… Que personne ne décide pour toi ! ») ]

    texte :

    La Marmite

    « La seule fonction légitime du gouvernement (..) est /a défense des riches contre /es pauvres, ou de ceux qui ont quelque propriété contre ceux qui n’en ont pas du tout » Adam Smith, 1776.

    Abstention

    Aux dernières élections françaises, les abstentionnistes ont été traînés dans la boue et assimilés aux gens qui faisaient le jeu de l’extrême droite. Suite à l’appel à voter pour les moins pires, les gens sont descendus dans la rue pour clamer leur indignation. Seulement voilà, le manque de projet généralisé qui règne chez les politiques, toutes tendances confondues, si ce n’est le maintien en place d’un système qui ne nous a montré que son côté inopérant, n’a pas fait de cet engagement un levier suffisant pour changer les choses et surtout, pour paraphraser Rimbaud, pour changer la vie.

    Au contraire c’est une réaction de peur qui a guidé les foules en leur donnant l’illusion de faire une vaste opération citoyenne et qui a laissé un sentiment de honte et de compromission en faisant la part belle aux libéraux. En bref, la bourgeoisie, la propriété et la misère intellectuelle restent au pouvoir. Plutôt que de faire une force de ce choix pourtant très clair, qu’est ne pas souscrire à la mascarade électorale, on a traité les abstentionnistes d’indécis et d’apolitiques... alors que ce geste peut être le seul politiquement fort et nécessaire aujourd’hui.

    Actualité de l’autogestion

    Alors que l’autogestion paraît utopiste aux yeux de beaucoup, les exemples historiques sont là : l’Espagne de 1936, pour n’en citer qu’un, lorsque la CNT, la FAI(*) et les masses ouvrières opposèrent la révolution sociale au fascisme et collectivisèrent terres et usines. Mais plus proche de nous existent des expériences autogestionnaires sur base assembléaire sans chef ni élu.Le cas de l’Argentine lors du soulèvement de décembre 2001 est intéressant.

    À partir de ces évènements, des assemblées de quartier ont vu le jour. Chaque quartier ou presque en a organisé de manière hebdomadaire. Ces assemblées sont ouvertes à tous et sont "annoncées" en permanence grâce à des banderoles donnant le jour et le lieu de la réunion.

    Chaque assemblée envoie des délégués, plus ou moins tournants pour l’assemblée inter-quartier. Toutes ces assemblées semblent tenir fermement au principe de mandats impératifs (limité à une ou plusieurs tâches bien précises), de délégués tellement révocables (si ils ne remplissent pas leurs tâches) qu’ils/elles sont élus parfois à chaque réunion... A l’inter-quartier, des thèmes nombreux et variés ont été évoqués. Les questions posées l’ont été au préalable dans chaque assemblée et chaque délégué est censé voter en fonction de l’avis de son quartier. Si de nouvelles questions se posent, il est dit qu’elles "redescendent en bas" aux assemblées. A côté de ces assemblées, il y a aussi les occupations d’usines.

    L’usine de textile Bruckmann par exemple, est une usine occupée à Buenos Aires depuis janvier 2002. Après la révolte de décembre, les patrons sont partis sans rien dire. Les salariés ont décidé de continuer la production. Là aussi, les employés se réunissent régulièrement afin de décider de la marche à suivre et de régler les problèmes qui se présentent. En Argentine, l’assemblée a été adoptée comme forme de discussion, de coordination et de pensée collective pour tous ceux qui ont décidé de s’organiser au-delà des formes classiques de la politique. Ici, c’est donc le discours de la soi-disant "complexité" des choses qui est attaqué. Ce discours qui réserve "la chose publique" aux experts, aux techniciens ; qui nous condamne à la passivité. Le processus assembléaire ouvre la possibilité d’abandonner cette passivité.

    Aujourd’hui, les assemblées, les occupations d’usines, les piquétéros (mouvement de chômeurs) et toutes les autres luttes de base poussent les changements et commencent à créer de nouvelles formes de sociabilité. Elles existent en tant que contre pouvoir effectif.

    D’après un article de NO PASARAN Nov 2002 et un texte du colectivo situaciones publié sur le site de NO PASARAN nopasaran.samizdat.net/

    (*) C.N.T. : confédération Nationale du Travail F.A.I. : Fédération Anarchiste Ibérique

    Aux urnes citoyens

    On se sent bien isolé, près de l’urne. Un sentiment citoyen nous prend à la vessie. Et sous la lanterne de la responsabilité, se souvenant du mot d’ordre : cordon sanitaire contre les extrêmes en chemises brunes, ne soyez pas trop populiste, exprimez vous avec votre raison, rien ne changera nous sommes là pour ça. Glissez votre billet doux dûment rempli dans la fente, et attendez fébrilement devant votre téléviseur le dépouillement qui suivra. Peut être gagnerez vous ? Pour tromper l’attente, faites des paris : il n’y a pas de sot profit.

    « sombre est l’époque où les gens demandent à être déchargés du souci de défense de leurs intérêts réels et de leur liberté » Bertold Brecht

    L’abstention au vote n’est pas de la passivité, il y a d’autres moyens de luttes

    La réalité est que quand on est au pouvoir, les belles idées s’effacent devant un seul et unique but : le maintien du capitalisme sous toutes ses formes (capitalisme d’État ou privé, démocratie bourgeoise, dictature communiste et fasciste). La démocratie véritable est celle ou il y a une véritable liberté, celle ou les individus s’organisent ensemble et ne délèguent plus leur pouvoir sans contrôle. La démocratie directe et l’autogestion sont, par le biais d’assemblées générales, sans chef, seules porteuses de libertés (individuelle et collective). Seule une égalité sociale, économique et politique aboutira à l’éradication du fascisme une fois pour toute !

    Extrait d’un texte paru sur le site de la CNT-AIT (http://cnt-aitinfo/)

    Ne votez pas pour nous !

    "L’État a toujours fait partie du patrimoine des classes dominantes : le clergé, la noblesse, la bourgeoisie. À la fin arrive la bureaucratie quand l’État, ayant épuisé toutes les classes, tombe ou s’élève, comme on veut au rang de machine." M. Bakounine

    Nous défendons un monde où l’État n’intervient pas en cogestionnaire des existences humaines, mais où la vie se réalise pleinement contre les logiques de survie insufflées par cette civilisation post-industrielle.

    Nous ne voulons plus d’hommes politiques qui exercent leur métier comme médiateur entre les marchands et les gens. Nous voulons développer nos existences en toute autonomie. Nous voulons un retour à la générosité qui fait peu de cas de la représentativité. Nous voulons la fin de cette politique de stérilisation massive du vivant et le déploiement des idées, défendant l’homme vivant avec la nature en symbiose, l’impossibilité de s’approprier le bien commun par quiconque, la reconstruction par l’échange.

    Une marche à contre courant. Nous sommes opposés à toute conception du citoyen sur-informé, formaté plutôt, et à toutes sortes de consolations médiatiques. L’État agit en paralysant toute action de la pensée en sclérosant toute opposition de quelque manière que se soit. Nous sommes contre la domestication de l’individu, grâce à l’extension de la précarité et l’agitation du spectre de la peur. Cette société ambiguë qui agite le mouchoir du progrès en même temps qu’elle désire plus que tout le maintien au pouvoir des anciennes formes de domination.

    http://alternative.lautre.net/
    http://collectiflibertaire.free.frapa/
    http://www.ainfos.ca/

    Si personne ne travaille à ta place… Que personne ne décide pour toi !

    ni État, ni patron, autogestion

    Ne votez pas pour eux non plus

    Voyez ces Écolos marrons, anciens pourfendeurs de missiles Pershing qui proposent l’instauration d’une force de frappe européenne. Voyez d’autres réformateurs qui s’agitent dans tous les coins du globe, pseudo défenseurs de la veuve et de l’orphelin et qui se couchent dès que cela sent un peu trop le souffre, pour ne jamais aboutir qu’au maintien de la situation précédente.

    Ce sont des brasseurs de vents, qui n’ont même pas le charme romantique d’un Don Quichotte. Leur but : séduire, séduire, séduire.

    Finalement, ils fonctionnent exactement comme l’extrême droite, ils utilisent des slogans accrocheurs, vides ou embrassant une large possibilité de signifiants (le progrès, en marche, humanisme, nation, unité du pays, etc.) afin d’occulter

    Le pire serait que cela marche, que les gens soient assez bêtes pour être rassurés par ces ventripotents impotents du bulbe cérébral.

    contactez la Marmite : abstinent@no-lo.org


    sources :

    Affiche formée des deux parties A3 à coller ensemble.



    [Droit dans l’mur ! : journal du Groupe anarchiste Bordelais, n° 3]

    notice :
    Image (fixe ; à 2 dimensions)
    [
    Droit dans l’mur ! : journal du Groupe anarchiste Bordelais, n° 3]. — Bordeaux : GAB_ (Groupe anarchiste Bordelais), [ca ]. — 1 affiche (photocop. ) : n. et b. ; 42 × 30 cm.

    • Affiches par pays  : France
    • Lieux d’archivages  :
    • Liste des thèmes  : travail, emploi
    • Géographie, géopolitique et Histoire  :
    • Noms cités (± liste positive)  :
    • Presse citée  :
    • Vie des mouvements  : journal mural
    notes :
    descriptif :


    [ texte ; dessin (foule manifestante poing levé) ]

    texte :

    Droit dans l’mur !

    journal du Groupe anarchiste Bordelais

    n° 3

    Tout petit rempart contre les abus du patronat, le Code du travail, construit sur 130 ans de rapports de force, est aujourd’hui éclaté et réécrit à l’avantage du capital.

    Code du travail, 100 ans de luttes perdues !

    Diviser les salariés

    Désormais, il n’existera plus un Code du travail mais des codes spécifiques : Code rural, Code de l’action sociale et des familles, Code des mineurs, du transport, des marins, de la fonction publique, etc. Ce sont ainsi 9 millions de salariés qui seront exclus du Code du travail. Chaque branche professionnelle pourra évoluer séparément sans qu’un minimum légal ne vienne empêcher la dégradation des conditions de travail. Les travailleurs divisés seront dressés les uns contre les autres (comme c’est déjà la cas entre public et privé) et les luttes communes rendues plus difficiles encore.

    Ces nouveaux codes ne sont pas encore tout à fait prêts, ils seront complétés au fur et à mesure des besoins par des décrets et des ordonnances, car le gouvernement veut pouvoir modifier le droit du travail sans passer par des lois, en toute discrétion.

    Une dégradation des conditions de travail

    • Augmentation des dérogations pour le travail le dimanche
    • Nouveaux contrats de plus en plus précaires (le « CDD au terme incertain »)
    • tous les accidents du travail pourront être requalifiés en négligence de l’employé : l’employeur n’aura plus à assumer les obligations en matière de protection de la santé, de l’hygiène et de la sécurité des employés.
    • tous les « petits droits » (droit d’allaitement, le port de charge limité à 25 kg, etc.) sont suspendus, modifiés ou supprimés !

    sources :
     

    [ 2018 & ante]

    2011

    2014

    [ 2014 & ante]

    [s.d.]

    [ 2007 & ante]

    [ca  2010]

    [ 2014 & ante]

    [ 2014 & ante]

    2009

    2009

    [ 2007 ?]

    [ 2007 ?]

    2014

    [ca  2010]

    2015
    Affiches liées


    [Le Chat déchaîné #1 : Pour un autre futur]

    notice :
    Image (fixe ; à 2 dimensions)
    [
    Le Chat déchaîné #1 : Pour un autre futur]. — La Chaux-de-Fonds : FLM_ (Fédération libertaire des Montagnes : 1978-....) : OSL_ (Organisation socialiste libertaire), [ca ]. — 1 affiche (impr. photoméc.) : n. et b. ; 42 × 30 cm.

    • Affiches par pays  : Suisse
    • Lieux d’archivages  :
    • Liste des thèmes  : capitalisme et anticapitalisme  ; écologie  ; révolte
    • Géographie, géopolitique et Histoire  :
    • Noms cités (± liste positive)  : Tertrais, Jean-Pierre
    • Presse citée  : Chat déchaîné, le
    • Vie des mouvements  : journal mural
    notes :
    descriptif :
    Symbole(s) utilisé(s) :

    texte par Jean-Pierre Tertrais

    dessin (couple, nu et assis, essayant d’aspirer la planète à travers un entonnoir)

    texte :

    Le Chat déchaîné

    Feuille d’agitation de la Fédération Libertaire des Montagnes #1

    Pour un autre futur

    On a fait croire aux générations d’après la seconde guerre mondiale que l’épanouissement et la liberté des individus passaient par une consommation marchande sans cesse plus forte, et que l’abondance allait naître pour tous. Malgré le silence lâche des technocrates et des affairistes corrompus, la supercherie éclate aujourd’hui en pleine lumière. Non seulement l’opulence n’engendre pas le bonheur de ceux qui en jouissent, mais le nombre des exclus s’accroît constamment, parce que seuls les besoins de ceux qui peuvent payer intéressent les dirigeants des grandes firmes prédatrices : les démunis peuvent mourir dans une superbe indifférence.

    L’humanité est engagée dans une course folle, celle de l’accumulation du capital qui n’a d’autre finalité qu’elle-même (le capital, faut-il le rappeler, n’étant que la plus-value volée aux salariés qui l’ont créée). L’objectif fi nal est bien de transformer totalement les rapports de propriété sur la planète, de faire de la moindre ressource matérielle ou intellectuelle une marchandise, c’est-à-dire une source de profit. C’est parce que rien ne semble pouvoir arrêter cette course ponctuée de calculs sordides que chaque jour s’allonge la liste des dégâts sociaux et écologiques provoqués par cette accumulation. Nous sommes les premières générations, dans l’histoire, à transmettre à leurs descendants un héritage moins favorable que celui que nous avons reçu !

    Une planète en péril

    Ce n’est pas seulement par une erreur d’appréciation que le développement exponentiel de la technique nous rend vulnérables et nous aliène au lieu de nous libérer. Ce n’est pas seulement par manque de clairvoyance que les promesses de bonheur s’inversent en menaces de mort, et qu’une illusion de puissance nous rend dangereux pour nous-mêmes. Si les blessures infligées à la biosphère se multiplient, jusqu’à en rendre certaines irréversibles, c’est parce que l’arrogance criminelle de ceux qui nous gouvernent les pousse à faire prendre aux générations futures, et sans les consulter, les risques les plus fous plutôt que d’écorner quelque peu leur mode de vie extravagant.

    Des scientifiques de plus en plus nombreux s’interrogent sur l’état de la planète, et par conséquent sur les conditions de vie qui y régneront dans seulement un demi-siècle. Affirmer que le diagnostic est alarmant dans un système économique incapable d’assurer la survie de l’espèce humaine est un doux euphémisme : élévation du niveau des océans due à une hausse des températures ; pollutions atmosphériques ; altérations climatiques graves (tempêtes plus violentes et plus fréquentes) ; déchets nucléaires durablement toxiques ; perspective d’une grave pénurie d’eau concernant la moitié de la population mondiale ; perte de fertilité des sols, et particulièrement des terres agricoles ; perturbation des écosystèmes marins, c’est-à-dire diminution des ressources en poissons, et donc en protéines ; recul continu des forêts partout dans le monde ; réduction de la biodiversité ; accumulation de millions de tonnes de déchets métalliques et plastiques qui ne connaissent pas de recyclage… Autant de bombes à retardement !

    Un bilan humain désastreux

    L’ouverture de la planète à la concurrence sauvage accentue l’exploitation de la force de travail, et plus particulièrement dans les pays du tiers monde soumis aux programmes d’ajustement structurel du Fonds Monétaire International et de la Banque mondiale. Les chiffres sont édifiants : 1,2 milliard de personnes au-dessous du seuil de pauvreté, dont les trois-quarts chroniquement sous-alimentées ; 850 millions d’analphabètes ; 150 millions de chômeurs dans le monde ; 700 millions de sous-employés (l’Union européenne octroie 2,20 dollars de subvention par jour et par vache, alors que la moitié de la population du monde vit avec moins de un dollar par jour ! !). Des accidents du travail et des maladies professionnelles en augmentation constante.

    250 millions d’enfants travaillent dans les mines, les ateliers insalubres ou sont contraints à la prostitution, à l’esclavage.

    Face à la destruction des acquis sociaux, au démantèlement des services publics, à la suppression d’espaces de liberté, à la généralisation de la précarité, une fraction, certes trop peu nombreuse, de la population réagit. Et parce qu’il sent menacé l’ordre inégalitaire et autoritaire qu’il veut maintenir, le pouvoir met en place une politique sécuritaire et tout un arsenal de contrôle social : surveillance et fichage des citoyens, répression syndicale, criminalisation des mouvements sociaux, harcèlement des populations marginalisées, parce que quand une société n’ose plus soutenir le regard de ceux qu’elle a réduit à la misère, il ne lui reste plus qu’à les jeter dans l’obscurité des prisons. Sauf que si l’on peut incarcérer des hommes, on ne saurait enfermer leurs idées.

    Devoir de révolte

    Les siècles passés témoignent que les dirigeants, leurs complices, leurs collaborateurs, grâce à la puissance des institutions qui inculquent le sens de la hiérarchie et de l’obéissance, ont toujours assuré le droit du plus fort, le règne du despotisme en exploitant la bonne foi et la naïveté des peuples. La terrible servitude volontaire qui pousse les populations à accepter leur sort, à courber sans cesse l’échine, n’est pas une fatalité.

    Il n’est pas inéluctable que la réussite de quelques-uns se fonde sur l’échec du plus grand nombre, que les pays du Sud continuent à financer l’expansion de ceux du Nord, ou que se perpétuent des marchés financiers déconnectés de la réalité, où certains peuvent acheter sans avoir d’argent et vendre ce qu’ils ne possèdent pas !

    Faudrait-il que la jeunesse se contente de la flexibilité, des petits boulots, des salaires dérisoires, d’une protection sociale réduite, de retraites aléatoires, lorsque le P.D.G. d’Alcatel gagne deux mille fois le SMIC ?

    À travers l’histoire, des penseurs nous invitent à ne pas subir perpétuellement la violence légitimée des États, pas plus que la logique froide du capital. La Boétie : « Soyez donc résolus à ne plus servir et vous serez libres. » Stirner : « Si la soumission venait à cesser, c’en serait fait de la domination. » Camus : « La révolte est l’une des dimensions essentielles de l’homme. » Même la « Déclaration des droits de l’homme » de 1793 stipulait : « Quand les droits du peuple, ou d’une partie du peuple, sont bafoués, l’insurrection devient pour lui le plus sacré des droits et le plus indispensable des devoirs. »

    Parce que les idées dominantes sont toujours celles de la classe dominante, le discours officiel, économique ou politique, n’a qu’une seule fonction : légitimer l’ordre social établi.

    Il appartient à tous, d’abord de comprendre que l’homme est aujourd’hui confronté à lui-même, et à lui seul, que les lois économiques ne sont pas naturelles mais sociales, qu’une société fondée sur la peur, la haine, la fraude et l’égoïsme n’a aucun avenir, ensuite d’imaginer qu’un autre monde est possible, enfin de le construire sur le respect, la solidarité, l’intelligence. Quand le cynisme des puissants se heurtera à la résistance des faibles, vivre décemment deviendra un espoir pour tous. Cet espoir ne passera ni par un simple « relookage » du système capitaliste, ni par le biais des élections qui délivrent des « chèques en blanc » aux politiciens tout en véhiculant l’illusion d’un possible changement par des spécialistes chargés de notre bien-être.

    Nous ne ferons pas l’économie d’une révolution !

    Jean-Pierre Tertrais

    Fédération Libertaire des Montagnes (FLM)
    CP 569 / 2301 La Chaux-de-Fonds / flm.osl@espacenoir.ch
    Les personnes qui désirent afficher ce texte sont priées de le faire aux endroits autorisés


    sources :

    http://rebellion-osl.ch/index.php/flm/chats-dechaines



    [Le Chat déchaîné #2 : la crise ! à qui la faute !]

    notice :
    Image (fixe ; à 2 dimensions)
    [
    Le Chat déchaîné #2 : la crise ! à qui la faute !]. — La Chaux-de-Fonds : FLM_ (Fédération libertaire des Montagnes : 1978-....) : OSL_ (Organisation socialiste libertaire), [ca ]. — 1 affiche (impr. photoméc.) : n. et b. ; 42 × 30 cm.

    • Affiches par pays  : Suisse
    • Lieux d’archivages  :
    • Liste des thèmes  : capitalisme et anticapitalisme
    • Géographie, géopolitique et Histoire  :
    • Noms cités (± liste positive)  : Némitz, Michel
    • Presse citée  : Chat déchaîné, le
    • Vie des mouvements  : journal mural
    notes :
    descriptif :
    Symbole(s) utilisé(s) :

    texte (signature de Michel Némitz)

    dessin (deux capitalistes jouant de l’argent aux dés)

    texte :

    Le Chat déchaîné

    Feuille d’agitation de la Fédération Libertaire des Montagnes #2

    La crise ! À qui la faute !

    Cette crise, la plupart et les plus écoutés des experts en économie ne l’ont pas vu venir. Elle était pourtant annoncée depuis longtemps par des journaux comme Le Courrier, Le Monde Diplomatique, Marianne et un certain nombre d’ouvrages. Les explications données par ces Cassandre1 étaient pourtant plus convaincantes que les théories fumeuses des tenants d’un libéralisme échevelé. Il faut avoir la foi du charbonnier pour croire que l’argent crée de la valeur sans passer par le travail productif. Comme par magie. Aujourd’hui, la crise affecte l’économie « réelle » car les pertes et les gains faramineux produits par l’économie « irréelle » doivent être valorisés par de réels producteurs de richesses qui travaillent et produisent des biens et des services. Vous l’avez compris, il s’agit d’un véritable hold-up. Mis en place dans les années 80 par Thatcher, Reagan et Coe, ce rapine a pu se renforcer grâce à la marginalisation de toute opposition par Tony Blaire et le courant dominant chez les dirigeants sociaux démocrates adeptes de la « troisième voie ». Nous étions pourtant encore nombreux à nous époumoner avec nos petits moyens pour dénoncer la supercherie, mais on nous traitait de ringards voire de conservateurs. Les Christoph Blocher, Ebner et Beat Kappeler nous expliquaient qu’il fallait laisser faire le marché qui résout tous les problèmes, qu’il faut lui confier tous les services publics, qu’on y gagnerait tous (on voit aujourd’hui). Les radicaux et l’UDC se chamaillaient pour savoir lequel des deux étaient « le parti de l’économie ». Christophe Blocher affirmait à Reconvilier devant des victimes des spéculateurs de Swissmetal, qu’il fallait laisser travailler les managers comme ils l’entendent. On a suivi son conseil, les américains nous avait montré l’exemple et voilà le résultat ! Il ne nous reste plus qu’à espérer que la leçon soit comprise et qu’enfin on change de cap. Qu’on ne se laisse plus aveugler par « les partis de l’économie » et qu’on décide enfin de reprendre les rennes de notre quotidien en rejoignant les rangs de ceux qui défendent les intérêts de la grande majorité des gens et non ceux de quelques privilégiés. Espérons qu’on comprendra une fois pour toute que les profiteurs ne sont pas parmi les plus pauvres (chômeurs, étrangers, assistés sociaux, rentiers AI) mais bien parmi les nantis.
    Michel Némitz

    QUE FAIRE ?
    Organisons-nous en associations, syndicats et autres mouvements de solidarité. Mettons en commun nos moyens pour créer des coopératives. Ils ont la puissance de l’argent, nous aurons le nombre si nous sommes unis. Par exemple, si chaque salarié, petit artisan, chômeur, étudiant donnaient, ne serait-ce que 100.— fr pour former un capital suffisant pour créer des entreprises coopératives utiles à la collectivité, la culture ou à l’environnement, nous pourrions commencer à nous donner les moyens pour résister à la crise qui s’annonce et construire un autre monde.

    APRÈS LA RIGUEUR POUR LES PAUVRES, LE SAUVETAGE DES RICHES !
    Les économistes, qui sont les seuls à n’avoir pas vu venir la crise, nous expliquent que nous n’avions pas d’autres possibilités que d’accorder aux banques les milliards de francs qu’elles nous demandaient, sans quoi plus rien ne fonctionnerait sur cette terre. Admettons, puisque de toute façon on ne nous a pas demandé notre avis et que le peuple ne semble pas si offusqué que cela. Il se plaint, bien sûr, il râle évidemment, mais seule une minorité descend dans la rue et la majorité des citoyens sont prêts à réélire ceux qui ont soutenu la politique économique qui nous a menés à cette débâcle et qui ont voté pour sauver ses principaux responsables. (Vous l’avez compris, je parle de l’UDC en tête suivi des radicaux-libéraux puis des démocrates chrétiens et finalement par la branche blairiste du parti socialiste).

    Il s’agit donc d’une extorsion de fond :
    LES FINANCIERS - « Tu nous donnes des milliards ou ça va aller mal pour toi » (à lire avec l’accent maffioso).
    Le PEUPLE - Mais c’est vous qui avez spéculé comme des bêtes, en nous disant que, comme ça, tout irait mieux pour tout le monde et que si y’avait un problème le dieu Marché allait le régler.
    LES FINANCIERS – C’est la crise personne n’y peut rien, maintenant faut se serrer les coudes. C’est le Marché qui le veut.
    LE PEUPLE – Mais quand nous avions besoin qu’on se serre les coudes pour nous, vous disiez que c’était la loi de la concurrence et qu’on devait se débrouiller pour s’en sortir et que c’était pas de votre faute si on était des loosers.
    LES FINANCIERS – Vous êtes toujours des loosers puisque c’est vous qui allez payer. D’ailleurs, si vous ne payez pas vous vous casserez la gueule encore plus que nous, tandis que nous quand vous étiez dans la dèche on s’enrichissait encore plus, c’est toute la différence.
    LE PEUPLE - Vous saviez que ça n’allait pas marcher indéfiniment puisque vous aviez des rendements de 15 % quand la croissance était de 2 ou 3 %.
    LES FINANCIERS - Non, on ne pouvait pas savoir car les voies du Marché sont impénétrables.
    LE PEUPLE - On voit bien que ça ne marche pas maintenant.
    LES FINANCIERS - Mais non ! vous ne comprenez rien à l’économie. Si le marché s’effondre c’est parce qu’on manque de foi en lui. Il faut reprendre confiance et tout ira bien. L’argent produit de la valeur quand on le place bien. Pas besoin du travail, de la production de biens et de services, Il suffi t d’avoir confiance et de consommer. Aie confiance Peuple. Aie confiance tout va s’arranger si tu reprends confiance …
    - LE PEUPLE - ZzZzZz…
    Et si on se réveillait !

    RÉALITÉ ET MENSONGE EN ÉCONOMIE
    La crise est le résultat inévitable donc prévu et prévisible de 30 années de révolution conservatrice et néolibérale instaurée par Margaret Thatcher et Ronald Reagan qui ont contaminé les autres pays et partis comme en Grande-Bretagne avec la complicité de Tony Blaire ou la Suisse avec Christophe Blocher en tête, la droite en général ainsi que d’une partie des socialistes partisans de la « troisième voie ».
    Peu à peu la propagande de cette idéologie à force de matraquage a réussi à imposer une vision mensongère des réalités économiques : Le marché s’autorégule c’est lui qui produit les richesses et non les producteurs, c’est donc à lui que doit revenir la plus grande part des richesses, et c’est à lui de décider de la politique économique à suivre, car il ne peut pas se tromper. Si une entreprise fonctionne bien ce n’est pas grâce à ces employés mais grâce à ses super-managers qui méritent donc un revenu considérablement supérieurs aux salariés.
    Or cette crise révèle au contraire :
    - Le marché et ses spéculateurs ont pour logique dominante le profit maximum à court terme. Qu’ils ne créent pas des richesses mais qu’ils les accaparent, qu’il fausse la valeur réelle des entreprises,
    - Les super managers, sont les managers en haute conjoncture et les mauvais sont ceux en exercice en période de crise. En d’autre terme ils ne sont pour pas grand-chose dans l’évolution d’une société et ne mérite donc pas particulièrement plus d’estime que les autres employés.

    QUELQUES LEÇONS PARUES DANS LA PRESSE
    « On ne peut distribuer durablement plus d’argent que ce qui a été produit »
    Le Courrier du samedi 18 octobre 2008
    « Les cours des bourses sont censé représenter les profit anticipés des entreprises. Or, lorsqu’on promet des rendements généralisés à 15 % dans une économie qui croit à 2 à 5 %, il y a forcément arnaque. »
    « La Bulle financière : 50 fois le PIB Mondial » (En d’autres termes l’économie réelle, soit non spéculative : la production de bien et de service représentait 2 % des transactions financières mondiales) Marianne du 4 - 10 octobre 2008 page 17

    LES CHOIX POLITIQUES QUI ONT FAVORISE LA CRISE
    Non seulement la crise économique que nous vivions aujourd’hui était non-seulement prévisible, mais elle était inéluctable. Depuis son avènement, le capitalisme subit cycliquement des crises inhérentes à son fonctionnement, mais les choix politiques néolibéraux de ses dernières décennies ont favorisé le développement de cette situation. La foi aveugle dans les marchés financiers déjà surpuissants et leur déréglementation, le démantèlement de la redistribution des richesses (diminution des impôts et des taxes en faveur des plus riches et des actionnaires), l’intrusion des spéculateurs dans les secteurs gérés par le service public (privatisation), le transfère des revenus des salariés au profit des actionnaires (délocalisation, diminution des effectifs, stagnation des salaires) sont autant décisions politiques qui ont amplifié la gravité de cette crise.

    Fédération Libertaire des Montagnes (FLM)
    CP 569 / 2301 La Chaux-de-Fonds / flm.osl@espacenoir.ch

    Les personnes qui désirent afficher ce texte sont priées de le faire aux endroits autorisés


    sources :

    http://rebellion-osl.ch/index.php/flm/chats-dechaines



    [Droit dans l’mur ! « ordre moral »]

    notice :
    Image (fixe ; à 2 dimensions)
    [
    Droit dans l’mur ! « ordre moral »] / Gil_. — Bordeaux : GAB_ (Groupe anarchiste Bordelais) : Ovaires et Contre Tout !, . — 1 affiche (photocop. ) : n. et b. ; 60 × 42 cm.

    • Affiches par pays  : France
    • Lieux d’archivages  :
    • Liste des thèmes  : famille  ; religion et spiritualité (en général)  ; sexisme et homophobie  ; sexualité et genre
    • Géographie, géopolitique et Histoire  :
    • Noms cités (± liste positive)  : Shaw, George Bernard (1856-1950)  ; Vian, Boris (1920-1959)
    • Presse citée  :
    • Vie des mouvements  : journal mural
    notes :
    descriptif :
    Symbole(s) utilisé(s) :

    [ texte ; dessins (« Dieu est amour » par Gil ([rabbin, évêque et imam armés jusqu’au dents s’écriant : « Bisoux ! », « Calins ! » « Poutoux ! » ; prêtre se mortifiant ; panneau routier d’interdiction avec « grenouille de bénitier » priant devant une croix) frise d’une manifestation en silhouette sous le texte ]

    texte :

    Droit dans l’mur !

    Journal du Groupe Anarchiste Bordelais avec la participation exceptionnelle cette-fois du collectif Ovaires et Contre Tout !

    On a eu chaud aux miches

    Créé dans les années 1970, issu des luttes féministes, le MFPF (Mouvement Français pour le Planning Familial) s’est donné pour missions d’accueillir, soutenir et informer toute personne, mineure ou majeure, qui en ressent le besoin et de favoriser l’accès à la contraception et à l’avortement :
    en proposant des consultations gynécologiques
    en intervenant dans les établissements scolaires
    en organisant des permanences et des groupes de parole.

    À travers ces différentes actions, il travaille ces thèmes :
    sexisme, viols et violences faites aux femmes, prostitution, maternité, sexualité, accouchement, sida, et bien sûr contraception et avortement.

    On aurait pu penser que l’existence des plannings était acquise, mais à l’image de tous les droits des femmes, elle est menacée. Cette année, l’État avait prévu de diminuer drastiquement leurs subventions, ce qui aurait à terme causé la fermeture de plusieurs centres. La mobilisation a fait reculer les autorités, mais ce n’est qu’un répit. Nous sommes habitué.es à la présence des plannings, nous ne pouvons pas imaginer qu’ils disparaissent. Et pourtant, ça peut se produire, ça a failli se produire… C’est pourquoi, dès aujourd’hui,
    il faut se réapproprier les luttes et les questionnements féministes
    qui avaient mené à leur création.

    Pour contacter le MFPF Bordeaux : 05 .56.44.00.04

    Fini la mauvaise haleine : Dieu vous aime !!!

    Il n’y a pas si longtemps, chacun.e devait choisir son camp : soit on était bigot, soit on bouffait du curé. Le bon vieux temps, quoi ! Puis les anticléricaux ont cru qu’ils avaient gagné et leur lutte est tombée dans l’oubli. Erreur : l’ordre moral en a profité pour revenir aussi vite que la conscience de classe régressait.

    L’État aide de moins en moins les services publics et les associations de solidarité. Dans ce contexte, il n’est pas étonnant de voir débouler des institutions religieuses et caritatives (Réseau Solidarité Familles, Dies Irae — toutes deux fortement teintées d’intégrisme catholique et réactionnaire — ou encore les Frères musulmans — pas vraiment modérés non plus) : elles prennent la place de l’État-providence et multiplient les initiatives « d’entraide » bien ciblées vers la famille.

    Aujourd’hui, il est devenu quasi impossible de critiquer une religion sans être accusé.e d’intolérance et/ou de racisme. Ainsi, par exemple, empêcher « SOS tout petits » de prier pour le fœtus qu’on assassine, c’est ne pas respecter la liberté d’opinion et d’expression, et critiquer le port du voile relève de la discrimination raciale.

    Pourtant, restons réalistes : les intolérants, ce sont eux !

    Patriotisme, opinion publique, devoir parental, discipline, religion, morale ne sont que des jolis noms pour le mot « intimidation ». (G.B. Shaw).

    Toutes les religions se rejoignent sur un point : la domination et l’acceptation par l’individu.e de condition et de son rôle dans la société.

    Unanimement, elles enlèvent à la personne tout libre arbitre : c’est une entité « supérieure » (comprendre : imaginaire !) qui décide de ce que tu es et du rôle que tu as sur terre, à condition bie sûr que tu acceptes l’existence de cette entité imag… supérieure et que tu lui délègues tout pouvoir sur ta vie.

    Supprimez le conditionnel et vous aurez détruit dieu. (B. Vian).
    Nous qui sommes d’indécrottables athées, nous ne nous contenterons pas de regarder le religieux prendre de plus en plus de place sans rien faire. À nous de développer une entraide réelle, qui ne dépende ni des patrons, ni de l’État, ni des Églises ! À nous de continuer à nous battre partout où l’ordre moral sévit, essaie de se mettre en travers de nos vies, car nos vies nous appartiennent

    Sauvons les âmes : bouffons les curés !

    On pourrait dire de l’ordre moral que c’est un ensemble de valeurs conservatrices et réactionnaires imposée au plus grand nombre dans le but de mettre en place un standard de vie ou de pensée.

    Cet ordre moral constitue une « norme sociale » indiquant notamment la façon dont nous devons gérer nos vies, nos sexualités, nos corps. Il est intimement lié à l’organisation de la domination des hommes sur les femmes et au caractère obligatoire de l’hétérosexualité.

    C’est une morale dictée par les pensées puritaines et religieuses que quelques lois proclamant « l’égalité hommes/femmes » ne peuvent dissimuler.

    Car en même temps que l’État proclame « lutte contre les inégalités », il révise le « statut du fœtus », pour lui donner une existence juridique : la même que celle d’un être humain. Combat de ceux/celles qui voudraient que l’avortement soit considéré comme un meurtre.

    Car en même temps que l’État chante les louanges de « l’égalité des chances », il menace de supprimer une grande part des subventions aux plannings familiaux. Rare réseau d’information sur l’accès à la contraception, à l’avortement. Rare réseau de soutien aux femmes victimes de violences conjugales.

    Car en même temps que l’État pond des lois sur la « laïcité », ses représentants-e-s affichent leurs affinités avec des chefs de file religieux. La morale religieuse étant un élément non négligeable du respect de la norme imposée (sinon on est dans le péché) et de la soumission.

    Car la société ne se défait pas de l’organisation sociale autour de la famille. Le schéma « un papa - une maman - des enfants » structure les représentations et pèse sur les choix de vie. Voir les avantages conférés par l’État aux familles nombreuses.

    Car le schéma familial est celui d’un couple hétérosexuel, refusant à cette occasion l’adoption aux couples homosexuels. La justification est la peur de faire des enfants « anormaux », c’est-à-dire qui auraient grandi dans un milieu relativisant l’hétérosexisme.

    Car le couple est toujours la norme. Le désir ne devrait ainsi se porter que sur une seule personne, actant une possession réciproque des deux individu.e.s.

    Mais l’ordre moral est d’autant plus fort et complexe à combattre que chacun-e d’entre nous en est un relais, conscient ou non. Notre société normée a fait de nous des individu-e-s normé-e-s. Notre individualité a de profondes racines qui nous échappent car elles ne nous appartiennent pas : d’autres les ont cultivées pour nous.

    Et on peut faire confiance aux manuels scolaires, à la publicité et aux médias pour faire perdurer la transmission de ces valeurs.

    L"objectif d’une lutte contre l’ordre moral est de permettre à chacun.e de mener sa vie comme il.le l’entend : de disposer librement de son corps, de choisir sa sexualité, de choisir d’avoir ou non un/des enfant/s, de choisir quand et comment en avoir, etc.

    Seule une déconstruction (longue, radicale et au sein même de la lutte contre le patriarcat) des préjugés qui nous ont été inculpés pourrait laisser espérer qu’un jour, on mette à mort définitivement l’ordre moral et les normes sociales.


    sources :

    Journal mural Droit dans l’mur (Bordeaux, mai 2009).
    https://gabx.noblogs.org/post/2011/09/24/droit-dans-lmur-ordre-moral/ (site créé en 2011)
    mai 2009 d’après : http://www.atheneelibertaire.net/index.php/gab



    [Le Chat déchaîné #3 : manifestation contre l’OMC]

    notice :
    Image (fixe ; à 2 dimensions)
    [
    Le Chat déchaîné #3 : manifestation contre l’OMC]. — La Chaux-de-Fonds : FLM_ (Fédération libertaire des Montagnes : 1978-....) : OSL_ (Organisation socialiste libertaire), . — 1 affiche (impr. photoméc.) : n. et b. ; 42 × 30 cm.

    • Affiches par pays  : Suisse
    • Lieux d’archivages  :
    • Liste des thèmes  : économie : agriculture  ; économie : mondialisation  ; fascisme et antifascisme
    • Géographie, géopolitique et Histoire  : Russie
    • Noms cités (± liste positive)  :
    • Presse citée  : Chat déchaîné, le
    • Vie des mouvements  : journal mural  ; meetings et manifestations
    notes :
    descriptif :

    texte

    dessin (squelette OMC essayant de croquer la planète)

    texte :

    Le Chat déchaîné

    Feuille d’agitation de la Fédération Libertaire des Montagnes #3

    Manifestation contre l’OMC

    Crises alimentaire, économique, sociale, climatique· Faillite globale du système ! Il est temps de changer de cap !
    Du 30 novembre au 2 décembre, une conférence ministérielle de l’OMC se tiendra à Genève : une semaine avant le sommet sur le climat à Copenhague. Le commerce et le climat sont liés. Dans ces deux domaines, la faillite des politiques suivies a des conséquences catastrophiques. Mais les dirigeants de nos États ne remettent rien en question !

    Le « libre » échange de l’OMC : toujours la loi du plus fort !

    Trente ans de politiques néolibérales et de mondialisation n’ont fait qu’accroître de manière intolérable les inégalités : misère et famine au Sud, chômage et précarité au Nord, inégalités entre hommes et femmes partout. Nous sommes précipité dans la plus grave crise économique depuis 1929.

    L’OMC promet de nous en sortir... en poursuivant sur la même voie : la libéralisation du commerce mondial. Augmenter cette « libéralisation » des échanges durcirait la concurrence, éliminerait nombre de petites entreprises et exercerait une pression accrue sur l’emploi, les salaires et les conditions de travail, mais aussi sur les budgets publics et la sécurité sociale. Par ailleurs, la libéralisation de la circulation des marchandises et des capitaux va de pair avec la multiplication des entraves multiples à la libre circulation des personnes et avec la violation de leurs droits fondamentaux.

    La libéralisation des marchés agricoles ne renforce que l’agro-business, appauvrit les petits paysans, empêche toute souveraineté alimentaire, et aggrave la crise alimentaire mondiale. Enfin, au nom de la concurrence, l’OMC justifie le démantèlement des services publics, ouvrant ainsi la porte à leur privatisation, ainsi que l’élimination des normes et règlements protégeant les salariés et plus généralement les populations.

    Le climat victime du commerce mondialisé !

    Les politiques de l’OMC ont aussi des conséquences les plus néfastes pour le climat. Elles induisent la faillite de paysans par millions au profit de l’agriculture industrialisée, alors que celle-ci – fortement dépendante des énergies fossiles - est une source majeure de l’effet de serre. Elles provoquent une déforestation criminelle des principales forêts tropicales, poumons de la planète et lieu de vie des communautés indigènes.

    Elles ont créé un réseau de production mondialisée, avec ses transports transnationaux, gros consommateurs d’énergie, dans le seul but de maximiser les profits, et au mépris de l’environnement et des salariés. Malheureusement, à Copenhague ce seront les mêmes dirigeants politiques, qui défendront les mêmes intérêts et qui « inventeront » les mêmes « solutions de marché », alors que leur faillite est patente partout. Douze ans après Kyoto, les émissions de gaz à effet de serre des pays développés sont plus importantes que jamais ! Nous ne pouvons pas leur faire confiance !

    Le Titanic vous tente ? Nous pas !

    Ni la crise économique et sociale, ni la crise alimentaire, ni la crise climatique ne seront résolues avec la logique qui les a créées.

    Ce système économique actuel augmente partout l’injustice et la violence. De plus, aujourd’hui, nous sommes face à la nécessité - toujours plus urgente – de renoncer à l’absurdité d’une croissance sans fin sur une planète finie ! Mais les dirigeants des États ne cherchent pas sincèrement la sortie. Pour nos enfants et petits-enfants, les intérêts de la société et de l’environnement doivent primer sur le profit aveugle. Des centaines de représentants de mouvements populaires du monde entier seront à Genève, puis ils se déplaceront en caravane, à travers la France et l’Allemagne, jusqu’à Copenhague, pour exiger un changement radical de cap !

    Toutes et tous à Genève, pour manifester et débattre des alternatives au désastre actuel* !

    Pour l’autonomie des peuples une solidarité internationale solide !

    Pour un commerce de proximité, éliminant ainsi les intermédiaires, qui en somme, profitent des véritables acteurs-trices du monde du travail !

    Pour le développement de coopératives ! Laissons le patronat sur le bas côté, les rennes appartiennent aux travailleurs-euses !

    Contre l’Organisation Mondiale du Carnage, parce qu’un monde meilleur est urgent !

    Manifestation samedi 28 novembre,

    Place Neuve, Genève, 14h


    Brèves

    Promenade antifasciste

    Le samedi 26 septembre a eu lieu la 9ème promenade antifasciste de berne organisée par la « Bündnis alle gegen rechts ».

    Il est 20 h à la Heiliggeistkirche, une foule d’environ 1’500 personnes s’amasse petit à petit. À 20 h 15, le cortège s’élance dans la vieille ville et s’y promène pendant une bonne heure environ. Quelques arrêts dans des lieux clés de la capitale (hôtel de ville, Mc Do…) accompagnés de discours ayant pour thème la lutte contre le sexisme, le capitalisme ou encore la xénophobie on ponctués la marche. La manifestation, qui cette année était permise par les autorités de la ville, c’est déroulée sans heurt avec les forces de l’ordre qui pour une fois sont restées quasiment invisibles.

    Antifascisme en Russie

    Après avoir été marquée par divers systèmes totalitaires (environ 27 millions de morts durant la seconde guerre mondiale dus au nazisme, ainsi qu’un régime dictatorial stalinien avec camps de travaux forcés et une terrible répression), il est choquant et triste de voir que la Russie peut actuellement être considérée comme le nouvel eldorado des néo-nazis. En cette année 2009, plus de 40 meurtres à connotation fasciste ont étés commis jusqu’à aujourd’hui. Les meurtriers n’hésitent pas à se rendre au domicile de leurs cibles pour les assassiner. Des rapts ont régulièrement lieu, et des mises en scène débouchant sur des mises à mort barbares sont filmées et diffusées sur le net, comme l’exemple d’une vidéo de décapitation au couteau de chasse datant de 2007 !
    Les Antifascistes on donc du fil à retordre. Quatre d’entre eux sont actuellement en prison, condamnés pour leur militantisme. Il est très difficile de leur écrire car certaines prisons détruisent les lettres écrites en anglais dès leur réception

    Une campagne de recherche de fond a commencé cet automne avec la tournée en Europe du groupe de musique H/C (hardcore) Russe « What we feel ». Diverses actions (projections, concerts) qui ont pour but de collecter un peu d’argent pour soutenir le mouvement antifasciste russe auront lieu prochainement. Soyez attentifs-ives !**

    Les producteurs-trices laitiers, victimes des agissements d’une politique ultralibérale

    « Aujourd’hui, la situation dans le monde paysan est extrêmement difficile, et cela particulièrement dans la filière laitière. Depuis la libéralisation totale des contingents laitiers, les prix ont chuté d’environ 25 % en l’espace d’une année. » [...]

    « Le prix du lait industriel est passé de 0.76Fr/kg à environ 0.55Fr/kg aujourd’hui. Les coûts de production n’ont pas évolué. Ils se situent entre 0.89Fr/kg et 1.17Fr/kg. Les producteurs-trices sont donc loin d’obtenir un prix du lait équitable. Certains paysans-nes, aujourd’hui, parlent d’une rémunération par heure de travail d’environ 6.-/heure […]. En Europe, la situation n’est guère plus réjouissante. Les prix du lait n’ont jamais été aussi bas »***.

    C’est dans cette logique libérale que l’OMC compte poursuivre sa politique. La grève du lait n’est qu’une conséquence parmi d’autres. Une solution serait de privilégier le commerce de proximité, afin d’éviter les intermédiaires, qui s’engraissent sur le dos des producteurs-trices. Les agriculteurs-trices ne doivent pas être victimes d’un marché vacillant dont ils ne sont pas responsables.

    * Cf. www.anti-omc.org
    ** Cf. www.avtonom.org
    *** Solidarités, n° 154 du 24 septembre 2009

    Fédération Libertaire des Montagnes (FLM)
    CP 569 / 2301 La Chaux-de-Fonds / flm.osl@espacenoir.ch

    Les personnes qui désirent afficher ce texte sont priées de le faire aux endroits autorisés


    sources :

    http://rebellion-osl.ch/index.php/flm/chats-dechaines



    [Le Chat déchaîné #4 : les coopératives, une solution pour la région !]

    notice :
    Image (fixe ; à 2 dimensions)
    [
    Le Chat déchaîné #4 : les coopératives, une solution pour la région !]. — La Chaux-de-Fonds : FLM_ (Fédération libertaire des Montagnes : 1978-....) : OSL_ (Organisation socialiste libertaire), . — 1 affiche (impr. photoméc.) : n. et b. ; 42 × 30 cm.

    • Affiches par pays  : Suisse
    • Lieux d’archivages  : CIRA (Lausanne)
    • Liste des thèmes  : coopération  ; économie (généralités)
    • Géographie, géopolitique et Histoire  :
    • Noms cités (± liste positive)  : Némitz, Michel
    • Presse citée  : Chat déchaîné, le
    • Vie des mouvements  : journal mural
    notes :
    descriptif :
    Symbole(s) utilisé(s) :

    texte (signé Michel Némitz)

    dessin (logo d’éolienne dont les à trois pales sont séparées par : un arbre au brod de l’au, un soleil, une roue à godets)

    texte :

    Le Chat déchaîné

    Feuille d’agitation de la Fédération Libertaire des Montagnes #4

    Les coopératives, une solution pour la région !

    Par Michel Némitz, membre de l’Association « La Ruche Coopérative »

    Le 23 septembre 2009 s’est créée à La Chaux-de-Fonds une association pour la promotion des coopératives. Bien qu’il existe de par le Monde et dans nos régions de nombreuses coopératives d’inspirations sociales, nous pensons que nous sommes loin d’avoir épuisé toutes les possibilités dans ce domaine. À notre avis, la création de coopératives et d’un tissu d’entreprises alternatives est un complément indispensable aux luttes. C’est pourquoi nous avons créé cette association afin d’unir nos forces, nos compétences et nos capacités créatrices dans le but de créer des entreprises dans un esprit coopératif et social.

    Création de coopératives dans la région

    Les économistes ont condamné les régions périphériques au dépérissement. Si nous ne réagissons pas, leur souhait risque fort de se réaliser. En nous unissant, nous pouvons créer un capital social suffisant pour lancer des projets utiles à la société et fournissant des emplois dans la région.

    Les régions progressistes subissent la pression des capitalistes pour qu’elles relaient la culture dominante de démantèlement social. Avec l’arme de la délocalisation de la fuite des capitaux et de la concurrence fiscale, le libéralisme issu de la « révolution » néo-conservatrice a réussi à donner l’illusion que son modèle était le seul crédible. Cette stratégie leur a permis de sanctionner les avancées sociales en passant par-dessus les États et à désarmer les mouvements sociaux encore trop divisés et inorganisés internationalement. Cette mise au pas des États a permis aux puissances économiques de gagner une complicité inconditionnelle de la social-démocratie qui n’a pas été la dernière à organiser ce retour au capitalisme sauvage du XIXème siècle, là, où elle était au pouvoir.

    Les coopératives sont, après les luttes sociales et les usines récupérées, un bon moyen de résister à cette pression en préservant un tissu socio-économique et une certaine autonomie. Elles permettent notamment :
    • De récupérer du pouvoir sur son quotidien.
    • D’orienter l’économie dans un sens plus environnementale, équitable et social.
    • De créer des lieux de résistances face au libéralisme et ses conséquences sur l’emploi, les conditions de vie, l’environne ment et la distribution géographique de l’économie.
    • De fournir des emplois aux personnes n’en trouvant plus à cause de leur combativité.
    • D’expérimenter et de créer de nouveaux rapports de travail, de gestion et de production.
    • De créer des emplois et de les protéger des spéculateurs.

    Par contre, les coopératives on leurs limites

    La pression du système social et économique sur les expériences alternatives les pousse à rentrer dans le rang et à devenir des entreprises comme les autres. On l’a vu avec les coopératives de consommation (la Coop) dans le passé. Pour éviter la récupération et l’abandon progressif de ses valeurs, le lien avec les mouvements sociaux doit impérativement être maintenu. La pratique de l’autogestion est aussi une bonne protection contre les dérives capitalistes, malgré les difficultés liées à ce mode de fonctionnement dans une culture et un environnement de marché et de hiérarchie. Toutefois, l’économie alternative, même autogérée, en dehors des luttes sociales, ne peut contribuer à un changement du système social à cause de sa dépendance vis-à-vis des réalités économiques, politiques et sociales de son environnement. À l’inverse, sans cette pratique, les luttes sociales se privent d’un point d’appui essentiel en termes de résistance, de d’innovation, de visibilité, de socialisation, d’exemplarité et d’infrastructures. C’est pourquoi nous pensons que les limites que nous citons ne doivent pas nous retenir à emprunter cette voie, mais à faire comprendre la complémentarité et l’imbrication de ses différents modes d’actions sociales.

    La Ruche Coopérative

    L’Association « La Ruche Coopérative » a pour ambition de récolter des fonds et de rassembler des personnes pour créer un réseau de coopératives. Pour se donner les moyens de ses objectifs, elle envisage de mettre au point un système de crédit et de financement populaire. Elle réunira des informations et organisera des appuis et des formations dans les domaines qu’elle décide développer. Durant nos séances de préparation, nous avons déjà envisagé de nous investir dans les secteurs de l’audiovisuel, des énergies renouvelables et de l’informatique. Il a été aussi évoqué la volonté de mettre sur pied des coopératives de consommation visant à favoriser les petits producteurs, les productions alternatives, les produits locaux ou équitable, tout en défendant l’intérêt des consommateurs.

    Comme l’indiquent nos statuts notre but général est de soutenir la création de coopératives à but social et solidaire. Et, plus particulièrement, de soutenir par ce moyen les régions périphériques ou menacées de dépeuplement ou subissant des dégradations sociales ou économiques, afin de préserver les tissus industriels, commerciaux, immobiliers, sociaux, culturels et de préserver les emplois. Elle s’emploiera à améliorer la situation de ces régions par différents moyens. Elle veillera à garder des centres de décisions de proximité. Pour ce faire, elle peut, entre autres, créer ou participer à la création de nouvelles entreprises. Elle favorisera les concepts éthiques, démocratiques, sociaux, autogestionnaires, écologiques, de développement durable et d’amélioration des conditions travail et du cadre de vie.

    Si son rayon d’action est prioritairement l’arc jurassien, elle peut déroger à cette limitation géographique dans certains cas exceptionnels définis par l’Assemblée Générale, notamment, pour aider à la création d’un réseau de sociétés partageant des buts similaires.

    Il nous faut désormais arriver à faire prendre conscience à une large partie de la population de l’intérêt collectif et personnel qu’elle peut trouver dans l’instrument que nous voulons mettre sur pied. Ainsi, nous pourrions réunir les moyens nécessaires à la création de ces coopératives. Ils ont la puissance de l’argent, nous avons le nombre, si nous sommes unis. Si les salariés, petits artisans, chômeurs, étudiants donnent, ne serait-ce que 100.— Fr. pour former un capital suffisant, nous pourrons commencer à nous donner les moyens pour résister à la crise actuelle et contribuer à construire un autre monde.

    Nous appelons toutes les personnes intéressées par nos buts à souscrire à adhérer à notre association ou à nous contacter pour en créer d’autres dans différentes régions où, si elles existent déjà, à se fédérer avec nous.

    Pour nous contacter :
    Association « La Ruche Coopérative », case postale 2382, 2302 La Chaux-de-Fonds. Ruche.coop@espacenoir.ch 032/ 941.35.35 (Espace Noir, le matin, demander Michel) 078/ 829.07.22. Ccp : 10-238515-9.

    Fédération Libertaire des Montagnes (FLM)
    CP 569 / 2301 La Chaux-de-Fonds / flm.osl@espacenoir.ch

    Les personnes qui désirent afficher ce texte sont priées de le faire aux endroits autorisés


    sources :

    http://rebellion-osl.ch/index.php/flm/chats-dechaines



    [Droit dans l’mur ! « ADN »]

    notice :
    Image (fixe ; à 2 dimensions)
    [
    Droit dans l’mur ! « ADN »]. — Bordeaux : GAB_ (Groupe anarchiste Bordelais), . — 1 affiche (photocop. ) : n. et b. ; x × y cm.

    • Affiches par pays  : France
    • Lieux d’archivages  :
    • Liste des thèmes  : contrôle social  ; procès  ; répression
    • Géographie, géopolitique et Histoire  :
    • Noms cités (± liste positive)  :
    • Presse citée  :
    • Vie des mouvements  : journal mural
    notes :
    descriptif :
    Symbole(s) utilisé(s) :

    [ texte sur 3 affiches ; dessins (ADN en forme de barreaux de prison ; menottes ADN, etc.) ]

    texte :

    Droit dans l’mur !

    À Bordeaux, trois personnes ont été inculpées pour refus de prélèvement ADN, suite à la réquisition d’un logement vide en 2009. Le procès s’est déroulé mercredi 8 septembre 2010.
    Ce procès n’est que la face visible de l’iceberg puisque le fichage ADN est devenu quasi systématique lors des gardes à vues. À Bordeaux comma ailleurs, des militant.e.s et autres ont parfois mobilisé autour de leur refus du fichage et obtenu des relaxes ou de simples amendes. Mais la plupart du temps, les rares personnes qui osent refuser se font condamner sans soutien et dans le silence. La loi stipule que l’accord de la personne mise en cause est obligatoire pour le prélèvement (dans la plupart des cas). Mais ce « droit » laissé au refus représente aussi un délit permanent passible d’un an de prison ferme et de 15 000 euros d’amende.

    Le saviez-tu ?
    L’ADN, ou acide […]

    Le prélèvement ADN
    Le prélèvement ADN a été instauré à la fin des années 1990 par le gouvernement Jospin. […]

    Gixel is watching you !

    Le GIXEL, un groupe de pression qui rassemble une cinquantaine d’industries de l’électronique dont EADS, Thalès, SAGEM, Oberthur ou 3M, s’exprime ainsi :
    « La sécurité est très souvent vécue dans nos sociétés démocratiques comme une attaque aux libertés individuelles. Il faut donc faire accepter par la population les technologies utilisées et parmi celles-ci la biométrie, la vidéosurveillance et les contrôles. […]
    […] »
    Source : www.gixel.fr

    Justice nulle part
    L’ADN, empreinte invisible du corps que nous dispersons en permanence un peu partout derrière nous, est considérée judiciairement comme « la preuve parfaire ». […]

    Prouve que tu existes !
    Malgré cette propagande scientifico-policière omniprésente, des individus refusent de se soumettre à la loi de l’État. […]

    Soutenons les formes de vie et de révolte qui font chavirer la machine sécuritaire.

    Pas de flicage, pas de fichage !

    Plus d’infos : http://refusadn.free.fr ; http://infoquiosques.net

    Le petit supplément connerie…
    « Les citoyens seraient mieux protégés si leurs données ADN étaient recueillies dès leur naissance » (C. Estrosi, député maire UMP rapporteur du projet de loi de « sécurité intérieure » 2007)


    sources :

    Journal mural Droit dans l’mur (Bordeaux, vers sept. 2010).
    https://gabx.noblogs.org/post/2012/01/07/adn/
    https://gabx.noblogs.org/files/2012/01/DDLMadn.jpg (p. 1/3)
    https://gabx.noblogs.org/files/2012/01/DDLMadn21.jpg (p. 2/3)
    https://gabx.noblogs.org/files/2012/01/DDLMadn32-723x1024.jpg (p. 3/3)




    [Le Chat déchaîné #5 : chantons la révolte !]

    notice :
    Image (fixe ; à 2 dimensions)
    [
    Le Chat déchaîné #5 : chantons la révolte !]. — La Chaux-de-Fonds : FLM_ (Fédération libertaire des Montagnes : 1978-....) : OSL_ (Organisation socialiste libertaire), [ca ]. — 1 affiche (impr. photoméc.), coul. (quadri ) ; 42 × 30 cm.

    • Affiches par pays  : Suisse
    • Lieux d’archivages  :
    • Liste des thèmes  : art : chanson  ; révolte
    • Géographie, géopolitique et Histoire  :
    • Noms cités (± liste positive)  : Arkana, Keny (1982-....)  ; Brassens, Georges (1921-1981)  ; Ferré, Léo (1916-1993)  ; Zeppo, Julien
    • Presse citée  : Chat déchaîné, le
    • Vie des mouvements  : journal mural
    notes :
    descriptif :
    Symbole(s) utilisé(s) :

    textes et chansons (Georges Brassens, Julien Zeppo, Léo Ferré, Keny Arkana, Zabriskie Point)

    dessin (« A cerclé » musical)

    texte :

    Le Chat déchaîné

    Feuille d’agitation de la Fédération Libertaire des Montagnes #5

    Chantons la révolte !

    Dans le présent journal, nous avons choisi de diffuser quelques textes de chansons connues ou pas, des textes de tout temps mais toujours d’actualité, des textes parlants, reflets d’un système mortifère auquel nous souhaitons nous soustraire.

    La mauvaise réputation

    Au village, sans prétention / J´ai mauvaise réputation.
    Qu´je m´démène ou qu´je reste coi /Je pass´ pour un je-ne-sais-quoi !
    Je ne fais pourtant de tort à personne /En suivant mon ch’min de petit bonhomme. /Mais les brav´s gens n´aiment pas que / L´on suive une autre route qu´eux, / Non les brav´s gens n´aiment pas que / L´on suive une autre route qu´eux, / Tout le monde médit de moi, / Sauf les muets, ça va de soi.

    Le jour du Quatorze Juillet / Je reste dans mon lit douillet.
    La musique qui marche au pas, / Cela ne me regarde pas.
    Je ne fais pourtant de tort à personne, /En n´écoutant pas le clairon qui sonne. [...] Tout le monde me montre au doigt / Sauf les manchots, ça va de soi.

    Quand j´croise un voleur malchanceux, / Poursuivi par un cul-terreux,
    J´lance la patte et pourquoi le taire, / Le cul-terreux s´retrouv´ par terre. / Je ne fais pourtant de tort à personne, / En laissant courir les voleurs de pommes. [...] Tout le monde se rue sur moi, / Sauf les culs-de-jattes, ça va de soi.

    Pas besoin d´être Jérémie, / Pour d´viner l´sort qui m´est promis,
    S´ils trouv´nt une corde à leur goût, / Ils me la passeront au cou,
    Je ne fais pourtant de tort à personne, / En suivant les ch´mins qui n´mènent pas à Rome, [...] Tout l´mond´ viendra me voir pendu,
    Sauf les aveugles, bien entendu.
    Georges Brassens, 1953

    Lettre à mon frère, ma sœur

    Regarde-nous, regarde cette déchéance. Regarde ou le système capitaliste nous emmène. A notre perte, irrémédiablement, sans faux pas. Il nous berce dans l’illusion d’un « monde parfait », tout en réduisant à l’esclavage une partie de l’humanité, chaque jour, l’ « holocauste » est vécu par nos cousins à poils, à plumes, les forêts sont dévastées pour y semer l’ « unique » génétiquement modifié. Le fourbe connait malheureusement bien l’adage : « Loin des yeux, loin du cœur ». Au moindre signe de réveil déstabilisateur, par le style arrogant dont seul il est le maître, il inverse la vapeur sans grand effort et obtient par la ruse la confiance du quidam. Si l’insatisfaction persiste, il divise pour mieux régner tout en prenant soin de garder la majorité à sa botte. Nous montons les uns envers les autres, il prend un malin plaisir à exalter la compétition. La coopération, à dessein, est passée dans l’oubli. A grands coups de théories, de statistiques mensongères, il étaye sa vision du « monde parfait », sans vague, mais surtout sans vie, car de la vie il se moque. Seul compte le profit, les rentrée immédiates, après lui le déluge, ou plus exactement la famine, la misère sociale, la souffrance de tout être et la mort, car c’est bien d’un système mortifère dont je te parle. Mon frère, ma sœur, demain il sera trop tard. Sache que le capitalisme à visage humain est un leurre, c’est un masque, un subterfuge visant à te faire taire. Sache que le système est sans scrupule et vit uniquement dans le présent. Le sens de ta vie ne serait-il pas plus juste s’il avait dans sa mire la sauvegarde de la planète, cette planète, mère des générations à venir ? Or, de son pillage, son exploitation, il ne résulte que le néant. Le paradis, c’est la Terre, à toi de faire en sorte qu’elle ne devienne pas l’enfer !

    Julien Zeppo, 2008

    Ni dieu ni maître

    La cigarette sans cravate / Qu’on fume à l’aube démocrate
    Et le remords des cous-de-jatte / Avec la peur qui tend la patte
    Le ministère de ce prêtre / Et la pitié à la fenêtre
    Et le client qui n’a peut-être / Ni Dieu ni maître
    Le fardeau blême qu’on emballe / Comme un paquet vers les étoiles
    Qui tombent froides sur la dalle / Et cette rose sans pétales
    Cet avocat à la serviette / Cette aube qui met la voilette
    Pour des larmes qui n’ont peut-être / Ni Dieu ni maître
    Ces bois que l’on dit de justice / Et qui poussent dans les supplices
    Et pour meubler le sacrifice / Avec le sapin de service
    Cette procédure qui guette / Ceux que la société rejette
    Sous prétexte qu’ils n’ont peut-être / Ni Dieu ni maître
    Cette parole d’Evangile / Qui fait plier les imbéciles
    Et qui met dans l’horreur civile / De la noblesse et puis du style
    Ce cri qui n’a pas la rosette / Cette parole de prophète
    Je la revendique et vous souhaite / Ni Dieu ni maître
    Léo Ferré, 1964

    Désobéissance civile

    Trop nombreux sont ceux qui ont oubliés le passé

    L’histoire de l’homme, une honte, faut-il te le ressasser ? Le monde, une spirale ou les mêmes erreurs sont retracées. À force de côtoyer l’horreur, nos cœurs sont devenus glacés. Nous parlent que d’profits, la condition de l’homme effacé.

    Mondialisation et concurrence sont leurs uniques phrasés. Les peuples unilatéralement écrasés.

    La création menacée. Multinationales et croissance ont tracée. Leurs routes sur nos libertés.

    Ils ont jurés, crachés qu’rien n’entravera la leur à l’heure ou les dictatures sont cachées. À cause de leurs profits, immédiat l’avenir est gâché. Cette bande d’ingrats ont réduit la planète à un grand marché.

    La loi des plus riches et beaucoup crèvent avant d’être âgé. Protestations dîtes criminelles si tu les as outragés. Ils mentent lorsqu’ils disent que le mal-être n’est que passager. Puis s’étonnent quand la nature se rebelle comme un peuple enragé. Ils disent être transparent alors que de sang, leurs mains sont tachées. Déconseillent fortement d’avoir des idées trop engagées. Accélération d’leur plan depuis qu’des avions se sont crashés. Et toi, dis-moi dans quels sens au système es-tu attaché ? Ils prêchent le blasphème et la vraie lumière se fait lyncher. Tous nés la corde au cou, dans certains pays elle a lâchée. Parlent de justice alors qu’à la racine ils l’ont arrachée. Les plus gros s’engraissent sur la tête de ceux qui n’ont rien à mâcher. Voila le monde d’aujourd’hui. Parait qu’leur plan a marché. Nous vantent un progrès technique mais dans le fond à tout saccager. Parle d’évolution quand notre humanité s’est fait hachée. Notre cœur ne bat plus vraiment et notre inconscient est fâché.

    Stress, angoisse, cancers, dépressions notre compte s’est chargé. Mais on ne cherche pas la cause et les effets qu’on aimerait chassés. « Philosophie fast-food » pour que nos consciences soient terrassées. Au nom de la dignité humaine, nous avons dis : « Assez ! », désobéissance civile !
    Keny Arkana 2008

    Capital violence
    Tous coupables ou tous victimes / c’est du pareil au même.
    Votre classe commet des crimes et vous récoltez ce qu’elle sème.
    La mécanique est si bien huilée rentrée dans la nature des choses.
    Saloperie intériorisée. / L’inadmissible à petites doses.
    Vous n’savez même plus ce que vous faites. / Vous n’connaissez même pas l’étendue de vos dégâts. / Obstinément vous niez ce que vous êtes
    et vous tournez la tête quand on vous montre du doigt.

    CAPITAL VIOLENCE. / Vous avez inventé la guerre pour diminuer nos majorités naissantes / imaginé les syndicats pour contenir la colère croissante. / Vous avez inventé l’chômage pour nous détourner de nos cibles et les élections petit ravitaillement annuel de possible.

    CAPITAL VIOLENCE. / Tout cela va mal tourner. / Contre vous se retourner. / Mine de rien vous continuez à sévir / à tout acheter sur vos chemins / Vous avez inventé le sourire / et nous nous sommes rendu compte de rien. / Mine de rien vous persistez nuire / tout tacheter sur vos routes. / Et vous êtes là tout sourire / ça nous perturbe ça nous déroute. / Vous nous poussez au pire. / Bientôt nos violences elles-mêmes n’auront plus de sens.

    Zabriskie Point 1995

    Fédération Libertaire des Montagnes (FLM)
    CP 569 / 2301 La Chaux-de-Fonds / flm.osl@espacenoir.ch

    Les personnes qui désirent afficher ce texte sont priées de le faire aux endroits autorisés


    sources :

    http://rebellion-osl.ch/index.php/flm/chats-dechaines



    [Le Chat déchaîné #6 : alerte aux OGM !]

    notice :
    Image (fixe ; à 2 dimensions)
    [
    Le Chat déchaîné #6 : alerte aux OGM !]. — La Chaux-de-Fonds : FLM_ (Fédération libertaire des Montagnes : 1978-....) : OSL_ (Organisation socialiste libertaire), . — 1 affiche (impr. photoméc.), coul. (deux  : rouge , noir , papier blanc ) ; 42 × 30 cm.

    • Affiches par pays  : Suisse
    • Lieux d’archivages  :
    • Liste des thèmes  : économie : agriculture  ; technologie
    • Géographie, géopolitique et Histoire  :
    • Noms cités (± liste positive)  :
    • Presse citée  : Chat déchaîné, le
    • Vie des mouvements  : journal mural  ; meetings et manifestations
    notes :
    descriptif :
    Symbole(s) utilisé(s) :

    texte

    dessin (panneau routier “danger OGM“)

    texte :

    Le Chat déchaîné

    Feuille d’agitation de la Fédération Libertaire des Montagnes #6

    Alerte aux OGM !

    Dans ce numéro nous souhaitons attirer l’attention sur les dangers liés aux Organismes Génétiquement Modifiés (OGM) en publiant le texte d’appel de la « caravane cycliste contre les OGM et pour une agriculture autonome, paysanne et écologique » qui va parcourir la Suisse du 19 au 27 juin 2010.

    Caravane cycliste contre les OGM et pour une agriculture autonome, paysanne et écologique, du 19 au 27 juin 2010

    Suite à celle de l’année passée, une nouvelle caravane se forme cet été !

    Le programme national de recherche « utilité et risques de la dissémination des plantes génétiquement modifiées » (PNR 59) continue, notre lutte aussi car nous refusons que les véritables enjeux de ce programme soient occultés. Dans le cadre de ce programme, des essais cultivés en plein champ ont lieu à nouveau à Reckenholz et à Pully (EPFZ, Université de Zürich, Agroscope Changins). Ils donnent lieu à plusieurs études portant sur un blé génétiquement modifié dans le but de le rendre résistant à l’oïdium. Pourtant, par d’autres pratiques agricoles, sans OGM, et en utilisant des variétés issues de la culture biologique déjà tolérantes à l’oïdium, celui-ci n’est pas vraiment un problème.

    Le programme de recherche national PNR59 vise l’introduction des OGM en Suisse, nous le rejetons dans son ensemble !

    Cette année, le moratoire de cinq ans, voté en 2005, interdisant l’introduction des OGM en Suisse arrivait à échéance et a été prolongé jusqu’en 2013. Qu’attendre d’un moratoire, alors qu’on sait qu’ils sont souvent utilisés par les autorités pour neutraliser les luttes menées par la population comme ce fut le cas pour le nucléaire ? Alors que le monde entier sert de laboratoire de culture et de consommation massive d’OGM, la Suisse sert de laboratoire politique. La prolongation du moratoire laisse le champ libre aux études sociologiques afin de faire « évoluer » l’opinion publique.

    Les véritables questions que posent les OGM sont :
    • L’appauvrissement des sols, disséminations, perte de la biodiversité, pollution des eaux etc.
    • L’asservissement des paysan-ne-s aux multinationales de l’agrobusiness, perte du patrimoine paysan (savoirs-faire, semences,…), - brevetage du vivant et du bien commun, ceci dans le seul but de faire du profit.
    • Ces clones brevetés ne servent que l’industrie agro-chimique qui veut vendre des pesticides.

    Pour une agriculture respectueuse du sol, de l’eau, de la biodiversité, du climat et de celles et ceux qui travaillent la terre !

    Une agriculture écologique n’est possible que si elle reste locale. Il est essentiel de comprendre que les OGM font partie d’un type d’agriculture bien particulier : une agriculture totalement industrielle. Ce sont des exploitations gigantesques, entièrement mécanisées, qui cultivent de manière intensive et utilisent des pesticides de manière totalement irraisonnée… Système dont on sait qu’il nous mène droit au mur. À ce type d’agriculture démentielle s’oppose l’agriculture paysanne qui n’a pas attendu les OGM pour nourrir l’humanité depuis des millénaires ! De nombreux paysans et paysannes luttent pour préserver leur autonomie. De plus en plus de projets agricoles sont actuellement développés, dans le contexte de l’agriculture contractuelle de proximité (ACP) par exemple, permettant aux gens de se réapproprier leur consommation alimentaire tout en protégeant les producteurs/trices agricoles. La vente directe, l’utilisation de semences non-hybrides, la production biologique ou biodynamique, sont aussi des moyens de préserver une agriculture paysanne.

    Cette caravane veut se montrer solidaire de ces démarches !

    Pour une agriculture autonome, pour la liberté de cultiver, de ressemer, et d’échanger les semences sans restriction !

    L’utilisation d’OGM soulève la question des brevets du vivant. Tout organisme modifié ne fut-ce que d’un seul gène peut être breveté d’où un intérêt commercial évident. Une fois le brevet déposé personne ne peut l’exploiter sans autorisation. Il est aisé de comprendre à qui profite ce système de brevetabilité. La firme Monsanto, par exemple, attaque en justice les exploitant-e-s agricoles qui sèment des graines contaminées à leur insu par des graines brevetées, pour « utilisation illégale de leur technologie ». Chaque brevet restreint le libre accès à un patrimoine génétique appartenant à l’ensemble de l’humanité.

    Contre tout brevet sur les semences et les êtres vivants, contre le capitalisme qui veut tout transformer en marchandise pour faire du profit !

    Cette année la caravane cycliste relie Pully (VD) à Reckenholz (ZH) du 19 au 27 juin. Elle est ouverte à quiconque veut y participer, soutenir l’agriculture paysanne et refuser en bloc ces clones pesticides brevetés que sont les OGM. Participe à la caravane en enfourchant ta bicyclette !

    Viens nous rejoindre lors d’une étape près de chez toi ! Participe activement ! (flyers, affiches, exposés, débats, théâtre de rue, bouffe, apéro, film, pancartes, banderoles, stand d’info, etc.) Parles-en autour de toi ! Crée des liens avec des paysan-ne-s et d’autres gens qui veulent lutter contre les OGM ! Consulte le site Internet www.caravane-anti-ogm.ch

    Nous sommes pour toute forme de résistance aux OGM, pour une diversité des modes d’action !

    www.caravane-anti.ogm.ch

    Fédération Libertaire des Montagnes (FLM)
    CP 569 / 2301 La Chaux-de-Fonds / flm.osl@espacenoir.ch

    Les personnes qui désirent afficher ce texte sont priées de le faire aux endroits autorisés


    sources :

    http://rebellion-osl.ch/index.php/flm/chats-dechaines



    [Le Chat déchaîné #7 : non au démantèlement de la Laci !]

    notice :
    Image (fixe ; à 2 dimensions)
    [
    Le Chat déchaîné #7 : non au démantèlement de la Laci !]. — La Chaux-de-Fonds : FLM_ (Fédération libertaire des Montagnes : 1978-....) : OSL_ (Organisation socialiste libertaire), . — 1 affiche (impr. photoméc.) : n. et b. ; 42 × 30 cm.

    • Affiches par pays  : Suisse
    • Lieux d’archivages  :
    • Liste des thèmes  : art : chanson  ; économie : chômage  ; solidarité
    • Géographie, géopolitique et Histoire  :
    • Noms cités (± liste positive)  : Zeppo, Julien
    • Presse citée  : Chat déchaîné, le
    • Vie des mouvements  : journal mural
    notes :
    descriptif :
    Symbole(s) utilisé(s) :

    texte (chanson de Julien Zeppo) contre le démantèlement de l’assurance-chômage

    dessin (oreille, œil et bouche déclinées en arobase = entourées d’un cercle fléché)

    texte :

    Le Chat déchaîné

    Feuille d’agitation de la Fédération Libertaire des Montagnes #7

    Que la jeunesse et la vieillesse crèvent !

    oui la révision antisociale de l’assurance chômage ???…

    Les jeunes et les vieux ne doivent pas être mis sur le bas côté du système !

    Non au démantèlement de la Laci !

    En chanson :

    Laci j’ me réveillais !

    On vient en aide aux grosses entreprises du pays
    Mais les premières victimes d’la crise on les oublie
    Elles sont marginalisées délibérément
    Des statistiques du chômage redorons l’ blason !

    - Débouche tes oreilles
    Écarquille tes yeux
    Haut et fort crie… Non !
    Non au démantèlement de la laci ! (ref.)

    Tiens ! De nouveau, on stigmatise les jeunes, les vieux
    En matière de rentabilité pas b’soin d’eux !
    Le salaire minimum jeté aux oubliettes
    À la chasse à l’argent c’est l’profit que l’on guette (ref.)

    On avance à reculons c’est une évidence
    La solidarité est dev’nue déchéance
    Le combat pour nos droits n’est pas gagné d’avance
    Luttons avant que la faucheuse nous devance ! (ref.)

    Julien Zeppo 15.06.2010

    En image :
    http://www.youtube.com/results?search_query=laci+j%27me+r%C3%A9veillais&aq=f

    Fédération Libertaire des Montagnes (FLM)
    CP 569 / 2301 La Chaux-de-Fonds / flm.osl@espacenoir.ch

    Les personnes qui désirent afficher ce texte sont priées de le faire aux endroits autorisés


    sources :

    http://rebellion-osl.ch/index.php/flm/chats-dechaines



    [Le Chat déchaîné #8 : le WEF, un forum en guerre et contre la démocratie]

    notice :
    Image (fixe ; à 2 dimensions)
    [
    Le Chat déchaîné #8 : le WEF, un forum en guerre et contre la démocratie]. — La Chaux-de-Fonds : FLM_ (Fédération libertaire des Montagnes : 1978-....) : OSL_ (Organisation socialiste libertaire), [ca ]. — 1 affiche (impr. photoméc.) : n. et b. ; 42 × 30 cm.

    • Affiches par pays  : Suisse
    • Lieux d’archivages  :
    • Liste des thèmes  : capitalisme et anticapitalisme  ; économie : mondialisation
    • Géographie, géopolitique et Histoire  :
    • Noms cités (± liste positive)  :
    • Presse citée  : Chat déchaîné, le
    • Vie des mouvements  : journal mural
    notes :
    descriptif :
    Symbole(s) utilisé(s) :

    texte

    dessin (Gipfelsturmi [sorte de Mafalda anti-WEF) ])

    texte :

    Le Chat déchaîné

    Feuille d’agitation de la Fédération Libertaire des Montagnes #8

    Le WEF, un forum en guerre et contre la démocratie

    Depuis 40 ans bientôt, le Forum Économique Mondial de Davos (WEF en anglais) a droit à quelques lignes à son égard dans les journaux suisses et internationaux. On parle des dernières personnalités économiques qui s’y montrent, du dispositif sécuritaire qui s’est considérablement renforcé ces dernières années et des mouvements de contestation, généralement lorsque les manifestations dégénèrent.

    Cependant, les gens peinent à s’intéresser à ce que représente réellement le WEF pour eux, ainsi que pour le monde entier. C’est une vaste organisation employant presque quatre-cent salariés à l’année et qui se caractérise médiatiquement par un rassemblement annuel ayant lieu à Davos, dans les montagnes grisonnes. Elle y regroupe des chefs d’États, des intellectuels, quelques personnalités du showbiz, et surtout les leaders des plus grandes multinationales du monde, tous secteurs confondus. La liste est longue, passant de Nestlé à BP, de Nike à Coca-Cola, UBS et Manpower.

    Durant ces quelques jours de la fin de janvier de chaque année, ont lieu des conférences, quelques débats et discussions, des repas de luxe, et des rapports sur divers sujets sont publiés sur le site du WEF. Ces gens-là esquissent l’avenir de nos sociétés. Rien que ça ! Sur son site internet, le Forum prétend améliorer l’état du monde, ce qui est non seulement très vague mais surtout très absurde lorsqu’on observe de plus près la politique des entreprises membres et leur influence économique, sociale et environnementales partout là où elles sont implantées.

    Voici quelques exemples de ce qu’entreprennent les membres du WEF au nom de la sainte croissance économique :

    GDF Suez, un fournisseur d’énergie appartenant en partie à l’Etat français, participe activement à la construction d’un barrage gigantesque au Brésil. Ce projet implique le défrichement d’immenses étendues de forêts, le déplacement de plusieurs milliers d’indigènes, la disparition de différentes espèces de poissons et une recrudescence de la malaria.

    Roche, une entreprise pharmaceutique suisse, compte un chiffre annuel de 45,6 milliards de nos francs. En 2005, le Cellcept, un médicament agissant contre le rejet d’organes transplantés, figurait au troisième rang de ses médicaments les plus vendus en Chine. Encore aujourd’hui, elle fait ses essais médicaux dans ce pays, où plus de 90 % des organes proviennent des prisonniers condamnés à la prison à vie où à la peine capitale. Malgré la pression internationale, les tests continuent.

    Areva, fournisseur d’uranium, compte un chiffre d’affaire annuel de 10,9 milliards d’euros. Au Niger, où l’entreprise est implantée, les régions autour des mines sont devenues extrêmement radioactives, polluant air, rivières et forêts. Les mineurs ne le savent pas et des faux diagnostics sont faits par les médecins pour éviter à Areva de devoir leur payer les soins médicaux nécessaires. De plus, tous les bénéfices des ventes d’uranium s’en vont à l’étranger et la population reste très pauvre.

    D’autres exemples plus révoltants les uns que les autres sont publiés
    sur le site www.publiceye.ch

    Après ça, peut-être vous sentirez-vous très loin de ces tracas qui ne vous concernent pas vraiment de manière directe. Et que de toute façon, vous vivez dans un pays où démocratie est reine. Mais les choses ont changées. Depuis quelques décennies, l’emprise des populations sur l’économie et l’État s’est terriblement affaiblie. Les politiciens que vous vous donnez la peine d’élire de bonne foi n’apparaissent plus que comme des figurines bien-pensantes dirigées elles-mêmes par la main invisible du marché. Les communes, les cantons, les régions et la Confédération ont presque tous sacrifiés leur redevance aux populations au profit de la loi des grandes entreprises nationales et internationales. Les élections ne deviennent alors plus qu’un achat d’une bonne conscience citoyenne même si elles sont devenues vides de sens.

    Tant que la logique de profit maximum et que la croissance économique sera vue comme la seule amélioration possible des conditions d’épanouissement de l’humanité et que l’écologie est mise de côté à chaque décision économique ou politique, l’autonomie et la liberté des citoyens va continuer à se réduire jusqu’au néant. Et l’environnement va continuer sa descente aux enfers, cumulant pollutions, extinctions et destructions.

    Il est donc de notre devoir ne pas laisser les élites auto-proclamées de ce monde décider de ce qui est bien pour nous, et ce qui ne l’est pas. Compte tenu des quelques exemples cités en haut, c’est un cauchemar qui nous attend tous si nous les laissons envahir notre quotidien. Le WEF est une organisation de criminels et de terroristes à cravates et aux dents bien trop blanches. De plus, durant toute la durée du forum, des milliers de militaires et policiers seront en charge de protéger ces gens. Et tout ceci aux frais du contribuable.

    Nous ne voulons ni payer pour leur sécurité, ni les voir se rassembler !
    Vive la liberté, à bas le WEF !

    Fédération Libertaire des Montagnes (FLM)
    CP 569 / 2301 La Chaux-de-Fonds / flm.osl@espacenoir.ch

    Les personnes qui désirent afficher ce texte sont priées de le faire aux endroits autorisés


    sources :

    http://rebellion-osl.ch/index.php/flm/chats-dechaines



    [Le Chat déchaîné #11 : armée lutte de classes et beaux discours]

    notice :
    Image (fixe ; à 2 dimensions)
    [
    Le Chat déchaîné #11 : armée lutte de classes et beaux discours] / Julien Zeppo. — La Chaux-de-Fonds : FLM_ (Fédération libertaire des Montagnes : 1978-....) : OSL_ (Organisation socialiste libertaire), [ ?]. — 1 affiche (impr. photoméc.) : n. et b. ; 42 × 30 cm.

    • Affiches par pays  : Suisse
    • Lieux d’archivages  : CIRA (Lausanne)
    • Liste des thèmes  : antimilitarisme  ; armée  ; contrôle social  ; répression
    • Géographie, géopolitique et Histoire  : Suisse : histoire : 1900-1947
    • Noms cités (± liste positive)  : Hellmo  ; Zeppo, Julien
    • Presse citée  : Chat déchaîné, le
    • Vie des mouvements  : journal mural  ; anniversaire, commémoration
    notes :
    descriptif :
    Symbole(s) utilisé(s) :

    texte (signé Hellmo)

    dessin (rue citadine dont l’axe central divise les manifestant·e·s et les militaires qui les mettent en joue) signé Julien Zeppo

    texte :

    Le Chat déchaîné

    Feuille d’agitation de la Fédération Libertaire des Montagnes #9

    Armée lutte de classes et beaux discours

    80 ans après les faits, on a beaucoup parlé de la fusillade de Genève. D’une part, par bête goût de la commémoration. D’autre part, parce qu’est paru un livre (1), qui revient en détail sur ce sujet. Rappelons très brièvement les faits : le soir du 9 novembre 1932, l’année ouvre le feu, au pistolet et au fusil mitrailleur, sur une manifestation antifasciste, faisant treize morts et des dizaines de blessés. Puis on félicite les assassins et l’on condamne des dirigeants du PS genevois, qui avaient appelé à manifester, pour trouble à l’ordre public…

    Cet évènement a fait couler bien de l’encre et de la salive au point d’occulter, sans doute, d’autres drames similaires. Revenons en 1875, par exemple : les ouvriers du Saint Gotthard se mettent en grève ; on fait donner la troupe ; bilan : quatre morts. Jusqu’au milieu du XXe siècle, l’armée a fréquemment été appelée à « contenir » le mouvement ouvrier, avec des résultats plus ou moins dramatiques (2). Ce rôle joué alors par l’année de milice en dit long sur son caractère d’institution de classe.

    L’ouvrage de Jean Batou a des défauts, c’est entendu (3), mais aussi des qualités. Par exemple, il décrit bien l’état quasi psychotique des élites genevoises : confrontées à « quelques centaines de personnes armées de sifflets et de sachets de poivre » (4), elles se persuadent d’assister à un remake de la révolution d’octobre. La collusion est totale entre pouvoirs politique, financier, judiciaire et militaire. Grandes familles patriciennes, banquiers privés, politiciens conservateurs, cadres de l’armée, intellectuels d’extrême-droite : tout ce petit monde s’invite à dîner, défend ses privilèges et cultive jusqu’au délire la « peur du Rouge ».

    Où en sommes-nous aujourd’hui ?

    En 1932, on vivait les soubresauts de la crise de 29. La place financière genevoise connais-sait des difficultés dues à des affaires de fraude fiscale. Il y a donc des similitudes entre cette époque et la nôtre, et aussi d’immenses différences : ainsi, l’obligation de servir est aujourd’hui remise en cause, ne serait-ce que parce qu’elle n’arrange pas les patrons. De même, le mouvement ouvrier était certes divisé, mais plus actif et radical qu’aujourd’hui. Sans doute toutes les conditions ne sont-elles pas réunies pour que, demain, l’armée suisse fasse feu sur des civils. Mais il faut malheureusement constater qu’en théorie, tout est prêt.

    À la demande de l’inénarrable Ueli Maurer, la Milizkommission C a rendu en août dernier un rapport intitulé L’importance de l’armée pour la Suisse (5). Comme l’ont fait remarquer plusieurs observateurs, bon nombre des membres de cette commission sont, dans le civil, de hauts dirigeants de la banque ou de l’industrie. Leur prose est édifiante, surtout le paragraphe Utilité de l’armée dans des circonstances exceptionnelles. Par « circonstances exceptionnelles » on entend les catastrophes naturelles, les attaques militaires (un point sur lequel les auteurs eux-mêmes semblent fort peu convaincus) et l’extrémisme violent : on se demande bien de quel type d’ « extrémisme » il s’agit…

    Au mois de septembre, l’exercice d’état-major Stabilo due avait pour thème Désordres en Suisse et autour de la Suisse : il s’agissait de préparer 2000 officiers à la « gestion » de flux migratoires massifs et de mouvements sociaux à l’intérieur du pays. Ce jeu de rôle d’un goût douteux fait écho au projet de créer quatre bataillons de police militaire, sans prendre le risque d’une votation populaire (6). « La situation (due à la crise économique dans PUE et en Suisse) pourrait échapper à tout contrôle. Je n’exclus pas que nous utilisions l’armée dans ces prochaines années, » déclarait Ueli Maurer début octobre : l’heure n’est donc pas à la rigolade. Et la porte-parole du Département Militaire Fédéral, Sonia Margelist, d’ajouter : « L’armée doit être prête dans le cas où la police demanderait de l’aide. Il n’est pas exclu que les conséquences de la crise économique puissent conduire en Suisse à des protestations et à des violences. » On notera l’emploi du terme « protestations », suffisamment vague pour désigner tout et n’importe quoi…

    Il est donc encore parmi les missions de l’armée suisse que de s’attaquer à des civils, qu’il s’agisse de « gérer » les flux migratoires ou de réprimer les mobilisations sociales. Mais le discours a changé. Pendant l’entre-deux-guerres puis pendant la guerre froide, on présentait le peuple suisse comme fondamentalement bon et brave mais sujet à l’influence pernicieuse d’agents subversifs étrangers. Dans les années 30, les adversaires d’un parti socialiste genevois alors très re-muant soulignaient constamment les origines de ses dirigeants. On reprochait à Jacques Dicker d’être Juif et Russe (ça faisait beaucoup) et à Léon Nicole d’être… Vaudois : « deux microbes importés (…), deux vilains parasites qui par leurs émanations pestilentielles risquent d’infecter tout l’organisme genevois », écrivait ainsi le leader d’extrême-droite Roger Steinmetz.

    Aujourd’hui, plus besoin de métaphores médicales. Même Ueli Maurer, qui n’est pas vraiment une lumière, se rend compte que la colère sociale, de même qu’une bonne partie en tous cas des flux migratoires, sont les conséquences logiques des dé-confitures du capitalisme. Les pontes du DMF admettent sans peine que dans un contexte de crise globale, le peuple suisse, si placide soit-il, pourrait bien se révolter sans même que des agents étrangers lui en injectent l’idée. Or l’armée se doit de défendre les intérêts de l’économie - aussi foireux et injuste le système économique soit-il.

    Que l’armée suisse est une institution de classe, ce n’est pas un scoop. Mais, au pays de la paix du travail, du tir obligatoire et du couteau à douze lames, on ne s’en rend pas assez compte. Tant les élucubrations de la Milizkommission C que les travaux d’historiens doivent donner lieu à des prises de conscience et à des refus : refus de servir, refus de payer la taxe militaire, refus de cette solution foireuse que serait l’instauration d’une armée de métier ; refus du système tel qu’il fonctionne, et tel que l’armée cherche à le maintenir. À 80 ans de distance, il ne coûte rien de prononcer des discours commémoratifs ni d’exiger, comme Jean Batou, la réhabilitation posthume de leaders socialistes à qui ça fera une belle jambe. Mieux vaut nous réapproprier le bon vieux slogan : Pas un homme, pas un sou pour le militarisme !

    Hellmo

    1) Jean Batou : Quand l’esprit de Genève s’embrase. Au-delà de la fusillade du 9 novembre 1932, Lausanne, éditions d’En Bas, 2012.
    2) Entre 1918 et 1945, l’armée a assuré 22 fois un « service d’ordre » contre le mouvement ouvrier. Cf Bernard Degen dans l’ouvrage collectif Mourir en manifestant, Lausanne, En Bas, 2008, p. 44.
    3) Lire une critique acerbe mais pertinente sur www.lereveil.ch
    4) Manchester Guardian du 28 novembre 1932, cité in Batou, p. 108.
    5) www.vbs.acImin.ch/internet/vbs/fr/home/clepartementiorganisation/miliz-komm.html
    6) En 1978, la création d’une police fédérale de sécurité avait été refusée par 56 % des votants.
    7) Cité par Jean-François Fayet et Michel Caillat in Mourir en manifestant, p. 77.

    Hellmo

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    CP 569 / 2301 La Chaux-de-Fonds / flm.osl@espacenoir.ch

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    sources :

    2012 ou 2013 ?



    [Le Chat déchaîné #9 : Rencontres internationales de l’anarchisme]

    notice :
    Image (fixe ; à 2 dimensions)
    [
    Le Chat déchaîné #9 : Rencontres internationales de l’anarchisme]. — La Chaux-de-Fonds : FLM_ (Fédération libertaire des Montagnes : 1978-....) : OSL_ (Organisation socialiste libertaire), . — 1 affiche (impr. photoméc.) : n. et b. ; 42 × 30 cm.

    • Affiches par pays  : Suisse
    • Lieux d’archivages  :
    • Liste des thèmes  : mouvement anarchiste : rencontres internationales
    • Géographie, géopolitique et Histoire  :
    • Noms cités (± liste positive)  :
    • Presse citée  : Chat déchaîné, le
    • Vie des mouvements  : journal mural
    notes :
    descriptif :
    Symbole(s) utilisé(s) :

    texte

    dessin (« A cerclé »)

    texte :

    Le Chat déchaîné

    Feuille d’agitation de la Fédération Libertaire des Montagnes #9

    Rencontres internationales de l’anarchisme

    Du 09 au 12 août 2012 se tiendra à St-Imier (Jura Bernois, CH) une rencontre internationale entre libertaires de tout poils, ainsi que toutes personnes désirant faire connaissance ou connaitre d’avantage les différentes mouvances anarchistes.

    Ce « Mondial de l’Anarchisme » sera en fait une commémoration de la première internationale anti-autoritaire qui fût organisée en 1872 en réponse à l’internationale de Marx. Depuis le monde a passablement changé, du moins sous certains angles, les courants libertaires ont su évoluer avec le temps et cette rencontre en sera représentative. Une chose est sûre, le temps n’a en rien diminué l’oppression des puissants vis-à-vis des plus faibles. Cette rencontre exposera de multiples moyens de résistance sous des formes variées et diverses.

    La Fédération Jurassienne :

    L’Association Internationale des Travailleurs (AIT) se fonde en 1864. Très vite des sections se créent à la Chaux-De-Fonds, au Locle, à St-Imier et dans le reste du Jura suisse. Beaucoup d’ouvriers-ères qui y adhèrent sont encore des travailleurs-euses à domicile. Ils-elles ont le goût de la lecture et de l’indépendance. Lorsqu’en 1869 Bakounine vient dans la région, leur rencontre n’est pas sans conséquence. La convergence d’idées qu’ils-elles découvrent va faire de le Fédération Jurassienne le pôle libertaire de l’AIT qui s’oppose à la tendance marxiste.

    Excédé par cette opposition Marx fait tout ce qu’il peut pour éliminer ce courant. En 1872, il croit bien y parvenir. Au congrès de La Haye, il réussit à faire venir un maximum de délégués-ées qui lui sont acquis, dont certains-nes sont censés-ées représenter des sections qui s’avèrent inexistantes. Grâce à cette majorité factice il fait voter l’exclusion de Bakounine et James Guillaume et manque de quelques voix pour celle d’Adhémar Schwitzguébel, tous-tes délégués-ées du Jura. Scandalisées, les sections de tendance anti-autoritaire de l’AIT, notamment d’Espagne, d’Italie, de France, de Belgique, des USA, organisent un congrès à St-Imier où les résolutions prises seront clairement libertaires. L’AIT anti-autoritaire survivra à la branche marxiste jusqu’à la fin du siècle.

    140 ans après le congrès de St-Imier, l’exploitation et l’aliénation des travailleurs-euses sont toujours aussi brutales. L’illusion marxiste s’est dissipée au vu des dictatures communistes. Le capitalisme vit de crise en crise, crise sociale, crise politique, auxquelles s’ajoute désormais la crise écologique.

    Et le mouvement anarchiste ?

    Ces rencontres internationales d’août 2012 seront l’occasion de faire le bilan de l’histoire du mouvement anarchiste, ses idées, ses réalisations, ses espoirs, ses défaites ; ce qu’il en reste aujourd’hui ; les combats qui sont les siens et ceux qu’il partage avec d’autres : antimilitarisme, antiracisme, antisexisme, autogestion, décroissance, éducation, féminisme, internationalisme, non-violence, etc.

    Un certain nombre d’ateliers et de manifestations sont d’ores et déjà prévus : conférences historiques, conférences thématiques, théâtre, concerts, expositions, cinéma, salon du livre, radio, camping libertaire, foire à l’autogestion et aux produits bio, ateliers pratiques, restauration, etc.

    Cette manifestation internationale sera publique et se veut ouverte à l’ensemble du mouvement anarchiste international mais aussi à l’ensemble de la population, sans discrimination.

    Les zones gratuites et le prix libre seront favorisés afin de permettre à chacun-e de pouvoir y participer.

    Le comité d’organisation se réserve le droit d’accueillir tel-lle ou tel-lle participant-te. Les décisions seront prises en fonction des idées et des pratiques qui nous sont propres et qui sont celles de l’Internationale antiautoritaire. L’expression et la manifestation du racisme, du sexisme, de la xénophobie, de l’homophobie et de toute forme de violence et de discrimination ne seront pas tolérées.

    Sur la base de ce qui vient d’être dit, toute personne, structure ou organisation peut demander à s’associer à cette initiative et proposer des lieux d’exposition, de débats ; des conférences, spectacles, intervenants ; des ateliers, etc. Nous sommes aussi à la recherche de bénévoles (flm.osl@espace noir.ch) !

    Le Comité d’organisation des Rencontres Internationales de l’Anarchisme.
    St-Imier 2012

    Les détails du programme sont à suivre.
    www.anarchisme2012.ch

    Fédération Libertaire des Montagnes (FLM)
    CP 569 / 2301 La Chaux-de-Fonds / flm.osl@espacenoir.ch

    Les personnes qui désirent afficher ce texte sont priées de le faire aux endroits autorisés


    sources :

    http://rebellion-osl.ch/index.php/flm/chats-dechaines



    [Droit dans l’mur ! « Occupe-toi de ton culte ! »]

    notice :
    Image (fixe ; à 2 dimensions)
    [
    Droit dans l’mur ! « Occupe-toi de ton culte ! »]. — Bordeaux : GAB_ (Groupe anarchiste Bordelais), . — 1 affiche (photocop. ) : n. et b. ; 42 × 60 cm.

    • Affiches par pays  : France
    • Lieux d’archivages  :
    • Liste des thèmes  : contrôle social  ; famille  ; sexisme et homophobie
    • Géographie, géopolitique et Histoire  :
    • Noms cités (± liste positive)  :
    • Presse citée  :
    • Vie des mouvements  : journal mural
    notes :
    descriptif :
    Symbole(s) utilisé(s) :

    [ texte sur 2 affiches ; dessin ; montage photo ]

    texte :

    Droit dans l’mur !

    Journal mural du Groupe anarchiste bordelais gabx.noblogs.org

    Occupe-toi de ton culte !

    Égalité des droits pour tou·tes, c’est pour demain ?

    Le mariage pour tou·tes est passé…

    L’Assemblée nous endort en nous servant un compromis, on en oublierait presque la PMA (procréation médicalement assistée) et l’adoption pour tou·tes…

    Aucune raison pour que seul·es les hétéros y aient droit ! L’existence de droits différents entre les individu·es parce qu’illes sont homos ou hétéros constitue une discrimination.

    La mobilisation actuelle contre l’ouverture de ces droits à tou·te·s pue l’homophobie. On a ainsi pu lire ou entendre que l’humanité est structurée autour des relations entre hommes et femmes, que les enfants élevé·es par des couples homosexuels seraient traumatisé·es, en danger, maltraité·es, que l’opposition à cette loi se faisait au nom de la protection des enfants, et que son application entraînerait une normalisation de la polygamie…

    Mais le mariage c’est quoi ?

    C’est d’abord une organisation sociale, un outil qui permet la domination des femmes par les hommes et qui va à l’encontre de la liberté individuelle. Le devoir conjugal assujettit les femmes et les hommes en leur imposant une relation exclusive et un devoir sexuel. La normalisation des enfants, c’est le conditionnement qu’on leur impose : le couple hétéro comme seule vérité ! De nombreux enfants sont pourtant déjà élevé·es par leurs parents non biologiques !

    Le mariage, c’est aussi un outil d’exclusion de celles et ceux qui ne veulent pas rentrer dans ces normes hétéro-patriarcales. C’est une institution homophobe puisque réservée à des couples qui seraient complémentaires — un homme et une femme — et s’uniraient dans le but de procréer. Le mariage se fonde sur des conceptions naturalistes de l’identité : on naît femme ou homme et l’on hériterait de caractères et de rôle sociaux soi-disant prédéterminés et complémentaires. Mais ce n’est qu’un simple contrat économique mis en place pour mieux servir le patriarcat et le capitalisme, mieux soumettre les femmes en créant une dépendance économique.

    Laissez-nous gérer nos vies comme on l’entend ! On veut vos droits pas votre avis !

    Nous, on veut l’égalité !

    Nous, le mariage, on s’en fout ! Mais nous demandons qu’on nous laisse à tout·es la liberté de choisir entre toutes les formes d’union possibles : de pas d’union du tout à la non-exclusivité, nous revendiquons le droit de vivre et de s’aimer et/ou s’unir entre adultes consentant·es à 1, 2, 3, 4, 5…

    Nous exigeons l’accès à l’adoption et à la PMA, c’est-à-dire le choix pour tout·es d’avoir un enfant ou pas, au-delà de la notion de classe, de sexe ou de couleur de peau.

    Nous voulons sortir de la notion étroite de paternité/maternité qui impose un schéma contraignant et préconçu : un papa, une maman, des enfants, un pavillon, un monospace, une cuisine équipée et un portail électrique… Sortir des carcans de l’hétéronormalité qui voudrait nous faire croire qu’un·e enfant ne s’épanouit qu’au sein d’une famille hétéro.

    Nous revendiquons l’abolition du genre : le sexe biologique ne détermine pas la place des individu·es, et les catégories hommes-femmes cessent d’être la norme de référence pour l’organisation de la société. Choisissons librement nos orientations sexuelles ! Offrons aux enfants une éducation sexuelle non hétéronormée et non sexiste !

    Le mariage n’est pas une preuve d’amour comme on nous le martèle dans les pubs sexistes et hétéronormées !
    Les homophobes, lesbophobes, transphobes et racistes sont à l’offensive !

    Pas besoin de reconnaissance institutionnelle pour s’aimer et/ou vivre ensemble tant qu’il y a consentement mutuel : Pas d’État et pas d’Église dans nos lits !

    Arrêtez de nous bassiner avec le modèle père et mère quand on sait que la plupart des enfants grandissent autrement, et que ça a toujours été comme ça !

    Arrêtez de raconter des histoires qui laissent croire que l’hétérosexualité à l’occidentale est la seule façon de faire partie de l’humanité.

    Laissez-nous gérer nos vies comme on l’entend ! On veut nos droits, pas votre avis !


    sources :

    Journal mural Droit dans l’mur (Bordeaux, mars 2013).
    https://gabx.noblogs.org/post/2013/03/28/droit-ans-lmur/
    https://gabx.noblogs.org/files/2013/03/DDLMP1.jpg (p. 1/2)
    https://gabx.noblogs.org/files/2013/03/DDLLMP2.jpg (p. 2/2)